NOVENA ALL’IMMACOLATA PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI

NONO GIORNO


Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni Apostolo (11,19.12,1-6.10)


Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l'arca della sua alleanza. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.

Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.

Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito.

Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.

Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:

«Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».

 

INTERCESSIONI

 

Maria, rinnova nel tuo amore tutti i Sacerdoti


        Accompagna, o Signore, tutti i Sacerdoti appena ordinati  perché, non perdano mai il fervore iniziale e vivano sempre la vita come dono, preghiamo.

        Sostieni, o Signore, i Sacerdoti che vivono un'esperienza di incomprensione o di dolore, perché trovino in Te consolazione e conforto, preghiamo.

        Dona, o Signore, ai tuoi Sacerdoti la tenacia nell'essere capaci di andare controcorrente per vivere il Vangelo con radicalità, testimoniando la santità, la pace e la giustizia, preghiamo.

 

Preghiera finale

 

O Dio, che hai fatto di Maria Vergine, sposa del tuo Spirito, la cooperatrice generosa del Redentore, ascolta la voce di colei che ti ha obbedito con libera fede, e concedi anche ai Sacerdoti di aderire a Cristo tuo Verbo vivente, per collaborare alla salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore. Amen.


Recita 10 Ave Maria e ripeti 10 volte: “Maria concepita senza peccato prega per tutti i Sacerdoti e rendili santi. Amen”

NOVENA ALL’IMMACOLATA PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI

OTTAVO GIORNO


Dagli Atti degli Apostoli (1,12-14; 2,1-4)


Ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.

Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.

 

INTERCESSIONI

 

Maria, donna della preghiera, dona ai tuoi Sacerdoti l’amore alla preghiera.


        Signore Gesù, il tuo Santo Spirito allarghi le porte dei cuori e delle menti dei Sacerdoti, perché con la loro vita di fede e di preghiera sappiano ispirare alle comunità cristiane proposte serie per una  nuova evangelizzazione, preghiamo.

        Signore Gesù, sostieni i sacerdoti anziani e tutte le persone anziane che vivono nelle loro parrocchie, perché trascorrano questo tempo della loro vita con gioia e gratitudine, preghiamo.

        Signore Gesù, fa' i Sacerdoti siano sempre attenti verso tutti quelli che hanno abbandonato la fede e la Chiesa, perché possano diventare per ciascuno di essi un punto di riferimento di una ricerca di Dio fatta con cuore sincero, preghiamo.

 

Preghiera finale

 

Padre misericordioso, che nella potenza del tuo Spirito hai glorificato il tuo Figlio consegnato alla morte per noi, guarda la tua Chiesa raccolta come i discepoli con Maria nel Cenacolo, e fa' che nella gioia dello stesso Spirito gustiamo la beatitudine di chi crede e vive come Maria la parola del tuo Figlio. Per Cristo nostro Signore. Amen.


Recita 10 Ave Maria e ripeti 10 volte: “Maria concepita senza peccato prega per tutti i Sacerdoti e rendili santi. Amen”

NOVENA ALL’IMMACOLATA PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI

SETTIMO GIORNO

 

Dal vangelo di Giovanni (Gv 19,25-27)


Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé.

 

INTERCESSIONI

 

Maria, dona a tutti i Sacerdoti  di rimanere accanto alla croce di Cristo in ogni situazione della vita


        Signore Gesù, proteggi con il tuo amore i sacerdoti ammalati e soli, perché sentano il conforto della presenza di Maria, tua e loro Madre, preghiamo.

        Signore Gesù, accompagna sempre tutti i giovani che vivono disorientati e senza senso nella vita, perché possano trovare Sacerdoti santi che li aiutino a  imboccare la strada giusta per essere felici, preghiamo.

 

Preghiera finale


Dio, che hai fatto di Maria Vergine, sposa del tuo Spirito, la cooperatrice generosa del Redentore, ascolta in nostro favore la voce di colei che ti ha obbedito con libera fede, e concedi anche ai Sacerdoti di aderire a Cristo tuo Verbo vivente, per collaborare alla salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore. Amen.


Recita 10 Ave Maria e ripeti 10 volte: “Maria concepita senza peccato prega per tutti i Sacerdoti e rendili santi. Amen”

NOVENA ALL’IMMACOLATA PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI

SESTO GIORNO

 

Dal Vangelo secondo Marco (3,31-35)


Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».


INTERCESSIONI

 

Maria rendi tutti i Sacerdoti sempre disponibili a compiere la Volontà di Dio.


        Signore Gesù, dona a ogni giovane il coraggio di rispondere prontamente al Progetto di Dio, così da essere a servizio della Chiesa per la costruzione di un Regno di amore, preghiamo.

        Signore Gesù, guida sempre le famiglie cristiane ad accogliere con gioia la chiamata al sacerdozio o alla vita religiosa di uno dei loro figli e la considerino un grande onore da parte del Signore, preghiamo.

        Signore Gesù, il tuo Spirito fortifichi la fede di tutti i Sacerdoti che, per la scarsa risposta dei fedeli, si sentono delusi nell'annunciare il Vangelo, soprattutto a coloro che non credono più, sono stanchi della vita e non hanno futuro, preghiamo.

