SACERDOTI SANTI? TANTI!!!

Beato Francesco Mottola

Francesco Mottola nacque a Tropea, oggi in provincia di Vibo Valentia e in diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, il 3 gennaio 1901. Primogenito di parecchi figli, dei quali sopravvissero tre lui compreso, fu battezzato due giorni dopo la nascita, coi nomi di Francesco Gaetano Umberto. Rispetto al fratello Gaetano, d’indole remissiva e mite, il piccolo Francesco era più vivace, curioso, anche inquieto. Era dotato anche di una generosità e di una sensibilità notevoli verso tutti.

Sulla sua formazione umana e spirituale influì moltissimo l’ambiente familiare, nel quale ogni occasione era colta per rendere grazie a Dio. Erano frequenti, poi, le visite di sacerdoti in casa Mottola, come anche le soste di preghiera di fronte al Santissimo Sacramento e all’immagine di Maria Santissima di Romania, venerata nella cattedrale di Tropea.

I suoi genitori, Antonio Mottola e Concetta Bragò, gli fecero frequentare fin da piccolo le scuole elementari, le medie e il ginnasio nel Seminario vescovile di Tropea, di cui fu il primo seminarista nel 1911. Francesco riusciva molto bene negli studi, come attestano i risultati e le testimonianze dei suoi compagni.

L’anno dopo, il 21 giugno 1912, sua madre, che pure l’aveva educato alla fede, morì in seguito a una grave crisi depressiva; aveva da poco dato alla luce l’ultima figlia, Titina. Fu la prima, grande esperienza di dolore per Francesco, che da allora divenne ancora più sensibile al mistero della sofferenza umana. L’11 novembre 1914 ricevette il Sacramento della Cresima.

Nell’ottobre 1917 passò al Seminario Regionale «Pio X» di Catanzaro, per gli studi filosofici e teologici. In seguito a un’esperienza di grazia vissuta nel 1918, sentì l’impulso di donarsi completamente al Signore «in perfetta oblazione», così da essere «un certosino della strada».

Insieme ad alcuni compagni di studio, diede vita al «Circolo di Cultura Calabrese», un gruppo di fraternità, studio e apostolato: desiderava, con loro, tenere mente e cuore aperti e svegli. A causa della salute malferma, però, dovette trascorrere quasi interamente l’ultimo anno di Seminario in casa, a Tropea. Ordinato suddiacono a Catanzaro il 10 maggio 1923, ricevette il diaconato a Tropea il 25 dicembre e, il 5 aprile 1924, l’ordinazione sacerdotale.

Partecipò quindi al concorso per l’assegnazione dell’incarico di parroco a Parghelia e lo vinse, ma dopo un mese dovette rinunciare, per motivi di salute. Ebbe quindi altri compiti nell’Azione Cattolica diocesana e, per diversi anni, insegnò Teologia.

Fedele ai propositi emessi prima dell’ordinazione sacerdotale, cercò di mantenersi in equilibrio tra attività e contemplazione, sicuro di non doversi lasciar rovinare dall’attivismo senza freni, a discapito della vita dello spirito.

Dal 1929 e fino al 1942 fu rettore del Seminario di Tropea e insegnante di materie letterarie.  Nel 1931 fu nominato anche Canonico Penitenziere della Cattedrale. Dotato di delicatezza, discrezione e fermezza, accompagnava spiritualmente numerosi fedeli. Restava in confessionale spesso anche dopo mezzogiorno, trovando solo in Gesù il proprio riposo. Dedicava poi molto tempo all’ascolto dei confratelli sacerdoti, incoraggiandoli e pregando per la loro santificazione, come già faceva con i giovanissimi seminaristi; seguiva tutti sia a voce, sia con lettere.

La sua passione culturale lo condusse a promuovere anche varie iniziative, come il circolo «Francesco Acri» e la rivista «Parva favilla», di cui fu direttore. Per la semplicità, ma anche la profondità, con cui parlava ed esponeva la Parola di Dio, era anche invitato spesso a tenere conferenze e predicare ritiri in varie parrocchie e per l’Azione Cattolica.

