Parabola
del fico sterile
"Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna, venne a cercarvi frutti ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: "Taglialo, perchè deve sfruttare il terreno?.....padrone lascialo ancora quest'anno, finché non gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime..."
Gesù è il contadino paziente che non si ferma di fronte alle nostre sterilità, ci circonda con il suo Amore, con la sua cura, con la zappa e il concime, sa attendere le nostre stagioni migliori come solo la misericordia sa attendere e sperare. Quante volte il "fico" della nostra vita sarebbe stato da tagliare se il Signore non ci avesse dato un altro tempo per smuovere il nostro cuore e rivitalizzare le radici. Quante volte, abbiamo detto: "Aspetta", "adesso non posso, abbi pazienza", e il Signore come buon Padre si è seduto e ci ha aspettato lungo il nostro cammino.
Dio ha pazienza con noi, non ci taglia subito. Si prende cura di noi con tutti i mezzi d'amore che lui conosce. Strumenti a volte misteriosi che solo Lui sa rendere santificanti per noi. Lui crede in ognuno di noi nella nostra possibilità di ritornare a dare frutti dolci e buoni. Sì, Dio aspetta con pazienza ciascuno di noi. La misericordia, la pazienza, la tenerezza di Dio devono essere motivo della nostra fiducia, della nostra speranza, donandoci il coraggio di ritornare a Lui qualunque errore o peccato ci sia nella nostra vita.
e
Santa Teresa di Gesù
san Giuseppe
La devozione a San Giuseppe non ha avuto un posto importante nella pietà della Chiesa, ma Santa Teresa ha contribuito in modo ammirevole a incrementarla, scrivendo pagine brillanti che hanno tratto via questo santo dall’anonimato, dandogli un ruolo di spicco nella religiosità popolare del suo tempo.
Teresa d’Avila, dal “Libro della mia vita”
Quando vidi lo stato in cui mi avevano ridotta i medici della terra e come fossi tutta contorta in così giovine età, decisi di ricorrere ai medici del cielo e domandare ad essi la salute, perché quantunque sopportassi quel male con tanta gioia, desideravo anche di guarire. Pensavo talvolta che se con la salute avessi dovuto dannarmi, sarebbe stato meglio rimanere così, ma insieme m’immaginavo con la salute di poter servire meglio il Signore. Ecco qui il nostro errore: non voler rimetterci in tutto nelle mani di Dio che sa meglio di noi quello che ci conviene.
Cominciai a far celebrare messe e a recitare orazioni approvate. Non fui mai portata a certe devozioni che praticano alcuni, specialmente donne, nelle quali entrano non so quali cerimonie che io non ho mai potuto soffrire e che a loro piacciono tanto. Poi si conobbe che non erano convenienti e che sapevano di superstizione.
Io invece presi per mio avvocato e patrono il glorioso S. Giuseppe, e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio Padre e Protettore mi aiutò nella necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi in cui era in gioco il mio onore e la salute della mia anima. Ho visto chiaramente che il suo aiuto mi fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare. Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito ottenuta. Ed è cosa che fa meraviglia ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto e i pericoli di anima e di corpo da cui mi ha liberata per l’intercessione di questo Santo benedetto.
Ad altri Santi sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell’altra necessità, mentre ho sperimentato che il glorioso S. Giuseppe estende il suo patrocinio su tutte. Con ciò il Signore vuol farci intendere che a quel modo che era a lui soggetto in terra, dove egli come padre putativo gli poteva comandare, così anche in cielo fa tutto quello che gli chiede. Ciò han riconosciuto per esperienza anche altre persone che dietro mio consiglio si sono raccomandate al suo patrocinio. Molte altre si sono fatte da poco sue devote per aver sperimentato questa verità.
Procuravo di celebrarne la festa con la maggior possibile solennità. È vero che ci mettevo più vanità che spirito, perché volevo che si facesse tutto con ricercatezza e scrupolosità, ma l’intenzione era buona. Del resto, era questo il mio male, che appena il Signore mi faceva grazia d’intraprendere qualche cosa di buono, lo frammischiavo a molte imperfezioni e mancanze. – Dio mi perdoni se per il male, le ricercatezze e le vanità usavo invece tanta industria e diligenza!
Per la grande esperienza che ho dei favori ottenuti da S. Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti. Non ho conosciuto persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare servizio senza far progressi in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a lui. È già da vari anni che nel giorno della sua festa io gli chiedo qualche grazia, e sempre mi sono vista esaudita. Se la mia domanda non è tanto retta, egli la raddrizza per il mio maggior bene.
Se la mia parola potesse essere autorevole, ben volentieri mi dilungherei nel narrare dettagliatamente le grazie che questo Santo glorioso ha fatto a me e ad altri, ma non volendo varcare i limiti che mi furono imposti, in molte cose sarò breve più di quanto vorrei, e in altre più lunga del bisogno: insomma, come colei che ha poca discrezione in tutto ciò che è bene.
Chiedo solo per amore di Dio che chi non mi crede ne faccia la prova, e vedrà per esperienza come sia vantaggioso raccomandarsi a questo glorioso Patriarca ed essergli devoti. Gli devono essere affezionate specialmente le persone di orazione, perché non so come si possa pensare alla Regina degli Angeli e al molto che ha sofferto col Bambino Gesù, senza ringraziare S. Giuseppe che fu loro di tanto aiuto.