 

Preghiera finale


Signore nostro Dio, che hai fatto della Vergine Maria il modello di chi accoglie la tua Parola e la mette in pratica, apri il  cuore dei sacerdoti alla beatitudine dell'ascolto, e con la forza del tuo Spirito fa' che noi pure diventiamo luogo santo in cui la tua Parola di salvezza oggi si compie. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Recita 10 Ave Maria e ripeti 10 volte: “Maria concepita senza peccato prega per tutti i Sacerdoti e rendili santi. Amen”

NOVENA ALL’IMMACOLATA PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI

QUINTO GIORNO


Dal Vangelo di Giovanni (Gv 2,1-12)


Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le anfore»; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto - il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l'acqua - chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Dopo questo fatto scese a Cafarnao, insieme a sua madre, ai suoi fratelli e ai suoi discepoli. Là rimasero pochi giorni.


INTERCESSIONI


Madre attenta e premurosa, circonda del tuo amore materno i tuoi Sacerdoti perché nessuno di essi si smarrisca.


        Signore Gesù, dona ai tutti i Sacerdoti il coraggio di fare scelte di semplicità e di essenzialità, per essere solidali con tutti coloro che vivono senza casa e senza lavoro, preghiamo.

     Per tutti i Sacerdoti che si prendono cura delle coppie di sposi in modo particolare di quelle in difficoltà, perché sappiano suscitare nel loro cuore la ricerca e la scelta di vie nuove necessarie per l'amore e la comprensione tra di loro e nella vita della famiglia, preghiamo 

        Per i sacerdoti che operano per la pace, perché promuovano sempre cammini di riconciliazione e di fratellanza tra le singole persone, tra le famiglie, tra gli organismi parrocchiali e diocesani per una vita più giusta e più umana, preghiamo.


Preghiera finale


Signore Dio nostro, che illumini i tuoi Sacerdoti con la radiosa luce della tua verità, accogli le nostre preghiere e con l'aiuto di Maria, madre del Redentore, fa' che essi esprimano nella carità la forza della fede. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Recita 10 Ave Maria e ripeti 10 volte: “Maria concepita senza peccato prega per tutti i Sacerdoti e rendili santi. Amen”

 

NOVENA ALL’IMMACOLATA PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI

QUARTO GIORNO

 

Dal Vangelo secondo Luca (2,16-20)

I pastori andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

 

INTERCESSIONI

 

Donaci, o Maria, Sacerdoti santi.


        Signore Gesù, per tutti i Sacerdoti che vivono situazioni di immoralità, perché possano incontrare sul loro cammino persone disponibili ad aiutarli e a riscattarli nella loro dignità, preghiamo.


        Signore Gesù, sostieni con la tua forza le comunità cristiane, perché abbiano il coraggio di denunciare ai Vescovi le schiavitù che rendono prigioniero il cuore dei loro Sacerdoti, e contemporaneamente si assumano l’impegno di accompagnarli in un processo di liberazione e di redenzione, preghiamo.


        Signore Gesù, scuoti il cuore di tutti quei Sacerdoti che vivono nell'indifferenza e che sono ripiegati sui propri interessi e sulle proprie difficoltà, perché imparino ad aprire gli occhi sulle situazioni di dolore ti tanti fratelli, e facciano scelte di solidarietà e di fratellanza, preghiamo.

 

Preghiera finale


O Padre, che nel volto del tuo Figlio avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia vedi riflesso il volto di tutti i tuoi figli, soprattutto quello dei Sacerdoti, fa' che essi sperimentino con Maria la gioia messianica e aiutino ogni uomo a camminare nello splendore della tua luce. Per Cristo nostro Signore. Amen.


Recita 10 Ave Maria e ripeti 10 volte: “Maria concepita senza peccato prega per tutti i Sacerdoti e rendili santi. Amen”

NOVENA ALL’IMMACOLATA PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI

TERZO GIORNO


Dal vangelo secondo Luca (1,46-55)


Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

 

INTERCESSIONI

 

Madre, donna del grazie, sostieni i tuoi Sacerdoti

        Maria, dona la tua letizia del tuo cuore a tutti Sacerdoti che vivono con gioia e impegno il loro Sacerdozio perché non si scoraggino di fronte al dolore, all’incomprensione e alla derisione preghiamo.

        Maria, ti preghiamo per i Sacerdoti che accompagnano le mamme che soffrono per i loro figli, caduti nel tunnel della droga, dell'alcool, della delinquenza perché sappiano aiutarle a non perdere mai la speranza del futuro, preghiamo.

        Maria, accogli con la tua misericordia tutti i Sacerdoti che hanno commesso gravi errori contro l’Amore, perché possano trovare il coraggio e la forza di cambiare vita, preghiamo.

 

Preghiera finale


Padre santo, che nel cammino della Chiesa, pellegrina sulla Terra, hai posto quale segno luminoso la beata Vergine Maria, per sua intercessione sostieni la fede e ravviva la speranza dei sacerdoti, perché nessun ostacolo li faccia deviare dalla strada che porta alla salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

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NOVENA ALL’IMMACOLATA PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI

SECONDO GIORNO



Dal Vangelo secondo Luca (1,39-56)   


In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».


INTERCESSIONI


Madre del Salvatore, prega per tutti i sacerdoti del mondo

        L'esempio di Maria spinga sempre tutti i Sacerdoti a essere attenti ai deboli e agli esclusi, perché ogni persona possa sentirsi accolta ed amata, preghiamo.

        Il coraggio di Maria sostenga l’opera dei Sacerdoti, perché possano sempre favorire e promuovere le vocazioni al Sacerdozio e, con coraggio, difendere i giovani da ogni forma di morte, preghiamo.

        La sollecitudine di Maria non lasci dormire nell’egoismo e nelle comodità i Sacerdoti cappellani degli ospedali, ma li renda attenti ai bisogni degli ammalati e premurosi nell’accompagnare alle porte del cielo i moribondi, preghiamo.

