Sabato Santo
Il Sabato Santo è il giorno del silenzio, unico giorno della Settimana Santa in cui non è prevista alcuna liturgia, non si celebrano messe e l’Eucaristia viene data solo a chi è in punto di morte. La notte del Sabato Santo ha luogo la veglia pasquale in cui si celebra la resurrezione di Cristo. La veglia prevede quattro momenti:
1) la liturgia del fuoco, con l’accensione del cero pasquale, portato in processione in chiesa;
2) la liturgia della Parola , con sette letture dell’Antico Testamento che ripercorrono gli eventi principali della storia della salvezza, dalla Creazione del mondo, passando attraverso la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto, fino alla promessa della Nuova Alleanza, con la conclusione dell’Epistola che proclama la vita nuova in Cristo risorto, il racconto dell’apparizione degli Angeli alle Pie donne la mattina di Pasqua del Vangelo;
3) la liturgia battesimale, nella quale i fedeli rinnovano le promesse del proprio battesimo, e vengono battezzati, se ce ne sono, i catecumeni che si sono preparati al Sacramento;
4) con la liturgia Eucaristica si celebra la vittoria di Cristo sulla morte e sempre presente in mezzo ai suoi nel segno del pane e del vino.
PREGHIAMO
Vergine Madre, donna dell'ascolto e del silenzio, ti affidiamo ciascuno sacerdote, come Gesù sulla croce ti ha affidato il discepolo Giovanni. Ti chiediamo di accompagnarli con la tua bontà materna, perché ogni giorno ripetano il loro "sì" a Dio, come tu stessa hai fatto a Nazaret e in tutta la tua vita, fin sotto la croce e oltre.
Accompagnali soprattutto quando intraprendono strade nuove e non facili per annunciare anche nel nostro tempo la forza della Risurrezione di Cristo. Aiutali ad essere autentici e fedeli, generosi e misericordiosi, puri di cuore e solleciti verso ogni persona. Amen
Venerdì Santo
Il Venerdì Santo è il giorno della morte di Gesù Cristo. È il giorno più doloroso della Settimana Santa, in quanto ricorda la Passione di Cristo. La Chiesa celebra la Passione in tre diversi momenti con altrettanti riti religiosi: si inizia con la liturgia della Parola, con la lettura del quarto canto del servo del Signore di Isaia (52,13-53,12), dell’Inno cristologico della lettera ai Filippesi (2,6-11) e della Passione secondo Giovanni. Si prosegue con l’adorazione della croce, a cui viene così tolto il velo, e si conclude con la santa comunione con le specie consacrate la sera del Giovedì Santo. Nella sera del Venerdì Santo, il rito religioso cattolico prevede anche la via Crucis, il ricordo cioè del percorso di Cristo verso la crocifissione sul Golgota. Durante il Venerdì Santo non si fanno altri riti e non si celebra la Messa.
Da “Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni”
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
PREGHIAMO
Dio onnipotente ed eterno, per i meriti del tuo Figlio, morto in croce per la salvezza di tutti gli uomini, abbi pietà dei sacerdoti della santa Chiesa. Nonostante la dignità sublime di cui sono stati da Te insigniti, essi sono deboli proprio come noi. Per la tua misericordia infinita, incendia i loro cuori con il fuoco del tuo Amore. Soccorrili: non lasciare che perdano la loro vocazione o la vivano male.
O Gesù, ti supplichiamo di aver pietà di tutti i sacerdoti: di quelli che ti servono fedelmente e ti glorificano; di quelli perseguitati, incarcerati, abbandonati, piegati dalle sofferenze; di quelli tiepidi e di quelli che vacillano nella fede; di quelli che hanno abbandonato il Sacerdozio; di quelli infermi o moribondi e infine di quelli che stanno in purgatorio. Affidiamo in particolare alla tua misericordia quelli che ci hanno battezzati ed assolti, quelli che per noi hanno offerto il Santo sacrificio e consacrato l'Ostia Santa per nutrire la nostra anima; quelli che hanno dissipato i nostri dubbi, indirizzato i nostri passi, guidato i nostri sforzi, consolato le nostre pene.
Signore Gesù ti supplichiamo: per i dolori della Tua passione e morte dona tanti, santi sacerdoti alla tua Chiesa. Amen
Giovedì Santo
Il Giovedì Santo è il giorno dell’Ultima Cena ed è diviso in due momenti. Nella mattina del Giovedì Santo non viene celebrata l’Eucarestia nelle parrocchie, perché viene celebrata un’unica Messa (detta Messa del Crisma) in ogni diocesi, nella chiesa cattedrale, presieduta dal vescovo insieme a tutti i suoi sacerdoti e diaconi, nella si consacrano gli oli santi. Il pomeriggio del Giovedì Santo è l’inizio del Triduo Pasquale; a sera si celebra la messa in Coena Domini, che ricorda l’Ultima Cena e l’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio ministeriale. I riti religiosi del Giovedì Santo prevedono anche la lavanda dei piedi, come fece Gesù Cristo con gli Apostoli. Al termine della messa, si velano le croci, le campane vengono messe in silenzio e gli altari vengono spogliati dagli ornamenti. L’Eucaristia viene portata all’altare della reposizione, unico altare che viene lasciato adorno per l’adorazione dei fedeli, e dove le specie eucaristiche vengono conservate per il giorno successivo, cioè per il Venerdì Santo.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
PREGHIAMO
Signore, oggi, giorno dell’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio, vogliamo pregarti per tutti i sacerdoti del mondo. Per tutti quelli che abbiamo conosciuto: a volte distaccati dalla gente comune e incapaci di relazioni, a volte uomini pieni di comprensione e di umanità, altre volte sacerdoti inchiodati dalle loro incoerenze più o meno evidenti...e che abbiamo giudicati, criticati, contestati, isolati...
