"Signore, ci hai fatti per te"

Vidi con assoluta sicurezza ... che Dio prima ancora di crearci ci ha amati, di un amore che non è mai venuto meno, né mai svanirà. E in questo amore Egli ha fatto tutte le sue opere, e in questo amore Egli ha fatto in modo che tutte le cose risultino utili per noi, e in questo amore la nostra vita dura per sempre ... In questo amore noi abbiamo il nostro principio, e tutto questo noi lo vedremo in Dio senza fine.

 

Giuliana di Norwich

23 luglio:

santa Brigida di Svezia

Cari fratelli e sorelle,

nella fervida vigilia del Grande Giubileo dell’Anno Duemila, il Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II proclamò santa Brigida di Svezia compatrona di tutta l’Europa. Questa mattina vorrei presentarne la figura, il messaggio, e le ragioni per cui questa santa donna ha molto da insegnare – ancor oggi – alla Chiesa e al mondo.

Conosciamo bene gli avvenimenti della vita di santa Brigida, perché i suoi padri spirituali ne redassero la biografia per promuoverne il processo di canonizzazione subito dopo la morte, avvenuta nel 1373. Brigida era nata settant’anni prima, nel 1303, a Finster, in Svezia, una nazione del Nord-Europa che da tre secoli aveva accolto la fede cristiana con il medesimo entusiasmo con cui la Santa l’aveva ricevuta dai suoi genitori, persone molto pie, appartenenti a nobili famiglie vicine alla Casa regnante.

Possiamo distinguere due periodi nella vita di questa Santa.

Il primo è caratterizzato dalla sua condizione di donna felicemente sposata. Il marito si chiamava Ulf ed era governatore di un importante distretto del regno di Svezia. Il matrimonio durò ventott’anni, fino alla morte di Ulf. Nacquero otto figli, di cui la secondogenita, Karin (Caterina), è venerata come santa. Ciò è un segno eloquente dell’impegno educativo di Brigida nei confronti dei propri figli. Del resto, la sua saggezza pedagogica fu apprezzata a tal punto che il re di Svezia, Magnus, la chiamò a corte per un certo periodo, con lo scopo di introdurre la sua giovane sposa, Bianca di Namur, nella cultura svedese.

Brigida, spiritualmente guidata da un dotto religioso che la iniziò allo studio delle Scritture, esercitò un influsso molto positivo sulla propria famiglia che, grazie alla sua presenza, divenne una vera “chiesa domestica”. Insieme con il marito, adottò la Regola dei Terziari francescani. Praticava con generosità opere di carità verso gli indigenti; fondò anche un ospedale. Accanto alla sua sposa, Ulf imparò a migliorare il suo carattere e a progredire nella vita cristiana. Al ritorno da un lungo pellegrinaggio a Santiago di Compostela, effettuato nel 1341 insieme ad altri membri della famiglia, gli sposi maturarono il progetto di vivere in continenza; ma poco tempo dopo, nella pace di un monastero in cui si era ritirato, Ulf concluse la sua vita terrena.

Questo primo periodo della vita di Brigida ci aiuta ad apprezzare quella che oggi potremmo definire un’autentica “spiritualità coniugale”: insieme, gli sposi cristiani possono percorrere un cammino di santità, sostenuti dalla grazia del Sacramento del Matrimonio. Non poche volte, proprio come è avvenuto nella vita di santa Brigida e di Ulf, è la donna che con la sua sensibilità religiosa, con la delicatezza e la dolcezza riesce a far percorrere al marito un cammino di fede. Penso con riconoscenza a tante donne che, giorno dopo giorno, ancor oggi illuminano le proprie famiglie con la loro testimonianza di vita cristiana. Possa lo Spirito del Signore suscitare anche oggi la santità degli sposi cristiani, per mostrare al mondo la bellezza del matrimonio vissuto secondo i valori del Vangelo: l’amore, la tenerezza, l’aiuto reciproco, la fecondità nella generazione e nell’educazione dei figli, l’apertura e la solidarietà verso il mondo, la partecipazione alla vita della Chiesa.

Quando Brigida rimase vedova, iniziò il secondo periodo della sua vita. Rinunciò ad altre nozze per approfondire l’unione con il Signore attraverso la preghiera, la penitenza e le opere di carità. Anche le vedove cristiane, dunque, possono trovare in questa Santa un modello da seguire. In effetti, Brigida, alla morte del marito, dopo aver distribuito i propri beni ai poveri, pur senza mai accedere alla consacrazione religiosa, si stabilì presso il monastero cistercense di Alvastra. Qui ebbero inizio le rivelazioni divine, che l’accompagnarono per tutto il resto della sua vita. Esse furono dettate da Brigida ai suoi segretari-confessori, che le tradussero dallo svedese in latino e le raccolsero in un’edizione di otto libri, intitolati Revelationes(Rivelazioni). A questi libri si aggiunge un supplemento, che ha per titolo appunto Revelationes extravagantes(Rivelazioni supplementari).

