AL SACRO CUORE DI GESU'
INVOCAZIONI
PER I SACERDOTI
Ti saluto, Cuore del mio Gesù, salva i Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore del mio Creatore, perfeziona i Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore del mio Salvatore, libera dal Maligno i Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore del mio Giudice, perdona i Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore di mio Padre, guida i Tuoi Sacerdoti .
Ti saluto, Cuore del mio Sposo, ama i Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore del mio Maestro, insegna ai Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore del mio Re, corona i Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore del mio Benefattore, arricchisci di santo zelo i Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore del mio Pastore, custodisci i Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore di Gesù, morente sulla Croce, paga per i Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore di mio Fratello, dimora nei Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore d'incomparabile Bontà, perdona i Tuoi Sacerdoti .
Ti saluto, Cuore magnifico, risplendi nei Tuoi Sacerdoti.
Ti saluto, Cuore amabilissimo, infiamma i Tuoi Sacerdoti.
GIUGNO:
MESE IN ONORE
DEL SACRO CUORE
DI GESU’.
PREGHIAMO
PER LA SANTIFICAZIONE
DEI SACERDOTI
In un papiro egiziano di circa 4000 anni or sono troviamo l'espressione della comune nostalgia d'amore: "Cerco un cuore su cui appoggiare la mia testa e non lo trovo; non ci sono più amici!" (esclama il poeta sconosciuto). Noi più fortunati l'abbiamo questo Cuore e questo Amico. E possiamo avere piena fiducia in un simile Amico. Egli vivendo in perfetta intimità col Padre, sa e può rivelarci tutto ciò che serve per il nostro bene; avendo poi un Cuore mite e umile e conoscendo le miserie dell'umanità, non si espone al pericolo di schiacciare le anime sotto il peso di un giogo troppo pesante. Il Suo Cuore è cuore di un uomo perfettamente mite e umile, cuore del Figlio di Dio Incarnato. Possa questo amore e questo Cuore essere riamato da ogni cuore, in modo particolare da quello del Sacerdote.
PREGHIERA AL SACRO CUORE DI GESU’ DI SAN CLAUDIO DE LA COLOMBIERE S.J.
Sacro Cuore di Gesù, insegnami il perfetto oblio di me stesso, poiché è la sola via per entrare in Te. Dal momento che tutto ciò che farò in avvenire sarà per Te, fa’ in modo che io non faccia niente che non sia degno di Te. Insegnami quel che devo fare per giungere alla purezza del Tuo amore, del quale mi hai ispirato il desiderio. Sento in me una grande volontà di piacerti e altrettanta impotenza a riuscirvi senza una grande luce e uno specialissimo aiuto che non posso aspettarmi se non da Te. Fa’ in me la tua volontà, Signore; io sono di ostacolo a questo, lo so bene; ma vorrei tanto non essere di ostacolo. Spetta a Te fare tutto, divin Cuore di Gesù; Tu solo hai tutta la gloria della mia santificazione, se mi faccio santo; questo mi pare più chiaro del giorno; ma sarà per Te una grande gloria, ed è unicamente per questo che voglio aspirare alla perfezione. Amen
Si usa la corona del rosario
Dopo il Padre nostro al posto dell’ave Maria si recita per 10 volte la seguente invocazione: Gesù Vittima vivente nei secoli dei secoli, abbi pietà di tutti i Tuoi Sacerdoti. Gesù Sacerdote, perdona ai Sacerdoti che hanno tradito il tuo amore. Gesù Sacerdote, esaudisci le preghiere dei Sacerdoti che ti amano Gesù Sacerdote, chiama numerosi giovani al Tuo servizio e dona loro la perseveranza. Gesù Sacerdote abbi pietà di tutti noi.
Poi si recita il gloria al Padre e la seguente invocazione: Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in Te.
GIUGNO:
MESE IN ONORE
DEL SACRO CUORE DI GESU’.
PREGHIAMO
PER LA SANTIFICAZIONE
DEI SACERDOTI
Gesù Cristo, Messia e Salvatore del mondo, è Figlio di Dio fin dall'eternità e Figlio della Vergine Maria dal momento dell'Incarnazione. La sua venuta in terra fu annunziata dall'Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria, quando Dio le rivelò che, dietro suo assenso, sarebbe divenuta Madre di Gesù, Figlio di Dio. Il Cuore adorabile del nostro Redentore è stato formato con il fiore verginale della carne umana e quindi sente come noi, palpita e vibra come i nostri cuori. Ciò naturalmente avvicina a noi il Cuore adorabile di Gesù, tanto che esso diventa l'intercessore, nato a nostro favore, Colui che può ottenerci sicuramente il perdono, la misericordia di Dio, il Paradiso.
INVOCAZIONI AL SACRO CUORE
Amore del Cuore di Gesù, infiamma il cuore dei Tuoi Sacerdoti. Carità del Cuore di Gesù, diffonditi nel cuore dei Tuoi Sacerdoti. Forza del Cuore di Gesù, sostieni il cuore dei Tuoi Sacerdoti. Misericordia del Cuore di Gesù, rendi dolce il cuore dei Tuoi Sacerdoti. Pazienza del Cuore di Gesù, non ti stancare del cuore dei Tuoi Sacerdoti. Regno del Cuore di Gesù, stabilisciti nel cuore dei Tuoi Sacerdoti. Sapienza del Cuore di Gesù, ammaestra il cuore dei Tuoi Sacerdoti. Amen
Si usa la corona del rosario.
Dopo il Padre nostro al posto dell’ave Maria si recita per 10 volte la seguente invocazione:
Gesù Vittima vivente nei secoli dei secoli, abbi pietà di tutti i Tuoi Sacerdoti. Gesù Sacerdote, perdona ai Sacerdoti che hanno tradito il tuo amore. Gesù Sacerdote, esaudisci le preghiere dei Sacerdoti che ti amano Gesù Sacerdote, chiama numerosi giovani al Tuo servizio e dona loro la perseveranza. Gesù Sacerdote abbi pietà di tutti noi.
Poi si recita il gloria al Padre e la seguente invocazione: Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in Te.
La barca che salva
Ti sembrerà strano, ma questa volta la storia che ti scrivo me l’ha raccontata un musulmano, per dire a me cristiano-cattolico che la salvezza è per chi s’accorge che Dio lo ama. Un uomo, mentre dormiva, fece un sogno angosciante: si mise a gridare perché stava annegando.