Chi non avesse maestro da cui imparare a far orazione, prenda per guida questo Santo glorioso, e non sbaglierà.
Piaccia al Signore che non abbia sbagliato io nell’arrischiarmi a parlare di lui, perché sebbene mi professi sua devota, tuttavia nel modo di servirlo e imitarlo sono sempre piena di difetti. Egli, da quegli che è, mi ha dato di potermi alzare da letto, raddrizzarmi e camminare; e io, da quella che sono, l’ho ripagato con usar male la sua grazia.
San Giuseppe,
patrono della vita interiore
prega per i Sacerdoti e
rendili santi.
(A te o beato Giuseppe è un preghiera scritta da Leone XIII in calce alla lettera enciclica "Quamquam pluries" del 15 agosto 1889. Leone XIII, eletto papa il 20 febbraio 1878, ha messo sotto la potentissima protezione di san Giuseppe, celeste patrono della Chiesa, il suo pontifcato)
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno, la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen!
CORONCINA ALL’ADDOLORATA
PER LA SANTIFICAZIONE
DEI SACERDOTI
Narra l'evangelista Giovanni che ai piedi della Croce stava Maria. Il suo dolore forma un tutt'uno con quello del Figlio. È un dolore pieno di fede e di amore. La Vergine sul Calvario partecipa alla potenza salvifica del dolore di Cristo, congiungendo il suo "sì", a quello del Figlio. Spiritualmente uniti alla Madonna Addolorata, rinnoviamo anche noi il nostro "sì" al Dio che ha scelto la via della Croce per salvarci. Ci aiuti Maria a prendere ogni giorno la nostra croce e a seguire fedelmente Gesù sulla via dell'obbedienza, del sacrificio e dell'amore. Ella, che credette alla Parola del Signore, non perse la sua fede in Dio quando vide il suo Figlio respinto, oltraggiato e messo in croce ma rimase piuttosto accanto a Gesù, soffrendo e pregando, fino alla fine e Gesù l’ha donata a noi come madre e ci ha affidati a Lei come figli. La Vergine Addolorata ottenga ai Sacerdoti e ai cristiani di tutto il mondo il dono di seguire il suo divin Figlio crocifisso e di abbracciare con serenità le difficoltà e le prove dell’esistenza quotidiana.
1.Vergine Addolorata, nel meditare le parole che ti disse il santo vecchio Simeone nella presentazione al Tempio del tuo Figlio Gesù: "Ed anche a te una spada trafiggerà I'anima" (Lc 2,35) fa' che i tuoi Sacerdoti comprendano il tuo dolore ed ottieni loro di saper sempre compatire quanti soffrono nell'anima e nel corpo.
Ave Maria...
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
2.Vergine Addolorata, allorché Erode ordinò la strage dei bambini per uccidere anche il tuo Figlio Gesù quanto dolore provasti nel tuo cuore di madre per tante morti innocenti! Ottieni ai Sacerdoti il coraggio di favorire e promuovere la vita dal concepimento alla morte naturale contro l’ideologia dominante che intende disporre della vita a suo piacimento.
Ave Maria...
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
3.Vergine Addolorata, allorché ti accorgesti della scomparsa del tuo Figlio Gesù, grandi furono il dolore e l'ansia nel ricercarlo per tre giorni finché non lo trovasti nel tempio di Gerusalemme, mentre discuteva con i dottori della Legge. Ottieni a quanti vivono lontano dal Figlio tuo di ritrovare, grazie al sostegno e all’incoraggiamento di Sacerdoti santi, la strada della Chiesa attraverso l’ascolto della Parola di Dio.
Ave Maria...
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
4. Vergine Addolorata. quando sul calvario vedesti il tuo Figlio Gesù disteso sulla croce, spogliato delle sue vesti, quanto dolore e quanta vergogna provasti! Nel sentirlo insultato e deriso quanta amarezza nel tuo cuore di Madre! Ottieni, ai Sacerdoti in cura di anime, sensibilità, disponibilità ed amore, nei confronti di coloro che vengono umiliati dai potenti e si sentono rifiutati ed emarginati.
Ave Maria...
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
5. Vergine Addolorata, tu che ai piedi della croce ricevesti le ultime parole del tuo Figlio Gesù: "Donna ecco tuo figlio", non staccare mai i tuoi occhi misericordiosi dai Sacerdoti peccatori ed ottieni loro di chiudere la storia della vita terrena in pace con Dio e con i fratelli, confortati dai sacramenti ed assistiti dalla tua presenza.
Ave Maria...
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
6. Vergine Addolorata, quando la spada del soldato trafisse il costato del tuo Figlio Gesù, anche il tuo venne squarciato dal dolore, come ti aveva predetto il vecchio Simeone. Ottieni ai Sacerdoti, che hanno sbagliato, di aprire il loro cuore alla Grazia senza chiudersi nello scoraggiamento e dona ad essi grande sensibilità nei confronti di quanti hanno commesso errori e non trovano il coraggio di chiedere perdono, perché ritengono che il loro peccato sia troppo grande per essere perdonato.
Ave Maria...