Le Rivelazioni di santa Brigida presentano un contenuto e uno stile molto vari. A volte la rivelazione si presenta sotto forma di dialoghi fra le Persone divine, la Vergine, i santi e anche i demoni; dialoghi nei quali anche Brigida interviene. Altre volte, invece, si tratta del racconto di una visione particolare; e in altre ancora viene narrato ciò che la Vergine Maria le rivela circa la vita e i misteri del Figlio. Il valore delle Rivelazionidi santa Brigida, talvolta oggetto di qualche dubbio, venne precisato dal Venerabile Giovanni Paolo II nella Lettera Spes Aedificandi: “Riconoscendo la santità di Brigida la Chiesa, pur senza pronunciarsi sulle singole rivelazioni, ha accolto l'autenticità complessiva della sua esperienza interiore” (n. 5).

Di fatto, leggendo queste Rivelazioni siamo interpellati su molti temi importanti. Ad esempio, ritorna frequentemente la descrizione, con dettagli assai realistici, della Passione di Cristo, verso la quale Brigida ebbe sempre una devozione privilegiata, contemplando in essa l’amore infinito di Dio per gli uomini. Sulla bocca del Signore che le parla, ella pone con audacia queste commoventi parole: “O miei amici, Io amo così teneramente le mie pecore che, se fosse possibile, vorrei morire tante altre volte, per ciascuna di esse, di quella stessa morte che ho sofferto per la redenzione di tutte” (Revelationes, Libro I,c. 59). Anche la dolorosa maternità di Maria, che la rese Mediatrice e Madre di misericordia, è un argomento che ricorre spesso nelle Rivelazioni.

Ricevendo questi carismi, Brigida era consapevole di essere destinataria di un dono di grande predilezione da parte del Signore: “Figlia mia – leggiamo nel primo libro delle Rivelazioni–, Io ho scelto te per me, amami con tutto il tuo cuore ... più di tutto ciò che esiste al mondo” (c. 1). Del resto, Brigida sapeva bene, e ne era fermamente convinta, che ogni carisma è destinato ad edificare la Chiesa. Proprio per questo motivo, non poche delle sue rivelazioni erano rivolte, in forma di ammonimenti anche severi, ai credenti del suo tempo, comprese le Autorità religiose e politiche, perché vivessero coerentemente la loro vita cristiana; ma faceva questo sempre con un atteggiamento di rispetto e di fedeltà piena al Magistero della Chiesa, in particolare al Successore dell’Apostolo Pietro.

Nel 1349 Brigida lasciò per sempre la Svezia e si recò in pellegrinaggio a Roma. Non solo intendeva prendere parte al Giubileo del 1350, ma desiderava anche ottenere dal Papa l’approvazione della Regola di un Ordine religioso che intendeva fondare, intitolato al Santo Salvatore, e composto da monaci e monache sotto l’autorità dell’abbadessa. Questo è un elemento che non deve stupirci: nel Medioevo esistevano fondazioni monastiche con un ramo maschile e un ramo femminile, ma con la pratica della stessa regola monastica, che prevedeva la direzione dell’Abbadessa. Di fatto, nella grande tradizione cristiana, alla donna è riconosciuta una dignità propria, e – sempre sull’esempio di Maria, Regina degli Apostoli – un proprio posto nella Chiesa, che, senza coincidere con il sacerdozio ordinato, è altrettanto importante per la crescita spirituale della Comunità. Inoltre, la collaborazione di consacrati e consacrate, sempre nel rispetto della loro specifica vocazione, riveste una grande importanza nel mondo d’oggi.

A Roma, in compagnia della figlia Karin, Brigida si dedicò a una vita di intenso apostolato e di orazione. E da Roma si mosse in pellegrinaggio in vari santuari italiani, in particolare ad Assisi, patria di san Francesco, verso il quale Brigida nutrì sempre grande devozione. Finalmente, nel 1371, coronò il suo più grande desiderio: il viaggio in Terra Santa, dove si recò in compagnia dei suoi figli spirituali, un gruppo che Brigida chiamava “gli amici di Dio”.

Durante quegli anni, i Pontefici si trovavano ad Avignone, lontano da Roma: Brigida si rivolse accoratamente a loro, affinché facessero ritorno alla sede di Pietro, nella Città Eterna.