Poche volte abbiamo ricordato che il prete è solo un nostro fratello, limitato e fragile, proprio come ciascuno di noi, che fa del suo meglio per dedicare la sua vita ad annunciare il Vangelo, cercando con tanta fatica di vivere ciò che dice.
Ti chiediamo, Signore, di aiutarci a voler bene ai nostri sacerdoti a non abbandonarli, perché anche loro, come tutti noi, hanno bisogno di un sorriso e di un amico.
Signore Gesù, manda ancora nelle nostre comunità sacerdoti pieni di gioia, capaci di trascinarci dietro a Te che sei l’Amore.
Amen.
Mercoledì Santo
Il Mercoledì Santo è il giorno in cui Gesù, stando a tavola, rivela a Giuda di sapere che di lì a poco sarebbe stato da lui tradito. Il Mercoledì Santo è anche il giorno della tristezza proprio perché si ricorda il momento che segna l’inizio del periodo più buio della storia.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
PREGHIAMO
Signore Gesù, ti preghiamo per tutti i Sacerdoti. Nessuno di essi si lasci abbattere dalla delusione e si chiuda al tuo amore come ha fatto Giuda. Nessuno, ingannato dal Nemico, venda la tua amicizia per sporco denaro; nessuno si lasci ingannare dalla superbia, dalla libidine, dalla vanagloria, dalle sirene di questo mondo. Nascondili nelle tue piaghe perché nessuno di essi perisca. Amen
Martedì Santo
Il Martedì Santo è il giorno della previsione del tradimento di Giuda, giorno molto triste, perché non c’è niente di più doloroso che essere traditi da chi si riteneva amico, di chi sedeva a mensa insieme con noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
PREGHIAMO
Signore Gesù, dona ad ogni Sacerdote di aprirsi a Te, di confidarti i propri turbamenti, i dubbi che lo tormentano, le difficoltà che gli sembrano insormontabili. Aiutalo a non chiudersi in se stesso come ha fatto Giuda e a non presumere di sé come ha fatto Pietro. Aiutalo a confidare nella tua premurosa vicinanza e nella tua sincera amicizia. Solo così potrà esserti fedele. Amen
Lunedì Santo
Il Lunedì Santo è il giorno della Settimana Santa in cui si celebra il giorno dell’amicizia, quando cioè si ricorda la giornata che Gesù trascorse a Betania in compagnia dei suoi tre grandi amici: Marta, Maria e Lazzaro. I riti religiosi del Lunedì Santo prevedono letture durante la Messa che ricordano il valore dell’amicizia per i cristiani.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
PREGHIAMO
Signore Gesù, dona ad ogni Sacerdote di trovare amici come i tre fratelli di Betania i quali ti accoglievano con gioia a casa loro ogni volta che lo desideravi; amici che illuminino la sua vita quotidiana spesso di colore grigio; amici che lo incoraggino nelle difficoltà; amici che sappiano offrirgli il profumo della comprensione quando tutti lo giudicano senza pietà; amici coraggiosi nel dirgli la verità se per caso lo vedessero avviarsi su qualche strada sbagliata. Signore, donagli amici veri. Amen
Domenica delle Palme
La Settimana Santa inizia con la Domenica delle Palme, giorno in cui si celebra l’ingresso di Gesù a Gerusalemme dove viene accolto come Messia e figlio di Davide in un tripudio di palme (da cui il nome). Dalle palme evangeliche, si passa a quelle attuali: i riti religiosi della Domenica delle Palme prevedono infatti la benedizione di ramoscelli di ulivo che poi vengono distribuiti e portati a casa dai fedeli come segno di pace e di benedizione. La Domenica delle Palme non conclude la Quaresima, cioè il periodo di penitenza di quaranta giorni in preparazione della Pasqua.
Dal Vangelo secondo Marco
Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».
