NONO GIORNO
O Dio nostro Padre, vogliamo innalzare un grande inno di grazie al tuo amore in Cristo Gesù: è nella sua morte che tu ci hai rivelato il tuo amore senza confini. E' di questo amore gratuito e insondabile che, per il ministero dei Sacerdoti, facciamo esperienza nell'Eucaristia. Non permettere che rispondiamo con parole vuote di grazie, di amore, di supplica. Aiutaci, affinché le nostre parole nascano dall'esperienza indicibile di essere amati senza condizioni da un Dio che è salito su una croce per noi e per tutti, perché si rifacesse pace tra uomo e uomo, tra uomo e creato, tra uomo e Te, suo Creatore. Perché ogni Eucaristia, o Padre, prima di noi e della nostra vita, sia sempre un raccontare le tue imprese meravigliose nella morte di cristo Gesù, nostro Signore, donaci Sacerdoti santi. Amen
LA PACE
Tutto è calmo, tutto è tranquillo dentro il Tabernacolo, perché tutto è ordine e concordia santissima negli affetti, nei desideri, nelle aspirazioni di Gesù ... Non c’è contrasto in quel divin Cuore, non una ripugnanza tra la sua umanità santissima e la sua divinità. Nella soavissima armonia della vita sacramentale di Gesù, rifulge una pace profonda e l'Ostia santa, nella sua apparente insensibilità, ed il Tabernacolo nella sua immobilità, ci parlano di pace, quella pace bene espressa dalla lampada che, consumandosi, arde e risplende davanti al Tabernacolo santo. Come son quieti, o Gesù, i tuoi santi altari, inondati della tua pace, della tua serenità...
Riflessione
Hai mai gustato questa pace?. Forse non ne hai gustato che una minima parte la quale ben presto si è dispersa nell'irrequietezza della fretta e del chiasso in cui si svolgono le tue giornate. Inoltre nei rapporti con il prossimo il tuo amor proprio, il tuo risentimento, il tuo orgoglio mantengono irrequieto il tuo spirito e allontanano dal tuo cuore quella soave pace che dovrebbe essere la virtù caratteristica di che vuole offrire a Gesù la propria vita per la salvezza dei fratelli, in modo particolare per la santificazione dei Sacerdoti.
PREGHIERA
Gesù, che per mezzo di Maria, Tua Madre, Ti offristi solennemente al tempio di Gerusalemme per i peccati di tutto il mondo, sii in eterno benedetto. Noi ti ringraziamo a nome di tutta l’umanità per l’offerta da Te fatta allora e poi generosamente compiuta. Veramente in quel giorno il mondo vide il suo Salvatore in mezzo al Tempio... E come nel giorno della Tua offerta, mosso dal Divino Spirito, il Santo vecchio Simeone Ti annunziò Luce e Splendore delle genti, nella tua misericordia fa’ discendere la luce della tua grazia nelle nostre menti, perché comprendano il tuo amore.
Maria, nostra dolcissima Madre, che nel tempio ti associasti all’offerta del Figlio Tuo, Gesù, facci tue imitatrici e compagne di Gesù nell’offerta completa di noi stesse al Suo Cuore per a santificazione dei Sacerdoti. Amen
OTTAVO GIORNO
Signore Gesù, presente nel sacramento dell'altare, io credo in te, ti adoro e ti amo. Tu sei il Figlio di Dio, il Messia atteso dai profeti e inviato nel mondo dal Padre; tu sei il Salvatore, che ci libera dalla schiavitù e ci guida nella casa del Padre. Ridesta nelle nostre anime il desiderio di te; donaci la ricchezza del tuo amore, perché riempia il vuoto del nostro cuore; fa' tacere in noi il rumore delle cose vane; rendici docile al tuo divino volere, perché cerchiamo solo ciò che a te piace e donaci Sacerdoti secondo il tuo Cuore.
L'ABBANDONO
Se vuoi formarti un concetto esatto della vita intima di Gesù Sacramento, devi soprattutto considerare l'abbandono ammirabile in cui Egli vive racchiuso nell'Ostia Santa. Egli riposa tranquillo nella volontà e nelle disposizione del suo Padre celeste. Non un movimento, non un sentimento contrario al Divin beneplacito, non un desiderio, non un'aspirazione diversa da quella del Padre Suo, sempre calmo e tranquillo Gesù riposa abbandonato in Dio e nella sua volontà, contento e soddisfatto di tutto ciò che questa volontà dispone a suo riguardo.
Riflessione
Comprendi tu quest'abbandono generoso in cui vive Gesù Sacramentato? E tu perché non ti sottometti al volere di Dio nel momento della tribolazione, del dolore, della delusione? Perché non ti abbandoni tra le braccia del Padre che ti ama immensamente e che per te vuole soltanto il bene?
PREGHIERA
Gesù, che per mezzo di Maria, Tua Madre, Ti offristi solennemente al tempio di Gerusalemme per i peccati di tutto il mondo, sii in eterno benedetto. Noi ti ringraziamo a nome di tutta l’umanità per l’offerta da Te fatta allora e poi generosamente compiuta. Veramente in quel giorno il mondo vide il suo Salvatore in mezzo al Tempio... E come nel giorno della Tua offerta, mosso dal Divino Spirito, il Santo vecchio Simeone Ti annunziò Luce e Splendore delle genti, nella tua misericordia fa’ discendere la luce della tua grazia nelle nostre menti, perché comprendano il tuo amore.
Maria, nostra dolcissima Madre, che nel tempio ti associasti all’offerta del Figlio Tuo, Gesù, facci tue imitatrici e compagne di Gesù nell’offerta completa di noi stesse al Suo Cuore per a santificazione dei Sacerdoti. Amen
SETTIMO GIORNO
L’ Eucaristia è la testimonianza sacramentale della tua prima venuta. Ci hai lasciato, o Signore, il tuo corpo e il tuo sangue sotto le specie del pane e del vino perché attestino l’avvenuta redenzione del mondo. L'Eucaristia è al tempo stesso, preannunzio della tua seconda venuta. Il segno dell'avvento definitivo e insieme l'attesa di tutta la Chiesa. Desideriamo ogni giorno e ogni ora adorare te, nascosto sotto il segno del pane e del vino, per rinnovare la speranza della "chiamata alla gloria". Donaci, Signore, Sacerdoti adoratori che ci insegnino ad adorarti.
NASCONDIMENTO
Oh che misterioso nascondimento è quello di Gesù nell'Eucaristia! Se tu cerchi attorno al tabernacolo un segno, una traccia che ti indichi dove si trovi Gesù nelle sue amabili attrattive, tu non lo trovi: Egli, il figlio dell'uomo, il più bello, il più caro fra quanti hanno vissuto sulla terra, ha sacrificato il suo fascino, nascondendo tutto sotto il velo di una debolissima Ostia. Solo con la fede tu ritrovi Gesù, quell'amabile Gesù che col suo sguardo amoroso attirava le folle, e con la sua amabilità invitava i peccatori, li affascinava, li santificava. Ed ora, che cosa rimane di tutto questo? Nulla, tranne Gesù nell'Ostia, ma nascosto.
Riflessione
Tu che dici di amare Gesù nascosto sotto le specie eucaristiche, quante volte hai tentato di metterti in mostra? Quante volte hai desiderato di essere conosciuta e apprezzata da coloro che ti stanno attorno? Quante volte hai cercato di attirare sopra di te l'attenzione degli altri?...
Contempla il nascondimento di Gesù, rifletti sul tuo protagonismo e fa’ il serio proposito di seguire il suo esempio.