Morì nel 1373, prima che il Papa Gregorio XI tornasse definitivamente a Roma. Fu sepolta provvisoriamente nella chiesa romana di San Lorenzo in Panisperna, ma nel 1374 i suoi figli Birger e Karin la riportarono in patria, nel monastero di Vadstena, sede dell’Ordine religioso fondato da santa Brigida, che conobbe subito una notevole espansione. Nel 1391 il Papa Bonifacio IX la canonizzò solennemente.

La santità di Brigida, caratterizzata dalla molteplicità dei doni e delle esperienze che ho voluto ricordare in questo breve profilo biografico-spirituale, la rende una figura eminente nella storia dell’Europa. Proveniente dalla Scandinavia, santa Brigida testimonia come il cristianesimo abbia profondamente permeato la vita di tutti i popoli di questo Continente. Dichiarandola compatrona d’Europa, il Papa Giovanni Paolo II ha auspicato che santa Brigida – vissuta nel XIV secolo, quando la cristianità occidentale non era ancora ferita dalla divisione – possa intercedere efficacemente presso Dio, per ottenere la grazia tanto attesa della piena unità di tutti i cristiani. Per questa medesima intenzione, che ci sta tanto a cuore, e perché l’Europa sappia sempre alimentarsi dalle proprie radici cristiane, vogliamo pregare, cari fratelli e sorelle, invocando la potente intercessione di santa Brigida di Svezia, fedele discepola di Dio e compatrona d’Europa. Grazie per l’attenzione.

22 luglio: festa di

santa Maria Maddalena

Il 22 luglio si celebra la festa di santa Maria Maddalena.


Chi era costei? Lo possiamo scoprire leggendo il Vangelo di san Giovanni.

“Maria invece stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: «Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro»». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. (Gv 20,11-18)

All'alba del nuovo giorno Maria Maddalena è la prima a recarsi di nuovo al sepolcro  e sta, desolata, davanti al sepolcro vuoto; cerca il corpo del suo Signore e piange perché non sa dove trovarlo.

Non desistendo dal desiderare e dal cercare Gesù, pur dopo averlo visto morire di una morte infame e aver sentito il peso di un enorme masso chiudere il suo sepolcro, questa donna dimostra come l’amore vero non abbia misura e mai si stanchi.

Alla Maddalena, in lacrime Gesù si rivolge chiamandola semplicemente per nome: "Maria!", si fa da lei riconoscere premiandola per il suo amore sconfinato e a lei affida l'annuncio del grande mistero: "Va' a dire ai miei fratelli: io salgo al Padre mio e Padre vostro, al mio Dio e vostro Dio". Maria Maddalena è la prima fra le donne al seguito di Gesù a proclamarlo come Colui che ha vinto la morte, la prima apostola ad annunciare il gioioso messaggio della Pasqua. È l’alba del “primo” giorno, del tempo della grazia; è l’inizio di una speranza nuova germinata sull’albero della croce.

Proprio perché è testimone oculare del Cristo Risorto, è anche la prima a darne testimonianza davanti agli apostoli. Apostolo significa “inviato”, per cui lei è stata la prima “inviata degli inviati”, l’evangelizzatrice per eccellenza e per questo è stata definita “apostola degli apostoli”

“Maria Maddalena è la donna che vide ciò che gli apostoli non videro” dice san Giovanni Crisostomo, è la discepola che incarna la passione per la ricerca dell’amato, è dunque il modello di una vita consacrata totalmente alla ricerca appassionata del Signore.

A Maria Maddalena dovrebbe ispirarsi il sacerdote; ne dovrebbe incarnare l’amore ardente per il Signore, la ricerca amorosa e costante e il desiderio incontenibile di annunciare che Lui è vivo e si è fatto conoscere chiamandolo per nome.

Anche noi, se cerchiamo il Signore con animo semplice e sincero, lo incontreremo, anzi sarà Lui stesso a venirci incontro; si farà riconoscere, ci chiamerà per nome, ci farà cioè entrare nell’intimità del suo amore e la nostra preghiera: «Dacci Sacerdoti Santi» sarà esaudita.

 

 

Signore, donaci sacerdoti che ti cerchino con lo stesso ardore di santa Maria Maddalena

 

 

Preghiera a

Gesù Sacramentato

per le vocazioni

O Gesù misericordioso, vivo in mezzo a Noi, a Te volgiamo il nostro sguardo adorante  prostrati davanti alla Tua Presenza nell'Eucarestia. O Gesù, unico, sommo ed eterno sacerdote, mancando i ministri ordinati, chiamati a svolgere la missione affidata agli apostoli da te prescelti e consacrati, non c'è Eucarestia, non c'è Chiesa. O Gesù, Vita vera, veramente, sostanzialmente, realmente presente nel sacramento dell'Altare, concedi alla tua Chiesa la grazia di vivere sempre nel tuo Amore e di non mancare mai del dono di presbiteri santi, innamorati di Dio e della Chiesa.

