Il Paradiso non è lontano da noi ‐ ci separa dal Paradiso un'ombra, un velo sottile: noi dobbiamo vivere come folgorati dal presentimento di un'arcana Presenza. ( Don Divo Barsotti)
Preghiamo perché il Signore ci doni Sacerdoti santi che sappiano scoprire e farci scoprire la Sua Presenza nella nostra vita di ogni giorno.
Ogni volta che facciamo un salto, ricadiamo a terra. Le mele e le foglie cadono dagli alberi. Ogni cosa è attratta dalla Terra grazie alla forza di gravità.
La forza di gravità è presente anche sulla Luna. Ma, dato chela Luna è più piccola della Terra, l’attrazione che esercita non è così grande come quella della Terra.
Questa è la ragione per cui un astronauta che salta sulla superficie lunare si trasforma automaticamente in un campione del salto in lungo: può infatti fare salti che vanno oltre i10 metri! Nell’universo, questa forza di attrazione esiste tra tutti i corpi che possiedono una massa.
Anche noi siamo pezzetti di materia, stiamo esercitando un’attrazione, anche se impercettibile, su chi ci vive accanto.
Il Sole è molto più grande della Terra e quindi esercita una forza maggiore. Grazie a questa forza d’attrazione la Terra con tutti i suoi pianeti (Marte, Uranio, Giove, Saturno e gli altri), rimane in orbita attorno al sole formando assieme il sistema solare.
Ma il Sole, che tutto ha creato e tutti ci coinvolge nel suo sistema divino, ci fa esclamare: nulla potrà sottrarci al tuo calore. L’attrattiva che invincibilmente esercita su di noi ci fa dire: ci hai fatti per Te; nessuna massa della terra e nessuna forza del cielo ci potranno mai separare dal Tuo Amore.
Siamo coinvolti, travolti nella invincibile attrattiva del Sistema Divino di Colui che muove il sole e le altre stelle.
Di Andrea Panont, O.C.D.
(Si recita con la classica corona del Rosario)
+ Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Gloria al Padre
Credo
PRIMO MISTERO EUCARISTICO
Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per ricordarci la sua passione e morte. Preghiamo per tutti i sacerdoti che, con la celebrazione della santa Messa, ci permettono di comunicare alla passione e alla morte del Signore.
Sui grani grandi: Padre nostro
Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:
Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.
Gloria al Padre
SECONDO MISTERO EUCARISTICO
Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per rimanere con noi tutto il tempo della nostra vita. Preghiamo per tutti i Sacerdoti che adorano con devozione il Santissimo Sacramento e promuovono l’adorazione perpetua nelle loro parrocchie.
Sui grani grandi: Padre nostro
Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:
Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.
Gloria al Padre
TERZO MISTERO EUCARISTICO
Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per perpetuare il suo Sacrificio sugli altari per noi, sino alla fine del mondo. Preghiamo per tutti i Sacerdoti perché la loro vita sia un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio per la salvezza dei fratelli.
Sui grani grandi: Padre nostro
Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:
Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.
Gloria al Padre
QUARTO MISTERO EUCARISTICO
Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per farsi cibo e bevanda dell’anima nostra. Preghiamo per tutti i Sacerdoti perché non abbiano mai a mangiare indegnamente il Corpo del Signore e insegnino ai fedeli a ricevere l’Eucaristia soltanto se sono in grazia di Dio.
Sui grani grandi: Padre nostro
Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:
Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.
Gloria al Padre
QUINTO MISTERO EUCARISTICO
Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per visitarci nel momento della nostra morte e per portarci in Paradiso. Preghiamo per tutti i Sacerdoti che assistono i moribondi e li accompagnano incontro al Signore.
Sui grani grandi: Padre nostro
Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:
Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.
Gloria al Padre
Salve Regina
Signore, pietà
Signore, pietà.
Cristo, pietà
Cristo pietà.
Signore, pietà
Signore, pietà.
Cristo, ascoltaci
Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici
Cristo, esaudiscici.
Padre del cielo, che sei Dio
abbi pietà di noi.
Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio
abbi pietà di noi.
Spirito Santo, che sei Dio
abbi pietà di noi.
Santa Trinità, unico Dio
abbi pietà di noi.
Santissima Eucaristia
noi ti adoriamo.
Dono ineffabile del Padre
noi ti adoriamo.
Segno dell'amore supremo del Figlio
noi ti adoriamo.