PREGHIERA
Gesù, che per mezzo di Maria, Tua Madre, Ti offristi solennemente al tempio di Gerusalemme per i peccati di tutto il mondo, sii in eterno benedetto. Noi ti ringraziamo a nome di tutta l’umanità per l’offerta da Te fatta allora e poi generosamente compiuta. Veramente in quel giorno il mondo vide il suo Salvatore in mezzo al Tempio... E come nel giorno della Tua offerta, mosso dal Divino Spirito, il Santo vecchio Simeone Ti annunziò Luce e Splendore delle genti, nella tua misericordia fa’ discendere la luce della tua grazia nelle nostre menti, perché comprendano il tuo amore.
Maria, nostra dolcissima Madre, che nel tempio ti associasti all’offerta del Figlio Tuo, Gesù, facci tue imitatrici e compagne di Gesù nell’offerta completa di noi stesse al Suo Cuore per a santificazione dei Sacerdoti. Amen
SESTO GIORNO
O Signore Gesù, Sacramento dell’unità della Chiesa, continua a darci questo pane quotidiano che è lo stesso tuo corpo, questo vino che è il tuo sangue prezioso, a conferma della nostra unità. Noi ti supplichiamo per il sommo Pontefice e per quanti appartengono all'ordine sacerdotale: mantienili in perfetta fedeltà di mente e di cuore. Alla tua Chiesa, o Signore, concedi benevolo i doni dell'unità e della pace. Ascoltaci, Signore e ci benedici ciascuno di noi.
LA PREGHIERA
Gesù nel Sacramento prega. Nostro amorevole avvocato presso il Divin Padre, Egli prega e con la sua preghiera sottopone i suoi desideri, la sua volontà, la sua vita e tutta la sua esistenza, alla volontà e beneplacito del suo Padre celeste. Gesù prega e, nello slancio della sua preghiera, tutto presenta al Divin Padre e tutto offre in olocausto soavissimo alla sua giustizia, alla sua gloria, alla sua misericordia....
Riflessione
Tu pure preghi o almeno credi di pregare; ma forse ancora non hai capito cosa significhi davvero pregare e ti accontenti nelle tue preghiere di muovere le labbra senza attenzione, senza devozione, senza fervore. Questo non si chiama pregare, il vero modo di pregare devi impararlo da Gesù, il quale t'insegna che pregare vuol dire unire la volontà propria, il propria cuore con tutti i suoi desideri, alla volontà e ai desideri del tuo Dio...Hai mai pregato in questo modo e con questo spirito?....
PREGHIERA
Gesù, che per mezzo di Maria, Tua Madre, Ti offristi solennemente al tempio di Gerusalemme per i peccati di tutto il mondo, sii in eterno benedetto. Noi ti ringraziamo a nome di tutta l’umanità per l’offerta da Te fatta allora e poi generosamente compiuta. Veramente in quel giorno il mondo vide il suo Salvatore in mezzo al Tempio... E come nel giorno della Tua offerta, mosso dal Divino Spirito, il Santo vecchio Simeone Ti annunziò Luce e Splendore delle genti, nella tua misericordia fa’ discendere la luce della tua grazia nelle nostre menti, perché comprendano il tuo amore.
Maria, nostra dolcissima Madre, che nel tempio ti associasti all’offerta del Figlio Tuo, Gesù, facci tue imitatrici e compagne di Gesù nell’offerta completa di noi stesse al Suo Cuore per a santificazione dei Sacerdoti. Amen
QUINTO GIORNO
O Gesù eucaristico, fa' che tutti i popoli ti servano liberamente, consapevoli che "servire a Dio è regnare". Il tuo sacramento, o Gesù, sia luce alle menti, forza alle volontà, attrazione dei cuori. Sia esso sostegno ai deboli, conforto ai sofferenti, viatico di salvezza ai morenti; e a tutti "pegno di gloria futura". Donaci, o Signore, Sacerdoti ardenti di fede, speranza e carità, perché possano sostenere i deboli, confortare i sofferenti e attrarre i nostri cuori all’amore per Te.
OBBEDIENZA
Considera quanto sia grande l'ubbidienza di Gesù. Egli nella sua vita mortale, mai si discostò minimamente da essa, ed ancora dal tabernacolo ti va ripetendo:« il mio cibo è di fare la volontà di Colui che mi ha mandato». e se durante la sua vita mortale fu obbediente sino alla morte di croce, nell'Eucaristia la sua obbedienza arriva agli estremi: si consegna addirittura nelle mani dei suoi ministri alcuni dei quali distratti, superficiali, infedeli….
Riflessione
Comprendi tu abbastanza questa obbedienza di Gesù? Hai mai riflettuto sulla tua obbedienza alla volontà del Padre tuo celeste? Non ha egli tante volte richiesto anche a te di sacrificargli le tue comodità, i tuoi gusti, il tuo intelletto, la tua volontà, le tue passioni? E tu hai in tutto e sempre obbedito come Gesù oppure ti sei lamentata, chiusa in te stessa, rattristata? Se vuoi unirti a Gesù per la salvezza del mondo e per la santificazione dei Sacerdoti devi essere obbediente come Lui alla Volontà del Padre.
PREGHIERA
Gesù, che per mezzo di Maria, Tua Madre, Ti offristi solennemente al tempio di Gerusalemme per i peccati di tutto il mondo, sii in eterno benedetto. Noi ti ringraziamo a nome di tutta l’umanità per l’offerta da Te fatta allora e poi generosamente compiuta. Veramente in quel giorno il mondo vide il suo Salvatore in mezzo al Tempio... E come nel giorno della Tua offerta, mosso dal Divino Spirito, il Santo vecchio Simeone Ti annunziò Luce e Splendore delle genti, nella tua misericordia fa’ discendere la luce della tua grazia nelle nostre menti, perché comprendano il tuo amore.
Maria, nostra dolcissima Madre, che nel tempio ti associasti all’offerta del Figlio Tuo, Gesù, facci tue imitatrici e compagne di Gesù nell’offerta completa di noi stesse al Suo Cuore per a santificazione dei Sacerdoti. Amen
QUARTO GIORNO
Signore, resta con noi. Resta con noi oggi e resta, d'ora in poi, tutti i giorni. Resta! Affinché noi possiamo incontrarci con te nella preghiera di adorazione e di ringraziamento, nella preghiera di espiazione e di domanda. Resta! Tu che sei contemporaneamente velato nel mistero eucaristico e svelato sotto le specie del pane e del vino, che hai assunto in questo sacramento. Resta! Resta con noi per il ministero dei Sacerdoti e donaci tanti santi Sacerdoti! Resta con noi, Signore!
LA VITTIMA
Gesù, per diventare ed essere nostra vita, volontariamente ha deciso di costituirsi nostra ostia, nostro sacrificio, nostra vittima. Che cosa è mai una vittima ? E' l'offerta totale e mai interrotta di chi che è sempre pronto e disposto ad essere sacrificato per la gloria di Dio e la salvezza dei fratelli. E Gesù sta sopra ai nostri altari sempre pronto al sacrificio, perché è sempre a disposizione dei suoi sacerdoti e quale mansueto agnello si rende docile ad essi, non muove lamento, non oppone resistenza; vittima generosa lascia che i suoi ministri l'immolino a tutte le ore del giorno.
Riflessione
Contempla, anima mia, profondamente questo stato di vittima di Gesù. Sei tu disposta ad unirti a Gesù, ad abbandonarti nelle sue mani per la gloria al Padre, la salvezza dei miei fratelli e la santificazione dei Sacerdoti? Il tuo cuore desidererebbe farlo ma la tua volontà è estremamente debole. Ottieni la forza dal signore tramite una preghiera continua e fiduciosa.