PREGHIAMO
Signor Gesù, dona ad ogni Sacerdote di accoglierti nella sua vita come il Re, davanti al quale stenda in adorazione e obbedienza tutta la sua persona, come coloro che a Gerusalemme gridavano “Osanna” e stendevano i loro mantelli per lasciarti passare in groppa ad un asinello. Che non abbia a dimenticarsi mai che il giorno dell’ordinazione sacerdotale anch’egli ha gridato con entusiasmo il proprio “Osanna” e tu non fargli mancare il coraggio di continuare a gridarlo senza aver paura di nessuno. Amen
ROSARIO EUCARISTICO
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti (1 Corinzi 11:23-25)
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
(Si recita con la classica corona del Rosario)
+ Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Gloria al Padre
Credo
PRIMO MISTERO EUCARISTICO
Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per ricordarci la sua passione e morte. Preghiamo per tutti i sacerdoti che, con la celebrazione della santa Messa, ci permettono di comunicare alla passione e alla morte del Signore.
Sui grani grandi: Padre nostro
Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:
Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.
Gloria al Padre
SECONDO MISTERO EUCARISTICO
Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per rimanere con noi tutto il tempo della nostra vita. Preghiamo per tutti i Sacerdoti che adorano con devozione il Santissimo Sacramento e promuovono l’adorazione perpetua nelle loro parrocchie.
Sui grani grandi: Padre nostro
Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:
Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.
Gloria al Padre
TERZO MISTERO EUCARISTICO
Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per perpetuare il suo Sacrificio sugli altari per noi, sino alla fine del mondo. Preghiamo per tutti i Sacerdoti perché la loro vita sia un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio per la salvezza dei fratelli.
Sui grani grandi: Padre nostro
Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:
Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.
Gloria al Padre
QUARTO MISTERO EUCARISTICO
Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per farsi cibo e bevanda dell’anima nostra. Preghiamo per tutti i Sacerdoti perché non abbiano mai a mangiare indegnamente il Corpo del Signore e insegnino ai fedeli a ricevere l’Eucaristia soltanto se sono in grazia di Dio.
Sui grani grandi: Padre nostro
Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:
Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.
Gloria al Padre
QUINTO MISTERO EUCARISTICO
Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per visitarci nel momento della nostra morte e per portarci in Paradiso. Preghiamo per tutti i Sacerdoti che assistono i moribondi e li accompagnano incontro al Signore.
Sui grani grandi: Padre nostro
Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:
Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.
Gloria al Padre
Salve Regina
Signore, pietà
Signore, pietà.
Cristo, pietà
Cristo pietà.
Signore, pietà
Signore, pietà.
Cristo, ascoltaci
Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici
Cristo, esaudiscici.
Padre del cielo, che sei Dio
abbi pietà di noi.
Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio
abbi pietà di noi.
Spirito Santo, che sei Dio
abbi pietà di noi.
Santa Trinità, unico Dio
abbi pietà di noi.
Santissima Eucaristia
noi ti adoriamo.
Dono ineffabile del Padre
noi ti adoriamo.
Segno dell'amore supremo del Figlio
noi ti adoriamo.
Prodigio di carità dello Spirito Santo
noi ti adoriamo.
Frutto benedetto della Vergine
noi ti adoriamo.
Sacramento del Corpo e del Sangue di Gesù
noi ti adoriamo.
Sacramento che perpetua il sacrificio della croce
noi ti adoriamo.
Sacramento della nuova ed eterna Alleanza
noi ti adoriamo.
Memoriale della morte e risurrezione del Signore
noi ti adoriamo.
Memoriale della nostra salvezza
noi ti adoriamo.
Sacrificio di lode e di ringraziamento
noi ti adoriamo.
Sacrificio d'espiazione e di conciliazione
noi ti adoriamo.
Dimora di Dio con gli uomini
noi ti adoriamo.
Banchetto di nozze dell'Agnello
noi ti adoriamo.
Pane vivo disceso dal cielo
noi ti adoriamo.
Manna piena di dolcezza
noi ti adoriamo.
Vero Agnello pasquale
noi ti adoriamo.
Viatico della Chiesa pellegrina nel mondo
noi ti adoriamo.
Rimedio della nostra quotidiana fatica
noi ti adoriamo.
Farmaco di immortalità
noi ti adoriamo.
Mistero della fede
noi ti adoriamo.
Sostegno della speranza
noi ti adoriamo.
Vincolo della carità Segno di unità e di pace
noi ti adoriamo.
Sorgente di gioia purissima
noi ti adoriamo.
Sacramento che germina i vergini
noi ti adoriamo.
Sacramento che dà forza e vigore
noi ti adoriamo.
Pregustazione del banchetto celeste
noi ti adoriamo.
Pegno della nostra risurrezione
noi ti adoriamo.
Pegno della gloria futura
noi ti adoriamo.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
perdonaci Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
ascoltaci Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
abbi pietà di noi.
Hai dato loro il pane disceso dal cielo.
Che porta in sé ogni dolcezza.
PREGHIAMO
Signore Gesù Cristo, che nel mirabile Sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della Tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della Redenzione, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
1 Pater, 1 Ave e 1 Gloria per il Papa
O glorioso patriarca San Giuseppe, padre custode di Nostro Signore Gesù Cristo, in questo giorno ti chiedo per i sacerdoti.