Amen.

Preghiera

Ti cerco Signore,
nel silenzio del mio cuore,
dove riposano i dolori e le speranze
del mio Cammino..
Guardo la Tua Croce e ritrovo la forza
di abbracciare e portare la mia.
Aiutami Gesù, povero e crocifisso,
a lasciarmi mettere a nudo da ogni orgoglio e vanità, insegnami a consumarmi e donarmi con sincerità.
In ogni abbandono, derisione, ferita, delusione... io ritrovi, in Te,
la Strada della Pace, del Cielo, della Tenerezza, della Libertà, dell'Amore!

CORONCINA

AL PREZIOSISSIMO SANGUE

PER I SACERDOTI

O Dio, vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto..

Gloria al Padre...

 

  1. Gesù versò Sangue nella circoncisione(Lc 2, 21)

O Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, il primo Sangue che hai versato per la nostra salvezza riveli ai tuoi Sacerdoti il valore della vita e il dovere di viverla con fedeltà e coraggio, perché poi sappiano infondere nel cuore dei fedeli la stima della vita in tutte le sue fasi.


Ripeti 10 volte: "Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".

Ti supplichiamo, o Signore, di soccorrere i tuoi figli, che hai redenti con il tuo Sangue prezioso.


       2. Gesù versò Sangue nell'orto degli ulivi(Lc 22, 39ss)


O Figlio di Dio, il tuo sudore di Sangue nel Getsemani susciti nei tuoi Sacerdoti l'odio al peccato, l'unico vero male che ruba loro il tuo amore e rende triste la loro vita e infondi nei loro cuori un grande desiderio di santità.


Ripeti 10 volte: "Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".


          3. Gesù versò Sangue nella flagellazione(Gv 19,1)


O Maestro divino, il Sangue della flagellazione sproni i tuoi Sacerdoti ad amare la purezza, perché possano vivere nell'intimità della tua amicizia e intessere legami di amicizia  vera  e sincera con chiunque li avvicini.


Ripeti 10 volte: "Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".

 

          4.Gesù versò Sangue nella coronazione di spine (Gv 19, 2-5)


O Re dell'universo, il Sangue della coronazione di spine distrugga l’egoismo e l’orgoglio nel cuore dei tuoi Sacerdoti, perché possano servire in umiltà i fratelli bisognosi e crescere nel tuo amore.


Ripeti 10 volte: "Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".

 

          5.Gesù versò Sangue sulla via del Calvario(Gv 19, 18)

O Salvatore del mondo, il Sangue versato sulla via dei Calvario illumini il cammino dei sacerdoti e li aiuti a portare la croce con te, per completare in se stessi la tua passione per la redenzione di tutti gli uomini

 

Ripeti 10 volte: "Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".


          6.Gesù versò Sangue nella crocifissione (Lc 23, 33-34)


O Agnello di Dio, immolato per noi, insegna ai tuoi sacerdoti il perdono delle offese e l'amore ai nemici. E tu, Madre del Signore e nostra, rivela ad essi  la potenza e le ricchezze del Sangue prezioso di Gesù versato per loro e per tutti.


Ripeti 10 volte: "Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".


         7.Gesù versò Sangue nella lanciata al Cuore (Gv 19, 31 ss)


O Cuore adorabile, trafitto per noi, accogli le preghiere dei Sacerdoti per il popolo, le attese dei poveri, le lacrime dei sofferenti, le speranze dei popoli, perché tutta l'umanità si riunisca nel tuo regno di amore, di giustizia e di pace.


Ripeti 10 volte: "Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".

 

Alla fine:


Signore Gesù Cristo, che ci hai redenti con il

tuo Sangue prezioso, noi ti adoriamo!

Il Sangue, che hai versato per la nostra redenzione,

 ci purifichi dal peccato e ci salvi

dalle insidie del maligno. Amen

Preghiera per ottenere grazie per intercessione

di papa Benedetto XVI

Dio Eterno e Onnipotente,

che hai ispirato nel cuore del tuo servo,

Papa Benedetto XVI,

il sincero desiderio di incontrarti ed annunciarti,

diventando un umile “cooperatore della verità”

e offrendosi come servo, per Cristo e per la Chiesa,

fa’ che anche io sappia amare la Chiesa di Cristo

e possa seguire nella mia vita

le verità eterne che essa proclama.