Arriva una barca che si offre di salvarlo; no, no, grazie! io ho fede… Dio mi salverà. Continuava ad annaspare, gridando aiuto; arriva una seconda barca, si offre di salvarlo….no, no, grazie! io ho fede… Dio mi salverà. Mentre stava finendo le ultime energie…arriva la terza barca. Ancora rifiuta ed annega.
Arrivato davanti a Dio, lo saluta e si lamenta: avevo fede, ma tu non mi hai salvato. Dio gli risponde: ti ho mandato ben tre barche perché ti salvassero e tu………….hai rifiutato.
Lo spavento causato dal suo insano comportamento lo ha svegliato. Da sveglio ha capito la parabola ed esclama: “L’imbarcazione che mi salva la vita è ogni prossimo che mi trovo accanto.”
Padre Andrea Panont O.C.D.
GIUGNO:
MESE IN ONORE
DEL SACRO CUORE
DI GESU’.
PREGHIAMO
PER LA SANTIFICAZIONE
DEI SACERDOTI
Il Cuore di Gesù è vittima dei peccatori perché li ha redenti a costo della propria vita; è vittima per la loro ingratitudine, per loro oltraggiosa ribellione ed indifferenza che si fa sempre più nera ed abbominevole. Non bastò che Gesù si offrisse ostia volontaria alla giustizia divina; non bastò che mostrasse agli uomini, tutto il suo premuroso amore e la sete ardente di sacrificio per la loro salvezza. I peccatori non lo vollero vedere, e lo perseguitarono a morte. Ancora oggi suoi nemici lo perseguitano e lo crocifiggono nella persona dei suoi fedeli, dei cristiani, dei sacerdoti, dello stesso suo Vicario, il Papa. E Gesù si offre vittima, sui nostri altari, per placare la divina giustizia per i peccati nostri e per quelli di tutto il mondo.
PREGHIAMO
O Cuore di Gesù, Tu che ci ami al punto da aver dato la vita per noi sulla Croce, spandi in larga copia le Tue benedizioni sopra la S. Chiesa, sopra il Sommo Pontefice e sopra tutti i Sacerdoti: dona a quelli che ti sono fedeli la santa perseveranza; converti quelli che, dopo un facile entusiasmo iniziale, si sono in seguito allontanati da Te; illumina quelli a cui manca la fede; riscalda il cuore di quelli che sono poco sensibili al dolore dei fratelli; assisti quelli che sono moribondi; libera dal Purgatorio le anime di quei Sacerdoti per i quali non prega mai nessuno. Amen
Si usa la corona del rosario.
Dopo il Padre nostro al posto dell’ave Maria si recita per 10 volte la seguente invocazione: Gesù Vittima vivente nei secoli dei secoli, abbi pietà di tutti i Tuoi Sacerdoti. Gesù Sacerdote, perdona ai Sacerdoti che hanno tradito il tuo amore. Gesù Sacerdote, esaudisci le preghiere dei Sacerdoti che ti amano Gesù Sacerdote, chiama numerosi giovani al Tuo servizio e dona loro la perseveranza. Gesù Sacerdote abbi pietà di tutti noi.
Poi si recita il gloria al Padre e la seguente invocazione: Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in Te.
PARTECIPARE ALLA MESSA
È LO STESSO
CHE ESSERE PRESENTI
SUL CALVARIO
"Chi assiste alla Messa, solleva la croce dal suolo del Calvario per piantarla al centro del proprio cuore."
La Messa, di conseguenza, non è un’altra immolazione, ma una nuova presentazione dell’eterna vittima e la sua applicazione a noi. Partecipare alla Messa è lo stesso che essere presenti sul Calvario. Ma con alcune differenze.
Sulla croce, Nostro Signore ha offerto sé stesso per tutta l’umanità; nella Messa noi applichiamo quella morte a noi stessi e uniamo il nostro sacrificio al suo.
Lo svantaggio di non aver vissuto all’epoca di Cristo è azzerato dalla Messa. Sulla croce, Egli ha potenzialmente redento tutta l’umanità; nella Messa noi rendiamo attuale quella Redenzione. Il Calvario è legato a un dato momento nel tempo e a una specifica collina nello spazio. La Messa temporalizza e spazializza quell’eterno atto di amore. Il sacrificio del Calvario è stato offerto in modo cruento mediante la separazione del suo corpo dal suo sangue. Nella Messa, questa morte è presentata misticamente e sacramentalmente in modo incruento, mediante la consacrazione separata del pane e del vino. I due elementi non sono consacrati insieme, con parole del tipo: «Questo è il mio corpo e il mio sangue»; piuttosto, secondo le parole di Nostro Signore: «Questo è il mio corpo», si dice sul pane; poi, «Questo è il mio sangue», si dice sul vino. La consacrazione separata è una sorta di spada mistica che divide il corpo dal sangue, nel modo in cui il Signore è morto sul Calvario.
Supponiamo che ci sia un’eterna stazione radiofonica che trasmetta onde eterne di saggezza e illuminazione. Le persone che vivono in differenti epoche potrebbero sintonizzarsi a quella sapienza, assimilarla e applicarla a sé stessi.
L’eterno atto di amore di Cristo è qualcosa con cui possiamo sintonizzarci nelle successive epoche storiche mediante la Messa. La Messa, di conseguenza, trae la sua realtà e la sua efficacia dal Calvario e non ha senso al di fuori di esso. Chi assiste alla Messa, solleva la croce dal suolo del Calvario per piantarla al centro del proprio cuore.
(Fulton J. Sheen)
GIUGNO:
MESE IN ONORE
DEL SACRO CUORE
DI GESU’.
PREGHIAMO
PER LA SANTIFICAZIONE
DEI SACERDOTI
Senza l’amore non vi è niente che valga agli occhi di Dio. S. Paolo ha messo in evidenza questa verità con queste energiche parole : «Se io parlassi le lingue degli angeli e degli uomini, ma non ho la carità, non sono che un bronzo sonante e un cembalo squillante. E quando avessi la profezia e intendessi tutti i misteri e tutto lo scibile: e quando avessi tutta la fede tanto che trasportassi le montagne, se non ho la carità, sono un niente. E quando distribuissi in nutrimento dei poveri tutte le mie facoltà, quando sacrificassi il mio corpo ad esser bruciato, se non ho la carità, nulla mi giova» (1 Cor 13, 1-3). In altre parole io non posso essere accetto a Dio se non ho in me quella carità essenziale per la quale aderisco a lui come a Bene Sommo. È troppo evidente che non vi può essere devozione vera là dove questo amore non esiste.