Prodigio di carità dello Spirito Santo
noi ti adoriamo.
Frutto benedetto della Vergine
noi ti adoriamo.
Sacramento del Corpo e del Sangue di Gesù
noi ti adoriamo.
Sacramento che perpetua il sacrificio della croce
noi ti adoriamo.
Sacramento della nuova ed eterna Alleanza
noi ti adoriamo.
Memoriale della morte e risurrezione del Signore
noi ti adoriamo.
Memoriale della nostra salvezza
noi ti adoriamo.
Sacrificio di lode e di ringraziamento
noi ti adoriamo.
Sacrificio d'espiazione e di conciliazione
noi ti adoriamo.
Dimora di Dio con gli uomini
noi ti adoriamo.
Banchetto di nozze dell'Agnello
noi ti adoriamo.
Pane vivo disceso dal cielo
noi ti adoriamo.
Manna piena di dolcezza
noi ti adoriamo.
Vero Agnello pasquale
noi ti adoriamo.
Viatico della Chiesa pellegrina nel mondo
noi ti adoriamo.
Rimedio della nostra quotidiana fatica
noi ti adoriamo.
Farmaco di immortalità
noi ti adoriamo.
Mistero della fede
noi ti adoriamo.
Sostegno della speranza
noi ti adoriamo.
Vincolo della carità Segno di unità e di pace
noi ti adoriamo.
Sorgente di gioia purissima
noi ti adoriamo.
Sacramento che germina i vergini
noi ti adoriamo.
Sacramento che dà forza e vigore
noi ti adoriamo.
Pregustazione del banchetto celeste
noi ti adoriamo.
Pegno della nostra risurrezione
noi ti adoriamo.
Pegno della gloria futura
noi ti adoriamo.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
perdonaci Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
ascoltaci Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
abbi pietà di noi.
Hai dato loro il pane disceso dal cielo.
Che porta in sé ogni dolcezza.
PREGHIAMO
Signore Gesù Cristo, che nel mirabile Sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della Tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della Redenzione, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
1 Pater, 1 Ave e 1 Gloria per il Papa
Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele (Ger, 31,3)
«Io sono più intimo alla tua anima che essa a se stessa» «Io non ti ho amata per scherzo» (Parole di Gesù a Santa Angela da Foligno)
La preghiera sgorga da questa considerazione: sentirsi amati da Dio. La preghiera vera è dialogo di amicizia, colloquio a tu per tu con Dio che è Padre-Amico, dialogo interpersonale tra amici; cosa che nasce dalla scoperta di essere oggetto dell’Amore infinito di Dio, di essere cioè termine di questo Amore infinito di un Dio che fin dall’eternità mi ama.
In qualsiasi stazione ferroviaria, appena giungi al binario dove aspettare l’arrivo del tuo treno, dagli altoparlanti ti piove addosso una serie ininterrotta di avvisi dati ai signori viaggiatori.
O è l’arrivo imminente d’un treno, o la partenza d’un altro. Può trattarsi d’un cambio di orario o il ritardo d’un convoglio: oppure lo scambio di binario d’un treno che parte o arriva.
Ma ciò che ultimamente mi sta meravigliando è che, dopo ogni avviso, breve o lungo, importante o meno, venga ripetuta in forma quasi ossessiva la raccomandazione: “Allontanarsi dalla linea gialla”.
Mi informo chiedendo il perché d’un simile preoccupato e preoccupante martellamento: “E’ questione di vita o di morte – è la risposta – si sono avverati troppi incidenti mortali a causa del mancato rispetto della dovuta distanza dai binari al passaggio frequente e improvviso dei treni”.
Sembrava volermi dire e convincere, se ce ne fosse bisogno: “Se ami la vita ringrazia la linea gialla che ti segnala la presenza e il limite del pericolo”. Lì per lì gli ribadisco che io amo la vita, ringrazio chi ha messo la linea gialla e me la segnala.
Mi sono detto che il limite da cui stare lontano per salvare la “vita vera” è esattamente il “mio io”. E’ la linea gialla che mi richiama la questione di vita o di morte.
Il mio io mi trascina e mi travolge nel passaggio improvviso e imprevisto dell’egoismo sempre in agguato; ed è subito morte.
Starmene lontano è godere la “libertà di poter amare”.
Padre Andrea Panont
O Gesù siamo qui ai tuoi piedi a chiederti misericordia per tutti nostri fratelli.
