GESÙ È FLAGELLATO

E CORONATO DI SPINE

La disumanità raggiunge nuovi vertici. Gesù è flagellato e coronato di spine. La storia è piena di odio e di guerre. Anche oggi siamo testimoni di violenze al di là del credibile: omicidi, violenze su donne e bambini, sequestri, estorsioni, conflitti etnici, violenza urbana, torture fisiche e mentali, violazioni dei diritti umani. Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono soppresse, i rifugiati e i migranti maltrattati. Gesù viene spogliato delle vesti quando la persona umana è disonorata sullo schermo, quando le donne sono costrette a umiliarsi, quando i bambini dei quartieri poveri vanno in giro per le strade a raccogliere i rifiuti. Chi sono i colpevoli? Non puntiamo il dito verso gli altri, poiché anche noi possiamo avere avuto la nostra parte in queste forme di disumanità.
Preghiera Signore Gesù, sappiamo che sei tu a soffrire quando siamo causa di sofferenza l’uno per l’altro e rimaniamo indifferenti. Il tuo cuore si è mosso a compassione quando hai visto «le folle stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore» (Matteo, 9, 36). Dammi occhi che notino i bisogni dei poveri e un cuore che si prodighi per amore. «Dammi la forza di rendere il mio cuore fecondo nel servizio» (Rabindranath Tagore, Gitanjali, 36). Soprattutto, fa’ che possiamo condividere con l’indigente la tua «Parola» di speranza, l’assicurazione del tuo aiuto. Possa lo «zelo per la tua casa» ardere in noi come fuoco (Salmi, 69, 10). Aiutaci a portare il sole vivo della tua gioia nella vita di coloro che si trascinano lungo le vie della disperazione.

( da La via crucis di Benedetto XVI)

Donaci , ti preghiamo o Gesù, Sacerdoti che, contemplandoti umiliato, guardino con occhi di sincera compassione tutti gli umili e sofferenti e si adoperino per confortarli. Amen

Preghiera a Gesù sacramentato

O Gesù misericordioso, vivo in mezzo a Noi, a Te volgiamo il nostro sguardo adorante  prostrati davanti alla Tua Presenza nell'Eucarestia. O Gesù, unico, sommo ed eterno sacerdote, mancando i ministri ordinati, chiamati a svolgere la missione affidata agli apostoli da te prescelti e consacrati, non c'è Eucarestia, non c'è Chiesa. O Gesù, Vita vera, veramente, sostanzialmente, realmente presente nel sacramento dell'Altare, concedi alla tua Chiesa la grazia di vivere sempre nel tuo Amore e di non mancare mai del dono di presbiteri santi, Innamorati di Dio e della Chiesa.


Amen.

Babele e Pentecoste

Ogni lingua al mondo viene parlata e intesa da chi sa e vuole amare

Carissimo Raffaele, fra pochi giorni ti trasferirai per obbedienza, dalla comunità religiosa di Maguzzano a quella di Milano. Ti scrivo per dirti che questi passi li possiamo fare insieme, in comunione, nello spirito della carità: sono passi da fare in Dio, con Lui tra noi.

- Ti ho telefonato varie volte…ma non ti ho mai trovato a casa. Eri a Cortina, poi a Venezia, poi a…Vicenza… Sta un po’ a casa!


- Ma io sono sempre a casa; non sono fuori del convento quando esco in accordo con la mia comunità. L’accordo tra marito e moglie è famiglia, è casa, è patria; l’armonia tra fratelli è il convento.


- Ma io qui a Maguzzano avevo una comunità che parlava il bresciano…ora a Milano ne trovo un’altra e le dovrò parlare in milanese.


- A dirti il vero, tra coloro che si amano non c’è distinzione di luogo, non c’è mai difficoltà di linguaggio, c’è per definizione solo l’amore. Certamente se non ci fosse l’amore, cesserebbe la famiglia e la comunità; ogni lingua sarebbe insufficiente, creerebbe un ostacolo ai rapporti.


Babele è la sede del non amore, del contrasto, è il regno del “diavolo-divisore”. Mancando l’amore si sono frantumati i rapporti e si sono moltiplicate le lingue.

La torre di Babele è l’antitesi della Pentecoste. Ciò che Babele disperse, l’amore della Pentecoste raccolse.


Non c’è linguaggio più ostico di colui che non ama. Ogni lingua al mondo viene parlata e intesa da chi sa e vuole amare.


Sa parlare, sa farsi intendere, sa ascoltare e capire solo chi si esprime amando.

Non sono le parole che segnalano l’amore; ma è l’amore che muove la lingua. Solo il cuore sa parlare e dire la verità: chi non ama mente sempre.


 Padre Andrea Panont. O.C.D.

PREGHIAMO PER LE VOCAZIONI

Un papà e una mamma che vivono la loro vocazione di sposi con gioia e con speranza, sentendosi figli di un unico Padre e di un Padre buono non possono che tramettere la loro fede sotto forma di un tesoro.

“I coniugi cristiani sono cooperatori della grazia e testimoni della fede l’uno per l’altro, nei confronti dei figli e di tutti gli altri familiari. Sono essi i primi araldi della fede ed educatori dei loro figli; li formano alla vita cristiana e apostolica con la parola e con l’esempio, li aiutano con prudenza nella scelta della loro vocazione e favoriscono con ogni diligenza la sacra vocazione eventualmente in essi scoperta”.


Decreto Apostolicam Actuositatem, 11, 18 novembre 1965

ROSARIO PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI E

PER LE VOCAZIONI SACERDOTALI

Tutti sappiamo che la preghiera più gradita a Maria è il santo rosario. Recitiamolo con tanto fervore per le vocazioni sacerdotali e per la santificazione dei Sacerdoti.


PREGHIERA A MARIA

MADRE DEI SACERDOTI


Madre di Cristo, al Messia Sacerdote hai dato il corpo di carne per l'unzione dello Spirito Santo per la salvezza dei poveri e contriti di cuore, custodisci nel tuo cuore e nella Chiesa i sacerdoti, Madre del Salvatore.

Madre della fede, hai accompagnato al tempio il Figlio dell'uomo, Compimento delle promesse date ai Padri, consegna al Padre per la sua gloria i sacerdoti del Figlio tuo, Arca dell'Alleanza.

Madre della Chiesa, tra i discepoli nel cenacolo pregavi lo Spirito per il popolo nuovo e i suoi pastori, ottieni all'ordine dei presbiteri la pienezza dei doni, Regina degli apostoli.

Madre di Gesù Cristo, eri con lui agli inizi della sua vita e della sua missione, lo hai cercato Maestro tra la folla, lo hai assistito innalzato da terra, consumato per il sacrificio unico eterno, e avevi Giovanni vicino, tuo figlio, accogli fin dall'inizio i chiamati, proteggi la loro crescita, accompagna nella vita e nel ministero i tuoi figli, Madre dei sacerdoti. Amen. (Giovanni Paolo II, Pastores dato vobis)

 

Misteri della gioia  (lunedì e sabato)

 

  1. Maria accoglie l’annuncio dell’Angelo Gabriele e Gesù si incarna in lei

Maria ha risposto all’Angelo: “Eccomi, sono la serva del Signore, sia fatta la sua volontà”; preghiamo perché i chiamati al sacerdozio rispondano con la sua stessa fede e generosità e scelgano di donarsi con gioia a Dio e ai fratelli.


Dopo l’enunciazione di ogni mistero si recitano:

1Padre nostro – 10 Ave Maria – 1 Gloria al Padre


Padre nostro

Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome venga il Tuo Regno sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male. Amen


Ave Maria

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con Te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del Tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per i tuoi Sacerdoti, adesso e nell'ora della loro morte. Amen.


Gloria al Padre

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.


GIACULATORIE


Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia.


Maria, Madre dell’Eterno Sacerdote Gesù, tu che sei l’onnipotente per grazia, ottieni alla tua Chiesa numerosi e santi Sacerdoti che vivano d’amore per il tuo Figlio e il popolo di Dio a loro affidato.


PREGHIERA FINALE


Tutta la tua vita O Maria è un sì a Dio, alla Sua volontà. Non è stato certamente facile per te. Eppure, nella Tua umiltà, ti sei abbandonata in Dio, e fidata di Lui.