PREGHIERA
Gesù, che per mezzo di Maria, Tua Madre, Ti offristi solennemente al tempio di Gerusalemme per i peccati di tutto il mondo, sii in eterno benedetto. Noi ti ringraziamo a nome di tutta l’umanità per l’offerta da Te fatta allora e poi generosamente compiuta. Veramente in quel giorno il mondo vide il suo Salvatore in mezzo al Tempio... E come nel giorno della Tua offerta, mosso dal Divino Spirito, il Santo vecchio Simeone Ti annunziò Luce e Splendore delle genti, nella tua misericordia fa’ discendere la luce della tua grazia nelle nostre menti, perché comprendano il tuo amore.
Maria, nostra dolcissima Madre, che nel tempio ti associasti all’offerta del Figlio Tuo, Gesù, facci tue imitatrici e compagne di Gesù nell’offerta completa di noi stesse al Suo Cuore per a santificazione dei Sacerdoti. Amen
TERZO GIORNO
O pane divino, disceso dal cielo, per dare la vita al mondo. O pastore amabile delle anime nostre, dal tuo trono di gloria, ravviva le famiglie e i popoli con la tua grazia. Fa' che i tuoi Sacerdoti rimangano stretti a te nella fermezza della fede, nella certezza della speranza, nell'ardore della carità. Dall'altare, ove perennemente rinnovi il tuo sacrificio, sii sempre per tutti il maestro, il consolatore, il salvatore. Colui che dà il nutrimento che preserva dalla corruzione e dalla morte.
IL SACRIFICIO
Che cosa offre Gesù nel suo sacrificio? Tutto se stesso: l'anima sua, il suo corpo, il suo sangue, la sua divinità, la sua volontà, i suoi desideri, le sue aspirazioni, i suoi gusti, le sue consolazioni; tutto Gesù sacrifica generosamente, senza eccezione, senza riserva. Nulla Gesù trattiene per Sé, ma con un’oblazione unica, ci riconcilia con Sé e ci santifica. Ma dove si riscontra la generosità del sacrificio di Gesù? Nell'ostia santa. Qui noi vediamo tutto Gesù, con tutto ciò che Egli possiede, come Uomo e come Dio e il suo sacrificio è intero e pieno nel vero significato della parola.
Riflessione
Di fronte al sacrificio di Gesù cosa penso ora dei miei sacrifici? Quante volte mi lamento se si presenta qualche difficoltà, qualche incomprensione o qualche sofferenza? Sono in grado di offrire con Lui e per Lui ciò che ho di più caro per la salvezza dei miei fratelli e per la santificazione dei Sacerdoti?
PREGHIERA
Gesù, che per mezzo di Maria, Tua Madre, Ti offristi solennemente al tempio di Gerusalemme per i peccati di tutto il mondo, sii in eterno benedetto. Noi ti ringraziamo a nome di tutta l’umanità per l’offerta da Te fatta allora e poi generosamente compiuta. Veramente in quel giorno il mondo vide il suo Salvatore in mezzo al Tempio... E come nel giorno della Tua offerta, mosso dal Divino Spirito, il Santo vecchio Simeone Ti annunziò Luce e Splendore delle genti, nella tua misericordia fa’ discendere la luce della tua grazia nelle nostre menti, perché comprendano il tuo amore.
Maria, nostra dolcissima Madre, che nel tempio ti associasti all’offerta del Figlio Tuo, Gesù, facci tue imitatrici e compagne di Gesù nell’offerta completa di noi stesse al Suo Cuore per a santificazione dei Sacerdoti. Amen
SECONDO GIORNO
Signore, ti adoro e ti lodo, contemplando il tuo amore, che ti ha messo nella specie del pane, in memoria vivente della tua passione e morte. Signore nella tua debolezza e solitudine, tu sei la nostra forza. Tu sei il risorto, tu cammini in mezzo a noi dando vita e speranza. Tu non deludi coloro che si appoggiano a te e credono al tuo amore. Tu ci inviti a ripartire da te a ripartire dalla proclamazione del primato del Padre tuo e a rifarci a quelle cose essenziali da cui deriva ogni nostra forza e gioia. Nutrici o Signore, col tuo pane, nutrici con quelle cose che danno senso alla nostra vita; fa' che nella contemplazione di te nel tuo vangelo e nel sacramento dell'altare, noi attingiamo coraggio per riprendere il cammino incontro al mistero di Dio.
IL DOLORE
Ciò che costituisce il dolore di Gesù è il sapersi non corrisposto nell'amor suo, e questo lo spinge al lamento. Questo dolore però diviene ancora più grave per Gesù nel vedersi non corrisposto neppure da quelle Anime che a Lui più appartengono perché a Lui consacrate. Quanti pochi comprendono l'amore ed il dolore di questo Cuore tradito! Per questo motivo la sofferenza di Gesù supera ogni limite, ed Egli ripete con accento di dolore, che nell'universale ingratitudine ciò che trafigge in modo particolare il suo cuore è vedersi non amato, non curato, non apprezzato finanche dai suoi Sacerdoti... Gesù sperava trovare almeno fra di essi una risposta all'amor suo!, ma no, Egli da molti di essi è costretto a subire un contributo di dolore e di amarezza quando per tanti motivi ignorano questo amore, lo disconoscono, lo disprezzano!...
Riflessione
Sono io una di queste anime ingrate? Sono capace di far mio il dolore del suo Cuore, oppure lascio Gesù immerso nel dolore a causa della mia vita tiepida? Con le mie infedeltà volute concorro forse ad aggravare la sua pena costringendolo a ripetere:
“Ho atteso compassione, ma invano, consolatori, ma non ne ho trovati” (Sal 69,21)?
PREGHIERA
Gesù, che per mezzo di Maria, Tua Madre, Ti offristi solennemente al tempio di Gerusalemme per i peccati di tutto il mondo, sii in eterno benedetto. Noi ti ringraziamo a nome di tutta l’umanità per l’offerta da Te fatta allora e poi generosamente compiuta. Veramente in quel giorno il mondo vide il suo Salvatore in mezzo al Tempio... E come nel giorno della Tua offerta, mosso dal Divino Spirito, il Santo vecchio Simeone Ti annunziò Luce e Splendore delle genti, nella tua misericordia fa’ discendere la luce della tua grazia nelle nostre menti, perché comprendano il tuo amore.
Maria, nostra dolcissima Madre, che nel tempio ti associasti all’offerta del Figlio Tuo, Gesù, facci tue imitatrici e compagne di Gesù nell’offerta completa di noi stesse al Suo Cuore per a santificazione dei Sacerdoti. Amen
PRIMO GIORNO
O Gesù, re delle genti e dei secoli, accogli l'Adorazione e la lode che noi, tuoi fratelli di adozione, umilmente li tributiamo. Tu sei "il pane vivo disceso dal cielo, che dà la vita al mondo" sommo sacerdote e vittima, ti sei immolato sulla croce in sacrificio di espiazione all'Eterno padre per la redenzione del genere umano, ed ora ti offri quotidianamente sui nostri altari, al fine di instaurare in ogni cuore il tuo "regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace. "O Re della gloria", venga, dunque, il tuo Regno.
L'AMORE
L'amore di Gesù è stato il principio della sua vita eucaristica e l'amore lo sostiene e lo fa vivere in mezzo a noi. Gesù era Dio e come Dio nulla Gli era nascosto. Gesù sapeva che malgrado l’amore infinito del suo cuore le creature non avrebbero apprezzato la grandezza di questo immenso dono, e dimentiche di quanto lui aveva fatto per loro l'avrebbero lasciato nell'abbandono. Gesù sente tutto il peso di questo abbandono; soffre per la solitudine di tutte le notti in cui è lasciato solo; il suo cuore si addolora nel vedersi trattare indegnamente da tanti dei suoi più cari e in modo speciale dai Sacerdoti; sente vivamente le profanazioni che sopra i suoi altari farà l'ingratitudine e la malizia umana. Ma Gesù, nonostante tutto desidera solo dimostrare il suo amore per le sue creature, contento che anche un'anima sola apprezzi il suo amore e si sforzi ad amarlo.