 

Dal 1935 cominciò a organizzare un piccolo gruppo composto da giovani laici che venivano a trovarlo settimanalmente: comunicò loro un ideale di azione caritativa e di preghiera contemplativa, vissuta nella quotidianità. Poco prima, nel 1931, era sorto anche un gruppo di sacerdoti accomunati da quella che don Francesco chiamava «l’Idea».

Sin dall’inizio del suo ministero, aveva poi avuto molte collaboratrici laiche, che l’aiutavano nell’assistenza ai poveri, in Seminario e nell’Azione Cattolica. Da loro, guidate da Irma Scrugli (per la quale è in corso la causa di beatificazione), sorsero quindi le Oblate del Sacro Cuore: erano il terzo gruppo, dopo i Sacerdoti Oblati e gli Oblati Laici del Sacro Cuore. Anche loro, restando nel mondo, dovevano essere attente a rispondere ai bisogni e alle solitudini di tanti, specie abitanti nelle campagne.

Ulteriore frutto dell’attenzione di don Francesco a quanti venivano rifiutati dalla società, i «nuju du mundu» secondo un’espressione dialettale che lui usava, furono le Case della Carità: non dovevano essere semplicemente strutture per l’accoglienza e l’assistenza di bambini, poveri, anziani e disabili, ma luoghi dove veniva fornita una formazione adatta a ciascuno; non istituti, ma famiglie.

La prima Casa della Carità venne inaugurata l’8 dicembre 1936, con tre vecchiette e due bambine. Seguirono altre Case a Tropea, Vibo Valentia, Parghelia, Roma. Descrivendo quell’opera, dichiarò: «La Casa della Carità l’ho sognata grande almeno quanto la nostra terra, accogliente tutto il dolore, non per eliminarlo, perché sarebbe un sacrilegio, ma per divinizzarlo e divinizzato adorarlo».

Nei primi mesi del 1941, appena quarantunenne, don Francesco cominciò a sentirsi insolitamente stanco. Nel giugno dell’anno dopo, appena arrivato alla stazione di Reggio Calabria, svenne privo di sensi. Fu quindi colpito da paralisi, che gli tolse persino l’uso della parola.

La malattia sembrò stroncare la sua attività sacerdotale, ma lui cercò di accettare con amore e speranza il sacrificio e la croce. Per i ventisette anni seguenti non si lamentò, secondo quanto ha testimoniato la sorella Titina, e continuò a infondere speranza anche se non poteva quasi più muoversi.

Riusciva comunque a celebrare la Messa, cementando quindi la propria relazione con Dio. Più che mai in quel momento, viveva in spirito di oblazione, donandosi anche nella sofferenza. In ogni caso, non si fermò alla propria condizione, ma restò attento al mondo che lo circondava: seguì anche, con molto interesse, i lavori del Concilio Vaticano II.

Don Francesco fece in tempo a vedere approvata, il 25 dicembre 1968, la Famiglia degli Oblati del Sacro Cuore come Istituto Secolare di diritto diocesano, dal vescovo di Tropea monsignor Vincenzo De Chiara. Le Oblate del Sacro Cuore ebbero invece il riconoscimento pontificio nel 1975.

Il fondatore morì nella sua casa paterna, a Tropea, all’alba del 29 giugno 1969. I suoi resti mortali, inizialmente deposti nel cimitero di Tropea, riposano nella navata destra della Concattedrale di Maria Santissima di Romania della stessa città, ai piedi del Crocifisso.

Per la sua beatificazione è stato  preso in esame il caso di Felice Palamara, all’epoca dei fatti seminarista al Pontificio Seminario Maggiore di Roma. Affetto da ritenzione urinaria funzionale, una patologia gravemente invalidante, si ritrovò guarito la notte tra il 13 e il 14 maggio 2010, dopo aver visto in sogno don Francesco, di cui era particolarmente devoto. Successivamente, fu ordinato presbitero e divenne membro dei Sacerdoti Oblati.