Come Te, furono presi dagli uomini per servire Dio.
Aiutali ad imitare la tua grande fede, la tua perfetta castità, la tua totale dedizione al servizio di Dio senza guardare le conseguenze, la tua umiltà, il tuo lavoro costante, la tua povertà, la tua obbedienza, tutte le tue virtù e il tuo sì eroico.
Aiutali a imitare te e il tuo Figlio Gesù in tutto.
Aiutali ad essere buoni sacerdoti agli occhi di Dio, aiutali nella loro solitudine e nei loro momenti di tentazione.
Accompagnali in tutti i momenti difficili della loro vita e anche nei loro momenti di gioia.
Difendili da tutti coloro che vogliono fargli qualche danno fisico o morale, come hai difeso Nostro Signore Gesù Cristo, fino a quando non giungeranno nel Regno dei cieli a godere con te per sempre della presenza di Dio nostro Padre.
Amen.
NONO GIORNO
Glorioso san Giuseppe, tutta la tua vita è intessuta di fedeltà, di obbedienza, di fiducia nel Signore che ti ama.
Quando scopri che Maria, tua promessa sposa, è incinta, pur essendo il tuo cuore amareggiato da una grande delusione, tu, uomo giusto decidi di rinviarla, in segreto, per non farle del male. Ma, mentre però stai considerando queste cose, ecco, ti appare in sogno un angelo del Signore e ti diCe: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mat 1, 20-21).
Alcuni mesi dopo, l’imperatore romano ordina un censimento nel suo territorio. Confidando nelle vie di Dio, accetti questa seconda prova. Lasci Nazareth e vai a Betlemme, la città di Davide, dove doveva nascere il Figlio di Dio.
Dopo la visita dei Magi, il Signore si rivolge ancora a te: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò» (Mt 2,13). Senza perdere un istante, ancora una volta, ti alzi. Di notte, prendi il Bambino e sua Madre per andare in Egitto; e rimani là fino a quando Dio lo desidera.
Dopo la morte di Erode, il Signore ti dice ancora: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele» (Mt 2,20). Con una fedeltà ammirevole, tu, san Giuseppe, ti alzi, prendi il Bambino e sua Madre e torni a Nazareth.
Glorioso san Giuseppe, la tua fiducia in Dio e la tua obbedienza sono commoventi ma soprattutto esemplari. Ti preghiamo di aiutare anche i Sacerdoti ad aprire il loro cuore ai disegni di Dio, a saper scorgere in ogni avvenimento un tratto della Sua volontà, a riconoscere nel silenzio della preghiera la Sua voce in mezzo a tutti i rumori del mondo. Aiutali a corrispondervi, affinché ogni giorno siano fedeli al Suo amore e alla Sua volontà.
Amen.
10 Padre nostro, 10 ave Maria, 10 gloria al Padre
OTTAVO GIORNO
Glorioso san Giuseppe, tu ti sei sottomesso alla dura legge del lavoro, perché sapevi che esso può diventare, tramite la nostra cooperazione, nobile e bello secondo i piani del Creatore. Dio volle per il Figlio suo, come padre adottivo, un operaio, dimostrando così la sua stima verso il lavoro. Tu non l’hai deluso. Lavoravi col cuore e il tuo mestiere diveniva un’espressione di amore, come la preghiera o la fedeltà al Signore.
Come carpentiere tu ti chinavi sui pezzi di legno per tagliare, piallare, segare, inchiodare. Facevi tutti i gesti del mestiere, mentre la tua fronte s’imperlava di sudore, uno splendido sorriso illuminava il tuo viso e Gesù bambino ti guardava con orgoglio di Figlio e cercava di imparare da te quel faticoso e umile mestiere.
Glorioso san Giuseppe, tu che col tuo lavoro hai saputo raggiungere Dio stesso, insegna ai Sacerdoti l’amore per il lavoro pastorale; fa’ che diventi per essi fonte di vitalità e di felicità; che possano compierlo con giustizia e onestà; che sappiano penetrarlo di viva carità. Togli dal loro cuore ogni ansia, ogni timidezza, ogni insicurezza perché sappiano avvicinare i loro fratelli nelle officine, nei cantieri, negli uffici e in tutti i luoghi di lavoro e condurli a Dio..
Amen.
10 Padre nostro, 10 ave Maria, 10 gloria al Padre
SETTIMO GIORNO
Glorioso san Giuseppe, aiuta i Sacerdoti ad essere giusti. Tu sai che per vivere pienamente una vita da uomo, occorre innanzitutto adattare il proprio cuore e il proprio spirito a quello del Creatore. Gesù, tuo Figlio, vedeva in te non un’esteriorità edificante, delle maniere pie, ma un’anima veramente conforme alla volontà di Dio. A coloro che si contentavano di preghiere e di riti esteriori, Egli diceva : «Non sono coloro che dicono Signore, Signore che saranno salvi, ma coloro che fanno la Volontà del Padre mio». Accogliere ogni giorno la presenza di Dio, vivere con Lui, è l’atto centrale di tutta la vita umana.