 

 

 

Preghiera finale


O Dio onnipotente ed eterno, che nel tuo disegno di amore hai ispirato alla beata Vergine Maria, che portava in grembo il tuo Figlio, di visitare sant'Elisabetta, concedi ai tuoi Sacerdoti di essere docili all'azione del tuo Spirito, per magnificare con Maria il tuo santo nome. Per Cristo nostro Signore. Amen.


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NOVENA ALL’IMMACOLATA PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI

PRIMO GIORNO



Dal Vangelo di Luca (1,26-38)

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.

L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».

Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.

 

INTERCESSIONI

 

Per intercessione di Maria, tua umile ancella, ascoltaci Signore.

 

        Per tutti i Sacerdoti, perché come Maria, con la luce del tuo Spirito, sappiano orientare il cammino di ogni uomo, specialmente dei più smarriti e di coloro che non credono più nella bontà di Dio e dei fratelli, preghiamo.

        Per i Sacerdoti confessori o padri spirituali perché sappiano aiutare  tutte le donne che sono in attesa, a scoprire nel volto di Maria la forza di una donna che è capace di accogliere nel suo grembo il dono della salvezza per l'umanità e da lei imparino ad amare senza risparmio la creatura concepita, preghiamo.

        Per i Sacerdoti che vivono momenti di smarrimento dalla fede, perché Maria possa indicare loro la via della luce e dell'incontro con Gesù, e possano a loro volta essere luce per coloro che hanno bisogno di luce, preghiamo.


Preghiera finale


Ascolta, Padre Santo, la nostra preghiera e ricolma della grazia dello Spirito i tuoi Sacerdoti perché come Maria, la tutta santa, accolgano insieme  a noi il Figlio tuo che viene a fare di noi il tuo regno, ora e per i secoli dei secoli. Amen.

 

Recita 10 Ave Maria e ripeti 10 volte: “Maria concepita senza peccato prega per tutti i Sacerdoti e rendili santi. Amen”

ADERIRE AL SEGGIOLINO

Ci siamo divertiti un mondo quel giorno. Immersi tra una folla festosa, anche noi ci siamo avventurati in mille giochi. Per ultimo abbiamo scelto di salire su una giostra i cui seggiolini, pur nella simultaneità della partenza e dell’arrivo, si muovevano autonomamente e in direzioni le più varie e fantasiose.

Il direttore della giostra dà il segnale di partenza. La corsa non parte; nessuno dei 35 seggiolini si muove. Viene chiamato il tecnico a controllare il buon funzionamento degli ingranaggi, la presenza di elettricità, il contatto dei fili trasmettitori di corrente… Tutto, tutto funzionava a perfezione e si ridà il via; ma nessun sussulto di partenza, nessun seggiolino si muove.

Delusi, scendiamo dalle nostre postazioni. Dopo poco siamo chiamati a risalire; il biglietto era valido e la giostra ci ha regalato tutte le emozioni che aspettavamo.

Alla fine ci è stato spiegato il motivo dell’arresto iniziale. Avevano scoperto che tra i 35 seggiolini ce n’era uno che aveva la cintura “non aderente”. Bastava solo quella cintura “non aderente” per fermare tutto l’ingranaggio, bastava che un solo seggiolino non desse il suo assenso perché tutti rimanessero fissi ai blocchi di partenza.

Strano, ma è vero. Uno per tutti, tutti per uno. La corresponsabilità di ciascuno è un valore inalienabile. Quando si entra in una comunità ognuno è seduto al suo posto, ciascuno vive nel suo settore, ma non può ignorare gli altri, né la propria corresponsabilità con gli altri; tutti hanno il proprio ruolo; ma ogni persona è viva, permette e promuove la vita se aderisce e partecipa con la propria collaborazione, armonizzandosi al progetto di tutti…

Ognuno è benefattore di tutti se personalmente aderisce al fine che

la comunità si è dato. Nessuno vive per se stesso. Nessuno muore per se stesso.

Solennità di nostro Signore Gesù Cristo, Re dell'universo

Nel vangelo di san Luca è detto: « E cominciarono ad accusarlo, dicendo: «Abbiamo trovato quest'uomo che sovvertiva la nostra nazione, istigava a non pagare i tributi a Cesare e diceva di essere lui il Cristo re». »   ( Lc 23,2,)            

Nel vangelo di san Marco si legge: « Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, affinché vediamo e crediamo!» Anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. »   ( Mc 15,32)              

Anche nell'Apocalisse di Giovanni è scritto:

«Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue »  ( Ap 1,5)

« e cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell'Agnello, dicendo: «Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste e veritiere sono le tue vie, o Re delle nazioni. »   ( Ap 15,3)          

« E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: Re dei re e Signore dei signori. »   ( Ap 19,16)

 

PREGHIAMO PER I SACERDOTI


Signore, tu che non sei venuto per dominare il mondo, ma per servirlo con la forza del tuo amore, rendi ogni Sacerdote capace di umile servizio e carità accogliente, verso quanti lo cercano e sono nel bisogno.  

Di fronte al mistero della croce, anche il Sacerdote sente la fatica e la paura della propria umanità. Fa’ o Signore che nell’ora della prova, impari da Te l’amore vero, per camminare nella gioia e nella forza della carità.

Cristo Re e Signore dei signori, in questo mondo assetato di potere e di successo, aiuta i tuoi Sacerdoti ad essere miti ed umili di cuore, capaci di costruire quel Regno di amore che Tu ci assicuri per sempre.      