Maria insegna anche ai Sacerdoti l’abbandono fiducioso alla volontà del Padre. Fa che possano con Te e come Te dire ogni giorno e in ogni circostanza il loro “Eccomi” al Signore perché la Parola di Dio si incarni nella loro vita. Amen

 

      2. Maria va a visitare Elisabetta che la                   riconosce Madre del Signore


Maria ha portato il Salvatore Gesù, ancora nel suo grembo, da Elisabetta. Preghiamo per tutti i sacerdoti che si fanno prossimi ai più poveri, ai malati e ai carcerati, attraverso la testimonianza di accoglienza, l’annuncio del Vangelo e il dono della Comunione Eucaristica.

 

         3. Gesù nasce a Betlemme


Il Bambino che Maria e Giuseppe contemplano appena nato è il Figlio di Dio. Preghiamo perché ogni sacerdote viva con serenità il suo celibato e promuova la vocazione al matrimonio, mostrandone la bellezza e l’orientamento alla santità, e aiuti i genitori ad accogliere il dono della vita, facendo vedere l’unicità e l’importanza di ogni figlio.

 

          4.Gesù è presentato al tempio,

              secondo la legge ebraica


Gesù neonato è stato presentato al tempio, cioè offerto a Dio. Ricordiamo al Signore tutti coloro che si sono donati a lui attraverso una comunità religiosa o monastica, perché il loro sacerdozio, insieme al carisma specifico della comunità, porti frutti per il bene di tutta la Chiesa.


            5.Gesù è ritrovato nel tempio, mentre                   discute con i Dottori


Maria e Giuseppe si sono stupiti alla dichiarazione di Gesù di doversi occupare delle cose del Padre suo. Preghiamo perché le famiglie di coloro che sono chiamati al sacerdozio favoriscano, o almeno non ostacolino, le loro scelte, comprendendo che la felicità di ogni persona è seguire la volontà di Dio Padre. 

 

VIA CRUCIS

PER LA SANTIFICAZIONE

DEI SACERDOTI

PREGHIERA INIZIALE


Signore Gesù, che hai amato gli uomini fino alla morte in croce, voglio venire con Te, accompagnandoTi con la mente e col cuore sulla via del calvario. Voglio seguirTi per piangere i miei peccati, quelli dei tuoi sacerdoti e quelli di tutti gli uomini, miei fratelli, causa della Tua crocifissione e darTi prova del mio amore riconoscente. Illumina la mia mente, scuoti la mia indifferenza e insensibilità e fa' che nel dolore io sappia guardare al tuo dolore e in esso trovare consolazione. AMEN        

         

Prima stazione:  Gesù è condannato a morte


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.


Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15,12-15)


“Pilato replicò: «Che cosa farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo

gridarono: «Crocifiggilo!». Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte:

«Crocifiggilo!». E Pilato, volendo dare soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver

fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.”


Per tutti i sacerdoti disprezzati, calunniati, perseguitati, soprattutto per quelli il cui ministero incontra tanti ostacoli. Ti prego, o Gesù, affinché il loro zelo non si affievolisca, ma, attraverso la sofferenza, si accenda sempre di più.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Seconda stazione: Gesù prende la Croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

dal Vangelo secondo Matteo (Mt 27,31)


“Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.”


Penso alle molte croci dei sacerdoti: ai pericoli morali, alla solitudine in terra di missione o in piccole parrocchie sperdute; alla povertà, alla malattia. Penso soprattutto a chi porta la croce delle supreme responsabilità della Chiesa, al Papa e ai Vescovi: a tutti concedi, o Signore, di portare la loro croce dietro di te e insieme con te.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

 

Terza stazione: Gesù cade la prima volta


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Libro del Profeta Isaia (Is 53,1-5)

“...Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori... Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.”


Penso soprattutto ai sacerdoti novelli: preghiamo affinché le prime difficoltà del ministero non li facciano cadere nello scoraggiamento e nel pessimismo. Fa', o Signore, che essi, dopo ogni prova, riprendano il cammino più fiduciosi in te, contando meno sulle proprie forze.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Quarta stazione: Gesù incontra sua Madre


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2, 34-35)

“Simone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima».”

 

Per quel doloroso incontro concedi, o Gesù, alle madri dei sacerdoti di sapere incoraggiare, sostenere i loro figli nel proseguire la loro missione e di cooperare ad essa, come Maria, con le loro preghiere e le loro sofferenze.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Quinta stazione: Gesù aiutato da Simone di Cirene


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23,26)


“Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.”


II sacerdote è il Cireneo che tu, o Signore, hai dato alle anime. Fa' che egli sappia consumarsi per esse senza risparmiarsi, trovando nell'esercizio del ministero la via per la propria santificazione. Ti prego specialmente per i direttori spirituali.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Sesta stazione: La Veronica asciuga il volto di Gesù


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Libro del Profeta Isaia (Is 52, 2-3)


“Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi... Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia.”

 

Ti prego, o Gesù, che nessuna delle donne che il sacerdote incontra sul suo cammino gli sia pietra d'inciampo. Moltiplica invece il numero delle anime sacerdotali e verginali, che sappiano andare incontro al sacerdote con coraggio, prudenza e rettitudine d'intenzione, per essere collaboratrici del suo ministero.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Settima stazione: Gesù cade la seconda volta


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dalla prima lettera di San Pietro apostolo (2,22-24)


“Egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi,

e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia.”

 

Per i sacerdoti vittime dell'imprudenza, della propria debolezza o delle insidie del mondo. Ti prego, rendili pronti ad accorgersi dei rischi che corrono, determinati nel dare gli strappi necessari per fuggirli, costanti nel dono di sé.

Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Ottava stazione: Gesù incontra le donne di Gerusalemme


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23,27-29)


“Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato»”

 

Dalle pie donne Gesù esige la contrizione più perfetta, quale condizione per poter comprendere e piangere la sua Passione e così unirsi al suo sacrificio. A maggior ragione richiede tutto dai suoi sacerdoti, che celebrano ogni giorno l'Eucaristia. Ti prego, Signore, perché tu dia al sacerdote la fede, lo spirito di umiltà, il cuore contrito e il fervore necessario per una devota celebrazione della Messa.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Nona stazione: Gesù cade la terza volta


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Libro del Profeta Isaia (Is 53,7-12)

"Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca.

Egli ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori.”


Signore, ti prego intensamente per i sacerdoti che sono nel peccato, chiusi in se stessi, che non si lasciano aiutare da nessuno  e che rischiano di perdersi. Rialzali subito e sana le loro ferite. Ti prego ancora per i sacerdoti agonizzanti: che nessuno muoia separato da te.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Decima stazione: Gesù è spogliato


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,23-24)


“I soldati poi..., Presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cucitura, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca.”

 

Ti prego, Gesù, che ogni sacerdote sappia spogliarsi dell'uomo vecchio e rivestirsi dell'uomo nuovo nella giustizia e nella santità vera. Le umiliazioni lo rendano sempre più disponibile a fare la tua santissima volontà.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Undicesima stazione: Gesù è inchiodato sulla croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23,33-34)


“Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra.

Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».”

 

Ti prego, Gesù, che il sacerdote, unito alla croce della tua volontà, accetti per te il martirio silenzioso del dovere quotidiano fatto bene e con amore. Unendosi a te, che sulla croce preghi il Padre, trovi nella preghiera la gioia e la forza per il dono totale di sé.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Dodicesima stazione: Gesù muore in croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,26-30)


“Gesù vide sua madre e, accanto a lei il discepolo preferito. Allora disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre». Da quel momento il discepolo la prese a casa sua. Sapendo

che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse, per adempiere la scrittura: «Ho sete». 

Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta d’aceto in cima ad una canna e gliela accostarono alla bocca. E, dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo,

emise lo spirito.”


Perché il sacerdote sia con te e come te 'sacerdote e vittima', anche quando ciò significa dolorosa e intima crocifissione. Ti prego soprattutto per i sacerdoti dei paesi in cui c'è la persecuzione: dona ad essi la forza di affrontare il martirio.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Tredicesima stazione: Gesù è deposto dalla croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15,43-46)


“Giuseppe di Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli, allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un

sepolcro scavato nella roccia.”


Ti prego, o Gesù, che tutti i sacerdoti vivano e muoiano tra le braccia materne di Maria. Nel momento della prova non cerchino tanto il sostegno e il conforto degli uomini, ma si rivolgano a Lei, con vera e filiale devozione.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Quattordicesima stazione: Gesù è posto nel sepolcro


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,41-42)


“Nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù.”