Vuoi essere tu quest’anima? Vuoi che la tua vocazione sia consolare il Divin Cuore, essere un’anima offerta per la santificazione dei suoi Eletti?
PREGHIERA
Gesù, che per mezzo di Maria, Tua Madre, Ti offristi solennemente al tempio di Gerusalemme per i peccati di tutto il mondo, sii in eterno benedetto. Noi ti ringraziamo a nome di tutta l’umanità per l’offerta da Te fatta allora e poi generosamente compiuta. Veramente in quel giorno il mondo vide il suo Salvatore in mezzo al Tempio... E come nel giorno della Tua offerta, mosso dal Divino Spirito, il Santo vecchio Simeone Ti annunziò Luce e Splendore delle genti, nella tua misericordia fa’ discendere la luce della tua grazia nelle nostre menti, perché comprendano il tuo amore.
Maria, nostra dolcissima Madre, che nel tempio ti associasti all’offerta del Figlio Tuo, Gesù, facci tue imitatrici e compagne di Gesù nell’offerta completa di noi stesse al Suo Cuore per a santificazione dei Sacerdoti. Amen
Quanto vorrei che sacerdoti e religiosi non cercassero al di fuori di me il segreto dell'unica, vera, profonda fecondità! In me dimora la potenza. Inseritevi in me e vi farò partecipare a questa potenza. Con poche parole, proietterete luce. Con pochi gesti, aprirete le strade alla mia grazia. Con pochi sacrifici, sarete il sale che risana il mondo. Con poche preghiere, sarete il lievito che fa fermentare la pasta umana.
Il mondo passa e non si preoccupa di ascoltarmi; ecco il perché di tante vite titubanti e sciupate. Ma la cosa più dolorosa per il mio cuore e la più nefasta per il mio Regno è che le stesse persone consacrate, per mancanza di fede, per mancanza di amore non hanno l'orecchio attento verso di me. La mia voce si perde nel deserto. Così, quante vite sacerdotali e religiose rimangono improduttive!
Gesù per primo ha pregato il Padre per i sacerdoti, dicendo: “Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi”, a maggior ragione dobbiamo pregare noi.
Signore ti prego perché i sacerdoti siano sempre sostenuti, capiti e rispettati.
Dacci il cuore di ricordarli sempre nella preghiera, di non giudicarli ma di amarli.
Non permettere che cerchiamo in loro perfette e varie attività umane, omelie coinvolgenti e soluzioni pratiche, ma solo Te che sei il Bene supremo e tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Fa' che i sacerdoti siano prima di tutto uomini di preghiera, pieni d’amore per Te e per la tua Chiesa, coraggiosi di fronte alle numerose difficoltà del loro cammino.
Fa' che sentano sempre la Tua presenza vicino a loro e proteggili da ogni tentazione.
“Consacrali nella Verità”, ovvero la tua Parola!
Amen.
Gravità
Ogni volta che facciamo un salto, ricadiamo a terra. Le mele e lefoglie cadono dagli alberi. Ogni cosa è attratta dalla Terra grazie alla forzadi gravità.
La forza di gravità è presente anche sulla Luna. Ma, dato chelaLuna è più piccola della Terra, l’attrazione che esercita non è così grandecome quella della Terra.
Questa è la ragione per cui un astronauta che salta sullasuperficie lunare si trasforma automaticamente in un campione del salto inlungo: può infatti fare salti che vanno oltre i10 metri! Nell’universo, questaforza di attrazione esiste tra tutti i corpi che possiedono una massa.
Anche noi siamo pezzetti di materia, stiamo esercitandoun’attrazione, anche se impercettibile, su chi ci vive accanto.
Il Sole è molto più grande della Terra e quindi esercita una forzamaggiore. Grazie a questa forza d’attrazione la Terra con tutti i suoi pianeti(Marte, Uranio, Giove, Saturno e gli altri), rimane in orbita attorno al soleformando assieme il sistema solare.
Ma il Sole, che tutto ha creato e tutti ci coinvolge nel suosistema divino, ci fa esclamare: nulla potrà sottrarci al tuo calore.L’attrattiva che invincibilmente esercita su di noi ci fa dire: ci hai fattiper Te; nessuna massa della terra e nessuna forza del cielo ci potranno mai separaredal Tuo Amore.
Siamo coinvolti, travolti nella invincibile attrattiva del SistemaDivino di Colui che muove il sole e le altre stelle.
Padre andrea Panont (OCD)
Miei cari fratelli sacerdoti,
all’inizio del 2024 preghiamo per entrare in questo nuovo anno con grande fervore sacerdotale e con la Beata Vergine Maria al nostro fianco.
Le mie lettere precedenti si sono concentrate su noi, come sacerdoti, perché diventiamo sempre più profondamente mariani. Ora voglio concentrarmi su cosa significa essere sacerdoti eucaristici.
In primo luogo, voglio sottolineare la grave responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti dell’altare di Gesù Cristo quando celebriamo la Messa. Purtroppo, abbiamo visto quanto sia devastante per la Sposa di Cristo che i suoi figli sacerdotali conducano volontariamente esistenze abusive e peccaminose.
I sacerdoti che non riescono a vivere autenticamente la chiamata di Cristo al sacerdozio e che perdono il senso del pentimento profanano il sacro altare di Gesù Cristo e devastano la Chiesa.
Se non rispondiamo alla chiamata di Cristo alla santità e ad abbandonare qualsiasi peccato nella nostra vita, le conseguenze per noi e per le persone che serviamo sono disastrose. Dobbiamo quindi raddoppiare i nostri sforzi e usare questo tempo di crisi nella Chiesa come un’opportunità per avvicinarci ancora di più a Cristo nell’Eucaristia e sperimentare una più profonda conversione del cuore. Credo che l’unico modo veramente efficace per rispondere alla nostra inclinazione umana verso il peccato sia cercare una pietà eucaristica più profonda.
Usare l’espressione “pietà eucaristica” può sembrare scoraggiante, qualcosa di eccessivamente spiritualizzato, ma credo che la nostra sfida come sacerdoti del ventunesimo secolo richieda proprio che cerchiamo la santità, la vera santità. Anche se può sembrare semplicistico, consiglio di sforzarsi di conoscere più intimamente Gesù Cristo e il Suo Sacro Cuore. Mi vengono in mente gli undici Apostoli fedeli in contrapposizione all’infedele Giuda Iscariota. I Vangeli non ci dicono i dettagli di come ciascuno degli undici arrivò a conoscere veramente Cristo in modo profondo, ma ci raccontano del tempo trascorso con lui. Le poche volte in cui viene menzionato Giuda, sembra chiaro che egli si preoccupa della borsa e non dell’apprendimento ai piedi del Maestro. Ho il sospetto che se avessimo la possibilità di parlare con gli apostoli Pietro, Giacomo, Giovanni, Andrea o con qualcuno degli altri, condividerebbero storie meravigliose e mai registrate sul loro tempo di qualità trascorso con Gesù.
Come sacerdoti del ventunesimo secolo, siamo chiamati ad approfondire continuamente la nostra relazione con Gesù. Come ogni relazione, richiederà impegno e il trascorrere altruisticamente tempo di qualità alla sua Presenza nell’Adorazione eucaristica.
