DOBBIAMO CONOSCERE L'AMORE DI CRISTO, CHE SORPASSA OGNI CONOSCENZA
Dalle «Lettere» di santa Margherita Maria Alacoque vergine
Mi sembra che il grande desiderio di Nostro Signore che il suo Sacro Cuore venga onorato in modo particolare abbia lo scopo di rinnovare nelle anime gli effetti della sua redenzione.
Infatti il suo Sacro Cuore è una fonte inesauribile che cerca solo di riempire i cuori umili, vuoti, distaccati da ogni cosa e sempre pronti a sacrificarsi per rendergli piacere.
Questo Cuore divino è una fonte inesausta, dalla quale scendono ininterrottamente tre canali:
il primo è quello della misericordia verso i peccatori e porta loro lo spirito di contrizione e di penitenza.
Il secondo è quello della carità e scorre per portare aiuto a tutti i miserabili che si trovano in qualche necessità, e particolarmente a coloro che tendono alla perfezione: essi vi troveranno la forza per superare gli ostacoli.
Il terzo è quello dell'amore e della luce per gli amici perfetti, che egli desidera unire a se stesso, per comunicare loro la sua scienza e i suoi desideri, perché, per una via o per l'altra, si consacrino totalmente alla sua gloria.
Questo Cuore divino è un abisso di bene, in cui i poveri devono riversare le loro necessità. E' un abisso di gioia, dove bisogna gettare tutte le nostre tristezze. E' un abisso di umiliazione per il nostro orgoglio, un abisso di misericordia per gli infelici, e un abisso d'amore, in cui bisogna seppellire tutte le nostre miserie.
Non avrete quindi che da unirvi in tutte le vostre azioni al Sacro Cuore di Nostro Signore, all'inizio per disporvi, al termine per ripagare.
Per esempio, vi sentite incapaci di pregare? Accontentatevi di offrire la preghiera che il divin Salvatore fa per noi nel sacramento dell'altare. Offrite i suoi slanci per riparare tutte le vostre imperfezioni. Ripetete dunque ogni vostra azione: Mio Dio, io faccio o soffro questa cosa nel Sacro Cuore del vostro divin Figlio, e secondo le sue sante intenzioni che vi offro per riparare tutto ciò che di impuro e di imperfetto c'è nel mio operare. E così nelle diverse situazioni della vita.
Quando vi toccherà qualche pena, afflizione o mortificazione, dite a voi stessi: Accetta ciò che il Sacro Cuore di Gesù ti manda per unirti a lui.
Soprattutto cercate di conservare la pace del cuore, che supera qualsiasi tesoro.
Il mezzo per arrivare a questo consiste nel non avere più volontà propria, ma quella di questo divin Cuore al posto della nostra, lasciando che voglia per noi tutto ciò che può aumentare la sua gloria, contenti di sottometterci e di abbandonarci a lui in ogni cosa.
TERZO GIORNO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Santa Margherita Maria è l'Apostola del Cuor di Gesù. Il Signore le chiese di avvicinarsi al suo Cuore, ve la fece riposare, e, dopo averla riscaldata con il suo amore, le diede la missione d'illuminare tutta la Chiesa con la devozione al Sacro Cuore di Gesù. E Margherita Maria ha eseguito fedelmente la sua missione. Il Signore le aveva detto: «Non temere di nulla, io regnerò, malgrado i miei nemici e quanti mi si vorranno opporre! Credi tu ch'io possa farlo? Se tu lo credi, vedrai la potenza del mio Cuore, nella magnificenza del mio amore». La Santa ha creduto: e il Sacro Cuore regna!
E noi crediamo nella potenza dell’amore del Signore? Nutriamo un poco di amore per Colui che ci ha amato fino a dare la sua vita per noi? Crediamo che i nostri nomi sono scritti nel suo Cuore con l’inchiostro indelebile del suo Sangue preziosissimo? Preghiamo perché il Signore ci insegni ad amarlo con tutto il cuore e che, soprattutto, riscaldi il cuore dei suoi Sacerdoti, perché sappiano indicare ai loro fratelli la via che porta alla salvezza, con la certezza che, come dice santa Margherita: «Il Sacro Cuore promette grandi ricompense a tutti coloro che s'impegneranno per farlo regnare» . Amen
INVOCAZIONI
Rit.: Cuore di Gesù, ti raccomandiamo i Sacerdoti:
quando si smarriscono, cercali; – Rit.
quando si appensantiscono, liberali; – Rit.
quando si inorgogliscono, semplificali; – Rit.
quando si scoraggiano, confortali, – Rit.
quando si impoveriscono, arricchiscili; – Rit.
quando si rifiutano, perdonali; – Rit.
quando si dimenticano di te, richiamali; – Rit.
quando si vendono, riscattali; – Rit.
quando si impegnano, assistili; – Rit.
PREGHIERA
Santa Margherita Maria, ti preghiamo per tutti i Sacerdoti, perché nessuno di essi si perda e ti supplichiamo di attingere per essi in questo Cuore adorabile le grazie di cui hanno bisogno. Te le domandiamo con piena confidenza, fiduciosi che il Signore si degnerà accordarcele per la tua intercessione. Amen.
SECONDO GIORNO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Santa Margherita Maria in tutta la sua vita, fu un'anima adoratrice, poiché visse nell'amore e per amore. Favorita della presenza sensibile e abituale di Nostro Signore, nell'intimo del suo cuore era come in un continuo atto di adorazione.
Ella ci insegni a fare continua attenzione alla presenza di Dio, e, se non riusciamo a fare tanto, procuriamo almeno, nella giornata, di fare, di tempo in tempo, atti fervorosi di adorazione: essi ci aiuteranno a glorificare Dio con tutto il cuore. Se ci riuscirà di fare una visita al Santissimo Sacramento, restiamoci da veri adoratori in spirito e verità, e preghiamolo perché i Sacerdoti rimangano in presenza sua come un cero ardente, che solo desidera di consumarsi per onorarlo».
1 Padre nostro, 10 ave Maria, 1 gloria al Padre
INVOCAZIONI
Rit.: Tieni uniti a te i tuoi Sacerdoti
Cuore di Gesù, vero luogo della redenzione. – Rit.
Cuore di Gesù, modello di santità. – Rit.
Cuore di Gesù, stimolo alla riparazione. – Rit.
Cuore di Gesù, scuola di gratuità. – Rit.
Cuore di Gesù, forza di distacco dal male. – Rit.
Cuore di Gesù, riscatto dei limiti umani. – Rit.
Cuore di Gesù, sconfitta dell’amor proprio. – Rit.
Cuore di Gesù, energia di coerenza. – Rit.
Cuore di Gesù, invito alla missione. – Rit.
PREGHIERA
Santa Margherita Maria, ti preghiamo per tutti i Sacerdoti, perché nessuno di essi si perda e ti supplichiamo di attingere per essi in questo Cuore adorabile le grazie di cui hanno bisogno. Te le domandiamo con piena confidenza, fiduciosi che il Signore si degnerà accordarcele per la tua intercessione. Amen.
PRIMO GIORNO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Santa Margherita Maria è stata la Confidente del Cuore di Gesù. Un giorno, Nostro Signore le si presentò sotto la figura dell'Ecce Homo, tutto piagato e sfigurato, e le disse: « L'insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno. Ho atteso compassione, ma invano, consolatori, ma non ne ho trovati. Non ho trovato nessuno che abbia voluto darmi un luogo di riposo in questo stato penoso e doloroso». — Io gli offrii il cuore che Egli mi aveva dato — scrive la Santa — perché gli servisse di riposo».
Anche noi, come santa Margherita, offriamo il nostro cuore a Gesù perché vi prenda stabile dimora e preghiamolo perché ogni Sacerdote gli offra il proprio cuore per consolarlo di tutti i tradimenti, di tutti i sacrilegi, di tutte le bestemmie, di tutta l’indifferenza per cui Egli soffre.
1 Padre nostro, 10 ave Maria, 1 gloria al Padre
INVOCAZIONI
RIT.: Sacro Cuore, aiuta i tuoi Sacerdoti:
a riscaldare la loro freddezza nell’amore; – Rit.
a guarire le loro infermità interiori. – Rit.
a vincere la loro mediocrità spirituale. – Rit.
a offrire tutto di se stessi al Padre. – Rit.
a morire al peccato ogni giorno. – Rit.
a obbedire alla divina volontà. – Rit.
a maturare un’ardente carità. – Rit.
a trarre profitto dalla tua grazia. – Rit.
a perseverare sempre nel bene. – Rit.
PREGHIERA
Santa Margherita Maria, ti preghiamo per tutti i Sacerdoti, perché nessuno di essi si perda e ti supplichiamo di attingere per essi in questo Cuore adorabile le grazie di cui hanno bisogno. Te le domandiamo con piena confidenza, fiduciosi che il Signore si degnerà accordarcele per la tua intercessione. Amen.