Mai come oggi ti abbiamo offeso così tanto ma tu paziente, umile e buono, Dio misericordioso continui ad amarci.
Gesù ti affidiamo in quest'epoca così difficile tutti i Sacerdoti e in particolar modo quelli che ci sono più cari.
Essi hanno bisogno del tuo aiuto, della tua forza, del tuo amore, del dono della perseveranza perché le tentazioni che li spingono a seguire la via del peccato e a scoraggiarsi son moltissime e facilmente li inducono a imboccare la via larga, che porta alla perdizione, lasciando quella stretta che porta a te.
O Gesù, sostienili, guidali, santificali, formali secondo il tuo cuore, dona loro la capacità di perseverare nelle tribolazioni, trovando la forza necessaria nella preghiera assidua e fervorosa.
Fa’ che sappiano tenere lo sguardo fisso su di te, su quella piccola Ostia, in cui sei Presente con il tuo Corpo, con il tuo Sangue e con la Tua Divinità e qui imparare ad
abbracciare con amore la Croce che porta alla resurrezione, per poter ricondurre a te tante anime che brancolano nel buio più profondo..
Gesù Ostia, ti offriamo tutte le comunioni che faremo per il loro bene e tutte le più piccole azioni per la loro santificazione e ti chiediamo di non distogliere mai il tuo sguardo da loro, di tenerli per mano e di non permettere mai che il male prenda il sopravvento su di loro.
Gesù, Maria vi preghiamo intensamente per tutti loro.
Maria Santissima tu che hai amato tanto il tuo figlio Gesù e lo hai custodito ed educato per tutto il periodo della sua infanzia e giovinezza, fa’ lo stesso con i suoi ministri. Mettili sotto il tuo manto e intercedi per loro presso Dio.
Lode e gloria a te Signore Gesù, benedetto sia sempre il tuo Santissimo Nome, insieme a quello della tua Santissima Madre Maria. Amen
Con fede viva nella potenza del Sangue di Cristo preghiamo e diciamo:
(Sui grani grandi della Corona del Rosario si dice)
Eterno Padre, io Ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria il Sangue preziosissimo di Gesù Cristo, per la santificazione dei Sacerdoti, per le vocazioni sacerdotali e religiose, per la conversione di tutti i peccatori, per i moribondi e per le anime sante del Purgatorio!
(Sui grani piccoli della Corona del Rosario si dice)
“Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra di essi per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo”.
Alla fine:
Pater, Ave, Gloria,
PREGHIAMO
Sangue prezioso di Gesù, simbolo e prezzo del nostro riscatto, continua a sgorgare dalle Sue piaghe sante, dal Suo Cuore innamorato di noi! Profuma sempre più i cuori dei nostri Sacerdoti, perché ci comunichino, per intercessione di Maria, il Tuo Amore misericordioso. Apriti un varco in tante anime sacerdotali profanate dalla colpa e inveterate nel vizio e fa’ che tornino a te sinceramente pentite. Scorri copioso nelle anime dei nostri ragazzi, per lasciarvi i germi della vocazione al Sacerdozio. Amen.
Nel Vangelo di oggi Gesù dice al paralitico: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati" ( Mc2, 5). Così facendo mostra di voler guarire prima di tutto lo spirito. Il paralitico è immagine di ogni essere umano a cui il peccato impedisce di muoversi liberamente, di camminare nella via del bene, di dare il meglio di sé. In effetti, il male, annidandosi nell'animo, lega l'uomo con i lacci della menzogna, dell'ira, dell'invidia e degli altri peccati, ea poco a poco lo paralizza. Per questo Gesù, suscitando lo scandalo degli scribi presenti, dice prima: "Ti sono rimessi i tuoi peccati", e solo dopo, per dimostrare l'autorità conferitagli da Dio di rimettere i peccati, aggiunge: "Alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua" ( Mc2, 11) e lo guarisce completamente. Il messaggio è chiaro: l'uomo, paralizzato dal peccato, ha bisogno della misericordia di Dio, che Cristo è venuto a donargli, perché, guarito nel cuore, tutta la sua esistenza possa rifiorire.
BENEDETTO XVI Domenica, 19 febbraio 2006
Preghiamo per tutti i Sacerdoti che spendono il loro tempo nel confessionale per guarire le anime dalla malattia grave del peccato..