In definitiva, dobbiamo essere uomini di sacrificio per diventare veri sacerdoti eucaristici. Dobbiamo essere uomini di sacrificio vero, quotidiano, faticoso ed estenuante. Dobbiamo essere disposti ad affrontare i falsi messaggi, indipendentemente dalla loro origine, sia che arrivino dal mondo secolare che dalla Chiesa. La cosa più importante: dobbiamo essere disposti a mettere la nostra vita sul suo altare e unirci a lui nel più profondo sacrificio d’amore che il mondo abbia mai conosciuto.
In conclusione, credo che possiamo essere d’accordo sul fatto che, come sacerdoti, ci siamo impegnati ad amare, onorare e curare la Chiesa. Questo è un compito difficile e spesso noi non ci riusciamo, ma non riesco a pensare a una persona migliore da emulare dell’amato discepolo san Giovanni. Era all’Ultima Cena, dove il vino diventò il Preziosissimo Sangue di Cristo. Poi, con pietà eucaristica, rimase ai piedi della Croce dove fu asperso del Preziosissimo Sangue di Cristo mentre Gesù moriva. Come Giovanni, anche noi dobbiamo stare lì, condividendo intimamente il Preziosissimo Sangue di Nostro Signore mentre offriamo al mondo il suo Corpo e Sangue, Anima e divinità.
Fratelli, preghiamo gli uni per gli altri affinché possiamo sempre avvicinarci con autenticità e umiltà a Nostro Signore nell’adorazione eucaristica e al suo altare ogni volta che celebriamo la Santa Messa.
San Giovanni Evangelista, prega per noi.
4 gennaio 2024
“Pregate il padrone della messe che mandi operai!” Ciò significa: la messe c’è, ma Dio vuole servirsi degli uomini, perché essa venga portata nel granaio. Dio ha bisogno di uomini. Ha bisogno di persone che dicano: Sì, io sono disposto a diventare il Tuo operaio per la messe, sono disposto ad aiutare affinché questa messe che sta maturando nei cuori degli uomini possa veramente entrare nei granai dell’eternità e diventare perenne comunione divina di gioia e di amore. “Pregate il padrone della messe!” Questo vuol dire anche: non possiamo semplicemente “produrre” vocazioni, esse devono venire da Dio. Non possiamo, come forse in altre professioni, per mezzo di una propaganda ben mirata, mediante, per cosi dire, strategie adeguate, semplicemente reclutare delle persone. La chiamata, partendo dal cuore di Dio, deve sempre trovare la via al cuore dell’uomo. E tuttavia: proprio perché arrivi nei cuori degli uomini è necessaria anche la nostra collaborazione. Chiederlo al padrone della messe significa certamente innanzitutto pregare per questo, scuotere il suo cuore e dire: “Fallo per favore! Risveglia gli uomini! Accendi in loro l’entusiasmo e la gioia per il Vangelo! Fa' loro capire che questo è il tesoro più prezioso di ogni altro tesoro e che colui che l’ha scoperto deve trasmetterlo!”
Noi scuotiamo il cuore di Dio. Ma il pregare Dio non si realizza soltanto mediante parole di preghiera; comporta anche un mutamento della parola in azione, affinché dal nostro cuore orante scocchi poi la scintilla della gioia in Dio, della gioia per il Vangelo, e susciti in altri cuori la disponibilità a dire un loro “sì”.
Come persone di preghiera, colme della Sua luce, raggiungiamo gli altri e, coinvolgendoli nella nostra preghiera, li facciamo entrare nel raggio della presenza di Dio, il quale farà poi la sua parte. In questo senso vogliamo sempre di nuovo pregare il Padrone della messe, scuotere il suo cuore, e con Dio toccare nella nostra preghiera anche i cuori degli uomini, perché Egli, secondo la sua volontà, vi faccia maturare il “sì”, la disponibilità; la costanza, attraverso tutte le confusioni del tempo, attraverso il calore della giornata ed anche attraverso il buio della notte, di perseverare fedelmente nel servizio, traendo proprio da esso continuamente la consapevolezza che – anche se faticoso – questo sforzo è bello, è utile, perché conduce all’essenziale, ad ottenere cioè che gli uomini ricevano ciò che attendono: la luce di Dio e l’amore di Dio.
BENEDETTO XVI
Incontro con i Sacerdoti e i Diaconi a Freising, 14 settembre 2006
Cari sacerdoti, vi scrivo con l’animo amorevole di una madre che ama i propri figli, e li ama pur negli errori che a volte un figlio compie, sempre solerte a custodirlo con la preghiera, a correggere con tenerezza, a sostenere.
Ce lo dimostra particolarmente bene la vita di Santa Monica, madre di Sant’Agostino. Dopo la conversione, egli, rivolto a Dio, ha scritto con gratitudine: “La mia santa madre, tua serva, non mi ha mai abbandonato. Ella mi partorì con la carne a questa vita temporale e col cuore alla vita eterna. Ciò che sono divenuto e in che modo, lo devo a mia madre!”
Quante donne con l’animo sinceramente rivolto a Dio pregano per i sacerdoti? Quante si interessano delle loro necessità materiali e spirituali?
Oggi la Chiesa ha bisogno di anime oranti che si offrano spiritualmente per la santificazione dei sacerdoti. Dice un documento della Congregatio pro clericis: “La vocazione ad essere madre spirituale per i Sacerdoti è troppo poco conosciuta, scarsamente compresa e perciò poco vissuta, nonostante la sua vitale e fondamentale importanza. Questa vocazione è spesso nascosta, invisibile all’occhio umano, ma volta a trasmettere vita spirituale!”
E Papa San Pio X confermava: “Ogni vocazione sacerdotale viene dal cuore di Dio, ma passa attraverso il cuore di una madre!”.
Voi sacerdoti siete uomini e ministri di Dio, siete cuori che palpitano dei più comuni sentimenti umani ma anche anime che, unite in modo speciale a Cristo, subiscono gli attacchi più feroci da parte del demonio!
Siete la luce che illumina le tenebre, il tesoro che Cristo ci ha donato per ricevere i sacramenti, la vera ricchezza che ogni uomo e ogni donna dovrebbe desiderare e ardentemente ricevere, e siete voi, proprio voi, lo strumento imperfetto che Dio ha scelto per farci dono dei segni della sua grazia! E nelle vostre imperfezioni egli manifesta la sua potenza salvifica perché, nell’amministrare i sacramenti, operate in persona Christi!
Dio Padre contrassegnò Cristo con il sigillo eucaristico, con il sigillo del sacerdozio eucaristico, e questo sigillo Cristo l’ha condiviso con voi imprimendo nelle vostre anime il carattere sacerdotale. In virtù del carattere sacerdotale, ognuno di voi è un “altro Cristo”, suo testimone in terra.
Cari figli, lo spirito di questo mondo, reo del rifiuto del nostro amato Dio, Padre nostro, e macchiato dal peccato d’origine, ha deciso che sia opportuno che perdiate la vostra identità, la vostra regalità, la vostra dignità! Il mondo vi vuole chiamati a tutto fuorché a ciò cui siete realmente chiamati: essere pastori d’anime. Il mondo vi vuole assistenti sociali, animatori delle più svariate attività parrocchiali, arbitri di calcio, baristi dell’oratorio, cantanti di karaoke. Il mondo vi vuole mestieranti della società, mescolati ad esso, spinti a spogliarvi degli abiti sacerdotali nell’inganno, subdolo, che questo sia il modo giusto per accorciare le distanze (ma da che cosa?) e rendervi più vicini al cuore degli uomini.
Le anime che vi sono state affidate invece vi vogliono preti: “Preti, non canzonatori del sacro”, disse una volta un sacerdote durante gli esercizi spirituali. Bisogna seguire Cristo, non le ideologie. Mostratevi sempre persone che dicono, rivelano e indicano Dio, Cristo, che è segno di contraddizione e non di omologazione.