Ti cerco Signore,
nel silenzio del mio cuore,
dove riposano i dolori e le speranze
del mio Cammino..
Guardo la Tua Croce e ritrovo la forza
di abbracciare e portare la mia.
Aiutami Gesù, povero e crocifisso,
a lasciarmi mettere a nudo da ogni orgoglio e vanità, insegnami a consumarmi e donarmi con sincerità.
In ogni abbandono, derisione, ferita, delusione... io ritrovi, in Te,
la Strada della Pace, del Cielo, della Tenerezza, della Libertà, dell'Amore!
Amen
San Daniele Comboni (Limone sul Garda, 15 marzo 1831 - Khartum, 10 ottobre 1881) è, nella storia della Chiesa, il missionario per eccellenza della devozione al Sacro Cuore di Gesù. Il santo di cui oggi ricorre la memoria liturgica è stato uomo di azione, ma, allo stesso tempo, uomo di preghiera che nel Cuore di Gesù ha trovato forza e ispirazione per i suoi molteplici progetti. Certamente, quello che più rimane impresso nella memoria collettiva è il suo sogno-progetto riguardo l’Africa: nel 1864, dopo aver sostato in preghiera presso la tomba dell’apostolo Pietro a Roma, Comboni ebbe una folgorante ispirazione che lo portò ad elaborare il suo famoso «Piano per la rigenerazione dell'Africa», progetto missionario sintetizzabile nella frase: «Salvare l’Africa con l’Africa».
Ciò che colpisce di più della spiritualità di san Daniele Comboni è questo continuo e fiducioso riferimento al Sacro Cuore di Gesù. Un Cuore che, in fondo, ha accompagnato il santo fin dalla giovinezza. Per comprendere ciò, è necessario fare un passo indietro nel tempo: arriviamo al 1843 quando Comboni era un semplice allievo dell’Istituto Mazza di Verona. Lì, il primo e vero incontro con il Cuore di Cristo. E ciò avvenne per mezzo dell’arte. Il centro spirituale di questo Istituto era la chiesa veronese di San Carlo: in questa chiesa, Comboni aveva sempre davanti agli occhi l’affascinante trittico del cosiddetto “Altare delle devozioni” che lo stesso fondatore dell’Istituto, don Nicola Mazza (1790-1865), aveva fatto dipingere dall’artista Giovanni Caliari (1802-1850). La pala centrale dell’altare rappresenta Gesù che mostra il suo Cuore fiammeggiante e luminoso. Accanto vi è la Vergine Maria, anche Lei con il Cuore Immacolato splendente. Nelle due tele laterali, invece, vi sono ritratti: sant’Ignazio di Loyola che invia san Francesco Saverio nelle Indie; nell’altra pala, san Luigi Gonzaga in Gloria. Davanti agli occhi del Comboni si presentava così una sorta di profetica immagine del suo futuro: la missione in terre lontane e la devozione al Sacro Cuore di Gesù e a quello della Vergine Maria. Quella raffigurazione pittorica potrebbe definirsi, davvero, una sintesi perfetta della sua biografia.
«Questo Cuore divino che tollerò d’essere squarciato da una lancia nemica per poter effondere da quella sacra apertura i Sacramenti onde s’è formata la Chiesa, non ha altrimenti finito di amare gli uomini, ma continua a vivere sui nostri altari prigioniero di amore e vittima di propiziazione per tutto il mondo», così si legge negli scritti di san Daniele. E, in fondo, la devozione al Cuore di Gesù scaturisce dalla sua attenzione verso il Crocifisso, verso il Cristo in Croce che dona la vita per riscattare l’umanità dal peccato. Non è un caso che si faccia riferimento proprio al Calvario nella Regola di vita dei Padri comboniani che – è importante ricordarlo – ufficialmente sono denominati Missionari comboniani del Cuore di Gesù: «La contemplazione del Cuore trafitto, da cui nasce la Chiesa, è stimolo all’azione missionaria come impegno per la liberazione globale dell’uomo, e a quella carità fraterna che deve essere un segno distintivo della comunità comboniana».
In san Daniele Comboni il Sacro Cuore di Gesù e la teologia della Croce costituiscono le basi fondanti dell’azione missionaria. Per il santo, infatti, il Sacro Cuore è espressione profonda dell’umanità del Verbo, «centro di comunicazione tra noi, che deve bruciare d'amore per la salvezza delle anime». Non è semplice devozione quella di Comboni, bensì un “qualcosa” di più incarnato, più vicino all’umanità di tutti i giorni. Per Comboni è proprio da quel Cuore lacerato di Cristo sulla Croce che si effonde l’amore. Da quello stesso Cuore nasce la Chiesa.
Vi è poi un tema– legato profondamente a quello della Croce di Cristo – che troppe volte è stato dimenticato. Eppure, riesce a donarci una prospettiva originale della spiritualità di Comboni: è quello del Sangue di Cristo, tema strettamente connesso con il Sacro Cuore, ovviamente. Al riguardo è assai interessante ciò che scrive padre Antonio Furoli: «Nel 1877 Comboni era Vescovo (di Claudiopoli di Isauria,ndr) da appena una manciata di mesi, quindi stupisce il suo interesse e la sua richiesta, mai emersi prima, al Vescovo di Mantova per avere un frammento della reliquia del preziosissimo sangue di Cristo. Importante è la finalità missionaria della sua richiesta, apparsa subito evidente alle autorità ecclesiastiche mantovane e perciò accolta senza indugio. Non ci troviamo, quindi, davanti a una pia devozione cristologica di Comboni, ma a un’espressione della sua spiritualità missionaria, radicata in quell’economia salutis ch’egli era andato via via rimuginando e maturando nell’arco degli anni»
In sintesi, è possibile tracciare una sorta di itinerarium mentis di Comboni: la prima tappa è quella del Sacro Cuore di Gesù; la seconda è la Croce; e poi abbiamo il sangue di Cristo che così come dalla Croce sgorga dallo stesso Sacro Cuore. La Croce, dunque, diventa fondamentale per comprendere la spiritualità comboniana. San Daniele scrive: «Dio ha stabilito, che le opere, che devono servire alla sua maggior gloria, siano contrassegnate dal sigillo della Croce, ed essendo nate ai piedi della Croce, anch’esse, come la Chiesa di Dio, in questo mondo, devono sostenere i duri colpi della persecuzione».
(da "LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA)
Don Luigi Castano Salesiano
Era nato a Somma Lombardo (Varese) il 18 maggio 1909, da umile famiglia. Ancora ragazzo, rimane orfano dei genitori. È buono e pio e il suo parroco lo indirizza all’Oratorio salesiano di Valdocco (Torino) per i suoi studi e la formazione. Luigi vi entra il 17 settembre 1920: "Dire che mi trovai bene, a mio agio, è semplice verità. Maria Ausiliatrice mi vide ai suoi piedi e io respirai il fascino della pietà che subito mi portò alla Comunione quotidiana e alle visite frequenti in Basilica. Ricordo l’esile figura di don Albera e quella più robusta di don Rinaldi. Tutto mi faceva capire di trovarmi in una grande famiglia, anche se ero un povero e sconosciuto ragazzo. Maturava in me il proposito di restarvi per tutta la vita".
Ascoltando le avventure dei missionari salesiani, Luigi sente una spinta soave: "Sarò salesiano e missionario. Essere tutto di Dio e stare con don Bosco, guardando lontano, fu tutto per me". Decide: "Troncai il ginnasio a metà e, benedicendo don Rinaldi, con don Pedemonte, a 13 anni, partii per la Patagonia". Nel dicembre 1924, è novizio a Fortin Mercedes (Patagonia) e vi fa la prima professione nel 1925. Negli studi, si distingue per intelligenza e profitto. Intanto acquista, sul posto, le conoscenze che più tardi gli sarebbero servite per redigere importanti studi agiografici su due adolescenti delle Missioni salesiane, il Ven. Zefirino Namuncurà e la beata Laura Vicuna.
Per le sue doti eccellenti, viene mandato a frequentare Teologia in Italia, accolto in festa a Roma da don Giuseppe Cognata, direttore dell’Istituto S. Cuore. Da allora, avrà sempre per don Cognata, diventato in seguito Vescovo a Bova, un legame di venerazione assai stretto. Il 9 luglio 1933, è ordinato sacerdote nella Basilica dell’Ausiliatrice a Torino, dal Card. Maurilio Fossati. Nell’immagine-ricordo scrive il detto di S. Paolo: "Chi mi separerà dall’amore di Cristo?", e prega: "Signore, fa di me uno strumento della tua pace e del tuo amore".