 

Che tutti i sacerdoti vivano ogni giorno in quell'atteggiamento di umiltà, di raccoglimento e di preghiera  che li aiuti a custodire gelosamente l'amicizia di Cristo, in modo da renderne partecipi anche gli altri fratelli. Solo così potranno vivere sin da ora la vita nuova dei risorti.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

 

PREGHIERA FINALE

 

II Tuo sepolcro è troppo freddo, Gesù, e non è Tuo! Vieni nel mio cuore; è Tuo e Ti ama. lo so, Gesù che Tu sei seme di Risurrezione. Resta con me, fino all'ora in cui potrò vederTì nel gaudio del Cielo, dove Tu sei sempre il Risorto e anch'io sarò con Te. Amen

Festa della cattedra

di san Pietro

Festività della cattedra di san Pietro Apostolo, al quale disse il Signore: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa».


Il 22 febbraio per il calendario della Chiesa cattolica rappresenta il giorno della festa della Cattedra di San Pietro. Si tratta della ricorrenza in cui viene messa in modo particolare al centro la memoria della peculiare missione affidata da Gesù a Pietro. Essa con il simbolo della cattedra pone in rilievo la missione di maestro e di pastore conferita da Cristo a Pietro, da lui costituito, nella sua persona e in quella dei successori, principio e fondamento visibile dell’unità della Chiesa”.

Questa investitura da parte di Cristo, ribadita dopo la risurrezione, viene rispettata. Vediamo infatti Pietro svolgere, dopo l’ascensione, il ruolo di guida. Presiede alla elezione di Mattia e parla a nome di tutti sia alla folla accorsa ad ascoltarlo davanti al cenacolo, nel giorno della Pentecoste, sia più tardi davanti al Sinedrio. Lo stesso Erode Agrippa sa di infliggere un colpo mortale alla Chiesa nascente con l’eliminazione del suo capo, S. Pietro. Mentre la presenza di Pietro ad Antiochia risulta in maniera incontestabile dagli scritti neotestamentari, la sua venuta a Roma nei primi anni dell’impero di Claudio non ha prove altrettanto evidenti.

Lo sviluppo del cristianesimo nella capitale dell’impero attestato dalla lettera paolina ai Romani non si spiega tuttavia senza la presenza di un missionario di primo piano. La venuta, qualunque sia la data in cui ciò accadde, e la morte di S. Pietro a Roma, sono suffragare da tradizioni antichissime. Lo attestano in maniera storicamente inoppugnabile anche gli scavi intrapresi nel 1939 per ordine di Pio XII nelle Grotte Vaticane, sotto la Basilica di S. Pietro, e i cui risultati sono accolti favorevolmente anche da studiosi non cattolici.


Preghiamo per il Papa perché come san Pietro, sappia essere fedele annunciatore di Cristo.

 

O Padre,

fa’ sorgere fra i cristiani

numerose e sante vocazioni al sacerdozio,

che mantengano viva la fede

e custodiscano la grata memoria del tuo Figlio Gesù

mediante la predicazione della sua parola

e l'amministrazione dei Sacramenti

con i quali tu rinnovi continuamente i tuoi fedeli.

Donaci santi ministri del tuo altare,

che siano attenti e fervorosi custodi dell'Eucaristia,

sacramento del dono supremo di Cristo

per la redenzione del mondo.

Chiama ministri della tua misericordia, che,

mediante il sacramento della Riconciliazione,

diffondano la gioia del tuo perdono.

Fa', o Padre, che la Chiesa accolga con gioia

le numerose ispirazioni dello Spirito del Figlio tuo e,

docile ai suoi insegnamenti,

si curi delle vocazioni al ministero sacerdotale

e alla vita consacrata.

Sostieni i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati

e tutti i battezzati in Cristo,

affinché adempiano fedelmente la loro missione

al servizio del Vangelo.

Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

Maria, Regina degli Apostoli, prega per noi!

 

Benedetto XVI

IL POTERE DELLA PREGHIERA.

La preghiera degli abitanti di Curon (Graun), Alto Adige.

Il villaggio di Curon (Graun) sul Passo Resia, con i suoi 700 abitanti, è stato per oltre 200 anni la grande culla delle vocazioni sacerdotali della diocesi di Bressanone, fino a quando non è stato forzatamente sommerso dal nuovo bacino idrico nel 1949. A volte a Curon vivevano fino a 50 sacerdoti e religiosi contemporaneamente. Ma qual era la ragione di questi abbondanti doni di Dio?

Il ritmo spirituale degli abitanti di Graun.

Conducevano una vita semplice nel villaggio e si aiutavano molto tra loro. Quando le campane della chiesa suonavano, pregavano l’Angelus al mattino, a mezzogiorno e alla sera. Il giovedì sera pregavano in ricordo dell’agonia di Gesù sul monte degli Ulivi. Il venerdì alle 15.00 gli uomini si toglievano il cappello dalla testa. Poi tutti gli abitanti commemoravano l’agonia di Gesù sulla croce. Ogni sera, nelle famiglie si recitava il Rosario in ginocchio. La prima domenica del mese, il 90% degli abitanti di Curon si confessava e faceva la comunione. Molti, compresi i bambini, partecipavano alla Santa Messa nei giorni feriali. E la domenica pomeriggio accoglievano l’invito del parroco all’Adorazione Eucaristica.

Questa rete di preghiera quotidiana ha creato una profonda atmosfera cristiana nelle famiglie. Ciò ha reso più facile per i giovani riconoscere la propria vocazione.


Carissima, carissimo,


ti chiedo una preziosa collaborazione per una sola ora al mese, che ti sarà restituita al centuplo in Grazia sovrabbondante.

Ora ti spiego. In Italia come in tutto l’Occidente, tranne pochissime eccezioni, il numero dei sacerdoti e religiosi è in dolorosa quanto preoccupante diminuzione. E la Chiesa ha davvero urgente bisogno di sacerdoti e religiosi santi, che sappiano condurre all’amore e alla gioia del Signore tanta gente che ha il buio nel cuore. La preghiera è l’unica cosa che può risolvere questa situazione: infatti il Signore ha chiesto di pregare per avere operai per la sua messe.


Ti chiedo allora di collaborare a questa iniziativa: a partire da questo mese, e poi per tutti i mesi successivi,

il giorno 21 dalle 7.00 alle 20.00,

il giorno 22 dalle 7.00 alle 20.00,

il giorno 23 dalle 7.00 alle 21.00,

offriremo l’antica pratica delle Quarantore per chiedere la grazia della vocazione di tanti santi sacerdoti e religiosi, che si consacrino a Dio per mezzo di Maria e operino così per la salvezza delle anime. Perché proprio 40 ore? Per ricordare le 40 ore in cui secondo la tradizione il corpo di Gesù rimase nel sepolcro, dalla deposizione dalla croce fino alla risurrezione.


Ciascuno di noi, in qualsiasi città si trovi, è invitato a offrire liberamente un’ora, durante quelle Quarantore sopra indicate, per il dono di sante vocazioni sacerdotali e religiose.

Offriremo ciascuno la nostra ora in questo modo:

  1. un’ora continua di adorazione o di preghiera davanti al tabernacolo; e se non è possibile,
  2. un’ora continua di preghiera in casa; e se non fosse possibile neanche questo,
  3. un’ora continua del proprio lavoro professionale o casalingo, o della propria sofferenza se si è ammalati (semplicemente, all’inizio dell’ora, basta dire con il cuore: «Signore ti offro quest’ora per il dono di sante vocazioni»; e poi ripetere spesso col pensiero durante quell’ora: «Signore donaci santi sacerdoti e religiosi» o parole simili).

Non sarà necessario dedicare ogni mese la stessa ora nello stesso giorno: si può decidere ogni volta liberamente. Cominciamo la prossima settimana, da mercoledì 21 a venerdì 23 febbraio.


Ti chiedo poi di comunicarmi gentilmente quale ora vorrai dedicare (iniziando in punto, per esempio alle 10.00, o alle 17.00, ecc…) e in quale giorno: così da poter organizzare e coprire il più possibile le intere 40 ore.

Come vedi, è un impegno piccolissimo, ma la Grazia sarà immensa. L’esempio delle mamme di Lu Monferrato ci incoraggia fortemente.

E volesse il Signore concederci la Grazia incommensurabile di una santa vocazione sacerdotale e religiosa proprio tra i nostri familiari e amici!