Cari sacerdoti, siate solleciti nel ritrovare con determinazione, ed amarlo, il carattere sacerdotale, per poter essere pienamente voi stessi a partire dal quel benedetto giorno in cui, colmi di gioia e tremore, avete ricevuto il sacramento dell’ordine sacro!
L’umanità ha bisogno di pastori e anche di segni percepibili esternamente. Ne avete bisogno voi e ne ha bisogno l’umanità.
Resto in preghiera, volgendo al Cielo le mie suppliche, per vedervi fieri del vostro ministero, coraggiosi nella difesa della Verità, santi testimoni del Vangelo, certi che alle possibili cadute corrisponde la misericordia di Dio se, pentiti al suo cospetto, saprete inginocchiarvi, chiedere perdono al Signore e ricominciare!
Una vera madre ama i propri figli. Li ama quando camminano lungo la via retta, li ammonisce nell’errore, non li abbandona quando deviano seguendo strade lastricate di pericoli, e li attende con fede, speranza e suppliche accorate al buon Dio quando, accecati dai bagliori del mondo ingannevole ma seducente, smarriscono il lume dell’intelletto e recidono ogni legame con la Verità! Il lume dell’intelletto non vede altro che tenebre se viene privato del lume della santissima fede! Siate dunque saldi nella fede dei gloriosi Padri della Chiesa una, Santa, Cattolica, Apostolica, invocate la comunione dei Santi, pregate il Santo Rosario, digiunate, ricorrete alla frequente confessione, sostate in adorazione innanzi al Santissimo. Tutto ciò vi renderà megafoni della voce di Dio per i cuori di ciascun uomo, vicino e lontano!
Quanto soffro nel vedere che alcuni di voi hanno abbracciato consapevolmente la via del peccato, del vizio, del dubbio! I riflettori del mondo sono su di voi, siete l’immagine visibile della Chiesa; volete davvero tradire questa Sposa santa e immacolata?
Sbaglia però chi vi immagina perfetti e nulla vi perdona, sbaglia gravemente chi è capace solo di criticarvi! Talvolta quando mi ritrovo a contemplare la vostra missione vi immagino colpiti dal dolore che vi percuote per ragioni che spesso ignoriamo; penso alle tentazioni che si scagliano contro il vostro animo, alle vostre battaglie quotidiane e alle sofferenze che provate nel vedervi troppo spesso bersagliati proprio da chi si professa cristiano. Non scoraggiatevi, Gesù vi ama e vi ha lasciato la migliore delle Madri, Maria santissima, a cui potete e dovete ricorrere nei momenti bui! So bene che il sacerdote come il vescovo vive nel mondo, in mezzo alla gente, ma deve essere testimone di Gesù Cristo fino agli estremi confini della terra, come sale della terra e luce del mondo! Non dimenticate mai che voi siete gli uomini del soprannaturale.
Cari sacerdoti, sarete autenticamente i tralci vivi uniti alla vera vite, che è Cristo, amando i suoi interessi, non i vostri! Coraggio, soldati di Cristo. Curate con zelo e amore la vostra vita spirituale e contagiate il mondo intero con la santità della vostra vita facendo crescere cristianamente chiunque la provvidenza vi porrà innanzi!
Le vostre parole, come Sacerdoti, possono salvare in eterno ma anche dannare in eterno. Pensateci!
Maria, madre dell’unico, eterno e sommo sacerdote, vi custodisca sotto il suo manto d’amore e interceda presso Dio chiedendo un autentico rinnovamento della vita sacerdotale a partire dall’ unico modello possibile: Gesù Cristo, buon pastore!
firmato S. M.
(Dal blog di Sabino Paciolla)
PREGHIERA INIZIALE
Gesù donaci tanti sacerdoti, tanti Sacerdoti santi! Per le tue sacratissime piaghe e per le fiamme di infinito amore che racchiudi nel tuo cuore adorabile attira a te tutti i Sacerdoti, illuminali, benedicili, santificali, usa misericordia a quelli che ti hanno dimenticato e offeso e richiamali tutti a te! Amen.
Sui grani grandi del Padre Nostro si dice :
”Cuore di Gesù, Re d'amore, attira a Te il cuore dei Sacerdoti e il cuore di tutti gli uomini”.
Sui grani piccoli si ripete per dieci volte:
“Gesù, sommo ed eterno Sacerdote custodisci nel tuo cuore tutti i tuoi eletti”.
LITANIE PER LA SANTIFICAZIONE
DEI SACERDOTI
Concedeteci, o Signore, molti santi sacerdoti.
Santa Maria, Regina del Clero, concedeteci dei santi sacerdoti.
San Giuseppe, Patrono della santa Chiesa, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi Angeli ed Arcangeli, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi Patriarchi e Profeti, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi Martiri e sante Vergini, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi Vescovi e Confessori, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi Fondatori di Ordini religiosi, concedeteci dei santi sacerdoti.
Sant'Antonio da Padova, difensore dell'Eucaristia, concedeteci dei santi sacerdoti.
San Pasquale Baylón, concedeteci dei santi sacerdoti.
San Giovanni Maria Vianney, modello di santità sacerdotale, concedeteci dei santi sacerdoti.
San Francesco Saverio, patrono dei preti missionari, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santa Teresa del Bambin Gesù, concedeteci dei santi sacerdoti.
Beata Teresa Casini, vittima d’amore per la santità sacerdotale, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi e Beati del Cielo, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per celebrare degnamente il Santo Sacrificio, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per offrire quotidianamente la Santa Messa, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per nutrire i fedeli col Pane di Vita, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per favorire gli splendori del culto divino, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per rigenerare le anime col Battesimo, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per istruire i bambini nella religione, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per aiutare la gioventù a crescere nel santo timore di Dio, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per annunciare a tutti la Parola di Dio, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per smascherare e combattere le false dottrine, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per confermare nella Fede coloro che dubitano, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per sostenere ed incoraggiare coloro che esitano, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per rialzare coloro che cadono e riconciliarli con Dio, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per ricondurre a Dio tutti coloro che se ne sono allontanati, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per salvaguardare la morale cristiana, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per lottare vigorosamente contro la corruzione dei costumi, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per difendere l'onore e la santità del Matrimonio, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per consolidare la gioia delle nostre famiglie cristiane, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per fortificare e consolare i nostri ammalati ed i tribolati, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per assistere i nostri moribondi, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per condurre i nostri cari al luogo dell'eterno riposo, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per pregare ed offrire per i nostri defunti, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per dare Gloria a Dio e pace alle anime di buona volontà, concedeteci dei santi sacerdoti.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, esaudiscici, o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
PREGHIERA FINALE
Padre santo, santifica i tuoi Sacerdoti, santificali nella Verità, conservali nel Nome tuo.
Che sia in essi l’Amore col quale hai amato il tuo Divin Figlio.
Guardali dal male, essi sono nel mondo e il mondo li odia.
Custodiscili, essi sono tuoi. Che non ne perisca uno solo di quanti hai affidati al tuo Figlio.
Gesù sostieni, conforta, salva i tuoi Sacerdoti.
Divino Spirito d’amore, riempili della tua Carità.
Conducili, come guidasti Gesù, fino alla Croce.
Fa’ che, Sacerdoti, siano anche Ostie d’amore per Dio, per i loro stessi fratelli per le anime tutte. Amen.