Degnati, Signore, di glorificare il tuo servo,

Papa Benedetto XVI,

e concedi, per sua intercessione,

la grazia che ora ti chiedo (esprimi la tua richiesta). Amen.

 

Padre Nostro, Ave Maria e Gloria al Padre.

11 luglio: festa di

san Benedetto da Norcia

Nell’intero secondo libro dei Dialoghi san Gregorio Magno ci illustra come la vita di san Benedetto fosse immersa in un’atmosfera di preghiera, fondamento portante della sua esistenza. Senza preghiera non c’è esperienza di Dio. Ma la spiritualità di Benedetto non era un’interiorità fuori dalla realtà. Nell’inquietudine e nella confusione del suo tempo, egli viveva sotto lo sguardo di Dio e proprio così non perse mai di vista i doveri della vita quotidiana e l’uomo con i suoi bisogni concreti. Vedendo Dio capì la realtà dell’uomo e la sua missione. Nella sua Regola egli qualifica la vita monastica “una scuola del servizio del Signore” (Prol. 45) e chiede ai suoi monaci che “all’Opera di Dio [cioè all’Ufficio Divino o alla Liturgia delle Ore] non si anteponga nulla” (43,3). Sottolinea, però, che la preghiera è in primo luogo un atto di ascolto (Prol. 9-11), che deve poi tradursi nell’azione concreta. “Il Signore attende che noi rispondiamo ogni giorno coi fatti ai suoi santi insegnamenti”, egli afferma (Prol. 35). Così la vita del monaco diventa una simbiosi feconda tra azione e contemplazione “affinché in tutto venga glorificato Dio” (57,9). In contrasto con una autorealizzazione facile ed egocentrica, oggi spesso esaltata, l’impegno primo ed irrinunciabile del discepolo di san Benedetto è la sincera ricerca di Dio (58,7) sulla via tracciata dal Cristo umile ed obbediente (5,13), all’amore del quale egli non deve anteporre alcunché (4,21; 72,11) e proprio così, nel servizio dell’altro, diventa uomo del servizio e della pace. Nell’esercizio dell’obbedienza posta in atto con una fede animata dall’amore (5,2), il monaco conquista l’umiltà (5,1), alla quale la Regola dedica un intero capitolo (7). In questo modo l’uomo diventa sempre più conforme a Cristo e raggiunge la vera autorealizzazione come creatura ad immagine e somiglianza di Dio.

 

All’obbedienza del discepolo deve corrispondere la saggezza dell’Abate, che nel monastero tiene “le veci di Cristo” (2,2; 63,13). La sua figura, delineata soprattutto nel secondo capitolo della Regola, con un profilo di spirituale bellezza e di esigente impegno, può essere considerata come un autoritratto di Benedetto, poiché – come scrive Gregorio Magno – “il Santo non poté in alcun modo insegnare diversamente da come visse” (Dial. II, 36). L’Abate deve essere insieme un tenero padre e anche un severo maestro (2,24), un vero educatore. Inflessibile contro i vizi, è però chiamato soprattutto ad imitare la tenerezza del Buon Pastore (27,8), ad “aiutare piuttosto che a dominare” (64,8), ad “accentuare più con i fatti che con le parole tutto ciò che è buono e santo” e ad “illustrare i divini comandamenti col suo esempio” (2,12). Per essere in grado di decidere responsabilmente, anche l’Abate deve essere uno che ascolta “il consiglio dei fratelli” (3,2), perché “spesso Dio rivela al più giovane la soluzione migliore” (3,3). Questa disposizione rende sorprendentemente moderna una Regola scritta quasi quindici secoli fa! Un uomo di responsabilità pubblica, e anche in piccoli ambiti, deve sempre essere anche un uomo che sa ascoltare e sa imparare da quanto ascolta.

 

Benedetto qualifica la Regola come “minima, tracciata solo per l’inizio” (73,8); in realtà però essa offre indicazioni utili non solo ai monaci, ma anche a tutti coloro che cercano una guida nel loro cammino verso Dio. Per la sua misura, la sua umanità e il suo sobrio discernimento tra l’essenziale e il secondario nella vita spirituale, essa ha potuto mantenere la sua forza illuminante fino ad oggi. Paolo VI, proclamando nel 24 ottobre 1964 san Benedetto Patrono d’Europa, intese riconoscere l’opera meravigliosa svolta dal Santo mediante la Regola per la formazione della civiltà e della cultura europea. Oggi l’Europa – uscita appena da un secolo profondamente ferito da due guerre mondiali e dopo il crollo delle grandi ideologie rivelatesi come tragiche utopie – è alla ricerca della propria identità. Per creare un’unità nuova e duratura, sono certo importanti gli strumenti politici, economici e giuridici, ma occorre anche suscitare un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del Continente, altrimenti non si può ricostruire l’Europa. Senza questa linfa vitale, l’uomo resta esposto al pericolo di soccombere all’antica tentazione di volersi redimere da sé – utopia che, in modi diversi, nell’Europa del Novecento ha causato, come ha rilevato il Papa Giovanni Paolo II, “un regresso senza precedenti nella tormentata storia dell’umanità” (Insegnamenti, XIII/1, 1990, p. 58). Cercando il vero progresso, ascoltiamo anche oggi la Regola di san Benedetto come una luce per il nostro cammino. Il grande monaco rimane un vero maestro alla cui scuola possiamo imparare l’arte di vivere l’umanesimo vero.