PREGHIAMO
O Cuore divino, carne della carne immacolata della Vergine Santissima; Cuore ricco delle Sue virtù e della potenza del Padre; Cuore, tesoro inesauribile di speranza, ricco di amore, concedi la carità ai Sacerdoti che nei tuoi riguardi sono freddi, a quelli che sono tiepidi, a quelli che dubitano della Tua presenza eucaristica, a quelli che Ti hanno abbandonato per amore di un amore senza consistenza. O Cuore adorabile di Gesù, fa che essi imparino a riconoscere e a gustare il Tuo infinito Amore, Ti amino ogni giorno di più e aiutino anche noi a fare altrettanto. Dà loro la Tua santa benedizione. Amen.
Si usa la corona del rosario.
Dopo il Padre nostro al posto dell’ave Maria si recita per 10 volte la seguente invocazione:
Gesù Vittima vivente nei secoli dei secoli, abbi pietà di tutti i Tuoi Sacerdoti. Gesù Sacerdote, perdona ai Sacerdoti che hanno tradito il tuo amore. Gesù Sacerdote, esaudisci le preghiere dei Sacerdoti che ti amano Gesù Sacerdote, chiama numerosi giovani al Tuo servizio e dona loro la perseveranza. Gesù Sacerdote abbi pietà di tutti noi.
Poi si recita il gloria al Padre e la seguente invocazione: Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in Te.
GIUGNO:
MESE IN ONORE
DEL SACRO CUORE DI GESU’.
PREGHIAMO
PER LA SANTIFICAZIONE
DEI SACERDOTI
La devozione al Sacro Cuore deve essere posta tra le nostre più care. E perché? Perché essa onora Gesù Cristo nella totalità del suo amore, di quell'amore in cui tutti i misteri trovano la loro spiegazione più profonda. Anche se essa è una devozione particolare, riveste tuttavia qualcosa di universale: onorando il Cuore di Cristo non è più solo a Gesù bambino, o adolescente, o vittima che si fermano i nostri omaggi, ma alla persona di Gesù nella pienezza del suo amore. Inoltre, la pratica generale di questa devozione tende, in ultima analisi, a rendere a nostro Signore amore per amore (Leone XIII. l. c.), a impadronirsi di tutta la nostra attività per penetrarla di amore e piacere a Cristo Gesù.
PREGHIAMO
Sacro Cuore d’amore infinito, ti preghiamo umilmente: concedi che Tuoi Sacerdoti nella preghiera costante possano assaporare la gioia di una profonda comunione spirituale con Te, elevando così la loro mente e il loro cuore ai gradi più alti della santità sacerdotale. Nell’ascolto della tua parola di vita trovino l’ispirazione per portare vita a chi non ha più speranza di vivere, e la forza di essere vicino ai giovani, agli adulti, ai bambini, agli anziani, agli ammalati e a quanti sono prossimi all’eternità. Ogni loro gesto e comportamento sia un inno perenne alla bellezza e alla grandezza dell’eterno e sommo Dio, Padre di infinito amore e compassione, che ha riposto il suo sguardo misericordioso su di loro, povere e fragili creature. Amen
Si usa la corona del rosario.
Dopo il Padre nostro al posto dell’ave Maria si recita per 10 volte la seguente invocazione:
Gesù Vittima vivente nei secoli dei secoli, abbi pietà di tutti i Tuoi Sacerdoti. Gesù Sacerdote, perdona ai Sacerdoti che hanno tradito il tuo amore. Gesù Sacerdote, esaudisci le preghiere dei Sacerdoti che ti amano. Gesù Sacerdote, chiama numerosi giovani al Tuo servizio e dona loro la perseveranza. Gesù Sacerdote abbi pietà di tutti noi.
Poi si recita il gloria al Padre e la seguente invocazione: Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in Te.
CUORE IMMACOLATO DI MARIA,
IL CUORE DI TUTTI I SACERDOTI.
A TE AFFIDIAMO
Cuore Immacolato di Maria, modello perfetto di santità, prendi tra le tue mani i Tuoi Sacerdoti e trasformali a tua immagine.
Purifica e libera il loro cuore da ogni ostacolo alla santità di modo che, liberati da se stessi e da ogni altra seduzione, Tu li possa rendere ricchi di Te e delle virtù del Tuo Cuore Immacolato.
Guidali a quella intimità divina che Tu solo conosci e che sola può colmare l'immenso bisogno d'amore e d'unione che Dio ha messo nel loro cuore.
Attendiamo da Te, con fiducia, la grazia della loro santità e affidiamo il loro destino eterno al Tuo Cuore Immacolato. Amen.
Solennità
Figlio, dammi il tuo cuore.
del Sacro Cuore
di Gesù
O Gesù, ricordo di dolcezza, Sorgente di forza vera al cuore, Ma sopra ogni dolcezza, Dolcezza è la Sua Presenza.
Nulla si canta di più soave, Nulla si ode di più giocondo, Nulla di più dolce si pensa che Gesù, Figlio di Dio.
Gesù, speranza di chi ritorna al bene, Quanto sei pietoso verso chi Ti desidera, Quanto sei buono verso chi ti cerca, Ma che sarai per chi ti trova?
Gesù, dolcezza del cuore, Fonte viva, luce della mente, Al di là di qualsiasi gioia E qualsiasi desiderio.
La bocca non sa dire La parola non sa esprimere, Solo chi lo prova può credere, Ciò che sia amare Gesù.
Gesù Re ammirabile E nobile trionfatore, Dolcezza ineffabile, Totalmente desiderabile!
Rimani con noi Signore E illuminaci con la Tua luce, Dissipa l’oscurità della mente; Reso puro, riempimi di dolcezza!
Quando visiti il nostro cuore, Allora brilla su di esso la verità, Perde valore la vanità del mondo E dentro arde la Carità.