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
7. Vergine Addolorata, quando deponesti il corpo del tuo Figlio Gesù nel sepolcro certamente non perdesti la fede e la speranza nella resurrezione. Ottieni anche ai tuoi Sacerdoti di tenere sempre viva, per sé e per le anime loro affidate, la fede nella vita eterna e nella risurrezione dei morti, perché da tutti il sepolcro sia considerato solo una sosta nell'attesa della risurrezione e della gloria eterna.
Ave Maria...
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore...
Preghiamo
O Dio, che per redimere il genere umano, sedotto dagli inganni del maligno, hai associato alla passione del tuo Figlio la Madre Addolorata, fa’ che tutti i figli di Adamo, risanati dagli effetti devastanti della colpa, siano partecipi della creazione rinnovata in Cristo redentore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PREGHIERA
Adoriamo, o Cristo, il tuo Corpo glorioso,
nato dalla Vergine Maria;
per noi hai voluto soffrire,
per noi ti sei offerto vittima sulla croce
e dal tuo fianco squarciato
hai versato l’acqua e il sangue del nostro riscatto.
Accogli, Signore, l’intera mia libertà.
Tutto ciò che io sono,
ho e possiedo, tu me lo hai dato:
tutto io ti restituisco,
e mi consegno pienamente alla tua volontà.
Dammi solo il tuo amore, con la tua grazia,
e io mi sento ricco abbastanza,
e non ti domando altro.
dalla Lettera agli Ebrei
Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato, gliela conferì come è detto in un altro passo: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek.
Pausa di riflessione
“ Intendano bene le Oblate che per loro è uno stretto dovere la preghiera per i Sacerdoti” ( Beata Madre Teresa Casini, fondatrice dell’Istituto delle suore Oblate del Sacro cuore di Gesù)
La nostra preghiera è per i sacerdoti, tutti i sacerdoti:
1) quelli santi affinché crescano nella gioia di essere sacerdoti, siano sempre più fedeli alla loro alla chiamata e al loro ministero;
2) quelli che non comprendono la grandezza del sacerdozio e si perdono in mille cose vane;
3) quelli che, con il loro comportamento, feriscono il Cuore di Gesù e scandalizzano i fedeli;
4) quelli che hanno preso qualche sbandata ma cercano aiuto per ritornare sulla retta via;
5) quelli che hanno lasciato il ministero;
6) quelli malati o moribondi;
7) quelli che hanno lasciato questo mondo e attendono di cantare la gloria di Dio nella liturgia celeste.
Gesù a don Dolindo Ruotolo : “Consolami! Ho bisogno delle tue preghiere e delle tue immolazioni perché ho molte anime da salvare e voglio il tuo concorso! Non dissi invano sulla Croce: Ho sete! Chi ha sete cerca chi lo disseti e se non c'è chi lo disseti, rimane assetato. Vivi tutto per me, se vuoi salvare le anime. Come può riscaldare una stufa senza corrente o un braciere senza fuoco? Non basta alla stufa o al braciere la forza esterna per riscaldare, figlio mio! Da tutto il tuo essere debbo trasparire io. Quando preghi, ogni altra occupazione passa in secondo ordine, e non puoi preoccuparti del tempo che ci impieghi, ma solo del fervore col quale la devi fare. Pensa che dalla tua preghiera può dipendere la salvezza di un'anima, come da una medicina ben preparata può dipendere la vita di un uomo. Prega davvero, prega in modo da aprire il Cielo e far piovere sulle anime la misericordia. Tante volte i sacerdoti pregano come se la preghiera non fosse vita, ma fastidio della vita. Pensa che l'arma tua è la preghiera, e che il tuo Breviario è per te un dono e non un peso..”
PREGHIAMO
O Gesù, Sacerdote Santo,
ti domandiamo
con tutto l’ardore dell’animo
di accrescere di giorno in giorno
il numero degli aspiranti al sacerdozio
e di formarli secondo i disegni
del Tuo Cuore amantissimo,
affinché lavorino efficacemente
a fare del mondo
un solo ovile sotto un solo Pastore.
Amen.
CON GESU' NEL GETSEMANI
PER LA SANTIFICAZIONE
PREGHIAMO
DEI SACERDOTI
PREGHIERA INIZIALE
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, fa’ che si diffonda tra i tuoi Sacerdoti l'amore per la Passione di Gesù agonizzante nel Getsemani, in modo che contemplando spesso il mistero della Croce, possano essere guariti dalle loro debolezze, dalle loro ferite, e dal loro scoraggiamento; trovare la strada del ritorno al Padre e indicarla a tutti noi e così venire a glorificarti eternamente in Cielo. Amen.
1) O Gesù che nell'eccesso del tuo amore e per vincere la durezza dei nostri cuori doni tante grazie a chi medita e propaga la devozione della tua Santissima Passione del Getsemani, Ti prego di voler disporre il cuore e l'anima dei tuoi Sacerdoti a contemplare spesso la tua amarissima agonia nell'Orto degli Ulivi, per trovare consolazione nel momento della propria prova e acquistare la capacità di consolare tutti coloro che soffrono e non hanno speranza.
Gloria al Padre...
2) O Gesù benedetto che sopportasti in quella notte il peso delle colpe di tutti noi e in modo particolare quelle dei tuoi più cari, perché partecipi del tuo Sacerdozio, concedi a noi e a loro il dono di una perfetta contrizione delle innumerevoli colpe che Ti fecero sudare sangue.