BENEDETTO XVI - UDIENZA GENERALE - Piazza San Pietro - Mercoledì, 9 aprile 2008

 

Importanza della preghiera


Sia sempre la nostra anima una casa di preghiera!

"La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri" (Mt 21,13): questo ci indica il rispetto infinito che dobbiamo avere per ogni chiesa, cappella; con quale raccoglimento, quale rispetto occorre tenervi. (...) La parola di Nostro Signore ci dice ancora un'altra cosa, ella si applica alla nostra anima: la nostra anima, anche, è casa di preghiera; la preghiera deve elevarsi al cielo senza interruzione, come fumo d'incenso, mentre quante volte, ahimè! le distrazioni, i pensieri terrestri, i pensieri che non sono per la maggior gloria di Dio, i pensieri perfino cattivi la occupano, la riempiono di rumore, di turbamento e sporcizia e ne fanno una spelonca di ladri! ... Sforziamoci con tutta la forza di far sì che il nostro spirito sia sempre occupato da Dio o da quanto ci incarica di fare al Suo servizio; ed anche, facendo quanto ci incarica di fare, che gettiamo sempre uno sguardo a Lui, senza mai allontanare il cuore in alcun modo, e gli occhi il meno possibile, così che gli occhi siano occupati per quanto è necessario e per nulla il nostro cuore: Dio sia il Re dei nostri pensieri, il Signore dei nostri pensieri, non ci abbandoni mai il Suo pensiero e tutto quanto diciamo, facciamo, pensiamo, sia per Lui, sia diretto dal Suo amore. (...) Sia così la nostra anima una casa di preghiera, mai una spelonca di ladri. Nulla di estraneo vi abbia accesso; alcuna cosa profana vi entri, neppure per un attimo. Si occupi incessantemente del suo Amato... Quando si ama, non si perde di vista quanto si ama...

San Charles de Foucauld

Il preziosissimo Sangue di Gesù

«Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: “Non gli sarà spezzato alcun osso”. E un altro passo della Scrittura dice ancora: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”» (Gv 19,31-37).

 “Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua”.

«Il Sangue di Cristo non è soltanto espiazione del peccato, non è solo giustizia riparatrice, ma è anche, e ancor più, manifestazione di un Amore infinito e misericordioso. Non ristabilisce soltanto la dignità dell’uomo compromessa dal peccato, ma innalza anche l’uomo alla ‘partecipazione della natura divina’» (Giovanni Paolo II, Udienza generale, 22 ottobre 1986).

Gesù è stato il sommo Sacerdote che ha offerto al divin Padre il proprio Sangue per la remissione dei nostri peccati. E per perpetuare la sua offerta, nell’ultima Cena, dopo l’istituzione dell’Eucarestia, istituì anche il Sacerdozio: «Fate questo in memoria di me». 

«Il Sacerdote, dice S. Tommaso, dovendo essere ministro del Prezioso Sangue è consacrato dal Sangue di Cristo». Nella consacrazione egli riceve i più ampi poteri: consacrare il Corpo e il Sangue di Cristo, assolvere dai peccati, conferire la Grazia nei Sacramenti, pregare per il popolo e in nome del popolo cristiano,

I Sacerdoti, secondo un’espressione di Santa Caterina da Siena, sono ministri del Sangue di Cristo: ne sono ministri perché lo rendono presente sull’altare e ne sono ministri nell’esercizio del sacramento della confessione, quando versano sulle anime il Sangue di Cristo, Sangue così onnipotente che le fa risorgere dalla morte spirituale e conferisce ad esse la vita eterna della grazia.

È necessario pertanto chiedere al Signore numerosi e santi Sacerdoti che, con la loro potestà, ci immergano nell’onda di questo Sangue di cui, nell’inno “Adoro te devote”, san Tommaso dice: “Pio Pellicano, Signore Gesù, purifica me, immondo, col Tuo sangue, del quale una sola goccia può salvare il mondo intero da ogni peccato”.