Come uno strumento ben accordato produce note giuste, tu, san Giuseppe, hai saputo vivere in accordo con Dio. Per colui che ti guardava, la tua vita poteva sembrare banale: la piccola vita quotidiana da ricominciare ogni giorno, gli stessi gesti ripetuti centinaia di volte, gli stessi utensili, gli stessi movimenti, le stesse pause. Ma tu hai saputo metterci tanta gioia e fedeltà che, davanti a Dio, eri degno del Figlio suo.
In una condivisione di amore familiare, hai lavorato, vissuto, sofferto, amato. Hai compiuto la missione ricevuta secondo le vie tracciate dall’intelligenza e dall’amore di Dio. E in un riserbo discreto, hai realizzato un compito unico, felice di sentirti pienamente fedele.
San Giuseppe, insegna ai Sacerdoti ad essere giusti, ad essere santi, a fare con gioia la volontà di Dio anche quando si presenta difficile da capire. Imparino da te che i decreti del Signore sono giusti e così diventino capaci di illuminare i loro fratelli che si trovano in difficoltà.
Amen.
10 Padre nostro, 10 ave Maria, 10 gloria al Padre
SESTO GIORNO
Glorioso san Giuseppe, al termine delle tue faticose giornate, ti ritrovavi in casa insieme a Maria per occuparti di Gesù. Secondo la tradizione ebraica spettava al padre spiegare la Torah, e trasmettere ai propri figli i comandamenti del Signore e tu hai raccontato a Gesù bambino tutto ciò che Dio aveva fatto per il suo popolo; gli hai mostrato come ogni gesto e ogni usanza aveva un significato sacro. Maria, accanto a te, ascoltava, e con i suoi tratti femminili completava i tuoi insegnamenti. Insieme avete così formato l’anima umana del vostro Figlio, facendogli capire le grandi lezioni del Padre suo dei cieli.
Gli avete insegnato a pregare, dandogli l’esempio, al mattino, alla sera e durante il giorno. Recitavate ad alta voce i salmi di lode che glorificavano il Signore, il solo vero Dio, che fa tutto vivere sulla terra e da cui proviene ogni saggezza e ogni santità e facevate insieme la professione di fede, quella che è quotidianamente sulle labbra di ogni israelita: Shema’ Jisra’el, «Ascolta, Israele!...».
San Giuseppe, insegna a pregare ai Sacerdoti, e concedi loro di amare quei momenti in cui da soli o con tutta la comunità cristiana, invitano Dio a condividere la nostra vita.
Amen.
10 Padre nostro, 10 ave Maria, 10 gloria al Padre
QUINTO GIORNO
Glorioso san Giuseppe, tu hai conosciuto la fede di Maria, il suo amore, il suo coraggio, la sua purezza, e sei stato immensamente felice di averla come sposa: ella che era degna madre del Figlio di Dio. Come in una famiglia veramente umana, tu sei stato il suo sposo e lei è stata la tua sposa e vi siete amati di un amore tenero, ripieno di attenzione, fatto di minimi gesti, un amore forte e vigoroso che unisce solidamente due persone, tra le quali nessuna difficoltà, nessuna violenza, nessuna disgrazia, possono aprire una breccia.
Glorioso san Giuseppe, insegna ai Sacerdoti ad amare; insegna loro che l’amore vero nasce soltanto dall’incontro con Dio nella preghiera; che l’amore vero è dono di sé disinteressato; è servizio umile e rispettoso a Gesù presente in ogni persona che ha bisogno di aiuto, di consiglio, di conforto, di guida sulla via della salvezza.
San Giuseppe, Tu che hai vegliato su Gesù, veglia su ogni Sacerdote perché non abbia a smarrire la strada intrapresa e rendilo attento e docile alla volontà di Dio per diventare suo testimone nel mondo di oggi.
Amen.
10 Padre nostro, 10 ave Maria, 10 gloria al Padre
QUARTO GIORNO
Glorioso san Giuseppe, la gente di Nazareth ha chiamato Gesù Figlio tuo. E Maria gli diceva un giorno nel tempio: «Tuo padre ed io ti cercavamo». Tu sei veramente divenuto il padre umano del Figlio di Dio.
Sei stato per lui un appoggio costante, una presenza calorosa, l’immagine amata di un padre impareggiabile. Dio ti ha scelto perché conosceva l’importanza di questa tenerezza per lui bambino, l’importanza dello spirito con cui sapevi parlargli, trattarlo, confortarlo nelle sue difficoltà: tutto ciò contribuiva a formare il carattere umano di tuo Figlio.
Tu sei stato il padre di Gesù, per l’educazione che gli hai dato. Sei tu, san Giuseppe, che gli hai insegnato, quando era bambino, tutte quelle cose che si imparano in compagnia del padre. Tu l’hai iniziato alla vita. Sotto la tua influenza il suo spirito si apriva, ammirava con te i gigli dei campi, gli uccelli del cielo, le vigne, i campi di grano. Con te, san Giuseppe, per tutta la terra, l’immensità di queste realtà lo penetrava. Con lui, senza saperlo, tu preparavi allora le pagine più belle del Vangelo.