Si laurea in Storia ecclesiastica alla Pontificia Università Gregoriana, con una tesi sul Card. Nicolò Sfrondati, nativo di Somma Lombardo, Vescovo al Concilio di Trento e futuro Papa Gregorio XIV. Appena trentenne e già ricco di preparazione teologica, storica e spirituale, don Luigi Castano, risiedendo a Roma per circa un quarantennio, riceve prestigiosi incarichi.
Consultore per più di 30 anni della Congregazione delle Cause dei Santi, lavora con impegno ad avviare la trattazione delle "Cause" su di un piano storico oltre che giuridico, discutendo decine e decine delle medesime, tra cui quelle di Pio X e di Pio IX. Compie viaggi nel vicino Oriente, in Spagna e in Colombia per alcune "Cause" di Servi di Dio, favorito dalla perfetta conoscenza dello spagnolo e del francese.
Dal 1955, per 18 anni, è Procuratore generale della Congregazione presso la S. Sede, senza mai perdere di vista i suoi santi e beati, scrivendo numerosi libri, soprattutto: "S. Ambrogio", "Le Crociate", "Santità di don Bosco", "Il Calvario di un Vescovo, Mons. Cognata", "S. Domenico Savio", "Un grande cuore, don Luigi Variara", e ancora "Tredicenne sugli altari, Laura Vicuna". Sono soltanto alcuni titoli.
Nel frattempo, tiene regolari corsi di religione presso le scuole e un’intensa opera di direzione spirituale, da cui usciranno ottimi cristiani e numerose vocazioni alla vita religiosa. Gode della stima di illustri Prelati e degli stessi Pontefici, da Pio XII a Paolo VI. I suoi prediletti sono i poveri ai quali non fa mai mancare la sua carità. Tra le sue più grandi gioie, le canonizzazioni di S. Pio X e di S. Domenico Savio, nella primavera del 1954, e in seguito le beatificazioni di don Rua e di don Rinaldi, successori di S. Giovanni Bosco, quindi di Laura Vicuna, di Pio IX, di don Variara e di don Czartoryski.
Nel XVII capitolo generale dei Salesiani (1958), cui prende parte come Procuratore generale, compone la preghiera ufficiale a S. Domenico Savio, introducendo la dicitura "santità giovanile", molto discussa e infine approvata. Sarà come il suo fiore all’occhiello e sull’argomento scriverà nel 1989, uno dei suoi capolavori, appunto dal titolo "Santità giovanile. Criteri-Magistero-Modelli" (LDC, Torino, 1989) in cui indica da vero maestro come un ragazzo può farsi davvero santo e essere dichiarato santo dalla Chiesa. Proprio per questa sua altissima competenza, nel 1995, sarà richiesto dalla Curia metropolitana di Torino, del suo parere per avviare la Causa del giovanissimo Servo di Dio Silvio Dissegna (1967-1979) di soli 12 anni. Riceve singolari consensi per la sua opera, da autorevoli e esemplari Personalità della Chiesa, tra cui P. Pio da Pietrelcina (oggi santo) che nel 1960, gli scrive: "Stia sereno! Le croci le dobbiamo avere tutti e sono tanti regali che ci vengono dati dalla bontà di Dio per essere simili al Figlio suo. Un fiume di benedizioni per lei e per chi le sta a cuore".
Nel 1972, è destinato cappellano delle Figlie di Maria Ausiliatrice nella Casa ispettoriale di Varese. Un passaggio molto duro, dall’Urbe a una città di provincia, ma don Castano esprime il vertice della sua paternità nella guida delle anime, specialmente dei consacrati, e ancora nella redazione di biografie dei Servi di Dio, Salesiani e altri. La sua corrispondenza si fa singolarmente fitta. La sua porta è sempre aperta per accogliere chiunque. È consultato dai Vescovi e dalle Congregazioni romane. Predica ritiri e esercizi spirituali, in primo luogo a sacerdoti e religiose.
Ormai carico di anni e di meriti (e di acciacchi alla sua salute), nel 1997 è ospitato nella casa salesiana di Arese, dove offre la sua vecchiaia e la sua vita a Dio, continuando a lavorare, per quanto può, con una lucidità eccezionale, edificando tutti per il suo abbandono in Dio e la sua serenità. Nel 2003, celebra nella gioia i 70 anni di sacerdozio.
Nel Giubileo del 2000, aveva ancora pubblicato un aureo volumetto "Portare la Croce con Cristo" (LDC, Torino), in cui, mentre oggi si fugge l’immagine del Crocifisso, egli chiama ad avvicinarsi a Gesù unico Salvatore del mondo, proprio mediante il suo Sacrificio redentore.
Proprio qui sta il cuore di don Luigi Castano. La sua attività di storico e di agiografo, la sua conoscenza delle vite dei santi, lo hanno portato, dall’inizio al termine della sua lunga vita, proprio a Gesù. Rivedendo la sua esistenza, poteva scrivere: "L’inizio del mio cammino non è stato facile: ostacoli da molte parti. Maria Ausiliatrice mi aveva preso fortemente per mano e non mi abbandonò mai. La bontà misericordiosa del Padre e la constante premurosa assistenza di Maria, nelle ore e nei passaggi oscuri e difficili, spianarono sempre la via, finché il cammino si fece più soave e percorribile a lunga distanza".
Ha l’impressione che la sua vita si sia svolta nel sempre più chiaro compimento della volontà di Dio, ricercato e amato in abbandono fiducioso alla sua volontà. In lui, si sentiva così la sapienza del maestro e la tenerezza del padre, ma soprattutto l’uomo di Dio. La sua guida delicata e esigente, soave e vigorosa, richiamava in maniera singolare S. Francesco di Sales e S. Giovanni Bosco. Anche la sua predicazione era quella dell’uomo di Dio, preoccupato della salvezza delle anime.
Tutto in lui, proveniva dall’altare, così che può affermare con piena sincerità: "L’altare è stato il centro vitale per i miei lunghi decenni di sacerdozio. All’altare - con Gesù - le intimità più dolci della vita. È l’altare che fa il prete e gli dà il volto che deve avere tra i fratelli". "Puntualità al servizio, gravità e compostezza liturgica, sollecitudine senza fretta, devozione semplice disinvolta, contegno dignitoso e opportunità di parola, a edificazione del popolo cristiano".
Il suo ideale è l’oblazione con Cristo: "Mai solo offerente, ma anche offerta, muta ma reale, nascosta ma efficace per la santificazione di ogni giorno. Nel trionfo, quieto e elevante, dell’amore di carità". Così con piena verità, può pregare: "Mi sono sempre piegato al tuo volere, anche quando ho dovuto scegliere. Il tuo amore, Signore, mi ha guidato e sorretto. E mi è bastato anche quando la sofferenza fu grande, pungente e prolungata. Tu amavi in me, o Gesù, e davi forza alla mia debolezza".
Ed ecco il più intimo del suo cuore, come scrive alle anime che dirige, in primo luogo ai consacrati: "Programmi? Uno solo: seguire Gesù con fedeltà, con serenità, con sicurezza e pace. La sua grazia farà il resto e sarà - lo vedrai - meraviglioso. Purché il tuo occhio non si stacchi mai da Lui e dalla sua croce". Tutto deve diventare configurazione a Gesù Cristo: "Bisogna che dell’amore di Cristo tu faccia il perno insostituibile della tua vocazione e consacrazione". "Maria, non lo scordare, è parte della nostra vita spirituale, e tutto per la vita salesiana".
Infine, in una mirabile sintesi: "Gesù non dev’essere solo l’amore della tua vita, ma il segreto e il modello di ogni tua virtù cristiana e tanto più religiosa. Non si è perfetti a modo nostro: lo si è sempre e solo sullo stampo di Gesù. È Lui il punto di riferimento, il polo di attrazione, la luce che illumina, la stessa vita della nostra vita".
Chi gli è stato vicino, oggi afferma: "Il passare del tempo maturava sempre più nel suo cuore sacerdotale l’offerta della sua vita come olocausto. Il dolore e la sofferenza hanno affinato il suo spirito, rendendo gradita a Dio la sua offerta. Mentre il male fisico lo purificava, l’uniformità al volere del Signore dava luce alla sua anima, ormai pronta per il Cielo". Fino all’ultimo, la S. Messa, l’Ufficio divino e il Rosario intero ogni giorno. Accoglie l’offerta suprema in semplicità e letizia, come i santi, ripetendo: "È dono di Dio. Soffrire, tacere e offrire".
Quindi l’incontro definitivo con Dio: "Gesù! Il grande giorno da anni preparato. Grazie, grazie, grazie! Gloria eterna alla SS.ma Trinità, a Maria, a S. Giuseppe, a don Bosco e a tutto il Paradiso! Amen. Gesù: amore mio! Gesù, Vita mia!