Gloria al Padre...
3) O Gesù Salvatore, per l’angoscia, la tristezza e la fortissima lotta che provasti nel Getsemani nel bere il calice delle nostre iniquità, concedi ai tuoi Sacerdoti la grazia di riportare completa vittoria sulle tentazioni, specialmente su quella cui vanno maggiormente soggetti.
Gloria al Padre...
4) O Gesù Redentore, per il sudore di sangue e le lacrime che versasti nella più agghiacciante solitudine, che mai uomo potrà concepire, e per la preghiera ardentissima ed umanissima al Padre che sgorgò dal tuo Cuore dolcissimo nella notte in cui si perpetrava il tradimento più amaro, fa che quando verrai come Giudice, i tuoi Sacerdoti siano trovati vigilanti e oranti così da poter sentire le tue dolci parole: «Vieni, servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore».
Padre nostro, Ave, Gloria
PREGHIERA FINALE
O Gesù, la tua agonia nel Getsemani ci insegna che il combattimento e la vittoria sono possibili solo nella preghiera. È per mezzo della preghiera che tu hai riportato vittoria sul tentatore, fin dall'inizio e nell'ultimo combattimento della tua agonia. Aiutaci nel momento della prova a pregare intensamente e con la ferma fiducia che saremo esauditi. Amen
il suo volto
"Mentre pregava
cambiò d'aspetto"
Quando qualcuno ci sorride, il suo volto cambia, è come irradiato da una luce interiore. Qualcosa di più profondo traspare: il suo amore per noi. E’ meraviglioso da vedere! Come non desiderare di far sorridere gli altri? Si stabilisce una connivenza, una comunione libera e vera che fa intravedere la bontà. Gesù si trasfigura e i suoi discepoli vedono il suo essere d’eternità, la sua luce interiore, il suo amore infinito che non cessa di riempire il suo cuore. Il suo corpo ne è irradiato.
Cos’è quella luce? E’ il mistero stesso di Gesù. Mosè ed Elia son lì per confermarlo mentre più tardi gli apostoli capiranno che è Gesù che conferma l’autorità delle scritture rappresentate da Mosè ed Elia. Gesù è la sorgente della vita. La luce straordinaria di Gesù, la presenza dei più alti personaggi della storia di Israele creano il prodigioso benessere nei discepoli da esclamare “E’ bello per noi star qui” E vogliono costruire tre tende. Gioia prodigiosa dinanzi al disegno di Dio che si rivela.
L’evangelista ci dice che “non sapeva che cosa dire , perché erano spaventati”. Gioia e spavento: due sentimenti davanti al mistero di Dio. La presenza di Dio impone adorazione e i discepoli sono soltanto all’inizio del loro stupore. Sopraggiunge la nube, ombra di Dio più luminosa del sole, presenza piena della vita di amore dello Spirto Santo. Gli apostoli avevano visto Gesù nella gloria, ora sono introdotti nell’intimità di Dio, di Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe! Al di là non c’è più niente. Là era la vita. Ma là i discepoli della terra non possono vedere più niente, soltanto sentire “una voce “. “Questo è il mio Figlio prediletto: ascoltatelo”. E’ la voce dell’amore: quella del Padre.
Ecco il cuore della personalità di Gesù, ecco la ragione di questa irradiazione di tutto se stesso, la sorgente della vita del suo essere: Gesù è amato da suo Padre, è suo Figlio, il suo Figlio prediletto: La gioia di Gesù, la felicità incomparabile! Il trasalire di gioia nello Spirito Santo. Egli compie tutta la storia degli uomini, perché è abitato dall’amore del Padre, suo Padre e nostro Padre. La felicità dei discepoli è un’umile eco della felicità del maestro.
La trasfigurazione si conclude con l’ordine di non dire niente di quanto avevano visto prima della sua resurrezione. Gesù così annuncia che questo amore che lo unisce a suo Padre non sarà veramente esteso, compreso, finchè non sarà visto sulla croce. Allora tutti gli uomini potranno vedere, ascoltare e ricevere il mistero eterno dell’amore di Dio per tutti gli uomini.
Il mistero di Gesù illumina il nostro mistero. Cos’è la luce che appare sul nostro volto di cristiani? E’ l’amore di Dio che abita il nostro amore e che ci spinge a fare il bene, a dare la nostra vita per gli altri.
La nostra dignità, la nostra gloria, il senso della storia della nostra vita, trovano la sorgente nel dono di noi stessi. L’amore per gli altri costruisce il nostro essere di eternità. La croce che portiamo, talvolta dolorosamente, il nostro dono agli altri manifestano sempre il fondamento del nostro essere, il nostro amore.. Anche se questo è duro, lasciamo salire il nostro sorriso, è già il segno della nostra vittoria sulla morte, un aurora della resurrezione.
don Giuseppe Mani
Coroncina alla fiamma d'amore del Cuore Immacolato di Maria e alle sante Piaghe x la santificazione dei sacerdoti.