Tu Signore, che hai condiviso con tutti noi l’esperienza del dolore e della morte, ricordati dei Sacerdoti malati che  portano con fatica il peso della croce, perché la loro sofferenza non sia inutile ai tuoi occhi. Amen

 

Giovedì Eucaristico

e

Sacerdotale

 “Sono il Cuore Eucaristico... Ho sete di essere amato nel SS. Sacramento... Quante anime mi circondano, ma non mi consolano... Il mio Cuore domanda l'amore, come il povero domanda il pane…”.

Infinite sono le chiese dove sono solo. Vieni col tuo spirito in esse. Supplisci tu alle altrui mancanze d’amore. ((Sophie Prouvier)

 

Gesù, realmente presente  in questo  Sacramento  d’amore, vengo a consolarti nella tua solitudine, a supplire all’indifferenza di tanti, a pregarti, a glorificarti, a lodarti per tutti, ma in modo particolare per i fratelli Sacerdoti, parte primaria della tua Chiesa e a chiederti con tutto il cuore di chiamare molti giovani al Sacerdozio e di concedere ad essi scienza, pietà e carità, perché un giorno possano essere fervorosi e convinti ministri tuoi e lavoratori assidui nella tua vigna. Amen

In attesa

della sua beatificazione

21 novembre: presentazione di Maria

al Tempio

Ti consacro, o Regina, la mia mente affinché pensi sempre all’amore che tu meriti, la mia lingua perché ti lodi, il mio cuore perché ti ami. Accetta, o Santissima Vergine, l’offerta che ti presenta questo misero peccatore; accettala ti prego, per quella consolazione che sentì il tuo cuore quando nel tempio ti donasti a Dio…

O madre di misericordia, aiuta con la tua potente intercessione la mia debolezza, impetrandomi dal tuo Gesù la perseveranza e la forza per esserti fedele sino alla morte, affinché, sempre servendoti in questa vita, possa venire a lodarti in eterno nel Paradiso.(S. Alfonso, Le glorie di Maria II, 1, 3, p 601-2)

Preghiera che dovrebbe

far sua ogni sacerdote

Gesù, Sacerdote e Vittima per amore nostro, ascoltaci.

Dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta:

Gesù a Luisa: Io, Sacerdote e Vittima, innalzato sul legno della croce, volli che in quello stato di vittima mi assistesse un sacerdote, quale fu San Giovanni, che mi rappresentava la Chiesa nascente. In lui Io vedevo tutti: Papi, vescovi, sacerdoti, e tutti i fedeli insieme, ed egli, mentre mi assisteva, mi offriva quale vittima per la gloria del Padre e per il buon esito della Chiesa nascente. Non successe a caso, che un sacerdote mi assistesse in quello stato di vittima, ma tutto fu profondo mistero predestinato ‘ab eterno’ nella Mente divina, significando che, quando scelgo un’anima vittima per i gravi bisogni che si trovano nella Chiesa, un sacerdote me la offre, me la assiste, la aiuta, la incoraggia al patire.
Come sul Calvario, non fui Io solo; oltre ad avere un sacerdote, ebbi una Madre, ebbi gli amici e anche i nemici, che nel vedere il prodigio della mia pazienza molti mi credettero Dio qual ero e si convertirono; se Io fossi stato solo, avrebbero ricevuto questi grandi beni? Certo che no”.

Signore, donaci sacerdoti santi che sappiano rimanere presso la tua Croce e aiutare i fratelli a portare con serenità e amore la loro croce.

Beato Cipriano Michele Iwene Tansi

Primo beato della Nigeria, è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 22 marzo 1998 ad Onitsha – Nigeria. Ha la caratteristica di aver avuto nella sua vita ben tre nomi, Iwene alla sua nascita, Michele quando divenne cristiano e Cipriano come frate trappista.

Nacque nel 1903 ad Igboezunu ai margini della foresta, vicino all’antichissima città di Aguleri, nel Sud della Nigeria; era della nota e gloriosa tribù degli Igbo, che fu protagonista negli anni 1967-70 della sanguinosa guerra civile del Biafra.

Il Vangelo era arrivato nella sua zona nel 1890, portato dai primi missionari cattolici alsaziani, sostituiti poi dagli irlandesi della Congregazione dello Spirito Santo; i genitori di Iwene, contadini, erano praticanti della religione tradizionale degli Igbo e secondo le loro aspirazioni, desideravano per il figlio una istruzione e quindi a sei anni lo mandarono dai missionari, che avevano in quel tempo l’iniziativa dell’educazione scolastica, in un villaggio cristiano Nduka, dove visse ospite di una zia.

Suo insegnante nella scuola della missione, fu il cugino cristiano Robert Orekie; a nove anni nel 1912, venne battezzato con il nome di Michele, l’anno successivo insieme al cugino si trasferì ad Onitsha, iscrivendosi alla Scuola Primaria gestita dal sistema dell’allora possedimento britannico della Nigeria, che frequentò per sei anni con serietà e impegno agli studi, fino a conseguire nel 1919 il diploma d’insegnante.

Restò come professore nella stessa scuola fino al 1924, quando rientrato ad Aguleri divenne direttore della School St. Joseph; nel contempo in lui maturava la vocazione sacerdotale e quindi vincendo l’opposizione dei genitori, a 22 anni, nel 1925 entrò nel seminario di San Paolo a Igbarian.