Signore Dio nostro,
Padre del Signore Gesù Cristo
e Padre dell’umanità intera,
che nella croce del Tuo Figlio
e mediante il dono della sua stessa vita
a caro prezzo hai voluto distruggere
il muro dell’inimicizia e dell’ostilità
che separa i popoli e ci rende nemici:
manda nei nostri cuori
il dono dello Spirito Santo,
affinché ci purifichi da ogni sentimento
di violenza, di odio e di vendetta,
ci illumini per comprendere
la dignità insopprimibile
di ogni persona umana,
e ci infiammi fino a consumarci
per un mondo pacificato e riconciliato
nella verità e nella giustizia,
nell’amore e nella libertà.
Dio onnipotente ed eterno,
nelle Tue mani sono le speranze degli uomini
e i diritti di ogni popolo:
assisti con la Tua sapienza coloro che ci governano,
perché, con il Tuo aiuto,
diventino sensibili alle sofferenze dei poveri
e di quanti subiscono le conseguenze
della violenza e della guerra;
fa’ che promuovano nella nostra regione
e su tutta la terra
il bene comune e una pace duratura.
Vergine Maria, Madre della speranza,
ottieni il dono della pace
per la Santa Terra che ti ha generato
e per il mondo intero.
+ 15.II.37. Oggi le mie sofferenze sono un po’ aumentate: non solo provo maggiori dolori ai polmoni, ma anche strani dolori all’intestino. Soffro tanto quanto la mia debole natura riesce a sopportare. Tutto per le anime immortali, per impetrare la Misericordia divina per i poveri peccatori, per impetrare la forza ai sacerdoti. Oh, che grande venerazione ho per i sacerdoti! E prego Gesù, Sommo Sacerdote, di concedere loro molte grazie. (dal diario di santa Faustina)
PREGHIERA
O mio Gesù, Ti prego per tutta la Chiesa, concedile l’amore e la luce del Tuo Spirito, da’ vigore alle parole dei sacerdoti, in modo che i cuori induriti si inteneriscano e ritornino a Te, Signore. O Signore, dacci santi sacerdoti; Tu stesso conservali nella santità. O Divino e Sommo Sacerdote, la potenza della Tua Misericordia li accompagni ovunque e li difenda dalle insidie e dai lacci del diavolo, che egli tende continuamente alle anime dei sacerdoti. La potenza della Tua Misericordia, o Signore, spezzi ed annienti tutto ciò che può oscurare la santità dei sacerdoti, poiché Tu puoi tutto.
SAN FRANCESCO D’ASSISI E IL SACERDOTE
Molti pensano che San Francesco, fondatore dei Francescani, sia stato sacerdote, ma non è così. Nella sua umiltà, egli si sentiva indegno di celebrare l’Eucaristia, operando la transustanziazione eucaristica in persona Christi. Nutriva però uno straordinario amore e rispetto per il sacerdote al punto che diceva: «Se vedessi un angelo e un sacerdote, mi inginocchierei prima davanti al sacerdote».
Questo perché egli nutriva una devozione straordinaria per la Santa Eucaristia e riveriva profondamente le mani che toccavano ogni giorno l’Ostia. Nella biografia scritta da Tommaso da Celano, leggiamo che baciava spesso le mani dei presbiteri, onorando la speciale consacrazione che avevano ricevuto nel giorno dell’ordinazione. Diceva: «Se mi capitasse di incontrare insieme un santo che viene dal cielo e un sacerdote poverello, saluterei prima il sacerdote e correrei a baciargli le mani. Direi infatti: “Oh! Aspetta, san Lorenzo, perché le mani di costui toccano il Verbo della vita e possiedono un potere sovrumano!”» (Tommaso da Celano, Memoriale nel desiderio dell’anima, 201).
San Francesco insisteva molto che i sacerdoti e in modo particolare i suoi frati-sacerdoti fossero santi, giusti e degni di toccare con le proprie mani il corpo del Signore. Negli ultimi anni della sua vita, ai suoi frati radunati in capitolo inviò una lettera nella quale, rivolgendosi soprattutto a coloro che nella fraternità erano anche sacerdoti, diceva: «Prego poi nel Signore tutti i miei frati sacerdoti, che sono e saranno e desiderano essere sacerdoti dell’Altissimo, che quando vorranno celebrare la Messa, puri e con purezza compiano con riverenza il vero sacrificio del santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, con intenzione santa e monda, non per motivi terreni, né per timore o amore di alcun uomo, come se dovessero piacere agli uomini» (Lettera a tutto l’Ordine, 14).
San Francesco però sapeva bene che i sacerdoti non erano e non sono di per sé impeccabili o esenti da limiti o difetti e, pertanto, non si lasciava influenzare da ciò che sentiva dire nei loro riguardi; egli infatti sempre raccomandava: «Riverenza verso i chierici, non tanto per loro stessi, se sono peccatori, ma per l’ufficio e l’amministrazione del santissimo corpo e sangue di Cristo che essi sacrificano sull’altare e ricevono e amministrano agli altri». (FF 193-194)
Francesco, rivolgendo ai frati un’altra ammonizione, li esortava a onorare i chierici: «Beato il servo di Dio che ha fede nei chierici che vivono rettamente secondo la forma della santa Chiesa Romana. E guai a coloro che li disprezzano; quand’anche infatti siano peccatori, tuttavia nessuno li deve giudicare, poiché il Signore in persona riserva solo a se stesso il diritto di giudicarli. Infatti, quanto maggiore di ogni altro è il ministero che essi svolgono riguardo al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, che essi ricevono ed essi soli amministrano agli altri, così quelli che peccano contro di loro hanno un peccato tanto più grande, che se peccassero contro tutti gli altri uomini di questo mondo» (Ammonizione 26, 1-4).
Nella Lettera a tutti i chierici, il Santo mette in guardia i sacri ministri dalle profanazioni eucaristiche di cui essi stessi potrebbero macchiarsi a causa di negligenza ed ignoranza: «Guardate la vostra dignità, fratelli sacerdoti, e siate santi perché Egli, Dio, è santo. E come il Signore Iddio vi ha onorato sopra tutti gli uomini, con l’affidarvi questo ministero, così anche voi più di tutti amatelo, riveritelo e onoratelo. È una grande miseria e una miseranda debolezza, che avendo Lui così presente, voi vi prendiate cura di qualche altra cosa in tutto il mondo».
Nel suo testamento egli scrive: «Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, è presente Cristo, il Figlio del Dio vivo. O ammirabile altezza e stupenda degnazione! O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, si umili a tal punto da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane!».
E ancora: «Il Signore mi dette e mi dà tanta fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa Romana, a causa del loro ordine, che se mi dovessero perseguitare voglio ricorrere ad essi. E se io avessi tanta sapienza, quanta ne ebbe Salomone, e mi incontrassi in sacerdoti poverelli di questo mondo, nelle parrocchie dove abitano, non voglio predicare contro la loro volontà.
E questi e tutti gli altri voglio temere, amare e onorare come miei signori, e non voglio in loro considerare il peccato, poiché in essi io vedo il Figlio di Dio e sono miei signori. E faccio questo perché, dell’altissimo Figlio di Dio nient’altro io vedo corporalmente, in questo mondo, se non il santissimo corpo e il sangue suo che essi soli consacrano ed essi soli amministrano agli altri».
Nel nostro tempo, in cui la figura del sacerdote è svilita e spesso messa gratuitamente alla gogna, c’è bisogno di sacerdoti secondo il pensiero di san Francesco, ma anche di persone che come lui li stimino, li amino e preghino per loro, perché non si scoraggino di fronte alle difficoltà. Noi possiamo essere nel numero di queste persone e chiedere al Signore che ci mandi sacerdoti santi che non soltanto celebrino l’Eucaristia con fede e devozione, ma che durante il giorno si fermino in adorazione di questo grande mistero e insegnino a noi a fare altrettanto.
Il Vangelo secondo Marco si conclude con l’apparizione di Gesù risorto agli apostoli nel cenacolo: “Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano” (Mc 16, 14-20).
Il sacerdote è prima di tutto un uomo scelto, consacrato e inviato da Dio in Cristo per mezzo della Chiesa, per insegnare, santificare e guidare il popolo di Dio verso la sua vera felicità. Il presbitero è è associato al vescovo nella funzione sacerdotale al servizio del popolo di Dio. Sulla figura di Cristo, sommo ed eterno Sacerdote, il presbitero è consacrato per annunciare il vangelo, per essere il pastore del popolo di Dio e per celebrare la liturgia soprattutto offrendo il sacrificio eucaristico. Potremmo definirlo come il servitore disinteressato di Dio e del vangelo attraverso la parola, la liturgia e la testimonianza della santità sacerdotale per la salute delle anime, cominciando dalla sua.