Gesù alla mistica Maria Valtorta
«Perché Io dormivo? Non sapevo forse che la burrasca stava per venire? Sì, Io lo sapevo. Io solo lo sapevo. E allora perché dormivo? Gli apostoli erano uomini, Maria. Animati da buona volontà, ma ancora tanto “uomini”. L’uomo si crede sempre capace di tutto. Quando poi è realmente capace in una cosa, è pieno di sussiego e di attaccamento per la sua “capacità”.
Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni erano dei buoni pescatori e perciò si credevano insuperabili nelle manovre marinare. Io per loro ero un grande “rabbi”, ma un nulla come marinaio. Perciò mi giudicavano incapace di aiutarli e, quando salivano in barca per traversare il mare di Galilea, mi pregavano di stare seduto perché non ero capace di altro. Anche il loro affetto era causa di questo, perché non volevano impormi fatiche materiali. Ma l’attaccamento alla loro capacità superava anche l’affetto.
Io non mi impongo che in casi eccezionali, Maria. Generalmente vi lascio liberi e attendo. Quel giorno, stanco e pregato di riposare, ossia di lasciarli fare, loro che erano tanto pratici, mi misi a dormire. Nel mio sonno era anche mescolata la constatazione del come l’uomo è “uomo” e vuol fare da sé senza sentire che Dio non chiede che di aiutarlo. Vedevo in quei “sordi spirituali”, in quei “ciechi spirituali”, tutti i sordi e ciechi dello spirito, che per secoli e secoli si sarebbero rovinati per “volere fare da sé” avendo Me curvo sui loro bisogni in attesa di essere chiamato in aiuto.
Quando Pietro gridò: “Salvaci!”, la mia amarezza cadde come sasso lasciato andare. Io non sono “uomo”, sono il Dio-Uomo. Non agisco come voi agite. Voi, quando uno ha respinto il vostro consiglio o aiuto e lo vedete negli impicci, se anche non siete tanto cattivi da goderne, lo siete sempre tanto da rimanere sdegnosamente, indifferentemente a guardarlo senza commuovervi al suo grido di aiuto. Col vostro contegno gli significate: “Quando ti volevo aiutare non mi hai voluto? Ora fa’ da te”. Ma Io sono Gesù. Sono Salvatore. E salvo, Maria. Salvo sempre non appena mi si invoca.
I poveri uomini potrebbero obbiettare: “E allora perché permetti alle tempeste singole o collettive di formarsi?”. Se Io con la mia potenza distruggessi il Male, quale che sia, voi giungereste a credervi autori del Bene, che in realtà sarebbe mio dono, e non vi ricordereste mai più di Me. Mai più. Avete bisogno, poveri figli, del dolore per ricordarvi che avete un Padre. Come il figliol prodigo che si ricordò di averlo quando ebbe fame. Le sventure servono a farvi persuasi del vostro nulla, della vostra insipienza, causa di tanti errori, e della vostra cattiveria, causa di tanti lutti e dolori, delle vostre colpe, causa di punizione che da voi vi date, e della mia esistenza, della mia potenza, della mia bontà.
Ecco quel che vi dice il Vangelo di oggi. Il “vostro” vangelo dell’ora presente, poveri figli. Chiamatemi. Gesù non dorme che perché è angosciato di vedersi disamato da voi. Chiamatemi e verrò».
Tratto da “L’Evangelo così come mi è stato rivelato”
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,24-29.
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!».
Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».
Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
« Mio Signore e mio Dio »
Notissima e persino proverbiale è la scena di Tommaso incredulo, avvenuta otto giorni dopo la Pasqua. In un primo tempo, egli non aveva creduto a Gesù apparso in sua assenza, e aveva detto: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò". In fondo, da queste parole emerge la convinzione che Gesù sia ormai riconoscibile non tanto dal viso quanto dalle piaghe. Tommaso ritiene che segni qualificanti dell'identità di Gesù siano ora soprattutto le piaghe, nelle quali si rivela fino a che punto Egli ci ha amati. In questo l'Apostolo non si sbaglia. Come sappiamo, otto giorni dopo Gesù ricompare in mezzo ai suoi discepoli, e questa volta Tommaso è presente. E Gesù lo interpella: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la mano e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo, ma credente". Tommaso reagisce con la più splendida professione di fede di tutto il Nuovo Testamento: "Mio Signore e mio Dio!". A questo proposito commenta Sant'Agostino: Tommaso "vedeva e toccava l'uomo, ma confessava la sua fede in Dio, che non vedeva né toccava. Ma quanto vedeva e toccava lo induceva a credere in ciò di cui sino ad allora aveva dubitato" (In Iohann. 121, 5). L'evangelista prosegue con un'ultima parola di Gesù a Tommaso: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno". (...)