Dopo aver percorso con profitto tutto il piano di studi necessari, il 19 dicembre 1937, fu ordinato sacerdote nella cattedrale di Onitsha, primo sacerdote della zona di Anguleri e secondo come clero indigeno della Diocesi. Nel 1939 fu nominato parroco di Dunukofia, vastissima zona i cui abitanti erano in massima parte legati alla religione tradizionale, non molto favorevoli ad accogliere il messaggio evangelico.

Padre Michele Iwene Tansi non disperò e intraprese una coraggiosa opera di conversione dei fedeli sia in campo dottrinale, sia in campo di revisione dei costumi locali alquanto maschilisti; combatté il concubinato prematrimoniale con l’istituzione di centri per la preparazione al matrimonio; sfatò il mito di una ‘foresta maledetta’; istituì l’Associazione della ‘Legione di Maria’ con risultati sorprendenti.

Esercitò il ministero come parroco in quella zona per sei anni percorrendo il vasto territorio a piedi o in bicicletta; dal 1945 al 1949 passò alla parrocchia di Akpu ad Aguleri, con lo stesso impegno e zelo pastorale.

Tra il 1949 e il 1950 il vescovo mons. Heerey, espresse il desiderio che uno dei suoi sacerdoti indigeni abbracciasse l’esperienza monastica, per poter portare in seguito, nella diocesi, il seme della vita contemplativa. Padre Tansi che già in cuor suo aspirava a questa forma di vita spirituale, vide nella richiesta del vescovo, come una risposta dall’alto alle sue aspirazioni, quindi si propose per questa esperienza, affiancato dal suo vice parroco Marco Ulogu.

Furono presi contatti con l’abbazia trappista di Mount St. Bernard, nella contea di Leichester in Inghilterra e fu deciso che Padre Tansi sarebbe entrato come oblato. Durante il pellegrinaggio parrocchiale fatto a Roma durante l’Anno Santo 1950, padre Tansi invece di ritornare in Nigeria, proseguì per l’abbazia trappista, dove giunse il 2 luglio 1950.

Qui avvenne la metamorfosi spirituale del religioso nigeriano, da pioniere ed organizzatore della giovane Chiesa nigeriana, divenne un monaco umile e docile, impegnato a realizzare l’’ora et labora’ nell’austera e silenziosa vita quotidiana trappista. Dopo circa tre anni trascorsi come oblato, il 7 dicembre 1952, fu ammesso al noviziato, assumendo il nome di fra’ Cipriano e l’8 dicembre 1956, emise i voti perpetui.

Per altri sette anni visse la rigorosa vita di trappista in piena umiltà, ubbidienza e nascondimento, nella preghiera, nel silenzio, nella separazione dal mondo, impegnato nelle più umili mansioni, tutto secondo l’austera regola della Congregazione dei Certosini Riformati, noti appunto con il nome di trappisti, nome scaturito dall’abbazia di Notre-Dame-de-la-Trappe, in Francia da dove iniziò la Riforma nel 1664.

Nel 1963 sembrò che i tempi fossero maturi per fondare in terra nigeriana quella comunità contemplativa desiderata dal vescovo nel 1950. Ma le vicissitudini politiche nigeriane, che sfoceranno nella guerra civile del Biafra, sconsigliarono i superiori, che optarono per il confinante Camerum; per padre Cipriano Tansi, che era stato nominato maestro dei novizi della nascente comunità, fu un colpo non facile da assorbire, visto il forte legame per la sua terra e il motivo iniziale della sua scelta, ma la sua grande formazione spirituale fece sì che accettasse anche questo come volontà di Dio.

Ma mentre si preparava a questo nuovo impegno, nel gennaio 1964 frate Cipriano ebbe improvvisi e grandi disturbi ad una gamba che si gonfiò enormemente. Venne ricoverato d’urgenza nell’Ospedale di Leichester, dove gli fu diagnosticato un’aneurisma aortico; il monaco che l’accompagnava, ritornò al monastero con l’intento di ritornare il mattino seguente, ma durante la notte il male peggiorò e il mattino del 20 gennaio 1964, morì completamente solo, in un’anonima stanza di un ospedale straniero, senza aver potuto più rivedere la sua terra, da quando era partito nel 1950.

La salma fu riportata al monastero e il 22 furono celebrati i funerali con la presenza di altri sacerdoti nigeriani residenti a Londra. Il centro monastico in Camerum, si aprì dopo la sua morte e quando nel 1986 a 22 anni dalla sua dipartita, si aprì nella cattedrale di Omitsha il processo per la beatificazione, in Nigeria funzionavano due Comunità trappiste una maschile e l’altra femminile e una di benedettine.

Nel 1988 il corpo fu esumato e traslato con l’aereo in Nigeria; nella cattedrale di Onitsha fu tenuto il solenne rito funebre durante il quale avvenne un miracolo, riconosciuto tale come di ‘prima categoria’ su una ragazza di 17 anni affetta da grave tumore inoperabile, che il vescovo aveva concesso di accostarsi a toccare il feretro, e che dopo il rito le scomparve completamente.

In suo nome è sorta in Nigeria la Pia Associazione ‘Fr. Tansi Solidarity Prayer Movement’, composta da 40.000 iscritti che indossando un abito particolare, si riuniscono nelle parrocchie a pregare e cantare lodi nello spirito trappista.