“Il dono spirituale che i sacerdoti hanno ricevuto all’ordinazione li prepara non ad una missione di salvezza limitata e ristretta, ma ad una missione di salvezza di ampiezza universale, «fino alle estremità della terra»; in effetti qualsiasi ministero sacerdotale partecipa delle dimensioni universali della missione che Cristo ha affidato agli apostoli” (PO 10; cf. AG 39; RM 67).
Il protagonista della missione è lo Spirito Santo. Il sacerdote, sotto l’azione dello Spirito Santo, diventa responsabile e agente principale della pastorale missionaria. Essa ha bisogno di un “cuore e di una mentalità missionari”. Questo esige che i preti siano aperti ai bisogni della Chiesa mondiale, attenti verso i più lontani e soprattutto verso ì gruppi non cristiani del loro ambiente (cf. RM 67).
Il sacerdote, per essere veramente missionario, deve sforzarsi di essere santo. Deve diventare “un contemplativo in azione” che attinge la forza del suo agire dalla parola divina e dalla preghiera individuale e comunitaria. In effetti, egli evangelizza molto di più con la sua vita, con i fatti, ossia attraverso la sua testimonianza, che non con le teorie.
Ai nostri giorni l’impegno missionario, che la Chiesa riconosce come propria vocazione, sembra essersi affievolito.
È necessario, pertanto, che chiediamo al Signore, con l’insistenza della vedova del vangelo, che mandi numerosi e santi sacerdoti, i quali vivano unicamente per annunciare il vangelo.
Lo faremo, possibilmente ogni giorno, con le parole della beata Madre Teresa Casini: “Padre Santo, santifica i tuoi Sacerdoti, santificali nella Verità, conservali nel Nome tuo. Che sia in essi l’Amore con cui hai amato il tuo divin Figlio. Guardali dal male, essi sono nel mondo e il mondo li odia. Custodiscili, essi sono Tuoi. Che non ne perisca uno solo di quanti hai affidato al Tuo Figlio. Divino Spirito d’amore, riempili della Tua Carità. Conducili come guidasti Gesù fino alla Croce. Fa’ che, Sacerdoti, siano anche ostie d’amore, per Iddio, per i loro stessi fratelli, per le anime tutte. Amen”.
"Il maggior dispetto che possiamo fare al demonio è pregare per i sacerdoti e la loro santità.
Il maligno sa, infatti, che se riesce a corrompere un'anima consacrata, può arrivare a rovinare tante anime di semplici battezzati..."
(Suor Lucia di Fatima)
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Preghiera per i sacerdoti
Dio onnipotente ed eterno,
per i meriti del Tuo Figlio e per il tuo amore verso di Lui,
abbi pietà dei sacerdoti della Santa Chiesa.
Nonostante questa dignità sublime sono deboli come gli altri.
Incendia per la Tua misericordia infinita, i loro cuori con il fuoco del Tuo Amore.
Soccorrili: non lasciare che i sacerdoti perdano la loro vocazione o la sminuiscano.
O Gesù, ti supplichiamo:
abbi pietà dei sacerdoti della Tua Chiesa.
Di quelli che ti servono fedelmente, che guidano il Tuo gregge e Ti glorificano.
Abbi pietà di quelli perseguitati, incarcerati, abbandonati, piegati dalle sofferenze.
Abbi pietà dei sacerdoti tiepidi e di quelli che vacillano nella fede.
Abbi pietà dei sacerdoti secolarizzati,
abbi pietà dei sacerdoti infermi e moribondi,
abbi pietà di quelli che stanno in purgatorio.
Signore Gesù ti supplichiamo: ascolta le nostre preghiere, abbi pietà dei sacerdoti: sono Tuoi!
Illuminali, fortificali e consolali.
O Gesù, ti affidiamo i sacerdoti di tutto il mondo, ma soprattutto quelli che ci hanno battezzato ed assolto, quelli che per noi hanno offerto il Santo sacrificio e consacrato l'Ostia Santa per nutrire la nostra anima.
Ti affidiamo i sacerdoti che hanno dissipato i nostri dubbi, indirizzato i nostri passi, guidato i nostri sforzi, consolato le nostre pene.
Per tutti loro, in segno di gratitudine, imploriamo il Tuo aiuto e la Tua misericordia.
Amen.
(Monsignor Kiung, vescovo di Shangai, scrisse questa preghiera durante la sua prigionia.
Fu condannato nel 1960 a 20 anni di carcere dal governo cinese a causa della sua fedeltà a Cristo)
Rimani, riposati, guardami almeno. Questo lo puoi fare sicuramente, non costa fatica. Stabilisci un tempo determinato per rimanere davanti a me, e non te ne andare se non finisce quel tempo. Io sono contento anche di questo, e poco per volta ti conduco al pascolo del mio amore. Che se vuoi abbreviare la tua via, prega vocalmente, leggi un libro buono che parli di me, non fa niente che non sia proprio un libro di preghiere; e, leggendo, fermati ogni tanto a guardami soltanto. Io ti assicuro che, poco per volta, il tuo cuore si disgelerà e tu comincerai a sentire un benessere nuovo in te. Unisciti poi alle preghiere degli altri, e, se puoi, va dove altri pregano, dove si canta a me, dove si parla di me. Unisci il tuo cuore alle preghiere altrui, e al più presto ti sentirai vivificata!
(don Dolindo Ruotolo)
Padre Pio da Pietrelcina era presbitero da poco quando gli apparve Gesù : “Era tutto malconcio e sfigurato. Egli mi mostrò una grande moltitudine di sacerdoti regolari e secolari, fra i quali diversi dignitari ecclesiastici; di questi, chi stava celebrando, chi stava parando e chi si stava svestendo delle sacre vesti. “La vista di Gesù in angustie, racconta egli stesso, mi dava molta pena, perciò volli domandargli perché soffrisse tanto. Nessuna risposta, n’ebbi. Però il suo sguardo si riportò verso questi sacerdoti; ma poco dopo, quasi inorridito e come fosse stanco di guardare, ritirò lo sguardo ed allorché lo rialzò verso di me, con grande mio orrore, osservai due lacrime che gli solcavano le gote. Si allontanò da quella turba di sacerdoti con una grande espressione di disgusto sul volto, gridando “Macellai” e rivolto a me disse “Figlio mio non credere che la mia agonia sia stata di tre ore, no; io sarò per cagione alle anime da me più beneficate, in agonia fino alla fine del mondo. Durante il tempo della mia agonia, figlio mio, non dormire… L’ingratitudine e il sonno dei miei ministri mi rendono più gravosa l’agonia”.
La concezione che San Pio ha del sacerdozio è sublime e, pur in mezzo a contraddizioni e contrasti, vive il suo sacerdozio come una immolazione costante sull’altare di Cristo. In uno dei momenti più drammatici, mentre attorno a lui si susseguono visite mediche e apostoliche, il suo direttore spirituale non può far altro che raccomandargli di portare la croce con serenità e fiducia.
“Comprendo la tua pena e il tuo gemito – gli dice in una delle sue ultime lettere – ma ripeto che la nuova croce ha proprio il fine accennato altra volta; offrirla per tanti fratelli sacerdoti che non si preoccupano della delicatezza e santità del ministero e che penano per le inerenti prove.” (Lettera n. 628 del 10 aprile 1922).
ATTO DI RIPARAZIONE
«O Dio, infinitamente santo, Padre infinitamente misericordioso! Ti adoro. Vorrei riparare tutti gli oltraggi che ricevi dai peccatori su tutta la faccia della terra in ogni istante del giorno e della notte. Vorrei soprattutto, o Padre mio, riparare le offese e i peccati commessi dai Sacerdoti che celebrano indegnamente il santo Sacrificio della Messa. Ti presento tutti gli atti di adorazione e di riparazione delle anime che Ti amano. Ti offro in modo speciale l'olocausto perpetuo del Figlio tuo che s'immola sugli altari in tutti i punti della terra. O Padre infinitamente buono e compassionevole, ricevi quel sangue purissimo in riparazione degli oltraggi degli uomini, cancella le loro colpe e abbi di loro misericordia!».
Recita 3 Padre-Ave-Gloria
CORONCINA SACERDOTALE
(si recita su una normale corona del rosario)
PREGHIERA INIZIALE
Gesù, dona alla Tua Chiesa tanti sacerdoti Santi; te li chiedo per le tue sacratissime piaghe e per le fiamme di infinito amore che racchiude il Tuo cuore adorabile. Usa misericordia a tutti quei sacerdoti che, con i loro peccati o con la loro indifferenza nei tuoi riguardi, lo hanno ferito o continuano a ferirlo. Richiamali tutti a Te che per essi hai versato il Tuo sangue fino all’ultima goccia. E infine ti chiedo di rendere sempre più santi tutti i Sacerdoti che vivono per Te e che sono luce per i loro fratelli. Amen.