Riconoscete tutti Gesù, Chiedete il Suo amore, Cercate ardentemente Gesù, Infiammatevi nel cercarLo!
Gesù fiore di Madre Vergine, Amore della nostra dolcezza: A Te la lode e l’onore della potenza E il Regno della beatitudine.
Gesù, suprema bontà, Gioia straordinaria del cuore, E insieme tenera benevolenza: La Tua Carità mi strugge.
Vedo già ciò che ho cercato Possiedo ciò che ho desiderato; Languo d’amore, Gesù, E ardo tutto in cuore.
O Gesù mio dolcissimo Speranza dell’anima che sospira Ti cercano le lacrime pietose E il grido del profondo dell’animo.
Sii, o Gesù, la nostra gioia, Tu che sarai l’eterno premio; In te sia la nostra gloria Per ogni tempo.
Matteo Crawley Sacerdote:
SACERDOTI SANTI? TANTI!!!
L'APOSOTOLO DELLA DEVOZIONE
AL SACRO CUORE DI GESU'
Il 24 agosto 1907, un giovane prete malato e sfinito entra nella cappella delle apparizioni di Paray-le-Monial:
"Là, ho pregato e d’improvviso ho sentito in me uno strano shock. Ero raggiunto da un tocco della Grazia di Dio, nello stesso tempo molto forte e infinitamente dolce. Quando mi sono alzato, ero completamente guarito. Allora, in ginocchio nel santuario, assorto nell’azione di grazie, ho compreso quello che Nostro Signore voleva da me. La sera stessa, ho concepito il progetto di conquistare il mondo per guadagnarlo all’amore del Cuore di Gesù, e questo casa per casa, famiglia per famiglia". Questo prete si chiamava P. Matteo Crawley.
"Và, ma sii santo"
Edward Crawley è nato il 18 novembre 1875 a Arrequipa, in Perù, da padre inglese protestante, e da madre spagnola cattolica molto pia: ogni giorno la mamma partecipa alla Messa con la Comunione; di sera recita con i suoi il rosario in famiglia.
Quando Edward ha solo 18 mesi, i suoi genitori si recano in Inghilterra e, temendo che non sopporti il viaggio, lo lasciano nelle mani dei nonni materni. Ritorneranno in Perù solo sette anni dopo, con i due figli maggiori e altri tre figli nati in Inghilterra. Edward, che è cresciuto come un figlio unico in un ambiente cattolicissimo, si trova improvvisamente con cinque fratelli, che neppure conosce.
Verso la fine del 1884, il signor Crawley va ad abitare a Valparaiso in Cile e con lui il giovane Edward lascia il paese natale dove tornerà solo di rado. Della sua dolce gioventù, conserverà il ricordo di una famiglia piena del calore di Gesù, nonostante suo padre diffidente verso la Chiesa Cattolica.
In Cile, Edward manifesta uno zelo precoce per la salvezza delle anime. Si distingue nell’arte di parlare di Gesù, a tal punto che viene chiamato come "predicatore" dei mesi di Maria SS.ma e del Sacro Cuore di Gesù in una famiglia vicina. Le sue parole impressionano il padre di questa famiglia, che, morente, chiede di diventare cattolico. Poiché nessun prete è raggiungibile, Edward ha la gioia di battezzare quest’uomo sul letto di morte.
Nel 1885, entra nel collegio dei Padri della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, noti con il nome di "Picpussiens", perché nati a Parigi, nel quartiere "Picpus", fondati dal P. Pierre Coudrin, al tempo della rivoluzione francese, con l’intento di fare riparazione per i peccati contro Nostro Signore, imitando la sua vita di preghiera e di predicazione e adorando il SS.mo Sacramento, sorgente di ogni santità e slancio missionario.
Il 4 ottobre 1885, fatti gli auguri a sua madre, in occasione di una festa di famiglia, le presenta un foglio di carta su cui ha scritto: "Come regalo per la festa prometto di lasciare che Edward prenda i voti all’età di 15 anni". – "Lo firmerai, mamma?" – chiede il ragazzo. Con le lacrime agli occhi, la mamma legge e firma.
Il consenso di suo padre è più difficile, ma intanto si è convertito anche lui al Cattolicesimo, dopo che ha visto il suo ragazzino convertire il vicino di casa in punto di morte. Ma, poi dice a suo figlio: "Ti permetto di partire per seguire la tua vocazione, a una condizione: se desideri diventare prete, il mio desiderio è che tu sia un santo prete".
Il 2 febbraio 1891, a Santiago del Cile, Edward riceve l’abito religioso e inizia il noviziato in una vecchia azienda agricola nella solitudine di Los Perales, soffrendo moltissimo per quel tipo di vita. L’11 settembre 1892, pronuncia i suoi primi voti e prende il nome di fratel Matteo. Durante gli studi teologici, negli archivi della casa, scopre un quadro di Gesù che tiene nella mano sinistra un globo terrestre: dal suo Sacro Cuore partono dei raggi verso l’Equatore. E’ di fronte a questo quadro, realizzato su richiesta di Garcia Moreno, allora Presidente, che quel paese – l’Equador – era stato consacrato al Sacro Cuore di Gesù. Questo quadro occuperà un posto importante nell’apostolato del giovane religioso.
Il 17 dicembre 1898, riceve l’ordinazione sacerdotale nella Cattedrale di Santiago del Cile.
Non il laicismo: Gesù!
Durante la sua prima missione a Valparaiso, P. Matteo è commosso dalla miseria spirituale del popolo. Apre un centro sociale dove i giovani, possano completare la loro formazione civica e cristiana e diventare, con Gesù nel cuore, il lievito buono di una società rigenerata. P. Matteo comprende subito che "il male che corrode la società è il laicismo (oggi più garbatamente, diciamo "laicità"), cioè "l’esclusione assoluta e totale di Dio e della sua Legge divina da tutti gli ambiti della vita umana". Così il laicismo è diametralmente opposto al Regno di Cristo, il quale è la fonte non solo della felicità del credente, ma dell’armonia della stessa vita pubblica" (come spiegherà Benedetto XVI, il 13 maggio 2007).