1) segno della croce
Signore mio Gesù Cristo adoro profondamente la piaga della Tua mano destra. Per intercessione del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, per il sangue che da essa versasti e per il dolore che in essa provasti, Ti chiedo di mettere in essa tutti i sacerdoti della Tua santa Chiesa. Da' a loro il fuoco del Tuo Amore affinché possano comunicarlo alle anime loro affidate. Falli santi e fattori di santi. Amen (Gloria)
Eterno Padre, Ti offro le piaghe di nostro Signore Gesù Cristo per la santificazione dei sacerdoti e per l'unità e i bisogni della Santa Chiesa.
Cuore Immacolato e Addolorato di Maria prega per noi che confidiamo in Te e per quanti in Te non confidano, ora e nell'ora della nostra morte. Amen.
10 volte: Madre salvali, con la fiamma d'amore del Tuo Cuore Immacolato. Irradia, o Maria, su tutta l'umanità, la luce di grazia della Tua fiamma d'amore, ora e nell'ora della nostra morte. Amen.
2) Segno della croce
Signore mio Gesù Cristo adoro profondamente la piaga della Tua mano sinistra. Per intercessione del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, per il sangue che da essa versasti e per il dolore che in essa provasti, Ti chiedo di mettere in essa tutti i consacrati, affinché vivano per dar gloria solo a Te e per il bene delle anime cooperando all'opera della redenzione e alla venuta del Tuo Regno. Amen ( Gloria)
Eterno Padre, Ti offro le piaghe di nostro Signore Gesù Cristo per la santificazione dei sacerdoti e per l'unità e i bisogni della Santa Chiesa. Cuore Immacolato e Addolorato di Maria prega per noi che confidiamo in Te e per quanti in Te non confidano, ora e nell'ora della nostra morte. Amen.
10 volte: Madre salvali con la fiamma d'amore del Tuo Cuore Immacolato. Irradia, o Maria, su tutta l'umanità, la luce di grazia della Tua fiamma d'amore ora nell'ora della nostra morte. Amen.
3) Segno della croce
Signore mio Gesù Cristo, adoro profondamente alla piaga del Tuo piede destro. Per intercessione del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, per il sangue che da essa versasti e per il dolore che in essa provasti, Ti chiedo di mettere in essa tutti i Missionari e coloro che si prodigano per portare il Vangelo nel mondo. Dona loro forza, coraggio e perseveranza, unita ad una perfetta carità. Amen ( Gloria)
Eterno Padre, Ti offro le piaghe di nostro Signore Gesù Cristo per la santificazione dei sacerdoti e per l'unità e i bisogni della Santa Chiesa. Cuore Immacolato e Addolorato di Maria prega per noi che confidiamo in Te e per quanti in Te non confidano, ora e nell'ora della nostra morte. Amen.
10 volte: Madre salvali, con la fiamma d'amore del Tuo Cuore Immacolato. Irradia, o Maria, su tutta l'umanità la luce di grazia della Tua fiamma d'amore, ora e nell'ora della nostra morte. Amen.
4) Segno della croce
Signore mio Gesù Cristo adoro profondamente la piaga del Tuo piede sinistro. Per intercessione del Cuore Immacolato e Addolorata di Maria, per il sangue che da essa versasti e per il dolore che in essa provasti, Ti chiedo di mettere in essa tutti i sacerdoti che si rendono indegni del loro sacro Ministero o che tradiscono la loro vocazione. Abbi Misericordia di loro. Non permettere che si perdano eternamente ma tornino a Te, unico, sommo e vero bene. Amen (Gloria)
Eterno Padre, Ti offro le piaghe di nostro Signore Gesù Cristo per la santificazione dei sacerdoti e per l'unità e i bisogni della Santa Chiesa. Cuore Immacolato e Addolorato di Maria prega per noi che confidiamo in Te e per quanti in Te non confidano, ora e nell'ora della nostra morte. Amen.