Patrizia



Patrizia Galluccio pat.galluccio67@gmail.com

Cellulare n. 39 339 495 7112

 

Una storia vera:

Lu Monferrato

Il piccolo paese di Lu nell’Italia del nord, una località che conta poche migliaia di abitanti e si trova in una regione rurale a 90 km ad est di Torino. Questo piccolo paese sarebbe rimasto sconosciuto se nel 1881 alcune madri di famiglia non avessero preso una decisione che avrebbe avuto delle ‘grandi ripercussioni’. Molte di queste mamme avevano nel cuore il desiderio di vedere uno dei loro figli diventare sacerdote o una delle loro figlie impegnarsi totalmente al servizio del Signore. Presero dunque a riunirsi tutti i martedì per l’adorazione del Santissimo Sacramento, sotto la guida del loro parroco, Monsignor Alessandro Canora, e a pregare per le vocazioni. Tutte le prime domeniche del mese ricevevano la Comunione con questa intenzione. Dopo la Messa tutte le mamme pregavano insieme per chiedere delle vocazioni sacerdotali.

Grazie alla preghiera piena di fiducia di queste madri e all’apertura di cuore di questi genitori, le famiglie vivevano in un clima di pace, di serenità e di devozione gioiosa che permise ai loro figli di discernere molto più facilmente la loro chiamata. Quando il Signore ha detto: “Molti sono chiamati, ma pochi eletti” (Mt 22,14), bisogna comprenderlo in questo modo: molti saranno chiamati, ma pochi risponderanno. Nessuno avrebbe pensato che il Signore avrebbe esaudito così largamente la preghiera di queste mamme.

Da questo piccolo paese sono uscite 323 vocazioni alla vita consacrata  (trecentoventitre!) di cui: 152 sacerdoti (e religiosi) e 171 religiose appartenenti a 41 diverse congregazioni. In alcune famiglie ci sono state qualche volta anche tre o quattro vocazioni. L’esempio più conosciuto è quello della famiglia Rinaldi. Il Signore chiamò sette figli di questa famiglia. Due figlie entrarono tra le suore salesiane e, mandate a Santo Domingo, furono delle coraggiose pioniere e missionarie. Tra i maschi, cinque diventarono sacerdoti salesiani. Il più conosciuto dei cinque fratelli, Filippo Rinaldi, fu il terzo successore di don Bosco, beatificato da Giovanni Paolo II il 29 aprile 1990. In effetti, molti giovani entrarono tra i salesiani. Non è un caso dal momento che don Bosco nella sua vita si recò quattro volte a Lu. Il santo partecipò alla prima Messa di Filippo Rinaldi, suo figlio spirituale, nel suo paese natio. Filippo amava molto ricordare la fede delle famiglie di Lu: “Una fede che faceva dire ai nostri genitori: il Signore ci ha donato dei figli e se Egli li chiama noi non possiamo certo dire di no!”.

Luigi Borghina e Pietro Rota vissero la spiritualità di don Bosco in modo così fedele che furono chiamati l’uno “il don Bosco del Brasile” e l’altro “il don Bosco della Valtellina”.

Anche Mons. Evasio Colli, arcivescovo di Parma, veniva da Lu (Alessandria). Di lui disse Giovanni XXIII: “Lui sarebbe dovuto diventare papa, non io. Aveva tutto per diventare un grande papa”.

Ogni 10 anni, tutti i sacerdoti e le religiose ancora in vita si radunavano nel loro  paese di origine giungendo da tutto il mondo. Don Mario Meda, per lunghi anni parroco a Lu, ha raccontato come questo incontro sia in realtà una vera e propria festa, una festa di ringraziamento a Dio per aver fatto grandi cose a Lu.

La preghiera che le madri di famiglia recitavano a Lu, era breve, semplice e profonda:

“Signore, fa che uno dei miei figli diventi sacerdote! Io stessa voglio vivere da buona cristiana e voglio portare i miei figli al bene per ottenere la grazia di poterti offrire, Signore, un sacerdote santo. Amen”.


 

Invito di Gesù a Patrizia

e da Patrizia

ad ogni cristiano

  Carissima, carissimo,


ti chiedo una preziosa collaborazione per una sola ora al mese, che ti sarà restituita al centuplo in Grazia sovrabbondante.

Ora ti spiego. In Italia come in tutto l’Occidente, tranne pochissime eccezioni, il numero dei sacerdoti e religiosi è in dolorosa quanto preoccupante diminuzione. E la Chiesa ha davvero urgente bisogno di sacerdoti e religiosi santi, che sappiano condurre all’amore e alla gioia del Signore tanta gente che ha il buio nel cuore. La preghiera è l’unica cosa che può risolvere questa situazione: infatti il Signore ha chiesto di pregare per avere operai per la sua messe.


Ti chiedo allora di collaborare a questa iniziativa: a partire da questo mese, e poi per tutti i mesi successivi,

il giorno 21 dalle 7.00 alle 20.00,

il giorno 22 dalle 7.00 alle 20.00,

il giorno 23 dalle 7.00 alle 21.00,

offriremo l’antica pratica delle Quarantore per chiedere la grazia della vocazione di tanti santi sacerdoti e religiosi, che si consacrino a Dio per mezzo di Maria e operino così per la salvezza delle anime. Perché proprio 40 ore? Per ricordare le 40 ore in cui secondo la tradizione il corpo di Gesù rimase nel sepolcro, dalla deposizione dalla croce fino alla risurrezione.


Ciascuno di noi, in qualsiasi città si trovi, è invitato a offrire liberamente un’ora, durante quelle Quarantore sopra indicate, per il dono di sante vocazioni sacerdotali e religiose.

Offriremo ciascuno la nostra ora in questo modo:

  1. un’ora continua di adorazione o di preghiera davanti al tabernacolo; e se non è possibile,
  2. un’ora continua di preghiera in casa; e se non fosse possibile neanche questo,
  3. un’ora continua del proprio lavoro professionale o casalingo, o della propria sofferenza se si è ammalati (semplicemente, all’inizio dell’ora, basta dire con il cuore: «Signore ti offro quest’ora per il dono di sante vocazioni»; e poi ripetere spesso col pensiero durante quell’ora: «Signore donaci santi sacerdoti e religiosi» o parole simili).

Non sarà necessario dedicare ogni mese la stessa ora nello stesso giorno: si può decidere ogni volta liberamente. Cominciamo la prossima settimana, da mercoledì 21 a venerdì 23 febbraio.


Ti chiedo poi di comunicarmi gentilmente quale ora vorrai dedicare (iniziando in punto, per esempio alle 10.00, o alle 17.00, ecc…) e in quale giorno: così da poter organizzare e coprire il più possibile le intere 40 ore.

Come vedi, è un impegno piccolissimo, ma la Grazia sarà immensa. L’esempio delle mamme di Lu Monferrato  ci incoraggia fortemente.

E volesse il Signore concederci la Grazia incommensurabile di una santa vocazione sacerdotale e religiosa proprio tra i nostri familiari e amici!

Patrizia

 

 

Patrizia Galluccio pat.galluccio67@gmail.com

Cellulare n. 39 339 495 7112

VIA CRUCIS

PER LA SANTIFICAZIONE

DEI SACERDOTI

PREGHIERA INIZIALE


Signore Gesù, che hai amato gli uomini fino alla morte in croce, voglio venire con Te, accompagnandoTi con la mente e col cuore sulla via del calvario. Voglio seguirTi per piangere i miei peccati, quelli dei tuoi sacerdoti e quelli di tutti gli uomini, miei fratelli, causa della Tua crocifissione e darTi prova del mio amore riconoscente. Illumina la mia mente, scuoti la mia indifferenza e insensibilità e fa' che nel dolore io sappia guardare al tuo dolore e in esso trovare consolazione. AMEN   

            

Prima stazione:  Gesù è condannato a morte


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.


Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15,12-15)


“Pilato replicò: «Che cosa farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo

gridarono: «Crocifiggilo!». Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte:

«Crocifiggilo!». E Pilato, volendo dare soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver

fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.”


Per tutti i sacerdoti disprezzati, calunniati, perseguitati, soprattutto per quelli il cui ministero incontra tanti ostacoli. Ti prego, o Gesù, affinché il loro zelo non si affievolisca, ma, attraverso la sofferenza, si accenda sempre di più.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Seconda stazione: Gesù prende la Croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

dal Vangelo secondo Matteo (Mt 27,31)


“Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via

per crocifiggerlo.”


Penso alle molte croci dei sacerdoti: ai pericoli morali, alla solitudine in terra di missione o in piccole parrocchie sperdute; alla povertà, alla malattia. Penso soprattutto a chi porta la croce delle supreme responsabilità della Chiesa, al Papa e ai Vescovi: a tutti concedi, o Signore, di portare la loro croce dietro di te e insieme con te.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

 

Terza stazione: Gesù cade la prima volta


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Libro del Profeta Isaia (Is 53,1-5)


“...Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori... Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.”