Non può esserci società senza Gesù Cristo, ma questo è quanto dà più fastidio agli uomini orgogliosi e superbi di oggi. P. Matteo si propone di combattere questo male con la predicazione capillare con tutti i mezzi e anche con la fondazione di una Facoltà di Legge in cui i principi della Legge di Dio e della coscienza cristiana saranno i fondamenti della formazione.
La priorità data alla fede in Gesù Cristo, che P. Matteo vuole instaurare nel suo nuovo istituto universitario e in tutta la società, è forse un abbandono della realtà urgente dei grandi problemi economici, sociali e politici? E’ una fuga al di fuori della realtà o un’intrusione di Dio là dove dovrebbe esserci solo l’uomo? A tale obiezione rispondiamo con Benedetto XVI: "Chi esclude Dio dal suo orizzonte falsifica il concetto di "realtà", e, in conseguenza può finire solo in strade sbagliate e con ricette distruttive. La prima affermazione fondamentale è, dunque, la seguente: solo chi riconosce Dio, conosce la realtà e può rispondere a essa in modo adeguato e realmente umano. La verità di questa tesi risulta evidente davanti al fallimento di tutti i sistemi che mettono Dio tra parentesi. Ma sorge immediatamente un’altra domanda: Chi conosce Dio? Come possiamo conoscerlo? Per il cristiano il nucleo della risposta è semplice: solo Dio conosce Dio, solo il Figlio suo che è Dio da Dio, Dio vero da Dio vero, lo conosce. Ed Egli che è nel seno del Padre ce lo ha rivelato (Gv 1,18). Di qui l’importanza unica e insostituibile di Gesù Cristo per noi, per l’umanità intera. Se non conosciamo Dio in Cristo e con Cristo, tutta la realtà si trasforma in un enigma indecifrabile; e non c’è via, non ci sono né verità né vita. Dio è la realtà fondante, non un Dio solo pensato e ipotetico, bensì il Dio dal volto umano, il Dio-con-noi, il Dio dell’amore sino alla croce. Quando il discepolo arriva alla comprensione di questo amore di Cristo ‘sino alla fine’, non può mancare di rispondere a questo amore se non un amore simile: "Ti seguirò dovunque andrai" (Lc 9,57)" (Benedetto XVI, discorso inaugurale del CELAM, 13 maggio 2007).
Ma torniamo a P. Matteo. Nel 1906, un violento terremoto riduce in rovina Valparaiso. Lui si dedica giorno e notte agli innumerevoli indigenti che hanno perso tutto. La sua salute non sopporta il colpo: è talmente sfinito che i medici gli vietano qualsiasi lavoro per un anno. Il suo superiore lo manda in Europa, viaggio che segna una svolta nella sua vita.
Nel giugno 1907, viene ricevuto in udienza privata dal Papa San Pio X al quale espone il progetto che gli sta a cuore e chiede il permesso di conquistare il mondo al Sacro Cuore di Gesù attraverso la consacrazione delle famiglie. Il Papa gli risponde: "No, figlio mio. Io non ve lo permetto, ve lo comando: consacrate la vostra vita a quest’opera di salvezza".
"Gesù deve regnare"
P. Matteo ritorna in Cile e nell’ottobre 1908, procede all’intronizzazione del Sacro Cuore nella casa di un’insigne benefattrice, con il quadro di Garcia Moreno. Secondo lui, questo atto con cui si installa in presenza del sacerdote, un’immagine del S. Cuore perché presieda alla vita di famiglia, implica non solo la devozione al Sacro Cuore che porta alla trasformazione di tutta la vita famigliare grazie alla preghiera in comune, ma anche la visita a altre famiglie, per conquistarle anch’esse a Gesù.
Negli anni seguenti, P. Matteo propaga la sua opera attraverso la costituzione di segreterie in diversi paese del mondo. Nel 1911, si stima già a 120 mila il numero delle famiglie in cui è stato intronizzato il Sacro Cuore. Queste famiglie dovranno distinguersi per il forte spirito di fede e di preghiera, e per il loro zelo per l’apostolato.
Uno dei frutti più illustri è la conversione dell’ammiraglio Latorre, eroe nazionale del Cile, dopo la vittoria navale riportata sul Perù. P. Matteo simpatizza con quest’uomo indifferente alla Religione. Un giorno, si presenta a casa sua: "Ammiraglio, sono venuto oggi per darle l’assoluzione". Cui risponde l’ammiraglio, ridendo: "E’ quindi una dichiarazione di guerra in nome del vostro Cristo?". "Sì, ammiraglio, una dichiarazione… di amore in nome di Cristo!" – risponde il Padre. Poi, volgendosi verso l’immagine del Sacro Cuore, prosegue: "Guardi questa immagine intronizzata nella sua casa. Egli è il suo Re e il mio Re! Il Legislatore supremo dei potenti e dei deboli, degli ammiragli e dei marinai. E’ il Re di sua moglie: tutti coloro che abitano questa casa lo adorano in ginocchio, rispettando le sue leggi, vivono nella fede in Lui; tutti, tranne lei. Nel nome di Gesù che la ama e che mi ha inviato qui per offrirle la sua misericordia, si arrenda al cuore di Gesù".
Latorrre adesso non ride più e chiede un tempo di riflessione. Il Padre, implacabile riprende: "E se la morte venisse questa notte, le direbbe di ritornare perché lei ha bisogno di riflettere? Ora, in questo momento, non è la morte che bussa, ma la Vita, Gesù stesso, il Re dei re, che bussa al suo ammiraglio". L’ammiraglio si alza dalla sua poltrona di velluto e, in ginocchio confessa i peccati di una vita intera, conquistato a Gesù per sempre. Un anno dopo, P. Matteo lo aiuterà a fare una santa morte (Mandaci, oggi, Gesù, dei preti così!).
Nel 1914, P. Matteo è di nuovo in Europa: predica e fonda dei centri per "l’intronizzazione del Cuore di Gesù". L’opera si sviluppa, ma sorgono anche delle difficoltà. Alcuni vescovi giudicano l’espressione "intronizzazione", contraria agli usi della Chiesa e senza autorizzazione necessaria. Il 6 aprile 1915, Matteo va da Benedetto XV, il quale pochi giorni dopo gli invia una lettera di approvazione in cui definisce l’intronizzazione: "La sistemazione dell’immagine del Sacro Cuore di Gesù nel luogo più nobile della casa, in modo che Gesù Cristo Nostro Signore, regni visibilmente nelle famiglie cattoliche". Si tratta che Gesù diventi davvero il Re della famiglia e che la famiglia si unisca ogni giorno attorno al suo "trono", per offrirgli adorazione, riparazione e amore.