10 volte: Madre salvali, con la fiamma d'amore del Tuo Cuore Immacolato. Irradia, o Maria, su tutta l'umanità, la luce di grazia della Tua fiamma d'amore ora e nell'ora della nostra morte. Amen
5) Segno della croce
Signore mio Gesù Cristo adoro profondamente la piaga del Tuo Sacro Cuore. Per intercessione del Cuore Immacolato e Addolorata di Maria, per il sangue che da essa versasti e per il dolore che in essa provasti, Ti chiedo di mettere in essa la Tua santa Chiesa: difendila dalle insidie del maligno e fa che si conservi Una e Santa. Racchiudi nel Tuo Cuore il nostro Papa Francesco, proteggilo dai suoi nemici e donagli il Tuo Spirito perché possa guidare saggiamente la Tua Chiesa. Amen (Gloria)
Eterno Padre, Ti offro le piaghe di nostro Signore Gesù Cristo per la santificazione dei sacerdoti e per l'unità e i bisogni della Santa Chiesa. Cuore Immacolato e Addolorato di Maria prega per noi che confidiamo in Te e per quanti in Te non confidano, ora e nell'ora della nostra morte. Amen
10 volte: Madre salvala, con la fiamma d'amore del Tuo Cuore Immacolato. Irradia, o Maria, su tutta l'umanità la luce di Grazia della Tua fiamma d'amore, ora e nell'ora della nostra morte. Amen
6) Segno della croce Signore mio Gesù Cristo adoro profondamente le piaghe della Tua testa. Per intercessione del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, per il sangue che da esse versasti e per il dolore che in esse provasti, Ti chiedo di mettere in esse tutti i nemici della Chiesa, i massoni, gli apostati, gli scismatici. Ti prego, o Gesù, convertili affinché ci sia presto un solo ovile sotto un solo Pastore. Amen ( Gloria)
Eterno Padre, Ti offro le piaghe di nostro Signore Gesù Cristo per la santificazione dei sacerdoti e per l'unità e i bisogni della Santa Chiesa. Cuore Immacolato e Addolorato di Maria prega per noi che confidiamo in Te e per quanti in Te non confidano, ora e nell'ora della nostra morte. Amen
10 volte: Madre salvali, con la fiamma d'amore del Tuo Cuore Immacolato. Irradia, o Maria, su tutta l'umanità, la luce di grazia della Tua fiamma d'amore, ora e nell'ora della nostra morte. Amen
7) Segno della croce
Signore mio Gesù Cristo, adoro profondamente la piaga della Tua spalla aperta dalla pesante Croce mentre salivi al Calvario. Per intercessione del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, per il sangue che da essa versasti e per il dolore che in essa provasti, Ti chiedo di mettere in essa la nostra diocesi, il nostro vescovo Pietro e tutti i nostri sacerdoti: dona perseveranza ai giusti, infiamma di nuovo e ardente zelo i tiepidi, consola gli scoraggiati, sostieni quanti sono provati nel corpo e nello spirito, rialza i caduti. Conservali nell'unità, dona loro il Tuo Spirito e santificali. Amen (Gloria)
Eterno Padre, Ti offro le piaghe di nostro Signore Gesù Cristo per la santificazione dei sacerdoti e per l'unità e i bisogni della Santa Chiesa. Cuore Immacolato e Addolorato di Maria prega per noi che confidiamo in Te e per quanti in Te non confidano, ora e nell'ora della nostra morte. Amen
10 volte: Madre salvali, con la fiamma d'amore del Tuo Cuore Immacolato. Irradia, o Maria, su tutta l'umanità la luce di grazia della Tua fiamma d'amore, ora nell'ora della nostra morte. Amen
Alla fine: 1 Pater, Ave e Gloria x l'unità dei cristiani
Litanie x i sacerdoti ( Dacci sacerdoti santi)
Signore, per zelare il Tuo nome e la Tua gloria, dacci sacerdoti Santi!
Signore, per sostenere la Tua chiesa,...
Signore, per aumentare la nostra fede,...
Signore, per predicare la Tua dottrina,
Signore, per difendere la Tua causa,
Signore, per combattere l'errore,
Signore, per distruggere le sette,..
Signore, per sostenere la verità,
Signore, per rendere migliori i costumi,
Signore, per sradicare i vizi,
Signore, per illuminare il mondo,
Signore per far conoscere le ricchezze del Tuo Cuore
Signore, per farci amare lo Spirito Santo,
Signore affinché tutti i Tuoi ministri siano la luce del mondo e il sale della terra.
Preghiamo:
Oh Gesù, sacerdote Santo, Ti domandiamo con tutto l'ardore dell'anima nostra, di accrescere di giorno in giorno il numero degli aspiranti al sacerdozio e di formarli secondo i disegni del Tuo Cuore amantissimo affinché lavorino efficacemente a fare del mondo un solo ovile sotto un solo Pastore. Amen
O Signore, manda Santi sacerdoti e ferventi religiosi alla Tua Chiesa. Oh Maria, Madre della Chiesa e Regina del clero, ottienici numerosi e santi sacerdoti. Proteggi la Chiesa e racchiudi nel Tuo Cuore Immacolato e Addolorato tutti i Tuoi figli prediletti a causa della loro ordinazione sacerdotale . Sii la loro guida costante, il loro conforto, la loro gioia, la loro forza. Aiutali a rimanere fedeli al loro sacro Ministero e ottieni loro, oh cara Madre, la grazia della perseveranza finale. Amen
KATIA DI MEGLIO
Gesù è lì racchiuso in quel pezzo di pane. Sì proprio lì! Se finora non te ne sei reso conto è solo perché Lo guardi, ma non Lo vedi, Lo senti, ma non Lo ascolti. Ancora non ti rendi conto che L’Eucaristia è il corpo di Cristo in terra!
Chi Adora Gesù Sacramentato, prima o poi si accorgerà dei grandi miracoli che Il nostro Dio innamorato, compirà nel suo cuore. Ai piedi dell’altare, Gesù ha formato i più grandi santi. Ai piedi di quel pezzo di pane, si sono ispirati le più grandi opere d’amore.
Signore Gesù, donaci Sacerdoti che celebrino l’Eucaristia compresi del grande mistero che si compie attraverso il loro ministero.
Donaci Sacerdoti che adorino con viva fede questo grande Sacramento dell’amore di Dio per noi.
Donaci Sacerdoti che, con il loro esempio, incoraggino i fedeli a sostare davanti a Gesù Eucaristia, perché di là possano trarre il coraggio e la forza per vivere da veri cristiani in un mondo che va alla deriva.
Signore, donaci la pace!