Sui grani grandi si dice: “Cuore di Gesù, attira a te il cuore di tutti i sacerdoti, perché siano santi e santificatori.”
Sui grani piccoli si ripete per dieci volte: “Gesù, Sacerdote e Vittima, custodisci nel Tuo cuore tutti i tuoi eletti”.
Tra una decina e l’altra si recita il gloria al Padre.
Alla fine si recita la Salve Regina......
PREGHIERA FINALE
Eterno Padre io ti offro Gesù Sacerdote, Vittima adorabile, riparatrice e propiziatrice, perché Tu degni di uno sguardo di misericordia tutti coloro che sono stati chiamati o che saranno chiamati a vivere soltanto per la Tua gloria e per il bene dei fratelli. Maria, mamma del Sommo Sacerdote, Gesù, li custodisca sotto il Suo manto. Amen
Assisto spesso anime di agonizzanti ed ottengo loro la fiducia nella divina Misericordia ed imploro da Dio la magnanimità della grazia divina che vince sempre. La Misericordia di Dio talvolta raggiunge il peccatore all'ultimo momento, in modo singolare e misterioso. All'esterno a noi sembra che tutto sia perduto, ma non è così; l'anima illuminata dal raggio di una vigorosa ultima grazia divina, si rivolge a Dio all'ultimo momento con un tale impeto d'amore che, in un attimo, ottiene da Dio il perdono delle colpe e delle pene. All'esterno però non ci dà alcun segno né di pentimento né di contrizione, poiché essi non reagiscono più alle cose esterne. Oh, quanto imperscrutabile è la divina Misericordia! Ma, orrore! Ci sono anche delle anime che respingono volontariamente e consapevolmente tale grazia e la disprezzano.
Sia pure durante l'agonia, Iddio misericordioso dà all'anima un lucido momento interiore, in cui, se l'anima vuole, ha la possibilità di tornare a Dio. Però talvolta nelle anime c'è un'ostinazione così grande, che scelgono consapevolmente l'inferno, rendendo vane tutte le preghiere che altre anime innalzano per loro a Dio e gli stessi sforzi di Dio...
Diario di Suor Faustina
Con questa preghiera indulgenziata potrai salvare alcune anime che in questo stesso momento sono in agonia e senza la preghiera (tua e/o di tutti i fedeli) saranno portate all’inferno da Satana. Un nostro piccolo gesto di amore può avere valore inestimabile agli occhi di Dio e di tutte le anime agonizzanti. La loro sicura riconoscenza in eterno per te sarà parte di quella gloria condivisa che rende beati i possessori del Regno di Dio. Recitiamola una volta al mattino e una volta prima di andare a dormire, tutti i giorni se possibile, e grande festa porteremo agli abitanti del Cielo.
PREGHIERA
“O Misericordiosissimo Gesù, che bruci di un sì ardente amore per le anime, Ti scongiuro, per l’agonia del Tuo Santissimo Cuore e per i dolori della Tua Madre Immacolata, di purificare con il Tuo Sangue tutti i peccatori della terra e in modo particolare i sacerdoti che sono in agonia e che devono morire oggi stesso. Cuore agonizzante di Cristo, abbi pietà dei morenti”.
3 Ave Maria…
Era diventato quasi un rito. Non era precetto e neppure norma, ma unicamente per simpatia a fra Giulio che tutti i giorni, appena consumato il pranzo, la comunità religiosa si dirigeva verso il pollaio seguendo il cuoco che, con un secchio pieno di mangime, portava da mangiare alle 22 galline. Erano puntuali come la fame, aspettavano il benefattore accalcandosi allo sportello, lo salutavano riconoscenti con i loro versi caratteristici.
Facendosi largo colla punta del piede, fra Giulio entrava a fatica e dal secchio sversava nel recipiente adatto tutto quel ben di Dio.
Ma la mia attenzione è attratta dal comportamento di due galline che, rissose e concitate, si rincorrevano a perdifiato, facendo ripetutamente il giro del pollaio. Cos’era successo?
La “Occhipinti”, così era nominata una delle due, aveva in bocca un verme che voleva tranquillamente trangugiare, ma ne era impedita, rincorsa dall’ingordigia dell’altra che ne contendeva il diritto. Improvvisamente, stanca e trafelata si ferma. Il verme le era sfuggito di bocca perdendosi tra i sassi del pollaio.
Terminata la guerra del verme…ad ali basse e zampette esitanti, vedo le due rivali dirigersi alla mangiatoia ormai svuotata e ripulita dalla fame delle altre che, leccandosi il becco, dicevano loro: “Litigare è sempre una sconfitta. Vivendo in accordo si può forse perdere un verme, ma si guadagna certamente il pranzo”.
Padre Andrea Panont
A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Gesù
NONO GIORNO
+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dal vangelo secondo Giovanni
Nicodemo che in precedenza è andato da Gesù di notte, portò una mistura di mirra e di aloè di circa centro libbre. Giuseppe di Arimatea e Nicodemo presero allora Gesù e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, come è usanza seppellire fra i Giudei. Ora nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù. (Gv 19,39-42)
Nicodemo e Giuseppe di Arimatea prendono il corpo esanime di Gesù, lo avvolgono in bende, lo profumano e lo depongono in un sepolcro nuovo ma vuoto. Eppure da questo sepolcro, guardando il quale sembra tutto finito, uscirà risuscitato Colui che è la Vita!
Quanti cuori di giovani sono nuovi ma vuoti, proprio come il sepolcro in cui viene deposto Gesù! Ti preghiamo, o Madre, perché in ciascuno di essi entri Colui che è la Vita, li avvolga col suo profumo, li attiri al suo Cuore e faccia di essi annunciatori coraggiosi della Sua Risurrezione. Amen
LITANIE DELL’ADDOLORATA
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici
Padre che sei nei cieli ABBI PIETA’ DI NOI
Figlio Redentore del mondo
Spirito Santo Paraclito
Trinità santa, unico Dio
Madre del Crocefisso PREGA PER NOI
Madre dal cuore trafitto
Madre del Redentore
Madre dei redenti
Madre dei viventi
Madre dei discepoli
Vergine obbediente
Vergine offerente
Vergine fedele
Vergine del silenzio
Vergine del perdono
Vergine dell’attesa
Donna esule
Donna forte
Donna intrepida
Donna del dolore
Donna della nuova alleanza
Donna della speranza
Novella Eva
Socia del Redentore
Serva della riconciliazione
Difesa degli innocenti
Coraggio dei perseguitati
Fortezza degli oppressi
Speranza dei peccatori
Consolazione degli afflitti
Rifugio dei miseri
Conforto degli esuli
Sostegno dei deboli
Sollievo degli infermi
Regina dei martiri
Gloria della Chiesa
Vergine della Pasqua
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
PERDONACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ASCOLTACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ABBI PIETA’ DI NOI.
PREGHIAMO
O Dio, tu hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore; concedici, ti preghiamo, di camminare con lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. AMEN.
OTTAVO GIORNO
+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dal Vangelo secondo Marco
Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto. (Mc 15,45)
Gesù è morto. Il centurione romano per accertarsene gli immerge una lancia nel fianco e ne vede uscire le ultime gocce di sangue. Quella lancia, più che nel fianco del tuo Figlio, penetra nel tuo cuore e si avvera così la profezia del vecchio Simeone: “anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Vorresti lasciarti morire anche tu con lui ma non puoi, perché sai che ad avere l’ultima parola non sarà la morte ma l’Amore. I gesti coraggiosi e teneri di Giuseppe di Arimatea ti danno un grande conforto, perché testimoniano la sua amicizia per Gesù.
Ti chiediamo, o Madre, di ottenere dal Signore tanti Sacerdoti che, come Giuseppe di Arimatea, non abbiano vergogna di mostrarsi amici di Gesù anche quando tutti, lo abbandonano credendolo ormai morto.
ITANIE DELL’ADDOLORATA
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici
Padre che sei nei cieli ABBI PIETA’ DI NOI
Figlio Redentore del mondo
Spirito Santo Paraclito
Trinità santa, unico Dio
Madre del Crocefisso PREGA PER NOI
Madre dal cuore trafitto
Madre del Redentore
Madre dei redenti
Madre dei viventi
Madre dei discepoli
Vergine obbediente
Vergine offerente
Vergine fedele
Vergine del silenzio
Vergine del perdono
Vergine dell’attesa
Donna esule
Donna forte
Donna intrepida
Donna del dolore
Donna della nuova alleanza
Donna della speranza
Novella Eva
Socia del Redentore
Serva della riconciliazione
Difesa degli innocenti
Coraggio dei perseguitati
Fortezza degli oppressi
Speranza dei peccatori
Consolazione degli afflitti
Rifugio dei miseri
Conforto degli esuli
Sostegno dei deboli
Sollievo degli infermi
Regina dei martiri
Gloria della Chiesa
Vergine della Pasqua
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
PERDONACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ASCOLTACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ABBI PIETA’ DI NOI.