Penso soprattutto ai sacerdoti novelli: preghiamo affinché le prime difficoltà del ministero non li facciano cadere nello scoraggiamento e nel pessimismo. Fa', o Signore, che essi, dopo ogni prova, riprendano il cammino più fiduciosi in te, contando meno sulle proprie forze.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Quarta stazione: Gesù incontra sua Madre


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2, 34-35)


“Simone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima».”

 

Per quel doloroso incontro concedi, o Gesù, alle madri dei sacerdoti di sapere incoraggiare, sostenere i loro figli nel proseguire la loro missione e di cooperare ad essa, come Maria, con le loro preghiere e le loro sofferenze.

Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Quinta stazione: Gesù aiutato

da Simone di Cirene


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23,26)


“Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.”


II sacerdote è il Cireneo che tu, o Signore, hai dato alle anime. Fa' che egli sappia consumarsi per esse senza risparmiarsi, trovando nell'esercizio del ministero la via per la propria santificazione. Ti prego specialmente per i direttori spirituali.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Sesta stazione:

La Veronica asciuga il volto di Gesù


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Libro del Profeta Isaia (Is 52, 2-3)


“Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi... Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia.”

 

Ti prego, o Gesù, che nessuna delle donne che il sacerdote incontra sul suo cammino gli sia pietra d'inciampo. Moltiplica invece il numero delle anime sacerdotali e verginali, che sappiano andare incontro al sacerdote con coraggio, prudenza e rettitudine d'intenzione, per essere collaboratrici del suo ministero.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Settima stazione: Gesù cade la seconda volta


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dalla prima lettera di San Pietro apostolo (2,22-24)


“Egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi,

e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia.”

 

Per i sacerdoti vittime dell'imprudenza, della propria debolezza o delle insidie del mondo. Ti prego, rendili pronti ad accorgersi dei rischi che corrono, determinati nel dare gli strappi necessari per fuggirli, costanti nel dono di sé.

Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Ottava stazione:

Gesù incontra le donne di Gerusalemme


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23,27-29)


“Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi

stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato»”

 

Dalle pie donne Gesù esige la contrizione più perfetta, quale condizione per poter comprendere e piangere la sua Passione e così unirsi al suo sacrificio. A maggior ragione richiede tutto dai suoi sacerdoti, che celebrano ogni giorno l'Eucaristia. Ti prego, Signore, perché tu dia al sacerdote la fede, lo spirito di umiltà, il cuore contrito e il fervore  necessario per una devota celebrazione della Messa.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Nona stazione: Gesù cade la terza volta


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Libro del Profeta Isaia (Is 53,7-12)


"Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca.

Egli ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori.”


Signore, ti prego intensamente per i sacerdoti che sono nel peccato, chiusi in se stessi, che non si lasciano aiutare da nessuno  e che rischiano di perdersi. Rialzali subito e sana le loro ferite. Ti prego ancora per i sacerdoti agonizzanti: che nessuno muoia separato da te.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Decima stazione: Gesù è spogliato


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,23-24)


“I soldati poi..., Presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cucitura, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca.”

 

Ti prego, Gesù, che ogni sacerdote sappia spogliarsi dell'uomo vecchio e rivestirsi dell'uomo nuovo nella giustizia e nella santità vera. Le umiliazioni lo rendano sempre più disponibile a fare la tua santissima volontà.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Undicesima stazione:

Gesù è inchiodato sulla croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23,33-34)


“Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra.

Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».”

 

Ti prego, Gesù, che il sacerdote, unito alla croce della tua volontà, accetti per te il martirio silenzioso del dovere quotidiano fatto bene e con amore. Unendosi a te, che sulla croce preghi il Padre, trovi nella preghiera la gioia e la forza per il dono totale di sé.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Dodicesima stazione: Gesù muore in croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,26-30)


“Gesù vide sua madre e, accanto a lei il discepolo preferito. Allora disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre». Da quel momento il discepolo la prese a casa sua. Sapendo

che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse, per adempiere la scrittura: «Ho sete».

Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta d’aceto in cima ad una canna e gliela accostarono alla bocca. E, dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, emise lo spirito.”


Perché il sacerdote sia con te e come te 'sacerdote e vittima', anche quando ciò significa dolorosa e intima crocifissione. Ti prego soprattutto per i sacerdoti dei paesi in cui c'è la persecuzione: dona ad essi la forza di affrontare il martirio.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Tredicesima stazione: Gesù e deposto dalla croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15,43-46)


“Giuseppe di Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli, allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia.”


Ti prego, o Gesù, che tutti i sacerdoti vivano e muoiano tra le braccia materne di Maria. Nel momento della prova non cerchino tanto il sostegno e il conforto degli uomini, ma si rivolgano a Lei, con vera e filiale devozione.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Quattordicesima stazione:

Gesù è posto nel sepolcro


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,41-42)


“Nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù.”

 

Che tutti i sacerdoti vivano ogni giorno in quell'atteggiamento di umiltà, di raccoglimento e di preghiera  che li aiuti a custodire gelosamente l'amicizia di Cristo, in modo da renderne partecipi anche gli altri fratelli. Solo così potranno vivere sin da ora la vita nuova dei risorti.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

 

PREGHIERA FINALE

 

II Tuo sepolcro è troppo freddo, Gesù, e non è Tuo! Vieni nel mio cuore; è Tuo e Ti ama. lo so, Gesù che Tu sei seme di Risurrezione. Resta con me, fino all'ora in cui potrò vederTì nel gaudio del Cielo, dove Tu sei sempre il Risorto e anch'io sarò con Te. Amen

“Non passare oltre, mi sento solo”, dice Gesù dal tabernacolo

Questa mattina ho sentito il bisogno di far visita a Gesù nel tabernacolo. Mi è successo in varie occasioni di essere occupato e all’improvviso sentire nel cuore come una voce, una chiamata: “Claudio, vieni a trovarmi”. Devo riconoscere che all’inizio non ci faccio caso. Sono così pieno di cose… Ma insiste e lascio tutto: “Va bene, Signore, vengo”. E quando arrivo scopro il motivo: era solo.

C’era una bella cappella non lontano da casa mia, presso l’arcivescovado. Ho imparato che dobbiamo essere docili alle ispirazioni dello Spirito Santo. Di fronte alla sua insistenza non ci ho pensato due volte e sono venuto. Sono qui ora mentre scrivo, in compagnia di Gesù sacramentato.

Mi piace molto venire. A volte, come oggi, lo trovo solo e faccio piccole follie d’amore: canto per Lui. È quello che ho fatto qualche momento fa. Gli ho cantato questa bella canzone della mia infanzia, quando mi hanno insegnato ad amarlo e rispettarlo:


Cantiamo all’Amore degli Amori,

cantiamo al Signore,

Dio è qui, venite adoratori,

adoriamo Cristo Redentore!

Gloria a Cristo Gesù,

cieli e terra, benedite il Signore,

onore e gloria a Te, re della gloria,

amore per sempre a Te,

Dio dell’Amore!

 

All’improvviso l’ho sentito così solo… Ho voluto consolarlo e ho continuato a cantare. Era come se dicesse a tutti noi: “Vieni a trovarmi, sono qui, per te. Non ho bisogno di rimanere qui, ma l’amore mi spinge a stare con te, fino alla fine dei tempi. Non lasciarmi solo, mi mancano le tue parole, i tuoi bei gesti d’amore. Non passare oltre, entra a trovarmi. Sono qui”.

Gli ho risposto: “Sono qui, Gesù, non sentirti solo. Sono venuto per te, per stare con te. Perdona le nostre indifferenze e il nostro poco amore. Le offese, i nostri tanti peccati… Perdona, Signore”.

Sono rimasto per un bel po’ a guardarlo in silenzio. Adoro rimanere in silenzio, perché ascolto dentro. Percepisco il suo amore infinito. È un’esperienza meravigliosa. Gesù e te. Tutto il resto è in sovrappiù in quel momento.

Cosa bisogna fare quando si fa visita a Gesù nel tabernacolo? La stessa cosa che fai quando vai a trovare un grande amico. Gli fai compagnia, condividi con lui, gli parli delle tue cose, gli chiedi consiglio. Altre volte, quando visiti Gesù nel tabernacolo, l’unica cosa che devi fare è stare con Lui, accompagnarlo, perché non si senta solo. È molto triste un tabernacolo abbandonato, in cui i giorni passano e nessuno fa visita a Gesù. Io adoro andarlo a trovare e dirgli che gli voglio bene.

 

Gentile lettore, posso chiederti un favore? Quando andrai a trovare Gesù nel tabernacolo digli: “Claudio ti manda i suoi saluti”.