“Sei rimasto su questa misera terra
nel santissimo ed oltremodo mirabile
Sacramento dell’altare
ed ora vieni a me
e ti unisci strettamente a me
sotto forma di nutrimento…
Già ora il Tuo sangue
scorre nel sangue mio,
la Tua anima, o Dio incarnato,
compenetra la mia anima,
le dà la forza e la nutre.”
(San Massimiliano Kolbe)
Il regalo migliore
Cresciuto in una mentalità politico-borghese, Anselmino era abituato a portare un regalo ad amici, familiari ogni volta che scadeva un anniversario, una ricorrenza, un compleanno o comunque una festa di famiglia. Era tutto un lambiccarsi il cervello per cercare un regalo indovinato e che non fosse uguale al precedente.
Romolo, il suo più grande amico, per alcuni anni non lo vide arrivare in casa il giorno del suo compleanno. Motivo? Aveva, secondo lui, esaurito la fantasia e il valore dei regali che doveva essere sempre superiore al precedente. Temeva di non essere all’altezza. Senza dir niente a nessuno, aveva risolto il problema standosene a casa o comunque fingendo lunghe assenze da casa.
Appena l’amico Romolo seppe una cosa del genere, si precipitò a casa di Anselmino per dirgli: per me è lo stesso se mi porti una rosa, se mi porti una foglia, se mi porti un petalo. Anche se non mi portassi niente, l’importante è che sia tu a portarmi qualcosa. Sei tu che mi interessi. Non vale ciò che rechi, ciò che dici, ciò che fai. Per me vale ciò che sei. Portami il regalo più grande: portami te stesso, la tua amicizia.
Dio mi dice: “Andrea, Giovanni, Marcella, Carla... forse non sai chi sei. Lo vuoi sapere cosa sei per me? Guarda verso il calvario e capirai qual è la tua fisionomia per me….e avrai chiaro il valore che sei e che hai, dal prezzo con cui ti ho pagato. Ogni volta che vieni per lasciarti perdonare, mi fai il dono più grande: la tua grande fiducia è garantita dalla grande miseria che mi doni.”
Padre Andrea Panont O.C.D.
8 marzo,
Auguri alla Donna
festa della donna.
più grande che ci sia.
"Donna,
sei tanto grande e tanto vali,
che chi vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz'ali". (Dante)
Eucaristia e Adorazione
Card. A.M. Ranjith
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La preghiera personale non va contro la preghiera comunitaria e neppure l’una esclude l’altra, in realtà si nutrono a vicenda.
La preghiera liturgica crea e promuove il rapporto non soltanto tra Dio e la comunità,ma altresì tra Dio e me, facendomi sensibile al bisogno di un costante contatto con il divino nella mia vita. Forse un equivoco in questo senso ha portato alcuni a credere che le devozioni individuali non siano più necessarie, a seguito del grande rilievo dato al culto liturgico e comunitario dopo il Vaticano II. Ma questo non è corretto
. La "Sacrosanctum Concilium” dichiara infatti: “La vita spirituale tuttavia non si esaurisce nella partecipazione alla sola liturgia. Il cristiano infatti, benché chiamato alla preghiera in comune, è sempre tenuto a entrare nella propria stanza per pregare il Padre in segreto”. La preghiera liturgica, anzi, è rafforzata e arricchita dalla preghiera personale.
L’adorazione del SS.mo Sacramento come personale devozione è dunque importante e aiuta a creare un clima interiore in noi che si nutre di preghiera liturgica e intima partecipazione.
Lasciate che concluda con le belle parole del Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney, vero apostolo di adorazione: “Oh, se avessimo gli occhi degli angeli per vedere nostro Signore Gesù Cristo, che è qui presente su questo altare e ci guarda, come Lo ameremmo! Mai vorremmo andarcene via da Lui. Vorremmo restare sempre ai Suoi piedi; sarebbe pregustare il Cielo: tutto il resto non avrebbe più gusto per noi!”.
Eucaristia e Adorazione
Card. A.M. Ranjith
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E’ in questa luce che dovremmo comprendere la famosa frase di Sant’Agostino: “nessuno mangia questa carne senza prima adorarla; peccheremmo se non la adorassimo”.
Soltanto l’adorazione infatti apre il nostro cuore verso un senso autentico di partecipazione all’Eucaristia, poiché lo dilata all’esperienza del profondo amore di Dio manifestato nell’Eucaristia e verso un’unione vera e profondamente personale con Cristo al momento della Comunione - (“Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” – Ap 3,20).
In questo senso, le parole del Papa Benedetto sono chiare: “Ricevere l’Eucaristia significa porsi in atteggiamento di adorazione verso Colui che riceviamo. Proprio così e soltanto così diventiamo una cosa sola con Lui e pregustiamo in anticipo, in qualche modo, la bellezza della liturgia celeste”.
E’ l’adorazione quindi capace di rendere la celebrazione della Santa Eucaristia e il ricevere il SS.mo Corpo e Sangue di Cristo, pieni di significato e profondamente trasformanti. Altrimenti, si ridurrebbe a puro esercizio meccanico o a cacofonia sociale; un evento dell’uomo e non di Dio, perché l’adorazione fa dell’Eucaristia un’esperienza di grazia divina salvifica e di eternità.