Durante il mese di luglio è bene recitare ogni giorno la coroncina al Sangue di Cristo per la santificazione dei Sacerdoti e per le vocazioni sacerdotali e religiose.

 

CORONCINA AL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU’ PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI


Con fede viva nella potenza del Sangue di Cristo preghiamo e diciamo:


(Sui grani grandi della Corona del Rosario si dice)


Eterno Padre, io Ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria il Sangue preziosissimo di Gesù Cristo, per la santificazione dei Sacerdoti, per le vocazioni sacerdotali e religiose, per la conversione di tutti i peccatori, per i moribondi e per le anime sante del Purgatorio!


(Sui grani piccoli della Corona del Rosario si dice)


“Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra di essi per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo”.


Alla fine: Pater, Ave, Gloria


PREGHIAMO


Sangue prezioso di Gesù, simbolo e prezzo del nostro riscatto, continua a sgorgare dalle Sue piaghe sante, dal Suo Cuore innamorato di noi! Profuma sempre più i cuori dei nostri Sacerdoti, perché ci comunichino, per intercessione di Maria, il Tuo Amore misericordioso. Apriti un varco in tante anime sacerdotali profanate dalla colpa e inveterate nel vizio e fa’ che tornino a te sinceramente pentite. Scorri copioso nelle anime dei nostri ragazzi, per lasciarvi i germi della vocazione al Sacerdozio. Amen.

 

 

EUCARISTIA, VITA DELLA CHIESA E DI OGNI CRISTIANO

         dal "Catechismo della Chiesa Cattolica"

Il modo della presenza di Cristo sotto le specie eucaristiche è unico. Esso pone l'Eucaristia al di sopra di tutti i sacramenti e ne fa « quasi il coronamento della vita spirituale e il fine al quale tendono tutti i sacramenti ». 201 Nel Santissimo Sacramento dell'Eucaristia è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l'anima e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero. 202 « Tale presenza si dice "reale" non per esclusione, quasi che le altre non siano "reali", ma per antonomasia, perché è sostanziale, e in forza di essa Cristo, Dio e uomo, tutto intero si fa presente ». (1374)

È per la conversione del pane e del vino nel suo Corpo e nel suo Sangue che Cristo diviene presente in questo sacramento. I Padri della Chiesa hanno sempre espresso con fermezza la fede della Chiesa nell'efficacia della parola di Cristo e dell'azione dello Spirito Santo per operare questa conversione. San Giovanni Crisostomo, ad esempio, afferma:

« Non è l'uomo che fa diventare le cose offerte Corpo e Sangue di Cristo, ma è Cristo stesso, che è stato crocifisso per noi. Il sacerdote, figura di Cristo, pronunzia quelle parole, ma la virtù e la grazia sono di Dio. Questo è il mio Corpo, dice. Questa parola trasforma le cose offerte ». (1375)

Preghiamo per tutti i Sacerdoti perché mai abbiano a dubitare della Presenza reale di Gesù nella santissima Eucaristia, perché la celebrino il meno indegnamente possibile e con devozione e insegnino, con il loro esempio, ai fedeli il rispetto dovuto a questo augusto Sacramento e la necessaria santità di vita per accostarsi alla santa Comunione.

3 Luglio

festa di san Tommaso apostolo

PREGHIERA A SAN TOMMASO


O caro e glorioso San Tommaso, tu sei modello perché hai creduto: con il tuo esempio aiutaci a seguire sempre Gesù e a riconoscerlo Maestro di verità.

O caro e glorioso San Tommaso, tu hai creduto perché hai veduto: con la tua intercessione aiutaci a credere anche senza vedere e a sperare oltre ogni umana possibilità.

O caro e glorioso San Tommaso, tu hai veduto perché cercavi: con il tuo coraggio aiutaci a cercare Gesù sopra ogni cosa e nulla anteporre al Suo amore.

O caro e glorioso San Tommaso, tu hai cercato perché amavi: con il tuo esempio aiutaci ad amare Gesù sopra ogni cosa e a servirlo nei nostri fratelli.

O caro e glorioso San Tommaso, tu hai amato perché fosti scelto: con la tua presenza aiutaci ad apprezzare la vocazione cristiana e a condividerne la gioia

O caro e glorioso San Tommaso, tu fosti scelto perché prediletto: con le tue preghiere aiutaci a riconoscere Gesù presente tra noi per incontrarlo un giorno in paradiso. Amen

Luglio:

mese dedicato

al preziosissimo Sangue

di Gesù

Il mese di luglio è dedicato alla devozione al Preziosissimo Sangue di Cristo, effuso per il perdono dei nostri peccati.