San Giuseppe, insegna ai Sacerdoti ad amare come te i fedeli a loro affidati, a dare loro, attraverso l’amore, la fede, la speranza, la devozione, il rispetto di tutto ciò che è bello; una visione del mondo che li impegni a seguire il Figlio tuo nel cammino così importante della loro vita.
Amen.
10 Padre nostro, 10 ave Maria, 10 gloria al Padre
TERZO GIORNO
Glorioso san Giuseppe, tu hai trascorso la tua vita in un clima di amore generoso. Hai amato Maria, e con lei, hai avuto una parte speciale nell’avvenimento più bello della storia del mondo: la nascita del Figlio di Dio tra gli uomini per salvarli.
Dio che è amore, in Gesù è vissuto nella tua casa. Lo hai amato con tutto il tuo cuore come un padre ama il proprio figlio. Lo hai tenuto in braccio. Lo hai accarezzato. Gli hai permesso di condividere la tua tavola, l’intimità della tua famiglia, le tue gioie, le tue difficoltà, ogni istante della tua vita.
Insieme a Maria lo hai allevato, gli hai insegnato a pregare e, tenendolo per mano, lo hai condotto alla sinagoga, dove si leggevano le Scritture. Gli hai insegnato l’amore per Dio e per il prossimo.
Tu, che sei stato maestro nell’amore, insegna ai Sacerdoti ad amare Gesù così come hai fatto tu. Fa’ loro comprendere che l’amore viene da Dio. Quando sono affranti dall’incomprensione o dall’odio, aiutali a orientare la loro vita secondo il Suo desiderio. Il giorno in cui il loro cuore sarà veramente aperto alla carità, il volto del mondo sarà cambiato. E le persone con cui avranno a che fare non combatteranno più, ma ameranno, perché avranno capito che la vita cristiana è contenuta interamente nell’amore e che, al di fuori dell’amore di Dio e del prossimo, tutto è senza importanza. Aiutali, san Giuseppe, ad amare Dio sempre più e condividere col prossimo lo stesso amore fedele e generoso.
Amen.
10 Padre nostro, 10 ave Maria, 10 gloria al Padre
SECONDO GIORNO
Glorioso san Giuseppe, durante la tua vita, sei stato l’uomo della speranza. Accanto a te, nella tua casa, unito a te come il figlio al padre, viveva il Messia, il Figlio di Dio. Questa Presenza ti ha aiutato a sperare contro ogni speranza. L’unica tua forza, negli avvenimenti imprevedibili che ti si sono presentati (le circostanze penose della nascita di Gesù, la fuga in Egitto, il soggiorno in esilio), è stata la speranza incrollabile nella bontà, nella potenza, nella fedeltà del Signore. È senza dubbio questo che ci spiega la tranquilla serenità che s’irradia nella tua casa.
San Giuseppe, fa’ che i Sacerdoti possano imparare da te a sperare. Tu lo sai: la vita non li risparmia affatto. Di volta in volta cadono le loro più belle promesse, crollano i loro desideri più allettanti. Chi sognava ieri una vita feconda e delicata, oggi si vede alle prese con le meschinità quotidiane; chi sognava ieri il bene da realizzare, le lotte da ingaggiare per il bene, si ritrova oggi davanti ai suoi limiti. Quanti Sacerdoti si scoraggiano e lasciano talvolta cadere la speranza!
San Giuseppe, insegna ad essi a sperare malgrado tutto: il male non potrà mai scoraggiare colui che guarda verso Dio. Al di là di tutte le debolezze c’è la fedeltà del Creatore: è su di lui che devono contare. Fa’ che per essi non ci sia altra maniera di vivere che quella di sperare! E questa speranza li trasformi, dando loro una grande certezza, il gusto del combattimento e dell’azione.
Amen.
10 Padre nostro, 10 ave Maria, 10 gloria al Padre
PRIMO GIORNO
Glorioso San Giuseppe, sii modello di fede per i Sacerdoti. Tu hai accolto Dio e la Sua presenza nella tua vita. Ti sei adoperato quale umile strumento nelle Sue mani per la realizzazione del Suo progetto di salvezza: l’incarnazione del Suo Figlio. La tua Vergine Sposa l’ha concepito senza intervento umano e, quando è nato questo Bimbo-Dio, tu l’hai adorato e protetto. La tua fede nella fedeltà di Dio alla Sua parola, ti ha permesso di andare avanti, senza discutere, senza fare domande, felice di camminare nella luce, perché Dio era con te.
Noi ti chiediamo per i Sacerdoti questa fede che è stata la tua, affinché Dio abiti in essi e siano fedeli alla Sua volontà. Solo illuminati dalla fede potranno diventare lucerne accese per coloro che sono affidati alle loro cure pastorali, attirarli alla vita buona, guidarli nelle loro scelte e insegnare loro a riconoscere la presenza di Dio in tutti gli avvenimenti della vita, anche quelli dolorosi, difficili o apparentemente inspiegabili.