Non solo, l’adorazione trova un suo naturale sbocco in tutte le altre devozioni eucaristiche, dando ad esse significato e profondità. Il momento supremo dell’adorazione è l’Eucaristia e fluisce in tutte le devozioni ad essa connesse. L’una dà significato e profondità all’altra. E’ triste notare come in alcuni luoghi le chiese e i santuari si sono trasformati in piazze da mercato o teatri o sale da concerto. Mi è capitato di entrare un giorno in una cattedrale di un’importante città europea dove vi era gente che aspettava la celebrazione di una Messa nuziale: era come una grande piazza di mercato dove tutti erano impegnati in animata conversazione. Non vi era certo alcun spirito di raccoglimento o il minimo senso di riverenza adorante in preparazione all’Eucaristia.
Mi hanno raccontato di una Eucaristia in una chiesa parrocchiale in Germania, dove rappresentavano un dramma teatrale con l’assemblea che partecipava mediante preghiere e scenette, e il parroco faceva il presentatore. Ho chiesto all’amico che mi raccontava la vicenda, che effetto gli aveva fatto, e lui mi ha risposto con le parole “tanto rumore per nulla”.
Dovremmo chiederci se siamo seri sulla fede cattolica riguardo alla transustanziazione e alla presenza permanente di Cristo nell’Eucaristia, se non abbiamo annacquato l’insieme della nostra fede in nome di teorie insignificanti e teologizzare pedante, che cerca continuamente compromessi con il secolarismo e l’ateismo.
In conclusione, voglio ribadire con forza che l’Eucaristia non adorata è una contraddizione in sé, e adorazione senza Eucaristia è impossibile – perché Eucaristia e adorazione sono come le due facce della stessa realtà.
Qualcuno lamenta che l’adorazione eucaristica è troppo privata, troppo personale e perfino troppo silenziosa. Una critica che sembra basarsi su constatazioni erronee: che l’adorazione sia solo privata per essenza e che il culto di Dio debba sempre essere un esercizio comunitario. Ma entrambe le posizioni sono insostenibili. L’adorazione ha anche una dimensione comunitaria, poiché, quando adoriamo il Signore, entrando in comunione con Lui o lasciando che Egli ci stringa a sé, noi diventiamo uniti gli uni gli altri in Lui.
Dichiara Papa Benedetto: “L’unione con Cristo è allo stesso tempo unione con tutti gli altri ai quali Egli si dona. Io non posso avere Cristo solo per me; posso appartenergli soltanto in unione con tutti quelli che sono diventati o diventeranno suoi” (Deus Caritas Est, 14). Pertanto, quando io adoro il Signore in privato, mi trovo costantemente in rapporto con gli altri e anch’essi Lo adorano con me. E’ così che si crea lacomunione.
La preghiera privata non necessariamente toglie dalla comunità. Costruisce la comunità. Inoltre, ogni volta che la Chiesa si impegna nel culto pubblico e in atti di adorazione, è l’intero corpo della chiesa presente in ogni suo singolo membro. Anche Gesù ha adorato il Padre in privato così come in preghiera pubblica, come differiva il tempio dalla sinagoga. Ne deriva che ogni atto di adorazione privata o comunitaria ha un effetto salutare sia sulla comunità che sull’individuo. Il culto poi non necessariamente deve essere limitato solo a quello comunitario, può benissimo essere personale.
Come detto sopra, Gesù ha passato moltissimo tempo in preghiera da solo. Ciò però non gli ha impedito di farsi vicino agli altri. Anzi, Egli ha offerto la Sua vita per la redenzione degli altri, altruismo al massimo livello. Di conseguenza, l’adorazione non ci toglie e non ci deve togliere dalla preghiera comunitaria o dai nostri doveri comunitari. Ci stringe ancora di più gli uni gli altri nel Signore.
Vi sono ancora altri che obiettano all’adorazione eucaristica dicendo che c’è sotto una mentalità eccessiva da “solo io e Gesù”. Come già detto sopra, l’adorazione, avvicinandoci maggiormente a Gesù, ci rende più sensibili verso il prossimo. Ciò emerge meglio nella vita di alcuni dei più grandi santi o figure venerabili. Basta fare solo l’esempio della Beata Madre Teresa di Calcutta che voleva che le sue suore rimanessero parecchie ore in preghiera e adorazione davanti al SS.mo Sacramento ogni giorno, prima di recarsi sulle strade ad assistere i malati e i morenti. Era proprio la sensazione della presenza del Signore in mezzo a loro che le riempiva di energia per il quotidiano lavoro. Dinanzi alle critiche rivolte a Madre Teresa sulle troppe ore passate dalle suore in preghiera e adorazione, togliendo loro tempo prezioso, ella rispose un giorno: “se le mie suore non passassero così tanto tempo in preghiera, non potrebbero servire affatto i poveri e i malati”.
Come papa Benedetto ci assicura, l’adorazione “vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto le barriere che ci separano dagli altri”. Nella “Deus Caritas est”, il Santo Padre dichiara: “La pietà non indebolisce la lotta contro la povertà o addirittura contro la miseria del prossimo. La Beata Teresa di Calcutta è un esempio molto evidente del fatto che il tempo dedicato a Dio nella preghiera non solo non nuoce all’efficacia e all’operosità dell’amore verso il prossimo, ma ne è in realtà l’inesauribile sorgente”.