San Giovanni Battista ha presentato Gesù al mondo dicendo: “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!” (Gv 1,29). Senza il Sangue di quell’Agnello non c’è salvezza. Il Sangue di Cristo rappresenta la sua vita, offerta con amore alla giustizia del Padre per il perdono dei peccati di tutti gli uomini, di ogni tempo e luogo. “Questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati” (Mt 26,28).


In ogni celebrazione eucaristica, si rende presente, insieme al Corpo di Cristo, il suo prezioso Sangue della nuova ed eterna Alleanza, versato “per molti” in remissione dei peccati (cfr. Mt 26,27).

La virtù di questo Sangue della redenzione è all’opera anche nel sacramento della Confessione. Mediante il ministero della Chiesa e dei sacerdoti, Cristo ci perdona dai peccati e lava la nostra anima con il suo prezioso Sangue. Per questo san Tommaso d’Aquino diceva: “Il sangue di Cristo è la chiave del paradiso”.


Questa devozione prese la sua forma moderna da santa Caterina da Siena, la profetessa del preziosissimo Sangue, chiamata anche la “Mistica del Sangue” perché il Sangue prezioso di Gesù era costantemente nel suo pensiero. Ella diceva: “O Gesù, il mio cuore diventa fuoco, pensando a Te!”.

Nella sua opera Dialoghi scrive: “Quel Sangue è l’unico maestro. Il Sangue di Gesù ci ha nuovamente creati”. Con l’invocazione al prezioso Sangue ottenne la conversione del cavaliere perugino Niccolò Toldo, condannato ingiustamente alla pena capitale. Sarebbe morto disperato e con l’odio nel cuore se non fosse intervenuta santa Caterina. L’accompagnò ella stessa sul patibolo, gli parlò del Sangue di Gesù, prese il suo capo fra le mani, glielo aggiustò sotto la mannaia ed il poveretto morì esclamando: “Gesù! Caterina!”.


La festa del preziosissimo Sangue fu istituita dal beato Pontefice Pio IX e fissata al 1º luglio. Il suo significato è l’universalità e l’efficacia redentrice del preziosissimo Sangue. Papa Giovanni XXIII nel 1960, volle che, alle invocazioni in riparazione delle bestemmie che si recitano a conclusione dell’esposizione eucaristica (“Dio sia benedetto”) fosse aggiunto, per tutta la Chiesa, “benedetto il suo preziosissimo Sangue”.


A Ferrara, nella chiesetta di S. Maria in Vado, nella Pasqua del 1171, un sacerdote che celebrava la S. Messa fu assalito da forti dubbi sulla reale presenza di Gesù Cristo nell’Eucarestia. Dopo l’elevazione, quand’egli spezzò l’Ostia consacrata, ne uscì sangue con tanta veemenza che ne rimasero spruzzate le pareti e la volta. La fama di tanto prodigio si sparse per tutto il mondo e la pietà dei fedeli eresse una grandiosa basilica che racchiude intatte le pareti e la volta del piccolo tempio, sulle quali ancora oggi, circondate da tanti anellini d’oro, si possono vedere chiaramente le gocce del Sangue prezioso.

 

PREGHIERA AL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESÙ


Perché ti degni di moltiplicare nella Tua Chiesa Sacerdoti innamorati dell’Eucaristia,


Ti offriamo, o Padre il Sangue di Gesù!


Perché ti degni di concedere alla Tua Chiesa sacerdoti che celebrino il santo Sacrificio con fede e devozione,


Ti offriamo, o Padre il Sangue di Gesù!


Perché ti degni di benedire tutti i Sacerdoti che dedicano davvero la propria vita all’avvento del regno,


Ti offriamo, o Padre il Sangue di Gesù!


Perché ti degni di custodire i Sacerdoti santi affinché siano ogni giorno più santi per la Tua gloria e la salvezza delle anime,


Ti offriamo, o Padre il Sangue di Gesù!


Per le necessità spirituali e temporali dei Sacerdoti, per quelle dei loro parenti ed amici e per i loro stessi nemici,


Ti offriamo, o Padre il Sangue di Gesù!


Per i Sacerdoti ammalati o moribondi che presto passeranno all’altra vita,


Ti offriamo, o Padre il Sangue di Gesù!


Per i Sacerdoti defunti dei quali non si ricorda mai nessuno e che non ricevono nessun suffragio da quei fedeli che hanno tanto beneficato,


Ti offriamo, o Padre il Sangue di Gesù! Amen!