In ogni famiglia, Gesù.
Grazie a Gesù, a Gesù solo, sarà possibile vivere il matrimonio nella santità del rapporto coniugale e nell’educazione cristiana dei figli, proprio nel nostro tempo, in cui la famiglia è minacciata da gravissimi pericoli. Proprio Benedetto XV, nella sua lettera al P. Matteo, ricorda tre piaghe che distruggono l’unità familiare: "Il divorzio che fa vacillare la stabilità, il monopolio dell’insegnamento da parte dello stato, la ricerca del piacere che spesso si oppone all’osservanza della Legge di Dio".
Questa intronizzazione "propaga prima di tutto lo spirito cristiano instaurando in ogni famiglia il regno e l’amore di Gesù… E poiché seguire Gesù non consiste nel fatto di essere mossi da un sentimento religioso superficiale che commuove i cuori deboli e teneri, ma lascia intatto il vizio, è necessario conoscere Gesù, la sua dottrina, la sua vita, la sua passione, la sua gloria. Seguire Gesù significa essere pieni di una fede viva e salda che agisce non solo sul cuore, ma dirige anche la nostra condotta. Nulla è più idoneo alle esigenze del nostro tempo".
Durante un giro di predicazione in Francia, P. Matteo allude ai danni provocati dalla guerra e aggiunge: "Non dimenticate che la rovina delle famiglie cristiane è un male ancora più grande. La famiglia è il tempio dei templi. La famiglia è la fonte della vita. Se la sorgente della vita nazionale è avvelenata, la nazione morirà. Noi ci sforziamo di impregnare le famiglie della Legge di Dio e dell’amore al Sacro Cuore di Gesù. Se Gesù è alla radice, l’albero tutto intero sarà Gesù".
Senza sosta, sempre sulla breccia, P. Matteo predica in molti paesi in diverse lingue… Nel 1923, in Inghilterra, incoraggia i maestri cattolici di scuola: "Gesù vi ha affidati i suoi tesori più preziosi; non siate solo insegnanti, ma apostoli, seminatori di vita e di amore. Molti cattolici si immaginano che l’apostolato sia proprio dei preti. Ma voi non potete dire questo. Non è sufficiente per voi essere cattolici ferventi: per voi, maestri, l’apostolato è un dovere, non un lusso. E’ vostro dovere salvare le anime dei vostri allievi e per farlo dovete essere più che degli insegnanti. Dovete aiutare Gesù a portare le anime all’eternità. I nemici di Gesù si battono con energia per impedire alle anime di andare in Cielo. I nemici del nostro Re divino hanno spesso più zelo – cattivo zelo! – dei suoi amici".
Durante questi anni, P. Matteo scrive un libro sui tre oltraggi inflitti a Nostro Signore da parte delle società moderne: l’autorità che rifiuta Gesù Cristo; l’immoralità e in particolare l’impudicizia del vestire oltraggiano la santità di Gesù; la crisi delle vocazioni sacerdotali e religiose diminuisce l’amore dovuto a Gesù. Spesso, P. Matteo, a giovani e adulti, ricorda con coraggio: "Non c’è vita cristiana senza castità. Non c’è castità senza Gesù".
Il primato della Messa
Il 25 gennaio 1935, s’imbarca per l’Estremo Oriente. Percorre tutto l’Oriente, moltiplicando conferenze e ritiri, invitando preti, fedeli e religiosi a ritornare alla sorgente della vita cristiana: l’amore del Cuore di Cristo. Ai preti in particolare, la sua parola d’ordine è: "Qualis Missa, talis sacerdos", un prete vale quanto la sua Messa". Racconta, commosso: "Alla Messa che celebrai una mattina in una chiesa di Parigi, c’era anche un uomo che all’inizio aveva un atteggiamento assente e annoiato. Ma quando la Messa giunse all’elevazione dell’Ostia consacrata, quell’uomo improvvisamente cadde in ginocchio, guardò e pianse, così sino alla fine. Appena, rientrai in sacrestia a deporre i paramenti, quell’uomo mi seguì e mi raccontò: "Padre, io finora sono stato non-credente. Sono venuto a questa Messa solo per rispetto a amici. Sapevo che la Messa è secondo voi, cattolici, il Sacrificio di Gesù sulla croce. Ma io non credevo più in nulla. Eppure, proprio in quel momento che lei chiama ‘consacrazione’, ho visto scendere dall’alto un Personaggio maestoso con il volto atteggiato a mestizia profonda, le mani e i piedi trafitti e sanguinanti… e dalla piaghe usciva del sangue che cadeva nel calice. Che meraviglia, Padre, sì, io ora credo, credo tutto, credo che Gesù è il Figlio di Dio fatto uomo e immolato anche per i miei peccati, per la mia salvezza".
Gli ultimi anni della vita di P. Matteo sono calvario. Colpito dalla malattia, si affida completamente al Signore: "È saggio morire – scrive prima di morire. Ecco una penitenza di cui avevo bisogno". Un giorno, aveva detto: "Quando non potrò più predicare, scriverò; quando non potrò più scrivere, pregherò; quando non potrò più pregare, potrò soffrire, amare e offrire".
Nel febbraio 1956, torna a Valparaiso in Cile. E’ colpito dalla leucemia. Acconsente all’amputazione di una gamba in cancrena. Il mattino del 4 maggio 1960, va incontro a Gesù che per 85 anni ha amato e fatto amare con passione e ardore di apostolo, su tutte le strade della terra, portando a Lui, Dio solo sa, quante anime. Aveva compiuto il richiamo forte di suo padre, convertito da protestantesimo: "Vuoi essere prete? Allora sii soltanto un santo prete!"
Autore: Paolo Risso
AL SACRO CUORE
NOVENA
PER LA SANTIFICAZIONE
DI GESU'
DEI SACERDOTI
Signore, per la Tua gloria rendi santi i Tuoi Sacerdoti; essi ti saranno grati ma lo saranno molto di più quelli che per mezzo loro impareranno a conoscerti e ad amarti. Dona ai Tuoi Sacerdoti, o divino Salvatore, un cuore simile al Tuo, dona loro il Tuo Cuore.