La sera del 10 gennaio 2023 moriva improvvisamente il cardinale George Pell. Nel primo anniversario della sua dipartita la Nuova Bussola Quotidiana ha intervistato il suo fedelissimo segretario, don Joseph Hamilton che gli è stato vicino fino all'ultimo e che in una splendida omelia a Sydney lo ha ricordato per ciò che era stato inconfutabilmente: «un altro Clemens August Graf Von Galen, un leone della Chiesa, una calamita per le vocazioni, un vescovo confessore, un vero cardinale sacerdote».
Cosa significa essere “confessore della fede?”.
I confessori della fede sono quelli che hanno reso testimonianza a Cristo in tempo di persecuzione. Anche i martiri hanno reso testimonianza a Cristo. E infatti inizialmente sia gli uni che gli altri venivano chiamati martiri, che significa “testimoni”.
Successivamente si è distinto tra chi aveva dato testimonianza a Cristo con il proprio sangue e chi aveva sofferto a motivo della fede, ma non aveva versato il sangue. Questi ultimi furono chiamati confessori.
«Sua Eminenza, dice don Joseph Hamilton, secondo la misura patristica, era un confessore della fede. Ogni volta che camminavamo dal Vaticano alla nostra Ora Santa a San Celso, numerose persone lo fermavano spesso per chiedere la sua benedizione. Mi ha ricordato gli scritti di San Cipriano e la devozione che la Chiesa primitiva del Nord Africa dimostrava in presenza dei confessori. I nostri primi antenati nella Chiesa credevano che i confessori avessero ricevuto un'effusione dello Spirito Santo in modo particolare. Era come se i fedeli percepissero i carismi dei confessori. C'era una casa tormentata da spiriti maligni che avevo benedetto diverse volte. Dopo ogni benedizione, la casa si calmava per un po', ma poi i disturbi tornavano. Ho chiesto al cardinale di benedire la casa, lui l'ha fatto e da allora non ci sono più stati problemi! Il cardinale Pell ha manifestato il duplice carisma della "confessione" e dell'unzione apostolica. Dobbiamo pregare affinché altri sacerdoti e vescovi si ispirino al suo esempio».
Non so se ve li ricordate. Li si trovava in chiesa: o dentro i confessionali oppure in ginocchio davanti al tabernacolo.
Non ci si poteva confondere perché erano soliti vestire l’abito talare o quello dell’ordine o congregazione alla quale avevano aderito.
Se avevi bisogno di una benedizione te la davano volentieri, se eri in cerca di una parola di conforto te la elargivano parlandoti di Dio e dell’eternità beata che si conquista nelle prove della vita.
Se avessi avuto bisogno del loro intervento per un amico o un parente ammalato non avresti faticato affatto a condurli al capezzale dell’infermo per la confessione o l’unzione degli infermi.
Se ti avesse condotto alla casa di Dio l’impellente urgenza di confessarti, i sacerdoti che c’erano una volta, ti avrebbero accolto nel luogo preposto e, baciata e indossata la stola viola, avrebbero ascoltato l’accusa dei tuoi peccati. Tu in ginocchio e loro dietro ad una grata. Non sarebbe stato difficile sentirli parlare del peccato come di un grande male e dell’inferno come luogo nel quale si può sempre rischiare di finire, per sempre.
Erano sacerdoti formati per salvare le anime, uomini che avevano accolto la vocazione sacerdotale per fare del bene al popolo di Dio in un contesto, quello spirituale, nel quale nessun altro poteva supplire alla loro eventuale mancanza.
Non tutti erano sorridenti, gentili e buoni e purtroppo non tutti erano santi, ma almeno erano sacerdoti consapevoli del ruolo e dei poteri loro donati dal sacramento dell’Ordine.
Celebravano una Messa che era uguale per tutti e in tutti i posti del mondo la medesima. Non avevano l’ambizione di fare gli show-man microfono alla mano, nemmeno di piacere a tutti i costi. Erano devoti alla Madre di Dio e parlavano del diavolo; capivi subito che ci credevano davvero. Non si facevano abbracciare e baciare dai parrocchiani e non permettevano applausi e schiamazzi nel tempio di Dio.
Erano sacerdoti che, con il loro breviario fedelmente recitato, avevano chiaro quale fosse il loro posto nella Chiesa e nel mondo.
Li vedevi invecchiare con la corona del Rosario in mano, nella loro dignità di ministri della salvezza, certi che li attendesse il Giudizio di Dio e che sarebbe stato arduo affrontarlo perché quanto loro affidato dal Signore aveva a che fare con i frutti della croce e della redenzione.
C’erano una volta i buoni sacerdoti, quando c’era ancora chi gli dava del voi e gli baciava rispettosamente le mani nella consapevolezza che quelle mani - che benedicono, assolvono e consacrano - sono le mani stesse di Gesù.
Di quel Gesù che ha voluto farci dono di uomini che, nonostante la povera umanità marchiata (come per tutti) dal Peccato Originale e dalle mancanze personali, avessero il potere di operare ciò che solo Lui può.
Roberto Bonaventura
La tua riflessione è senza dubbio molto bella e profonda. Ciò che dici è vero. Io ricordo il mio parroco il quale la mattina alle 6:30 era già in chiesa e recitava il breviario. Se avevi bisogno di confessarti era a tua disposizione, Celebrava con un fervore invidiabile. Non solo si fermava a lungo davanti a Gesù Sacramentato ma aiutava anche noi a farlo promuovendo ore di adorazione comunitarie, benedizioni, processioni ecc. Da vecchio, quando era già a letto da parecchio tempo, un giorno gli domandai come passava le giornate e lui mi rispose con un candore indimenticabile: "Appena sveglio recito la liturgia delle ore, faccio la mia meditazione, recito il rosario e poi, in attesa che i giovani della parrocchia vengano a farmi celebrare l'Eucaristia, mi dò alle parole crociate e dico al Signore che sono pronto e può venire a prendermi quando gli aggrada". Un esempio straordinario. E ho conosciuto tanti altri preti come lui. Oggi purtroppo le cose sono cambiate, ma non dobbiamo rattristarci soltanto. Abbiamo a nostra disposizione un'arma formidabile per abbattere il nemico che ha introdotto nella Chiesa un torpore che sembra insuperabile: la preghiera. Preghiamo ogni giorno per la santificazione dei Sacerdoti e perché il Signore ci doni ancora tanti sacerdoti fervorosi. Ti accludo una preghiera che potrai recitare ogni volta che il tuo cuore te lo suggerirà.
suor Costanza
Mio padre non buttava via niente. Raccoglieva ogni cosa che potesse prima o poi essergli utile; guardandola con un certo interesse, diceva alla mamma: “Maria, metti via! Guai a un mal…”.
Con quest’espressione intendeva giustificare una raccolta apparentemente insignificante, ma che poteva rivelarsi, prima o poi, provvidenzialmente utile.
Non era infrequente vederlo accovacciato con un martello in mano, intento a raddrizzare un pezzo di ferro o a battere per “fare la punta a un chiodo”. Vedendomi incuriosito per quell’operazione strana, spiegava: “questo chiodo ha una punta talmente grossa che fatica a piantarsi.”
Dimmi dove vuoi conficcare il chiodo, dimmi dove vuoi infilare l’ago…e ti dirò che punta deve avere.
Ricordo la fatica che faceva la mamma intenta a cucire – e quanto aveva da cucire ! – e, con il ditale, spingere l’ago “grosso” per vie impervie. “Nina – finiva per chiedere alla zia – prestami l’ago dalla punta fina”.
Il divino sarto, per le sue cuciture ha bisogno anche di me, di te; ci chiede di consegnarci, consacrarci a fare da punta fina al suo ago.
Ha scelto Maria, perché con lei, conscia del proprio nulla, può entrare agevolmente nel tessuto logoro dell’umanità e risanare ogni strappo. Lei, la Madre di misericordia, è chiamata a far scorrere per chiunque il filo del perdono di Dio .