Il caso dell'apostolo Tommaso è importante per noi per almeno tre motivi: primo, perché ci conforta nelle nostre insicurezze; secondo, perché ci dimostra che ogni dubbio può approdare a un esito luminoso oltre ogni incertezza; e, infine, perché le parole rivolte a lui da Gesù ci ricordano il vero senso della fede matura e ci incoraggiano a proseguire, nonostante la difficoltà, sul nostro cammino di adesione a Lui.
Benedetto XVI Udienza generale del 27/09/06
«Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: “Non gli sarà spezzato alcun osso”. E un altro passo della Scrittura dice ancora: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”» (Gv 19,31-37).
“Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua”.
«Il Sangue di Cristo non è soltanto espiazione del peccato, non è solo giustizia riparatrice, ma è anche, e ancor più, manifestazione di un Amore infinito e misericordioso. Non ristabilisce soltanto la dignità dell’uomo compromessa dal peccato, ma innalza anche l’uomo alla ‘partecipazione della natura divina’» (Giovanni Paolo II, Udienza generale, 22 ottobre 1986).
Gesù è stato il sommo Sacerdote che ha offerto al divin Padre il proprio Sangue per la remissione dei nostri peccati. E per perpetuare la sua offerta, nell’ultima Cena, dopo l’istituzione dell’Eucarestia, istituì anche il Sacerdozio: «Fate questo in memoria di me».
«Il Sacerdote, dice S. Tommaso, dovendo essere ministro del Prezioso Sangue è consacrato dal Sangue di Cristo». Nella consacrazione egli riceve i più ampi poteri: consacrare il Corpo e il Sangue di Cristo, assolvere dai peccati, conferire la Grazia nei Sacramenti, pregare per il popolo e in nome del popolo cristiano.
I Sacerdoti, secondo un’espressione di Santa Caterina da Siena, sono ministri del Sangue di Cristo: ne sono ministri perché lo rendono presente sull’altare e ne sono ministri nell’esercizio del sacramento della confessione, quando versano sulle anime il Sangue di Cristo, Sangue così onnipotente che le fa risorgere dalla morte spirituale e conferisce ad esse la vita eterna della grazia.
È necessario pertanto chiedere al Signore numerosi e santi Sacerdoti che, con la loro potestà, ci immergano nell’onda di questo Sangue di cui, nell’inno “Adoro te devote”, san Tommaso dice: “Pio Pellicano, Signore Gesù, purifica me, immondo, col Tuo sangue, del quale una sola goccia può salvare il mondo intero da ogni peccato”.
Durante il mese di luglio reciteremo ogni giorno la coroncina al Sangue di Cristo per la santificazione dei Sacerdoti e per le vocazioni sacerdotali e religiose.
CORONCINA AL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU’ PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI
Con fede viva nella potenza del Sangue di Cristo preghiamo e diciamo:
(Sui grani grandi della Corona del Rosario si dice)
Eterno Padre, io Ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria il Sangue preziosissimo di Gesù Cristo, per la santificazione dei Sacerdoti, per le vocazioni sacerdotali e religiose, per la conversione di tutti i peccatori, per i moribondi e per le anime sante del Purgatorio!
(Sui grani piccoli della Corona del Rosario si dice)
“Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra di essi per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo”.
Alla fine:
Pater, Ave, Gloria,
PREGHIAMO
Sangue prezioso di Gesù, simbolo e prezzo del nostro riscatto, continua a sgorgare dalle Sue piaghe sante, dal Suo Cuore innamorato di noi! Profuma sempre più i cuori dei nostri Sacerdoti, perché ci comunichino, per intercessione di Maria, il Tuo Amore misericordioso. Apriti un varco in tante anime sacerdotali profanate dalla colpa e inveterate nel vizio e fa’ che tornino a te sinceramente pentite. Scorri copioso nelle anime dei nostri ragazzi, per lasciarvi i germi della vocazione al Sacerdozio. Amen.