Un Gloria al Padre....
Tu, o Signore, hai concesso ai Tuoi Sacerdoti numerosi benefici, li hai resi partecipi del Tuo Sacerdozio perché, nel sacrificio della Croce e dell’altare rendessero presenti il Tuo Corpo divino e il Tuo Sangue prezioso, Sacrificio adorabile e pegno di immortalità. Ma che cosa possono essi rendere a Te, o adorato Maestro? Non hanno che un cuore da offrirTi; degnati di accettarlo questo cuore agitato da tante passioni, e, a volte, imbrattato da tanti peccati, ma contrito dal dolore di aver tradito la Tua impagabile amicizia e il Tuo infinito amore. .
Un Gloria al Padre...
Ecco, amato Gesù, Tu apri il tuo Cuore e lo doni ad essi, o mio amato Salvatore, ed essi oseranno negarti il loro? Dio di maestà! Chi sono i Tuoi Sacerdoti perché Tu ti degni di accettare il loro cuore? Sono la “pupilla dei Tuoi occhi” e pertanto desideri che essi vivano solamente per Te, unico e sommo Bene. Sii dunque, o amato Gesù, il loro Maestro, il loro tutto! Che non vivano se non per Te, di Te, con Te, per riparare all’ingratitudine e alla freddezza che hanno avuto fin qui per Te.
Un Gloria al Padre...
Preghiamo
Signore Gesù, Tu ti sei impegnato a concedere tutto ciò che chiederemo in Nome Tuo; in Nome Tuo ti chiediamo la grazia dì inviarci Sacerdoti innamorati di te; Sacerdoti che sappiano insegnarci ad amarTi e ad amarci tra di noi; Sacerdoti che sappiano essere operatori di pace; Sacerdoti che sappiano consolare chi è nel dolore; Sacerdoti che come il buon Samaritano, sappiano guarire le ferite dello spirito attraverso la loro personale comprensione ma soprattutto attraverso la grazia del sacramento del perdono; Te lo chiediamo nel Nome Tuo, per il Tuo Sacratissimo Cuore, per intercessione della Tua Santissima Madre e per la gloria della Santissima Trinità, Amen.
Un Pater Noster, una Ave Maria e un Gloria al Padre.... Cuore Sacratissimo di Gesù; abbi pietà di me (per tre volte)
IL SACRO CUORE
E I SANTI A LUI DEVOTI:
DI GESU'
BEATA
MARIA TERESA CASINI
Teresa nasce a Frascati, ridente cittadina dei castelli romani, il 27 ottobre 1864. E' la primogenita dell'ingegnere Tommaso Casini e di Melania Rayner, cittadina belga. Vive la sua infanzia serena insieme alla sorella Adele e al fratello Alessandro, per il quale nutre un amore particolare. Il suo amato papà, uomo di fede sincera e profonda, le insegna ad amare Dio con tutto il cuore. Quando Teresa ha soltanto nove anni egli muore. La famiglia allora si trasferisce a Grottaferrata presso i nonni materni. La mamma, donna giovane, bella, ricca e amante del divertimento, la trascina in una vita mondana senza tregua.
A diciotto anni Teresa ha tanto vuoto nel cuore e cerca come dar senso alla sua giovane vita. Convinta che solo Dio può riempire questo vuoto, passa molte ore della sua giornata, facendo amorosa compagnia a Gesù Sacramentato. Un giorno, mentre è in preghiera nella chiesa abbaziale di santa Maria in Grottaferrata, il Signore le mostra il suo Cuore trafitto da una spina e le rivela il proprio dolore: “Il Sacerdote è parte delle mie viscere, pupilla dei miei occhi; il carattere sacerdotale è al di sopra di qualunque dignità. Io ho chiamato queste anime al mio servizio, dando loro una vocazione sublime, le ho circondate di lumi e grazie dello Spirito Santo e le ho messe in mezzo alla società, affinché, trattando continuamente con essa, mi fossero come tanti canali in cui le anime passassero per venire al mio Cuore. Ma - aggiunse con espressione di dolore - non tutte corrispondono alla loro vocazione e con le loro infedeltà e ingratitudini trafiggono il mio cuore, conficcando una spina in esso”. Mi chiese poi di riparare e di consolarlo nel suo dolore». Da quel momento in poi non ha più pace. Il suo unico desiderio sarà consolare Gesù e cercare tutti i modi per farlo.
Dopo attenta riflessione e con l'aiuto e il consiglio del suo direttore spirituale, padre Arsenio Pellegrini, abate dei monaci basiliani, decide di consacrarsi interamente al Signore, entrando il 1° febbraio 1885 nel monastero delle "Sepolte vive" in Roma. In questo luogo, subito dopo l'ingresso, sente nel suo intimo una voce che le dice: "Qui entri per imparare non per restare". Ella intanto vive la sua vita di claustrale, cercando unicamente di piacere al Signore. “Un giorno, -racconta- stando attorno a Gesù Sacramentato e trattando con Lui familiarmente, intesi che Gesù mi chiedeva dodici vittime, che si fossero offerte con Lui alla giustizia del suo Divin Padre in riparazione delle offese ricevute da parte dei Suoi Sacerdoti “e richiese che questa offerta ciascuna la facesse con il proprio sangue”. Il 12 giugno dello stesso anno, giorno della festa del Sacro Cuore, insieme al padre Arsenio Pellegrini, a tre monaci basiliani, a un sacerdote diocesano, a due religiose e a quattro laiche fa la sua offerta di vittima. Dopo qualche mese però si ammala ed è costretta a tornare in famiglia, dove l'opposizione della mamma alla sua scelta di consacrazione si fa sempre più ostinata. Lei non si lascia intimidire e cerca di realizzare il suo sogno.
Intanto la sua famiglia si è stabilita a Frascati e lei va a pregare nella chiesa di san Rocco. “In questa chiesa compresi che avrei potuto realizzare il desiderio espresso dal Signore riguardo ai Sacerdoti con riunire attorno a Gesù Sacramentato un piccolo numero di anime, aventi per scopo di offrirsi insieme a Lui, Vittima Eucaristica, in sacrificio di espiazione per quei Sacerdoti che, con le loro colpe, offendono la giustizia del Suo Divin Padre”.