“Il mio posto è nel mondo”
Nata a Foligno il 4 gennaio 1248 da una famiglia agiata, presto rimase orfana di padre e ricevette dalla madre un’educazione superficiale che la portò a consumare la giovinezza lontana dalla fede. Bella, intelligente, passionale, andò in sposa ad un notabile folignate da cui ebbe diversi figli.
La frivolezza e spensieratezza della gioventù furono sconvolte nel giro di pochi anni da una serie di eventi: il violento terremoto del 1279, un uragano impetuoso e poi la lunga guerra contro Perugia la portarono ad interrogarsi sulla precarietà della vita e ad avvertire la paura dell’inferno. Nacque in lei il desiderio di avvicinarsi al sacramento della penitenza, ma – narrano le cronache – “la vergogna le impedì di fare una confessione completa e per questo rimase nel tormento”. In preghiera ottenne da san Francesco d’Assisi la rassicurazione che avrebbe presto conosciuto la misericordia di Dio.
Angela tornò quindi al confessionale e questa volta si riconciliò pienamente con il Signore. All’età di 37 anni, nonostante l’ostilità dei familiari, ebbe inizio la conversione nel segno della penitenza e della rinuncia alle cose, agli affetti, a sé stessa. Dopo la morte ravvicinata e prematura della madre, del marito e dei figli la donna vendette ogni suo bene distribuendone il ricavato ai poveri, si recò in pellegrinaggio ad Assisi sulle orme del Poverello e nel 1291 entrò nel Terz’Ordine di San Francesco, affidandosi alla direzione spirituale del frate Arnaldo, concittadino e consanguineo, che divenne poi suo biografo, autore del celebre “Memoriale”. In questo testo le tappe della vocazione di Angela e le sue costanti estasi ed esperienze mistiche, culminate nell’inabitazione nell’anima della Santissima Trinità, sono suddivise in trenta “passi”.
“Ho visto una cosa piena, – raccontava al confessore a proposito della visione del Dio Trino – una maestà immensa, che non so dire, ma mi sembrava che era ogni bene. (…) Dopo la sua partenza, cominciai a strillare ad alta voce (…) Amore non conosciuto perché mi lasci?”. Il giovanile timore della dannazione lasciò presto il posto alla consapevolezza di non potersi salvare per i propri meriti, ma, con animo pentito, solo per mezzo dell’infinito amore misericordioso di Dio.
Alla costante dimensione orante, esplicatasi in special modo nell’adorazione eucaristica e nella preghiera la folignate affiancò sempre l’attività caritativa a fianco degli ultimi, assistendo con tenerezza i lebbrosi e i malati nei quali scorgeva il Cristo Crocifisso. Conosciuta già in vita comeMagistra Theologorum, promosse una teologia basata sulla Parola di Dio, sull’obbedienza alla Chiesa e sull’esperienza diretta del divino nelle sue manifestazioni più intime.
Coinvolta con passione nelle controversie che laceravano l’ordine francescano, Angela attirò attorno alla sua persona un cenacolo di figli spirituali che vedevano in lei una guida ed una vera maestra di fede: per questo motivo la sua figura incarna uno dei modelli del genio femminile nella Chiesa. Già prima della morte, sopraggiunta il 4 gennaio del 1309, le venne attribuito dal popolo, in modo non ufficiale, il titolo di santa.
Il 9 ottobre 2013 Papa Francesco ha portato a compimento quanto già avviato dai suoi predecessori canonizzando Angela
Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. (Fil 6,11)
Gesù! Nome d'allegrezza, di speranza e d'amore.
Nome d'allegrezza.
Quando ci affligge la memoria dei nostri peccati, quando il rimorso si fa sentire più forte nella nostra coscienza, quando lo spavento degli eterni castighi ci assale, ed il demonio cerca precipitarci nella disperazione, pensiamo a Gesù, al nostro Salvatore. Una gioia arcana entrerà nel nostro cuore e ci conforterà; in Lui troveremo la forza e la luce: la luce che illumina, che salva, che santifica.
Nome di speranza.
Gesù stesso ci dice: « Se chiederete qualcosa al Padre in nome mio, Egli ve la darà ». « O uomini, pare ci dica, di che temete? Se la vostra miseria vi fa arrossire, se temete pei vostri peccati il Padre mio, se non osate chiedere a Lui ciò che a voi sta a cuore, fatevi coraggio : chiedete in nome mio, e tutto vi sarà dato ».
Nome d'amore.
Oh si! Chi, pronunciando questo dolcissimo nome, non ricorda quanto sia costata la nostra Redenzione? Chi non si commuove innanzi a un eccesso di tanto amore? È Gesù, Dio uguale al Padre, che si sacrifica su di una croce e agonizza fra atroci tormenti per noi! Egli, l'innocente, muore schernito e vilipeso da quelli stessi per cui dà la vita. Nome d'amore, d'infinito amore, nome che a Lui solo compete, perché solo Lui ha redento il genere umano! E per questo il Padre gli diede un nome che è sopra ogni nome. A questo nome piegano la fronte gli Angeli ed i Beati del cielo, tremano le forze degli abissi, e riverenti si inchinano gli abitanti della terra.
«Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti a adorarlo”. All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: “Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga a adorarlo”. Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese» (Mt 2,1-12).
La vicenda è nota: i magi provenienti da Oriente seguono la stella sorta per la nascita del re dei Giudei e, così, arrivano dal neonato Gesù e gli offrono in dono oro, incenso e mirra. Tre doni dal significato simbolico: l’oro è proprio il simbolo del riconoscimento della regalità di Gesù da parte dei Re Magi. Infatti, l’oro era il dono riservato ai re e Gesù, agli occhi dei Magi, era il Re dei re. L’incenso per riconoscere la sua divinità. La mirra, una resina che serviva come profumo per persone e cose e come medicinale perché ritenuta antisettica e calmante e serviva anche per imbalsamare le salme, è profezia della futura Passione di Cristo.
Il Sacerdote, come i Magi, è l’uomo al seguito del Re dei re, anzi è stato scelto dal gran Re come persona di sua fiducia. Gli deve pertanto gratitudine, riverenza, lealtà, cura, difesa; in pratica Cristo deve essere considerato dal Sacerdote come il Tesoro della propria vita, come la Persona sommamente amata, alla quale non va anteposto nessun altro amore.
L’incenso è simbolo di adorazione, preghiera, grazia divina riversata sui credenti, rispetto e devozione. Il Salmo 141, al versetto 2 recita: «Come incenso salga a te la mia preghiera». La preghiera è il lavoro del Sacerdote. Egli è stato scelto perché, come Mosè sul monte, tenga le braccia alzate verso il cielo, mentre i suoi fratelli combattono la battaglia della vita e la vincono grazie alla sua intercessione presso Dio.
La mirra ha in sé il significato simbolico della cura, del medicamento, della carità. Oggi che i mali della nostra società sono numerosi e fra tutti il più diffuso è il malessere legato ad una profonda insicurezza e mancanza di senso, il Sacerdote, grazie al suo legame intimo con il Signore, deve diventare il buon samaritano che versa vino e olio sulle profonde ferite del cuore dell’uomo, un punto di riferimento sicuro e una guida illuminata per chiunque si rivolga a lui.
In questo nuovo anno di grazia, chiediamo a Maria, di cui il 1° gennaio celebriamo la divina Maternità, numerosi e santi Sacerdoti che, come i Magi, rechino al suo Figlio Gesù l’oro dell’amore fedele e incondizionato; l’incenso della preghiera continua e fervorosa; la mirra della carità fraterna discreta e fattiva.
Santo Natale e Buon anno!