San Giuseppe, uomo di fede e modello di fede per tutta la Chiesa prega per tutti i Sacerdoti.
Amen.
10 Padre nostro, 10 ave Maria, 10 gloria al Padre
Carissima, carissimo,
ti chiedo una preziosa collaborazione per una sola ora al mese, che ti sarà restituita al centuplo in Grazia sovrabbondante.
Ora ti spiego. In Italia come in tutto l’Occidente, tranne pochissime eccezioni, il numero dei sacerdoti e religiosi è in dolorosa quanto preoccupante diminuzione. E la Chiesa ha davvero urgente bisogno di sacerdoti e religiosi santi, che sappiano condurre all’amore e alla gioia del Signore tanta gente che ha il buio nel cuore. La preghiera è l’unica cosa che può risolvere questa situazione: infatti il Signore ha chiesto di pregare per avere operai per la sua messe.
Ti chiedo allora di collaborare a questa iniziativa: a partire da questo mese, e poi per tutti i mesi successivi,
il giorno 21 dalle 7.00 alle 20.00,
il giorno 22 dalle 7.00 alle 20.00,
il giorno 23 dalle 7.00 alle 21.00,
offriremo l’antica pratica delle Quarantore per chiedere la grazia della vocazione di tanti santi sacerdoti e religiosi, che si consacrino a Dio per mezzo di Maria e operino così per la salvezza delle anime. Perché proprio 40 ore? Per ricordare le 40 ore in cui secondo la tradizione il corpo di Gesù rimase nel sepolcro, dalla deposizione dalla croce fino alla risurrezione.
Ciascuno di noi, in qualsiasi città si trovi, è invitato a offrire liberamente un’ora, durante quelle Quarantore sopra indicate, per il dono di sante vocazioni sacerdotali e religiose.
Offriremo ciascuno la nostra ora in questo modo:
Non sarà necessario dedicare ogni mese la stessa ora nello stesso giorno: si può decidere ogni volta liberamente. Cominciamo la prossima settimana, da mercoledì 21 a venerdì 23 febbraio.
Ti chiedo poi di comunicarmi gentilmente quale ora vorrai dedicare (iniziando in punto, per esempio alle 10.00, o alle 17.00, ecc…) e in quale giorno: così da poter organizzare e coprire il più possibile le intere 40 ore.
Come vedi, è un impegno piccolissimo, ma la Grazia sarà immensa. L’esempio delle mamme di Lu Monferrato ci incoraggia fortemente.
E volesse il Signore concederci la Grazia incommensurabile di una santa vocazione sacerdotale e religiosa proprio tra i nostri familiari e amici!
Patrizia
Patrizia Galluccio pat.galluccio67@gmail.com
Cellulare n. 39 339 495 7112
“Chi sa pregare bene sa anche vivere bene” (Sant’Agostino)
La preghiera ci avvicina a Dio, è il nostro dialogo con il Padre. Gesù, il Figlio di Dio, ci ha dato l’esempio della sua importanza nella nostra vita. Non sono pochi i passi del Vangelo in cui Cristo saliva sul monte a pregare.
In una di quelle occasioni era accompagnato da Pietro, Giacomo e Giovanni, ed è stato sul Monte Tabor che si è trasfigurato davanti ai suoi discepoli (Luca 9, 28-36).
Prima di essere arrestato, Gesù si è ritirato sul Monte degli Ulivi, dove ha pregato: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Luca 22, 42). È stato nella preghiera che Gesù ha trovato la forza per sopportare il peso del peccato dell’umanità, senza per questo smettere di fare la volontà del Padre.
San Paolo già diceva: “Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Romani 12, 12).
La preghiera, però, non consiste nella semplice ripetizione di parole e nell’avanzare richieste a Dio. Dobbiamo anche pregare per lodare il Padre e ringraziarlo per tutte le grazie che ci concede.
Sant’Antonio ci ha lasciato una frase che dice molto al riguardo: “Possiamo pregare in tre modi: con il cuore, con la bocca e con le mani”.
Con il cuore: la preghiera deve partire dal nostro intimo e avere come obiettivo l’amore.
Con la bocca: le nostre parole devono essere parole di vita. Dobbiamo sempre dire quello che aiuta, mai ciò che promuove discordia e disunione.
Con le mani: dobbiamo agire, amare il prossimo con azioni concrete che portino sempre l’amore di Dio.
Signore, pietà
Signore, pietà.
Cristo, pietà
Cristo pietà.
Signore, pietà
Signore, pietà.
Cristo, ascoltaci
Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici
Cristo, esaudiscici.
Padre del cielo, che sei Dio
abbi pietà di noi.
Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio
abbi pietà di noi.
Spirito Santo, che sei Dio
abbi pietà di noi.
Santa Trinità, unico Dio
abbi pietà di noi.