Lei confida tutto al suo direttore spirituale. Padre Arsenio, uomo intelligente ma imperioso, le ordina di entrare in un Istituto nascente intitolato: "Le vere amanti del Cuore di Gesù". La fondatrice, donna dall'equilibrio mentale instabile, dopo poco si ammala e muore e l'Istituto finisce nel nulla.
Teresa allora si ritira a Grottaferrata, dove passa molte ore delle sue giornate in preghiera nell'Abbazia di Santa Maria. Prende in affitto un piccolo appartamento dove comincia ad accogliere alcune ragazze desiderose di conoscere il Signore. Intanto sta cercando di costruire una piccola casa, nella quale il 17 ottobre 1892 con due di esse inizia, nella più grande povertà, la vita comune e il 2 febbraio 1894 nasce l’Istituto delle Vittime del Sacro Cuore di Gesù, rinominato poi Istituto delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù.
La vita del piccolo monastero, di stretta clausura, si svolge tra preghiera e lavoro. Il fervore è tanto ma le difficoltà economiche sono tantissime e per insufficienza di beni prima necessità le suore facilmente si ammalano di tisi e parecchie muoiono. I genitori delle giovani che vorrebbero diventare religiose, per timore che le figlie abbiano a perdere la salute, negano loro il permesso.
Sono anni molto molto difficili, ma Teresa non si scoraggia: sa che quest’Opera è stata richiesta dal Signore stesso ed Egli non le lascerà mancare il Suo aiuto.
Vive il suo tempo in un esercizio di pura fede e nella serena fiducia che il Signore avrebbe spianato la strada a questa piccola famiglia religiosa, che nient’altro desiderava se non consolare il Cuore Trafitto di Gesù. I Superiori Ecclesiastici ad un certo punto consigliano a Teresa di aprire la clausura.
Ella allora si dedica alla cura delle ragazze del popolo, nel cui cuore cerca di instillare un’alta stima per il Sacerdozio ministeriale e le prepara a diventare delle brave madri di famiglia, le quali sapranno individuare il germe della vocazione nei loro figli, pregare perché giunga a maturazione.
Nel 1925, per promuovere e coltivare le vocazioni sacerdotali, Teresa si trasferisce a Roma dove, sempre in pieno accordo con le autorità ecclesiastiche, dà vita all’Opera dei Piccoli Amici di Gesù, collegi nei quali regna uno spirito di famiglia, che cura in modo particolare la formazione del cuore dei bambini. Quest’Opera darà alla Chiesa numerosi Sacerdoti e alcuni Vescovi. In seguito, ella si prodiga con delicata premura in tutte quelle forme di attività, che il suo cuore materno le ispira in favore dei Sacerdoti.
Intanto la sua salute, sempre molto delicata, peggiora sempre più. Una leggera paralisi e una progressiva artrite deformante la costringono sulla sedia a rotelle, ma il suo cuore è sempre più ardente di amore per Gesù Eucaristia, tanto che, quando sarà costretta a rimanere a letto, da una finestrella della sua camera, che comunica con la cappella, farà compagnia al suo Signore notte e giorno.
All’alba del 3 aprile 1937 Teresa, dopo una vita spesa per consolare il Cuore di Gesù, va incontro al Suo Signore dicendo: “Sono serena, sento Dio vicino a me”. Il giorno 31 ottobre 2015, Maria Teresa Casini, è stata dichiarata Beata nel suo paese natio, Frascati, dal Cardinal Angelo Amato, delegato del Papa Francesco.
NOVENA
PER LA SANTIFICAZIONE
AL SACRO CUORE DI GESU'
DEI SACERDOTI
Signore, per la Tua gloria rendi santi i Tuoi Sacerdoti; essi ti saranno grati ma lo saranno molto di più quelli che per mezzo loro impareranno a conoscerti e ad amarti. Dona ai Tuoi Sacerdoti, o divino Salvatore, un cuore simile al Tuo, dona loro il Tuo Cuore.
Un Gloria al Padre....
Tu, o Signore, hai concesso ai Tuoi Sacerdoti numerosi benefici, li hai resi partecipi del Tuo Sacerdozio perché, nel sacrificio della Croce e dell’altare rendessero presenti il Tuo Corpo divino e il Tuo Sangue prezioso, Sacrificio adorabile e pegno di immortalità. Ma che cosa possono essi rendere a Te, o adorato Maestro? Non hanno che un cuore da offrirTi; degnati di accettarlo questo cuore agitato da tante passioni, e, a volte, imbrattato da tanti peccati, ma contrito dal dolore di aver tradito la Tua impagabile amicizia e il Tuo infinito amore. .
Un Gloria al Padre...
Ecco, amato Gesù, Tu apri il tuo Cuore e lo doni ad essi, o mio amato Salvatore, ed essi oseranno negarti il loro? Dio di maestà! Chi sono i Tuoi Sacerdoti perché Tu ti degni di accettare il loro cuore? Sono la “pupilla dei Tuoi occhi” e pertanto desideri che essi vivano solamente per Te, unico e sommo Bene. Sii dunque, o amato Gesù, il loro Maestro, il loro tutto! Che non vivano se non per Te, di Te, con Te, per riparare all’ingratitudine e alla freddezza che hanno avuto fin qui per Te.
Un Gloria al Padre...
Preghiamo
Signore Gesù, Tu ti sei impegnato a concedere tutto ciò che chiederemo in Nome Tuo; in Nome Tuo ti chiediamo la grazia dì inviarci Sacerdoti innamorati di te; Sacerdoti che sappiano insegnarci ad amarTi e ad amarci tra di noi; Sacerdoti che sappiano essere operatori di pace; Sacerdoti che sappiano consolare chi è nel dolore; Sacerdoti che come il buon Samaritano, sappiano guarire le ferite dello spirito attraverso la loro personale comprensione ma soprattutto attraverso la grazia del sacramento del perdono; Te lo chiediamo nel Nome Tuo, per il Tuo Sacratissimo Cuore, per intercessione della Tua Santissima Madre e per la gloria della Santissima Trinità, Amen.
Un Pater Noster, una Ave Maria e un Gloria al Padre.... Cuore Sacratissimo di Gesù; abbi pietà di me (per tre volte)