PREGHIAMO
O Dio, tu hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore; concedici, ti preghiamo, di camminare con lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. AMEN.
SETTIMO GIORNO
+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dal Vangelo secondo Giovanni e secondo Luca
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa, e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna ecco tuo figlio”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre” e da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò. (Gv 19,25-29; Lc 23, 44-46)
O Maria, nell’ora del buio e della morte di Gesù anche il tuo cuore è colpito a morte, ma il tuo è un cuore di madre e le madri sanno tenere testa anche al dolore e alla morte dei propri figli.
Quanto dolore procurano oggi al tuo cuore quei Sacerdoti che, nell’ora della sconfitta, della stanchezza o della delusione, dimenticando Colui che li ha chiamati e amati con particolare predilezione, lo abbandonano e vanno in cerca di consolazioni che non consolano, invece di rimanere accanto a te come fece l’apostolo Giovanni, il quale ti accolse nella sua vita e ti ebbe madre e maestra di vita.
Ti preghiamo per essi e ti chiediamo di aiutarli a guardare “a Colui che hanno trafitto” e che li attende immutato amore. Amen
LITANIE DELL’ADDOLORATA
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici
Padre che sei nei cieli ABBI PIETA’ DI NOI
Figlio Redentore del mondo
Spirito Santo Paraclito
Trinità santa, unico Dio
Madre del Crocefisso PREGA PER NOI
Madre dal cuore trafitto
Madre del Redentore
Madre dei redenti
Madre dei viventi
Madre dei discepoli
Vergine obbediente
Vergine offerente
Vergine fedele
Vergine del silenzio
Vergine del perdono
Vergine dell’attesa
Donna esule
Donna forte
Donna intrepida
Donna del dolore
Donna della nuova alleanza
Donna della speranza
Novella Eva
Socia del Redentore
Serva della riconciliazione
Difesa degli innocenti
Coraggio dei perseguitati
Fortezza degli oppressi
Speranza dei peccatori
Consolazione degli afflitti
Rifugio dei miseri
Conforto degli esuli
Sostegno dei deboli
Sollievo degli infermi
Regina dei martiri
Gloria della Chiesa
Vergine della Pasqua
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
PERDONACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ASCOLTACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ABBI PIETA’ DI NOI.
PREGHIAMO
O Dio, tu hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore; concedici, ti preghiamo, di camminare con lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. AMEN.
SESTO GIORNO
+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dal Vangelo secondo Matteo
Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei». Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!». Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo. (Mt 27,33-44)
Gesù, distrutto come persona da un processo-farsa, da una terribile flagellazione, da una raccapricciante coronazione di spine, da un’immane fatica per trascinare lo strumento del suo martirio fino al Golgota, ora in croce viene deriso, insultato, schernito. Povero cuore di Madre nel quale tutto ciò si ripercuote elevato all’ennesima potenza!
Anche oggi in questo Cuore si riverbera il dolore di tanti cristiani che subiscono la stessa sorte di Gesù e di tanti Sacerdoti e Vescovi la cui figura viene distrutta da mass-media schiavi di ideologie anticristiane e aggressive!
Chiedi per ciascuno di loro, o Maria, una fede che non conosca tentennamenti.
LITANIE DELL’ADDOLORATA
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici
Padre che sei nei cieli ABBI PIETA’ DI NOI
Figlio Redentore del mondo
Spirito Santo Paraclito
Trinità santa, unico Dio
Madre del Crocefisso PREGA PER NOI
Madre dal cuore trafitto
Madre del Redentore
Madre dei redenti
Madre dei viventi
Madre dei discepoli
Vergine obbediente
Vergine offerente
Vergine fedele
Vergine del silenzio
Vergine del perdono
Vergine dell’attesa
Donna esule
Donna forte
Donna intrepida
Donna del dolore
Donna della nuova alleanza
Donna della speranza
Novella Eva
Socia del Redentore
Serva della riconciliazione
Difesa degli innocenti
Coraggio dei perseguitati
Fortezza degli oppressi
Speranza dei peccatori
Consolazione degli afflitti
Rifugio dei miseri
Conforto degli esuli
Sostegno dei deboli
Sollievo degli infermi
Regina dei martiri
Gloria della Chiesa
Vergine della Pasqua
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
PERDONACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ASCOLTACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ABBI PIETA’ DI NOI.
PREGHIAMO
O Dio, tu hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore; concedici, ti preghiamo, di camminare con lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. AMEN.
QUINTO GIORNO
+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dal Vangelo secondo Luca
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato, e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! E ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?». (Lc 23,27)
Se le donne di Gerusalemme, vedendo condannato ingiustamente a portare la croce fino al luogo del supplizio, quel Gesù che aveva accarezzato i bambini, guarito gli ammalati, risuscitato i morti, perdonato i peccati, non sanno trattenere le proprie lacrime e trattenersi dal fare lamenti su di Lui, cosa avrà provato il tuo cuore di Madre nel vederlo così maltrattato e umiliato? E cosa prova ancora oggi nel vederlo bistrattato proprio da coloro che, uniti a Lui nel sacerdozio, dovrebbero amarlo e invece lo offendono con la loro condotta?
La tua preghiera di Madre ottenga loro una sincera conversione.
LITANIE DELL’ADDOLORATA
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici
Padre che sei nei cieli ABBI PIETA’ DI NOI
Figlio Redentore del mondo
Spirito Santo Paraclito
Trinità santa, unico Dio
Madre del Crocefisso PREGA PER NOI
Madre dal cuore trafitto
Madre del Redentore
Madre dei redenti
Madre dei viventi
Madre dei discepoli
Vergine obbediente
Vergine offerente
Vergine fedele
Vergine del silenzio
Vergine del perdono
Vergine dell’attesa
Donna esule
Donna forte
Donna intrepida
Donna del dolore
Donna della nuova alleanza
Donna della speranza
Novella Eva
Socia del Redentore
Serva della riconciliazione
Difesa degli innocenti
Coraggio dei perseguitati
Fortezza degli oppressi
Speranza dei peccatori
Consolazione degli afflitti
Rifugio dei miseri
Conforto degli esuli
Sostegno dei deboli
Sollievo degli infermi
Regina dei martiri
Gloria della Chiesa
Vergine della Pasqua
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
PERDONACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ASCOLTACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ABBI PIETA’ DI NOI.
PREGHIAMO
O Dio, tu hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore; concedici, ti preghiamo, di camminare con lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. AMEN.
QUARTO GIORNO
+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dal Vangelo secondo Luca
Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io angosciato ti cercavamo”. Ed egli rispose: Perché mi cercavate? Non sapevate che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio?. (Lc 2, 48-49)
Quanti Sacerdoti, lungo le strade della propria vita, presi da tanti interessi hanno perso l’interesse per Colui che avrebbe dovuto essere al centro del loro cuore e, senza accorgersene, lo hanno smarrito!
Insegna ad essi, o Madre, a tornare sui propri passi, come hai fatto tu insieme a Giuseppe quando vi siete accorti di averlo smarrito perché non era nella carovana e a cercarlo nel tempio dove egli si sta occupando delle cose del Padre Suo e dove essi sono invitati ad entrare per ascoltare ancora una volta la sua parola e rimanerne di nuovo incantati.
LITANIE DELL’ADDOLORATA
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici
Padre che sei nei cieli ABBI PIETA’ DI NOI
Figlio Redentore del mondo
Spirito Santo Paraclito
Trinità santa, unico Dio
Madre del Crocefisso PREGA PER NOI
Madre dal cuore trafitto
Madre del Redentore
Madre dei redenti
Madre dei viventi
Madre dei discepoli
Vergine obbediente
Vergine offerente
Vergine fedele
Vergine del silenzio
Vergine del perdono
Vergine dell’attesa
Donna esule
Donna forte
Donna intrepida
Donna del dolore
Donna della nuova alleanza
Donna della speranza
Novella Eva
Socia del Redentore
Serva della riconciliazione
Difesa degli innocenti
Coraggio dei perseguitati
Fortezza degli oppressi
Speranza dei peccatori
Consolazione degli afflitti
Rifugio dei miseri
Conforto degli esuli
Sostegno dei deboli
Sollievo degli infermi
Regina dei martiri
Gloria della Chiesa
Vergine della Pasqua
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
PERDONACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ASCOLTACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ABBI PIETA’ DI NOI.