Dio vi benedica


 

Claudio De Castro

Mercoledì delle ceneri

La Quaresima ci ricorda, che l’esistenza cristiana è un combattimento senza sosta, nel quale vanno utilizzate le “armi” della preghiera, del digiuno e della penitenza. Lottare contro il male, contro ogni forma di egoismo e di odio, e morire a se stessi per vivere in Dio è l’itinerario ascetico che ogni discepolo di Gesù è chiamato a percorrere con umiltà e pazienza, con generosità e perseveranza. La docile sequela del divino Maestro rende i cristiani testimoni e apostoli di pace. Potremmo dire che questo interiore atteggiamento ci aiuta a meglio evidenziare anche quale debba essere la risposta cristiana alla violenza che minaccia la pace nel mondo. Non certo la vendetta, non l’odio e nemmeno la fuga in un falso spiritualismo. La risposta di chi segue Cristo è piuttosto quella di percorrere la strada scelta da Colui che, davanti ai mali del suo tempo e di tutti i tempi, ha abbracciato decisamente la Croce, seguendo il sentiero più lungo ma efficace dell’amore. Sulle sue orme e uniti a Lui, dobbiamo tutti impegnarci nell’opporci al male con il bene, alla menzogna con la verità, all’odio con l’amore.

 

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

 

Mercoledì delle Ceneri, 1° marzo 2006

Il secolo scorso ha visto, qua e là, come tanti punti-luce nella Chiesa, uomini e donne attratti dallo Spirito Santo alla contemplazione del Volto di Cristo. In molti casi quest’attrazione per il Volto Santo di Gesù è stata caratterizzata dalla preghiera di riparazione. L’impulso spirituale alla riparazione emerse drammaticamente all'indomani della Rivoluzione francese e, nel XX secolo, divenne in qualche modo una risposta agli orrori di due guerre mondiali.

 

L'aborto, il terrorismo e la guerra continuano a ispirare una preghiera di riparazione che guarda al Volto di Cristo. Siamo maggiormente colpiti da atti di violenza che sfigurano il volto umano. Ascoltate la profezia di Isaia del Servo sofferente: «Come molti si stupirono di lui, tanto era sfigurato per essere d'uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell'uomo (…). Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima» (Isaia 52, 14; 53, 3).

 

Volto e persona

 

Volto e Persona sono sinonimi, non solo per l'etimologia greca, ma ancor più perché non c'è nulla di più personale, di più prezioso, di più caro del volto di una persona amata. Il grido del salmista, «Il tuo Volto, Signore, io cerco» (Salmo 26:8), è il grido di ogni amante verso la sua amata, il grido del figlio verso il genitore, del genitore verso il figlio, dell'amico verso l'amico. Il momento più toccante nei riti della morte e della sepoltura arriva quando il volto del defunto viene coperto per l'ultima volta. Abbiamo a cuore le fotografie di coloro che amiamo, ma cos'è una fotografia senza un volto? Le relazioni che chiamiamo “cuore a cuore” non si stancano mai del “faccia a faccia”.

 

Peccati contro il Volto Santo

 

L'Olocausto che ha avuto luogo durante la Seconda guerra mondiale è stato, al livello più profondo, un tentativo di cancellare la dignità e l'unicità di ogni persona, un peccato contro il Volto umano di Dio, il Volto di Cristo che si specchia in milioni di volti di ebrei. Ogni peccato contro la dignità della persona umana è un peccato contro il Volto di Cristo. Ogni atto di violenza, irriverenza o disprezzo contro la persona umana è un peccato contro il Volto di Cristo. L'aborto che impedisce al volto di un bambino di vedere un altro volto umano alla luce del giorno è un peccato contro il Volto di Cristo. La tortura e lo scherno crudele sono peccati contro il Volto di Cristo. Lo sguardo duro e pietrificato che osserva una persona senza vederla è un peccato contro il Volto di Cristo. Gli occhi che giudicano, lo sguardo che condanna, è un peccato contro il Volto di Cristo. Il rifiuto di vedere Cristo nel volto del malato, dello straniero e dell'immigrato è un peccato contro il suo Volto Santo.

 

I nostri peccati segreti alla luce del Tuo Volto

 

La riparazione è la preghiera che cerca di rendere intero ciò che è frammentato, mettendo l'amore dove non c'è, guardando con riverenza ciò che è stato disprezzato, lasciando che i nostri occhi si posino su «Colui dal quale gli uomini nascondono il loro volto» (Isaia 53,3). La cosa straordinaria della preghiera di riparazione è che è una guarigione non solo per l'offeso, ma anche per colui che reca l’offesa. Se con il peccato offendiamo il Volto di Cristo, con la riparazione al Volto Santo siamo guariti dai nostri peccati. «Hai posto le nostre iniquità davanti a te», dice il salmista, «i nostri peccati segreti alla luce del tuo volto» (Salmo 89:8).

 

Il volto eucaristico di Cristo

 

La preghiera di riparazione trova la sua massima espressione nella presenza del Santissimo Sacramento. La luce che risplende dal “Volto eucaristico di Cristo” guarisce noi peccatori e guarisce coloro contro i quali abbiamo peccato.

 

L'amore che portiamo al Volto eucaristico di Cristo raggiunge ogni volto umano. La preghiera di riparazione è il velo della Veronica sollevato sul volto di Cristo nella Sua Passione; è la mano che cerca di cancellare ogni macchia deturpante di sporcizia, di sangue e di lacrime.

 

Trattenuta nel Suo sguardo

 

La francese Madre Marie-Thérèse Bonnin, benedettina di Gesù Crocifisso, osservava che nulla “riparava” la sua anima come la contemplazione del Volto Santo. Nel 1940 scriveva: «Ho bisogno di pregare nello stesso modo in cui si ha bisogno di recuperare fisicamente. Il tempo passa velocemente vicino a Lui. Non è che io senta qualcosa, mi basta sapere che sono tenuta sotto il suo sguardo, mi basta credere nel suo amore».

 

Riparazione e adorazione

 

L'inizio della Quaresima e la festa odierna del Santo Volto di Gesù ci invitano a una preghiera di riparazione e di adorazione. «Guardate a lui e siate raggianti; i vostri volti non si abbattano» (Salmo 33,6). La luce che scaturisce dal Volto di Cristo può rendere luminoso ogni volto umano. Lasciatevi avvolgere dal suo sguardo. Credete nel suo amore. La perseveranza nella semplice preghiera di riparazione significa guarigione per noi stessi e guarigione per il mondo.


Un monaco benedettino


da "La nuova bussola quotidiana"

L’IMPORTANZA DI PREGARE

PER I SACERDOTI

Non è mai abbastanza la preghiera per i sacerdoti: che hanno sempre bisogno di essere accompagnati e sostenuti nel loro ministero.

Ogni giorno e in ogni momento, sono minacciati dalle insidie del demonio, che si manifesta in diverse modalità.

 

La vocazione, il sentirsi chiamati a guidare il gregge del Signore, il loro dire “sì” ogni giorno a Cristo in modo unico ed incondizionato: questo è ciò che sono i sacerdoti, ministri di Dio e dell’Eucarestia, istituiti per volontà di Cristo.

Ogni giorno, però, essi sono minacciati dalle quotidiane insidie e sfide della vita. Il demonio si presenta, come sappiamo, sotto varie forme, aspetti e situazioni portando non solo noi laici, ma anche loro che sono consacrati a dover combattere. Il Signore è loro accanto, ma hanno sempre e comunque bisogno delle nostre preghiere.

Sacerdoti sovraccaricati, non soltanto da impegni pastorali , ma anche dal peso e dai problemi che ogni giorno le loro comunità, i luoghi dove operano presentano loro davanti. La preghiera è il mezzo più efficace per sorreggerli, aiutarli e confortarli nel loro difficile, quanto meraviglioso Ministero.

C’è una preghiera per i sacerdoti, in particolare, che Gesù stesso ha dettato a Madre Pierina De Micheli. Lei era una suora della Congregazione delle Figlie dell’Immacolata Concezione ed è stata beatificata, da Papa Benedetto XVI nel 2010.

 

Nel corso della sua vita, la religiosa ha vissuto profonde esperienze mistiche, con apparizioni di Gesù e Maria, che le hanno consegnato l’invito a diffondere la devozione al Volto santo di Gesù. Nel 1940 ha, anche, ottenuto l’autorizzazione, dalla Curia di Milano, a coniare una medaglia per propagare questa devozione.  Queste medaglie riproducono l’immagine del volto dell’uomo della sindone di Torino.