Santissima Eucaristia
noi ti adoriamo.
Dono ineffabile del Padre
noi ti adoriamo.
Segno dell'amore supremo del Figlio
noi ti adoriamo.
Prodigio di carità dello Spirito Santo
noi ti adoriamo.
Frutto benedetto della Vergine
noi ti adoriamo.
Sacramento del Corpo e del Sangue di Gesù
noi ti adoriamo.
Sacramento che perpetua il sacrificio della croce
noi ti adoriamo.
Sacramento della nuova ed eterna Alleanza
noi ti adoriamo.
Memoriale della morte e risurrezione del Signore
noi ti adoriamo.
Memoriale della nostra salvezza
noi ti adoriamo.
Sacrificio di lode e di ringraziamento
noi ti adoriamo.
Sacrificio d'espiazione e di conciliazione
noi ti adoriamo.
Dimora di Dio con gli uomini
noi ti adoriamo.
Banchetto di nozze dell'Agnello
noi ti adoriamo.
Pane vivo disceso dal cielo
noi ti adoriamo.
Manna piena di dolcezza
noi ti adoriamo.
Vero Agnello pasquale
noi ti adoriamo.
Viatico della Chiesa pellegrina nel mondo
noi ti adoriamo.
Rimedio della nostra quotidiana fatica
noi ti adoriamo.
Farmaco di immortalità
noi ti adoriamo.
Mistero della fede
noi ti adoriamo.
Sostegno della speranza
noi ti adoriamo.
Vincolo della carità Segno di unità e di pace
noi ti adoriamo.
Sorgente di gioia purissima
noi ti adoriamo.
Sacramento che germina i vergini
noi ti adoriamo.
Sacramento che dà forza e vigore
noi ti adoriamo.
Pregustazione del banchetto celeste
noi ti adoriamo.
Pegno della nostra risurrezione
noi ti adoriamo.
Pegno della gloria futura
noi ti adoriamo.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
perdonaci Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
ascoltaci Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
abbi pietà di noi.
Hai dato loro il pane disceso dal cielo.
Che porta in sé ogni dolcezza.
PREGHIAMO
Signore Gesù Cristo, che nel mirabile Sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della Tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della Redenzione, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
La Quaresima è un periodo di quaranta giorni precedente la celebrazione della Pasqua, che in quest’anno 2024 celebreremo il 31 marzo.
La Quaresima si apre con la figura di Gesù sospinto dallo Spirito nel deserto.
Leggiamo infatti nel vangelo di san Marco: “In quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano”. (Mc 1, 9-12)
Il deserto indica simbolicamente una fase esistenziale in cui bisogna fare i conti con l’essenzialità del vivere per abbandonare cose che sembrano indispensabili, ma non lo sono, e che, anzi, in questo passaggio diventano addirittura ingombranti. Promuove quindi un ribaltamento di prospettiva, perché nel deserto rimane solo ciò che davvero ha valore. Qui è possibile scoprire la preziosità della vita, perché aumenta la sensibilità nei confronti dell’esistenza. La vita appare allora come un miracolo, perché non viene data per scontata; qui, grazie alla privazione, i sensi si affinano e diventano capaci di cogliere l’invisibile.
Il Deserto simboleggia una dura prova, grazie alla quale l’uomo capisce di non poter bastare a se stesso, di non essere al centro dell’universo e accede così alla verità su se stesso, accorgendosi dei propri limiti. Nel deserto è necessario chiedere aiuto a una forza che trascende se stessi.
Nella Bibbia, il deserto è un itinerario spirituale di profondo significato, che si svolge tra cielo e sabbia e in cui c’è la possibilità di aprire lo spirito a grandi ideali. Tutti i grandi personaggi biblici, di cui Dio si è servito con maggiore potenza, sono passati attraverso il deserto.
Gesù nel deserto risponde al male opponendo la forza della Parola. Egli non cede alle pulsioni del corpo (la tentazione del pane) né alle lusinghe del potere e del dominio; ci insegna piuttosto a vivere in comunione con il Padre e in solidarietà con i fratelli.
Nei tanti deserti della nostra vita – che magari non ci siamo scelti –, nelle nostre solitudini, nelle nostre prove, possiamo allora cercare con forza una parola che ci salvi, un incontro con Dio che ci cambi la vita. Se questo può e deve farlo qualsiasi cristiano, non deve forse farlo a maggior ragione il Sacerdote?
L’esperienza del deserto è quindi fondamentale nel cammino di fede del Sacerdote, perché come Gesù, uscito vittorioso dal combattimento con il male, così anche il Sacerdote, che nella propria vita ha fatto esperienza del deserto e ha conosciuto quali sono le armi per combattere il male, può aiutare ed incoraggiare coloro che si trovano in qualsiasi genere di afflizione e condurli alla fiducia in Dio.
Preghiamo per tutti i Sacerdoti che attraversano una dura prova, perché nella fede sappiano trarne il bene che ne deriva e dare gloria a Dio con la santità della loro vita.