SIGNORE, MANDACI SACERDOTI SANTI

Oggi il mondo ha uno struggente bisogno di uomini convinti che la più grande vittoria dell'uomo è la vittoria su se stessi; che il vero lavoro è realizzato non tanto nell'attività quanto piuttosto dal silenzio; di uomini che cercano prima il Regno di Dio e la sua Giustizia

e che attuano la legge per cui solo attraverso la morte del corpo si giunge alla Vita Eterna dello Spirito; di uomini che affrontano gli orrori del Venerdì Santo per sfociare nella gioia smagliante della Domenica di Pasqua; di uomini che, simili a lampi, bruciano i legami di interesse che legano le nostre energie al mondo; di uomini che con voce coraggiosa come San Giovanni Battista, risveglino la nostra natura sonnolenta dai lacci del nostro pigro riposo; di uomini che vincono le loro vittorie non già scendendo dalla Croce e venendo a compromessi col mondo, ma bensì affrontando dure sofferenze per giungere a conquistare il mondo.

In una parola: noi abbiamo bisogno di Santi, perché i Santi sono gli uomini veramente grandi... semplicemente perché essi sarebbero grandi della Grandezza di Cristo.


(Fulton J. Sheen, da "Moods and Truths-La più grande urgenza")

TU SEI

Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivo.

Tu sei il rivelatore di Dio invisibile,

il primogenito di ogni creatura,

il fondamento di ogni cosa;

Tu sei il maestro dell’umanità.

Tu sei il Redentore,

tu sei nato, sei morto, sei risorto per noi;

Tu sei il centro della storia e del mondo;

Tu sei colui che ci conosce e ci ama;

Tu sei il compagno e l’amico della nostra vita;

Tu sei l’uomo del dolore e della speranza;

Tu sei colui che deve venire e che

deve essere un giorno il nostro giudice,

e, noi speriamo, la nostra felicità in Te.

Tu sei la luce, la verità,

anzi Tu sei la “Via, la Verità e la Vita”.

Tu sei il Pane, la fonte dell’acqua viva

per la nostra fame e la nostra sete;

Tu sei il Pastore, la nostra guida,

il nostro esempio,

il nostro conforto, il nostro fratello!

San Paolo VI

ROSARIO EUCARISTICO PER I SACERDOTI DEFUNTI

"Mio Dio, credo, adoro, spero e Ti amo. Domando perdono, per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano." "Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo: ti adoro profondamente e ti offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui Egli è offeso. E per meriti infiniti del suo Sacratissimo Cuore e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria ti domando la conversione di tutti peccatori e in particolare dei tuoi Sacerdoti. (L'Angelo della pace ai tre bambini di Fatima, nel 1917)

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». (Gv 15, 16-17)

 

Dall’autobiografia della Beata Madre Teresa Casini scritta per ordine del Rev. P. Gallois

“Il Sacerdote è parte delle mie viscere, pupilla dei miei occhi; il carattere sacerdotale è al di sopra di qualunque dignità. Io ho chiamato queste anime al mio servizio, dando loro una vocazione sublime, le ho circondate di lumi e grazie dello Spirito Santo e le ho messe in mezzo alla società, affinché, trattando continuamente con essa, mi fossero come tanti canali in cui le anime passassero per venire al mio Cuore. Ma - aggiunse con espressione di dolore - non tutte corrispondono alla loro vocazione e con le loro infedeltà e ingratitudini trafiggono il mio cuore, conficcando una spina in esso”. Mi chiese poi di riparare e di consolarlo nel suo dolore.

 

CORONCINA DI ADORAZIONE


  1. Ti adoro profondamente, o mio Gesù, Ti riconosco per vero Dio e vero Uomo, e con questo atto di adorazione intendo supplicare la tua misericordia per l’anima del sacerdote che mi ha battezzato, facendomi così entrare a far parte del Tuo Corpo Mistico e partecipe della tua vita divina.


Santo, Santo, Santo, il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della Tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.


Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento (10 volte) Gloria al Padre


        2.  Ti adoro profondamente, o mio Gesù, vero pane di vita eterna, e con questa adorazione intendo supplicare la tua misericordia per l’anima dei sacerdoti che, nel corso della mia vita, mi hanno amministrato la tua misericordia attraverso il sacramento della confessione.


Santo, Santo, Santo, il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della Tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.


Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento (10 volte) Gloria al Padre


        3. Ti adoro profondamente, o mio Gesù, Ti riconosco per vero Dio e vero Uomo, e con questo atto di adorazione intendo supplicare la tua misericordia per l’anima dei sacerdoti che, nel corso della mia vita, hanno celebrato il santo Sacrificio della croce e dell’altare e mi hanno amministrato il Corpo e il Sangue tuo santissimo.


Santo, Santo, Santo, il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della Tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.


Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento (10 volte) Gloria al Padre


        4. Ti adoro profondamente, o mio Gesù, pane vivo disceso dal cielo, e con questo atto di adorazione intendo supplicare la tua misericordia per tutti i Sacerdoti che hanno consacrato la loro vita a Te e che ci hanno uniti in matrimonio e donato la tua benedizione in ogni avvenimento della nostra vita.


Santo, Santo, Santo, il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sonno pieni della Tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.


Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento (10 volte) Gloria al Padre


        5.   Ti adoro profondamente, o mio Gesù, pane vivo disceso dal cielo, e con questo atto di adorazione intendo supplicare la tua misericordia per i sacerdoti che hanno visitato i nostri malati, assistito i nostri moribondi e accompagnati all’altra vita i nostri cari defunti.


Santo, Santo, Santo, il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sonno pieni della Tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.


Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento (10 volte) Gloria al Padre

       

PREGHIAMO


Dio, santificatore e custode della tua Chiesa, ti preghiamo per l’anima di tutti i sacerdoti defunti e ti chiediamo di suscitare in essa con il tuo Spirito idonei e fedeli dispensatori dei santi misteri, perché attraverso il loro ministero e il loro esempio, il popolo cristiano sia guidato con la tua protezione sulla via della salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Lettere di Sacerdoti santi

Figlia mia in Gesù,

 

Vi scrivo due righe per ringraziarvi delle preghiere che avete fatte per mio fratello. Spero oggi, alla predica, di fare qualche riflessione pratica su di questo evento doloroso che è stato ed è fecondo di tanti beni; ma fin da ora debbo dirvi che il Signore non poteva manifestar si più buono e più adorabile!

Oh, quando avremo noi quella calma serena che ci getta nelle braccia di Dio, anche fra i gemiti e le lagrime del dolore? La natura sente certamente l’amarezza di certi momenti, ma bisogna dominare la natura con la Fede e tenersi abbracciati a Dio.

Se il bambino atterrito dall’incendio si distacca dalla mamma sua, va forse a gettarsi dritto fra le fiamme? È necessario che anche nel terrore stia nelle braccia materne dove troverà certamente il rifugio e la vita.

Mettetelo come principio incrollabile di vita: quando ci succede una cosa contraria allora noi abbiamo una grazia segnalata; ogni dolore nasconde un mirabile dlsegno di bontà e di amore, e questo disegno si vede sempre dopo. A noi basta sapere che Dio è infinita bontà e questo deve essere per noi la somma assicurazione.

Termino perché devo uscire. Ossequio le vostre buone sorelle e la signorina Vittoria.

Vi benedico di cuore e sono sempre


vostro servo Dolindo Ruotolo

 

Sacerdoti santi? Tanti e in ogni epoca!!!

Beato Antonio Baldinucci Sacerdote gesuita

 

Mai disperare, anche quando le circostanze della vita ci sono avverse e i grandi desideri che portiamo in cuore sono inversamente proporzionali alla salute che ci è toccata in sorte. Perché per Dio si possono fare cose grandi anche con quel poco di cui siamo dotati. Lui, per esempio, è di statura inferiore alla media, è gracile di salute, si ammala spesso e volentieri. Basta un piccolo sforzo mentale per mandarlo in tilt, e anche solo un maggior impegno nell’insegnamento è sufficiente a metterlo a letto per giorni e giorni. Suo padre, famoso Accademico della Crusca, non sembra lesinare nell’educazione cristiana dei suoi cinque figli e neppure si dimostra avaro con il Signore, quando di questi gliene chiede ben tre: uno entra nei Domenicani, l’altro diventa sacerdote secolare, mentre il più piccolo e malaticcio si fa Gesuita, sognando di andare missionario in Cina, in Giappone o nelle Indie. Sogni proibiti, visto la salute che si ritrova e le tante indisposizioni che lo perseguitano. Incredibile a dirsi, riescono a curarlo con il tabacco, che era il massimo che potesse offrire la medicina del tempo, quando ancora lo si utilizzava più per le sue virtù medicamentose che per il piacere di una fumata. Così ristabilito, ma pur sempre inadatto per le missioni, gli chiedono di fare il missionario in patria e di trasformarsi in predicatore itinerante, che non è propriamente un incarico di assoluto riposo, ma di cui non ha più bisogno il gracile gesuita, alto appena un soldo di cacio, che ha acquistato uno slancio inaspettato e una vitalità strabiliante, diventando capace di percorrere anche 70 chilometri al giorno. Comincia a girare i paesi dell’Italia centrale come un saltimbanco, dotato di un armamentario rustico e inquietante: un teschio sotto il braccio per richiamare a tutti il destino ultimo, la felicità o la dannazione eterna; uno “svegliarono”, cioè una composizione poetica che lui stesso ha composto e un confratello musicato, per richiamare i suoi ascoltatori alla conversione; parole semplici che vanno dritto al cuore e che risvegliano la fede. Certamente, la sua, è una predicazione figlia del suo tempo (siamo agli inizi del Settecento), che ha come contorno pubbliche flagellazioni, penitenze estenuanti, terrificanti presentazioni della dannazione eterna. Perfino la natura sembra dare forza alla sua predicazione, come quel giorno d’estate in cui, volendo spiegare che il numero delle anime che cadono nell’inferno è pari alle foglie che d’autunno cadono dagli alberi, invita il suo uditorio ad osservare l’albero all’ombra del quale sta predicando. Proprio in quel momento arriva una folata di vento che spoglia quasi completamente l’albero, al punto che le foglie rimaste attaccate ai rami si possono facilmente contare. Alcuni suoi consigli sono tuttavia ancora buoni per oggi: “Di tutto ciò che capita, prendete il buono e lasciate andare il cattivo….Vivete con un cuore grande e libero da ogni strettezza…..Non pensate a tutti i mali possibili, ma solo a quelli che hanno bisogno di un rimedio immediato…”. ”Paradiso, o paradiso, o bella patria” è l’esortazione che non manca mai nelle sue prediche, neanche in quella del 7 novembre 1717, pronunciata a Pofi (Frosinone). Sono le ultime parole di Padre Antonio Baldinucci, dopo le quali si accascia: stroncato da un infarto, ma soprattutto consumato dalle fatiche, ad appena 52 anni. Leone XIII lo ha proclamato beato nel 1893.