PREGHIAMO
O Dio, tu hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore; concedici, ti preghiamo, di camminare con lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. AMEN.
TERZO GIORNO
+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dal Vangelo secondo Matteo
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più. (Mt 2,16-18)
Anche oggi, o Madre, Erode sembra essere presente in molti paesi del mondo e come un tempo, prigioniero della paura di perdere il potere, decreta di ucciderlo nei tanti Sacerdoti e Vescovi che vengono imprigionati, torturati, condannati ai lavori forzati, all’isolamento o uccisi.
Ti preghiamo, o Madre, dona loro coraggio e forza per testimoniare la loro appartenenza a Gesù in vita e in morte. Amen
LITANIE DELL’ADDOLORATA
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici
Padre che sei nei cieli ABBI PIETA’ DI NOI
Figlio Redentore del mondo
Spirito Santo Paraclito
Trinità santa, unico Dio
Madre del Crocefisso PREGA PER NOI
Madre dal cuore trafitto
Madre del Redentore
Madre dei redenti
Madre dei viventi
Madre dei discepoli
Vergine obbediente
Vergine offerente
Vergine fedele
Vergine del silenzio
Vergine del perdono
Vergine dell’attesa
Donna esule
Donna forte
Donna intrepida
Donna del dolore
Donna della nuova alleanza
Donna della speranza
Novella Eva
Socia del Redentore
Serva della riconciliazione
Difesa degli innocenti
Coraggio dei perseguitati
Fortezza degli oppressi
Speranza dei peccatori
Consolazione degli afflitti
Rifugio dei miseri
Conforto degli esuli
Sostegno dei deboli
Sollievo degli infermi
Regina dei martiri
Gloria della Chiesa
Vergine della Pasqua
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
PERDONACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ASCOLTACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ABBI PIETA’ DI NOI.
PREGHIAMO
O Dio, tu hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore; concedici, ti preghiamo, di camminare con lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. AMEN.
SECONDO GIORNO
+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dal Vangelo secondo Luca
“Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato mio figlio”. (Lc 2, 22.34-35)
O Maria, anche oggi il mondo è pieno di gente che ha paura di Gesù, proprio come ebbe paura Erode e, proprio come fece lui, fa del tutto per farlo scomparire dalla faccia della terra. Tanti cristiani infatti sono costretti a lasciare le loro case e la loro patria perché vengono perseguitati; tante chiese sono vuote e tante comunità cristiane disorientate perché come dice Gesù: “Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge”.
Chiedi, o Madre, a Gesù pastori saggi e coraggiosi che non abbandonino il proprio gregge nell’ora della paura e del dolore, ma sappiano affrontare i lupi con audacia e fermezza. Amen
LITANIE DELL’ADDOLORATA
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici
Padre che sei nei cieli ABBI PIETA’ DI NOI
Figlio Redentore del mondo
Spirito Santo Paraclito
Trinità santa, unico Dio
Madre del Crocefisso PREGA PER NOI
Madre dal cuore trafitto
Madre del Redentore
Madre dei redenti
Madre dei viventi
Madre dei discepoli
Vergine obbediente
Vergine offerente
Vergine fedele
Vergine del silenzio
Vergine del perdono
Vergine dell’attesa
Donna esule
Donna forte
Donna intrepida
Donna del dolore
Donna della nuova alleanza
Donna della speranza
Novella Eva
Socia del Redentore
Serva della riconciliazione
Difesa degli innocenti
Coraggio dei perseguitati
Fortezza degli oppressi
Speranza dei peccatori
Consolazione degli afflitti
Rifugio dei miseri
Conforto degli esuli
Sostegno dei deboli
Sollievo degli infermi
Regina dei martiri
Gloria della Chiesa
Vergine della Pasqua
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
PERDONACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ASCOLTACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ABBI PIETA’ DI NOI.
PREGHIAMO
O Dio, tu hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore; concedici, ti preghiamo, di camminare con lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. AMEN.
PRIMO GIORNO
+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dal Vangelo secondo Luca
"Quando venne il tempo della loro purificazione, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima». (Lc 2, 22.34-35)
O Maria, la gioia del vecchio Simeone, che finalmente stringe fra le sue braccia Gesù, l’Aspettato delle genti, e l’esultanza della profetessa Anna ti riempiono di stupore, stupore che di lì a poco si tramuterà in dolore, quando Simeone ti dirà senza mezzi termini: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
Questa spada ti trafigge l'anima anche oggi, ogni volta che un Sacerdote offende il tuo Figlio con una condotta non conforme alla propria vocazione.
Ti preghiamo, o Madre, di custodire nel tuo cuore tutti i Sacerdoti, perché nessuno di essi abbia a percorrere vie sbagliate. Amen
LITANIE DELL’ADDOLORATA
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici
Padre che sei nei cieli ABBI PIETA’ DI NOI
Figlio Redentore del mondo
Spirito Santo Paraclito
Trinità santa, unico Dio
Madre del Crocefisso PREGA PER NOI
Madre dal cuore trafitto
Madre del Redentore
Madre dei redenti
Madre dei viventi
Madre dei discepoli
Vergine obbediente
Vergine offerente
Vergine fedele
Vergine del silenzio
Vergine del perdono
Vergine dell’attesa
Donna esule
Donna forte
Donna intrepida
Donna del dolore
Donna della nuova alleanza
Donna della speranza
Novella Eva
Socia del Redentore
Serva della riconciliazione
Difesa degli innocenti
Coraggio dei perseguitati
Fortezza degli oppressi
Speranza dei peccatori
Consolazione degli afflitti
Rifugio dei miseri
Conforto degli esuli
Sostegno dei deboli
Sollievo degli infermi
Regina dei martiri
Gloria della Chiesa
Vergine della Pasqua
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
PERDONACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ASCOLTACI SIGNORE
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ABBI PIETA’ DI NOI.
PREGHIAMO
O Dio, tu hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore; concedici, ti preghiamo, di camminare con lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. AMEN.
IL SACERDOTE CON MARIA AI PIEDI DELLA CROCE
Il 15 settembre la liturgia celebra la memoria della Beata Vergine Maria Addolorata. Il brano di Vangelo che leggiamo nella santa Messa è il seguente: «Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» (Gv 19, 25-27).
Veniamo a sapere da questo brano che Gesù moribondo non era solo, ma gli erano accanto coloro che lo avevano amato più di tutti: la Madre e il discepolo che gli era stato vicino nei momenti salienti del tempo in cui erano vissuti insieme.
Infatti, nella Trasfigurazione del Signore, Giovanni è con Lui sul monte insieme a Pietro e Giacomo. Nell’ultima cena, lo vediamo appoggiare la testa sul petto di Gesù, nell’atto di domandargli chi è colui che lo tradirà. E qui è testimone della sofferenza profonda e insieme dell’amore incondizionato che Gesù nutre nei confronti di ciascuno dei suoi, anche di Giuda, l’apostolo traditore. Quella notte stessa, Giovanni è uno dei tre discepoli che Gesù vuole avere più vicino a sé, mentre prega nell’orto degli ulivi, facendo sua la volontà di Dio, che gli chiede di consegnarsi nelle mani degli uomini per salvarli con il Suo sacrificio
Unico tra gli apostoli, egli accompagna la Madre di Gesù fin sotto il patibolo del Figlio. Tra le ultime parole di Gesù, alcune sono proprio rivolte alla Madre e coinvolgono anche lui, il discepolo prediletto: «Gesù allora, vedendo la Madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla Madre: “Donna ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua Madre!”».
In Gesù, ingiustamente accusato e condannato, il discepolo non scorge nessun sentimento di rabbia o rancore; vede invece il suo affidamento al Padre celeste e sente le sue parole di perdono verso i persecutori: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Vede infine trafiggere dalla lancia del centurione romano il Cuore di Cristo, quel Cuore il cui insondabile amore per gli uomini egli stava poco a poco comprendendo.
Dalla croce Gesù affida alle cure materne di Maria non solo Giovanni, il discepolo prediletto, ma l’umanità intera. L’accoglienza della Madre del Signore è una delle note che caratterizzano il vero discepolo di Cristo: «Da quell’ora il discepolo l’accolse con sé» (Gv 19,27), l’accolse nella sua vita.
La Madre di Gesù è il dono del Signore, offerto ad ogni credente. Farle spazio nella propria vita e affidarsi a Lei, venerarla con la liturgia della Chiesa e con la genuina pietà dei fedeli, significa ripetere il gesto di accoglienza del discepolo amato e così trovarsi al sicuro nel cuore della più tenera delle madri. Perciò Dante dice:
«Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.
(Paradiso, canto XXIII)
Preghiamo perché ogni Sacerdote si rivolga a Lei come a un faro di luce che guidi i propri passi e quelli di tutti i cristiani a Gesù.