 

E, in una di queste apparizione, Madre Pierina ha ricevuto da Gesù questa preghiera, con il compito di recitarla e farla recitare proprio per tutti i sacerdoti, perché siano protetti sempre ed aiutati nel loro ministero.

Recitiamola anche noi con fede sincera, portando nel cuore tutti i nostri sacerdoti e Ministri di Dio:

“Eterno Padre, per le mani purissime di Maria, pongo nel calice che i sacerdoti innalzano ogni giorno sugli altari di tutto il mondo la sofferenza fisica, morale e spirituale di tutti coloro che vagano per il mondo senza trovare la porta dell’ovile da loro desiderata e non conosciuta.

In questo calice pongo anche tutte le sofferenze fisiche, morali di tutti i sacerdoti tormentati dal dubbio, dalle tentazioni di ogni genere e dalle passioni che il Maligno scatena per impedire che essi indichino a tutti la porta dell’ovile dove Tu, il Salvatore, li attendi.

Per il tuo Sangue Preziosissimo ti supplico, o Signore, di voler dare a tutti i sacerdoti pienezza di fede, fortezza d’animo in ogni combattimento, chiarezza di conoscenza e fuoco d’amore per ogni anima a te costata angosce mortali nella notte del tuo martirio.

Che per la tua misericordia e l’intercessione della SS. Madre dell’Eucarestia, i tuoi ministri, fidenti nel tuo amore, sappiano farti conoscere e amare da tutte le anime loro affidate dalla tua Santa Chiesa. Così sia”

 

di Rosalia Gigliano

 

CORONCINA PER

LA SANTIFICAZIONE

DEI SACERDOTI

PREGHIERA INIZIALE


Gesù donaci tanti sacerdoti, tanti Sacerdoti santi! Per le tue sacratissime piaghe e per le fiamme di infinito amore che racchiudi nel tuo cuore adorabile attira a te tutti i Sacerdoti, illuminali, benedicili, santificali, usa misericordia a quelli che ti hanno dimenticato e offeso e richiamali tutti a te! Amen.


Sui grani grandi del Padre Nostro  si dice :

”Cuore di Gesù, Re d'amore, attira a Te il cuore dei Sacerdoti e il cuore di tutti gli uomini”.


Sui grani piccoli si ripete per dieci volte: “ Gesù, sommo ed eterno Sacerdote  custodisci nel tuo cuore tutti i tuoi eletti”.

 

LITANIE PER LA SANTIFICAZIONE

DEI SACERDOTI

 

Ad ogni invocazione rispondere: Concedeteci, o Signore, molti santi sacerdoti.


Santa Maria, Regina del Clero, 

San Giuseppe, Patrono della santa Chiesa, 

Santi Angeli ed Arcangeli, 

Santi Patriarchi e Profeti, 

Santi Martiri e sante Vergini, 

Santi Vescovi e Confessori, 

Santi Fondatori di Ordini religiosi,

Sant'Antonio da Padova, difensore dell'Eucaristia, 

San Pasquale Baylón, 

San Giovanni Maria Vianney, modello di santità sacerdotale, 

San Francesco Saverio, patrono dei preti missionari, 

Santa Teresa del Bambin Gesù, 

Beata Teresa Casini, vittima d’amore per la santità sacerdotale, 

Santi e Beati del Cielo, 

Per celebrare degnamente il Santo Sacrificio, 

Per offrire quotidianamente la Santa Messa, 

Per nutrire i fedeli col Pane di Vita, 

Per favorire gli splendori del culto divino, 

Per rigenerare le anime col Battesimo, 

Per istruire i bambini nella religione, 

Per aiutare la gioventù a crescere nel santo timore di Dio, 

Per annunciare a tutti la Parola di Dio, 

Per smascherare e combattere le false dottrine, 

Per confermare nella Fede coloro che dubitano, 

Per sostenere ed incoraggiare coloro che esitano, 

Per rialzare coloro che cadono e riconciliarli con Dio, 

Per ricondurre a Dio tutti coloro che se ne sono allontanati, 

Per salvaguardare la morale cristiana, 

Per lottare vigorosamente contro la corruzione dei costumi,

Per difendere l'onore e la santità del Matrimonio, 

Per consolidare la gioia delle nostre famiglie cristiane, 

Per fortificare e consolare i nostri ammalati ed i tribolati, 

Per assistere i nostri moribondi, 

Per condurre i nostri cari al luogo dell'eterno riposo, 

Per pregare ed offrire per i nostri defunti, 

Per dare Gloria a Dio e pace alle anime di buona volontà, 

 


PREGHIERA FINALE

Padre santo, santifica i tuoi Sacerdoti, santificali nella Verità, conservali nel Nome tuo.

Che sia in essi l’Amore col quale hai amato il tuo Divin Figlio.

Guardali dal male, essi sono nel mondo e il mondo li odia.

Custodiscili, essi sono tuoi. Che non ne perisca uno solo di quanti hai affidati al tuo Figlio.

Gesù sostieni, conforta, salva i tuoi Sacerdoti.

Divino Spirito d’amore, riempili della tua Carità.

Conducili, come guidasti Gesù, fino alla Croce.

Fa’ che, Sacerdoti, siano anche Ostie d’amore per Dio, per i loro stessi fratelli per le anime tutte. Amen.

 

LA DIGNITA' SACERDOTALE

Figlio, il sacerdote mi appartiene, tutte le creature mi appartengono, tutti gli uomini mi appartengono, ma il sacerdote mi appartiene in modo diverso e particolare.


Tu, figlio mio:

- mi appartieni per Creazione,

- mi appartieni per Redenzione,

- mi appartieni per Vocazione,

- mi appartieni per Riconquista.

Così è veramente.


Dunque sei mia proprietà e, come mia proprietà, tu realizzi il fine della Creazione, il fine della Redenzione, il fine della tua Vocazione solo in un modo: adeguandoti scrupolosamente alla mia volontà.

Per questo ti ho chiamato: non tu hai scelto Me, ma Io ho scelto te. Ti ho scelto per fare di te un mio ministro, cioè per fare di te un altro Me stesso. Non è un modo di dire, ma è una grande realtà: Sacerdos alter Christus.

Solo i santi hanno avuto la giusta visione della grandezza sacerdotale. Molti miei ministri sono ben lontani dal vivere questa realtà divina: non hanno la luminosa visione del Mistero di cui sono parte.

I miei ministri dovrebbero essere responsabilmente coscienti della loro dignità sacerdotale adeguando ad essa, giorno e notte, ogni aspirazione, ogni energia, ogni fatica e ogni sofferenza.

Così hanno fatto i santi sacerdoti; e tutti i sacerdoti debbono essere santi !

Per questo li ho prescelti per santificarsi e poi santificare, per donarsi a Me interamente, perché sono miei, perché mi appartengono per tanti titoli e perché Io possa donarli, senza riserve, ai fratelli.


Ma che fanno tanti miei ministri? Curano i loro interessi (molte volte mascherati, ma sempre loro interessi), non i miei che sono quelli delle anime. Sono assetati e affamati di cose mondane.

Ho detto che curano i loro interessi: meglio definirli pseudo-interessi; il loro vero interesse deve essere uno solo: " Dio ". La gloria di Dio, la salvezza delle anime; tutto il resto non vale.

Per forza vagano disorientati nella nebbia e nell'oscurità, da non riconoscere più se stessi. Non sanno più chi sono, non sanno dove vanno; per forza non fanno breccia nelle anime!

No, non si salvano anime sulle spiagge, dove impera Satana, gareggiando con i figli delle tenebre nell'immodestia, nell'impurità, nel male. Non si salvano anime leggendo ogni sorta di libri, avvelenando, inquinando spirito e anima. Non si salvano anime ripudiando la fede. Si sono materializzati.


Quanto sono lontani questi miei ministri dal Centro propulsore della grazia che è il mio Cuore misericordioso!

Quanto ho sofferto per Giuda, restio all'amore mio; quanto ho sofferto per Giuda, e più che per il tradimento compiuto nei miei riguardi, per lo sfacelo della sua anima!

Quanta sofferenza per molti miei sacerdoti che tradiscono il divino mandato, imputridendo se stessi e tante anime!

Figlio mio, un sacerdote né si salva da solo né si perde da solo. Operando per la salvezza di un sacerdote, si opera per la salvezza di tante altre anime.

Quale tremenda spaventosa inversione di una stupenda realtà divina:

- da Alter Christus, a lupo rapace che sbrama il gregge;

- da Angelo di luce, ad angelo delle tenebre; (p. 28)

- da Ministro ambasciatore di Dio, a traditore del fine della Creazione, della Redenzione, della sua Vocazione.