 

Preghiera per ottenere grazie


Dio Eterno e Onnipotente,

che hai ispirato nel cuore del tuo servo,

Papa Benedetto XVI,

il sincero desiderio di incontrarti ed annunciarti,

diventando un umile “cooperatore della verità”

e offrendosi come servo, per Cristo e per la Chiesa,

fa’ che anche io sappia amare la Chiesa di Cristo

e possa seguire nella mia vita

le verità eterne che essa proclama.

Degnati, Signore, di glorificare il tuo servo,

Papa Benedetto XVI,

e concedi, per sua intercessione,

la grazia che ora ti chiedo (esprimi la tua richiesta). Amen.


Padre Nostro, Ave Maria e Gloria al Padre.

La vita è donarla

"Chi per amore muor,

vissuto è assai"

Per i dolori sempre crescenti, Roberto vedeva, giorno dopo giorno, che non poteva rimanergli ancora tanto tempo. Anche i medici del reparto gli davano poche speranze.

Ma lui non cedeva alla tentazione dell’abbattimento. Con una forza superiore ad ogni aspettativa si aggrappava a quelle poche speranze. Perché? Prima che il tempo o la malattia te la rubino, per non perderla, dona la vita! E’ il massimo dell’amore. Chi per amore muor, vissuto è assai. Questo è morire sulla breccia come Lui”.

Ripeteva più a se stesso che agli infermieri: “Voglio morire sulla breccia”. “Non voglio morire da sconfitto, ma battagliando; voglio morire da eroe, non come  chi accetta di spegnersi; voglio morire da sano”.

Per mesi durò all’ospedale questa sua battaglia: una vera agonia, appunto.

Ma un giorno trovai l’ispirazione e il coraggio per aiutarlo a “morire sulla breccia”.

Gli dissi che se non voleva morire da sconfitto, da derubato; ma da donatore, da vincitore, c’era un segreto infallibile: gli additai il crocifisso appeso davanti al letto: “Lui, la vita,  si è offerto per amore. Non gli altri l’hanno crocifisso, non i nemici gli hanno tolto la vita; Lui spontaneamente ha donato la vita per me, per te.

E così il crocifisso rassicura me e te; invita a non avere paura: Lui ha vinto il mondo e dalla croce continua a regnare. Dalla croce ha trasformato le sconfitte in vittoria; ogni morte in vita.


Padre Andrea Panont O.C.D.

IL SACERDOTE

E

I SUFFRAGI PER I DEFUNTI

Da sempre, pur con modi e sfumature diversi, tutti i popoli ricordano e pregano per i defunti. Nella Chiesa la loro commemorazione è presente sin dal IX secolo e l’idea di commemorarla in un’unica ricorrenza fu dell’abate benedettino sant’Odilone di Cluny. Il significato è quello di pregare le per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della resurrezione e per tutti coloro dei quali solo Dio ha conosciuto la fede.

La speranza cristiana trova il suo fondamento nella Bibbia. Nel libro di Giobbe si legge: «Io so che il mio Redentore vive e che alla fine si leverà sulla terra. Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, nella mia carne vedrò Dio. Lo vedrò io stesso; i miei occhi lo contempleranno, e non un altro. Il mio cuore si strugge dentro di me» (Gb 19, 25-27).

Nel libro dell’Apocalisse, poi, si legge che nella Gerusalemme celeste «non entrerà nulla d’impuro» (Ap 21,27).

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, pertanto, afferma al n. 1030 che «coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo»; e al n. 1032 continua: «Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti».

Sant’Agostino scriveva: «Una lacrima per i defunti evapora; un fiore sulla tomba appassisce, una preghiera, invece, arriva sino al cuore dell’Altissimo». Quanta importanza ha una preghiera per un’anima del Purgatorio!

La Santa Messa è da considerarsi il miglior suffragio per le anime del Purgatorio. San Tommaso d’Aquino aveva indicato nella Messa il miglior mezzo per liberare le anime sofferenti, tre secoli prima che il Concilio di Trento si pronunciasse esplicitamente in questo modo: «Le anime del Purgatorio sono sollevate dai suffragi dei fedeli, ma soprattutto dal prezioso sacrificio dell’altare».

Maria Simma, mistica austriaca, conosciuta per le sue asserite doti di veggente in contatto con le anime dei defunti, dice che i Sacerdoti devono scontare in Purgatorio «la disobbedienza al Santo Padre, la mancata recita dell’Ufficio, il poco amore per la Santa Messa, per la preghiera e per il digiuno».

O Gesù, che alla beata Maria Teresa Casini hai rivelato l’insondabile amore del tuo Cuore per il sacerdozio ministeriale con queste parole: «Il Sacerdote è parte delle mie viscere, pupilla dei miei occhi; il carattere sacerdotale è al di sopra di qualunque dignità. Io ho chiamato queste anime al mio servizio, dando loro una vocazione sublime, le ho circondate di lumi e grazie dello Spirito Santo e le ho messe in mezzo alla società, affinché, trattando continuamente con essa, mi fossero come tanti canali in cui le anime passassero per venire al mio Cuore»; abbi pietà dei Sacerdoti defunti per i quali non prega mai nessuno.

Essi hanno battezzato, evangelizzato, amministrato il tuo perdono, reso presente il sacrificio della Croce mediante la celebrazione dell’Eucaristia, accompagnato nella vita chiunque lo richiedesse, hanno preparato i moribondi all’incontro con Te, hanno celebrato le esequie e offerto preghiere di suffragio per tutti i defunti e ora più nessuno si ricorda di loro.

Noi ti preghiamo: sii misericordioso con ciascuno di essi; non tener conto dei loro peccati, delle loro debolezze, delle loro fragilità ma ammettili alla visione del tuo volto. Amen