" Non vi chiamo servi, ma amici ".

Da amico di Dio a collaboratore di Satana nello strappare al mio Cuore misericordioso le anime.

Non è questo il più grande male che un uomo un mio ministro può compiere ?


Perché si arriva a tanto?

Figlio mio, man mano che ci si allontana dalla sorgente della luce, ci si inoltra nell'ombra prima, nella oscurità poi; man mano che ci si allontana dalla sorgente del calore (amore) penetra nell'anima il freddo e poi il gelo, l'insensibilità ad ogni mio richiamo.

Bisogna unirsi a Me, figlio, sempre più intimamente e profondamente, come la Mamma mia fu ed è unita a Me nell'offerta.

Perciò non ti devi stupire per quello che con insistenza ti chiedo. Un atto di fede, un atto di speranza, un atto di amore e dì abbandono mi ripaga delle offese, ingiurie e sacrilegi che in continuazione si compiono. 


Io voglio attrarre a Me le anime, che amo, con la violenza e la potenza infinita del mio amore.

Io voglio vincolare ed innalzare a Me queste anime: ecco perché chiedo a loro di donarsi a Me interamente nell'attuazione della mia volontà, sull'esempio della Mamma mia e Mamma vostra.

Voglio che queste anime siano protese verso di Me, giorno e notte, in una unione che deve trasformarsi in comunione perfetta.

Questo avviene quando l'amore per Me è vero, grande, bruciante. Allora il tendere verso di Me con atti di fede e di speranza, di confidenza e di offerta diventerà come una seconda natura, un bisogno, una necessità essenziale, come per l'amante tendere verso l'oggetto amato. Allora, come non si può vivere senza respiro, così non si potrà vivere senza di Me.

Figlio, questo Io domando: non dimenticarti che Io sono l'Amore, l'Amore eterno, increato che da sempre sono piegato su di voi.

Ho diritto di essere da voi amato, perché sono l'Amore, perché per amore vi ho creati, per amore vi ho redenti, per amore vi ho prescelti e per amore vi ho riconquistati.

 

 

E se il Signore chiedesse anche a te?


Se il Signore chiedesse anche a te: <E tu, chi dici che io sia?>

 

rispondi con l'impeto dell'amore:

 

- Tu sei la Verità, la Sapienza, l'Amore per essenza...

 

- Tu sei l'Eterno, l'Infinito, l'Onnipotente Padre, Figliuolo e Spirito Santo...

 

- Cosa dice di te il mio intelletto? Ti credo !

 

- Cosa dice di te la mia volontà? Ti obbedisco!

 

- Cosa dice di te il mio cuore? Ti amo!

 

- E nelle oscurità della vita, cosa dico? Ti adoro!

 

- E nei dolori, cosa dico? Ti ringrazio e ti amo!

 

- E nelle tenebre, e nelle angustie, cosa dico? Confido in te, mio Dio!


Don Dolindo Ruotolo

L'attesa, segno di Dio

La preghiera vince sempre, anche quando sembra inutile e sterile ai nostri poveri sguardi, così incapaci di penetrare nei disegni adorabili della divina bontà. Bisogna persuadersi che nessuna preghiera è vana, nessuna, e che invece di sfiduciarsi bisogna insistere, perché, mentre preghiamo, Dio con cura paterna prepara nel mondo gli eventi che debbono consolarci.

 

Si potrebbe dire che il segno più bello che Dio ci doni della sua bontà sia proprio l'attesa... Se tu domandi da bere alla mamma ed essa tarda a portarti l'acqua, avrai dopo un poco non l'acqua, ma la bevanda sciroppata, perché il cuore materno è ricco di risorse gentili. Credi tu che non sia ricco il cuore di Dio? 

 

Non tutti cantano e sanno cantare, ma tutti pregano e possono pregare,

il canto è la preghiera dell'amore, la preghiera è il canto meraviglioso dell'anima che ama.


Don Dolindo Ruotolo

 

IL SANTO VECCHIO SIMEONE E IL SACERDOTE

riflessione febbraio 2024

Il due febbraio di ogni anno la liturgia celebra la Presentazione di Gesù al Tempio.

San Luca nel suo Vangelo narra: «Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”». (Lc 2,22-32)

Simeone era un anziano ebreo, «uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto di Israele», cioè il Messia. «Lo Spirito Santo che era su di lui gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte prima di aver veduto il Messia del Signore». Questa rivelazione personale è il motivo della sua serenità e della sua gioiosa perseveranza, perché la sua è una convinzione di fede basata sulla parola di Dio e non sul suo semplice desiderio umano. Egli allora ottiene di vedere con i suoi occhi la salvezza, presente in quel bambino, il cui nome, Gesù, significa “Dio salva”; lo scopo della sua vita è ora stato realizzato, quindi è pronto ad andare in pace incontro al Signore.

Simeone non è un uomo rinchiuso in se stesso, ripiegato sul proprio passato: è aperto al futuro. È un vecchio dal cuore giovane, capace di meraviglia, di stupore. Non è un uomo stanco e amareggiato dalla vita, geloso del passato, diffidente, pauroso; è persona aperta al nuovo che viene da Dio, capace di sognare, proiettato nel futuro di Dio.

Simeone è anche un uomo accogliente, capace di tenerezza, che prende dolcemente fra le braccia quel piccolo bambino. È, sì, un uomo debole, ma la sua debolezza, grazie alla maturazione spirituale, è diventata mitezza e umiltà.

Simeone soprattutto è un uomo che prega. Pur sentendosi vicino alla morte, non è un uomo che si rammarica con Dio per il decadimento presente, ma è capace di ringraziamento, di lode, di benedizione. Luca riporta il suo meraviglioso inno, il Nunc dimittis.

La giustizia di Simeone è la vita spirituale, radice della sua intera esistenza: egli è giusto perché si lascia guidare dallo Spirito; si mette in ascolto dello Spirito. Simeone trascorre il tempo all’ombra della casa di Dio. La sua gioia è sostare ogni giorno alla presenza di Dio. È l’esempio vivente di una vita vissuta nell’adorazione e nella comunione con Dio.

Non abbiamo noi forse bisogno di Sacerdoti che, proprio come Simeone, siano uomini dal cuore giovane, capaci di speranza, di ringraziamento, di lode, di benedizione; sereni, aperti al futuro, accoglienti, proprio perché la loro vita è vissuta nell’adorazione e nella comunione con Dio? Allora non stanchiamoci di chiederli con insistenza e fiducia a Colui che ci ha detto: «Chiedete e otterrete, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto».

 

2 FEBBRAIO 1894-2 FEBBRAIO 2024

L’ISTITUTO DELLE SUORE OBLATE

DEL SACRO CUORE DI GESU’

CELEBRA 130 ANNI DI FONDAZIONE!

A raccontarcene l’inizio è la Fondatrice, la beata Maria Teresa Casini, nella sua autobiografia:

“Il 2 febbraio 1894 fu dato principio all’Opera e le prime fummo 6.

Quel giorno fu per me di grande consolazione perché avevo Gesù Sacramentato in casa e avrei potuto con un piccolo numero di anime ritirarmi totalmente dal mondo e pensare solo a consolare, amare e riparare col Cuore trafitto di Gesù, ma fu anche un giorno di dolore perché avrei bramato che sin dalla vigilia si fosse creasse un clima di raccoglimento e di preghiera, ma Iddio permise tutto il contrario perché questi due giorni per ordine del padre  Abate (suo direttore spirituale) si lasciò libera l’entrata a tutti quelli che lo desideravano, e questo via vai di persone, quella confusione ecc. teneva il mio cuore in tanta pena perché desideravo raccogliermi e pregare con le altre, ma volli obbedire e mi sottomisi senza né lamentarmi né mostrare ciò che sentivo nel mio cuore.

Avendo la fortuna di vivere sotto lo stesso tetto con Gesù mi sembrava tutto poco ed ero pronta a soffrire qualunque cosa.

Nel tempo della S. Messa specie nella Comunione mi donai tutta a Dio e mi offrii a patire qualunque cosa pur di appagare i desideri del Cuore trafitto di Gesù.

Avendo Gesù Sacramentato in casa io non desideravo più nulla, quindi allorché ero libera dai miei doveri, andavo a prostrarmi ai Suoi piedi per adorarlo e tenergli amorosa compagnia.

Dall’apertura dell’Opera io intesi in modo tutto speciale che da quel momento in avanti dovevo essere tutta di Dio, vivere una vita tutta di intima unione con Lui, e portare al suo Cuore trafitto molte anime”.