La Messa con il Rito della Beatificazione ebbe luogo il 10 ottobre 2021. La celebrazione si svolse nella Concattedrale di Tropea, presieduta dal cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come inviato del Santo Padre.

La memoria liturgica del Beato Francesco Mottola venne fissata al 30 giugno, giorno successivo a quello della sua nascita al Cielo.

 

 

Autore: Antonio Borrelli ed Emilia Flocchini

 

 

ATTO DI RIPARAZIONE

«O Dio, infinitamente santo... Padre infinitamente misericordioso! Ti adoro. Vorrei riparare tutti gli oltraggi che ricevi dai peccatori su tutta la faccia della terra in ogni istante del giorno e della notte. Vorrei soprattutto, o Padre mio, riparare le offese e i peccati commessi dai Sacerdoti che celebrano indegnamente il santo Sacrificio della Messa. Ti presento tutti gli atti di adorazione e di riparazione delle anime che Ti amano. Ti offro in modo speciale l'olocausto perpetuo del Figlio tuo che s'immola sugli altari in tutti i punti della terra. O Padre infinitamente buono e compassionevole, ricevi quel sangue purissimo in riparazione degli oltraggi degli uomini, cancella le loro colpe e abbi di loro misericordia!».


Padre nostro- Ave Maria- Gloria al Padre

VIA CRUCIS

PER LA SANTIFICAZIONE

DEI SACERDOTI


PREGHIERA INIZIALE


Signore Gesù, che hai amato gli uomini fino alla morte in croce, voglio venire con Te, accompagnandoTi con la mente e col cuore sulla via del calvario. Voglio seguirTi per piangere i miei peccati, quelli dei tuoi sacerdoti e quelli di tutti gli uomini, miei fratelli, causa della Tua crocifissione e darTi prova del mio amore riconoscente. Illumina la mia mente, scuoti la mia indifferenza e insensibilità e fa' che nel dolore io sappia guardare al tuo dolore e in esso trovare consolazione. AMEN

                 

Prima stazione:  Gesù è condannato a morte


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Per tutti i sacerdoti disprezzati, calunniati, perseguitati, soprattutto per quelli il cui ministero incontra tanti ostacoli. Ti prego, o Gesù, affinché il loro zelo non si affievolisca, ma, attraverso la sofferenza, si accenda sempre di più.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Seconda stazione: Gesù prende la Croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Penso alle molte croci dei sacerdoti: ai pericoli morali, alla solitudine in terra di missione o in piccole parrocchie sperdute; alla povertà, alla malattia. Penso soprattutto a chi porta la croce delle supreme responsabilità della Chiesa, al Papa e ai Vescovi: a tutti concedi, o Signore, di portare la loro croce dietro di te e insieme con te.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

 

Terza stazione: Gesù cade la prima volta


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Penso soprattutto ai sacerdoti novelli: preghiamo affinché le prime difficoltà del ministero non li facciano cadere nello scoraggiamento e nel pessimismo. Fa', o Signore, che essi, dopo ogni prova, riprendano il cammino più fiduciosi in te, contando meno sulle proprie forze.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Quarta stazione: Gesù incontra sua Madre


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Per quel doloroso incontro concedi, o Gesù, alle madri dei sacerdoti di sapere incoraggiare, sostenere i loro figli nel proseguire la loro missione e di cooperare ad essa, come Maria, con le loro preghiere e le loro sofferenze.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Quinta stazione: Gesù aiutato da Simone di Cirene


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

II sacerdote è il Cireneo che tu, o Signore, hai dato alle anime. Fa' che egli sappia consumarsi per esse senza risparmiarsi, trovando nell'esercizio del ministero la via per la propria santificazione. Ti prego specialmente per i direttori spirituali.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Sesta stazione: La Veronica asciuga il volto di Gesù


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Ti prego, o Gesù, che nessuna delle donne che il sacerdote incontra sul suo cammino gli sia pietra d'inciampo. Moltiplica invece il numero delle anime sacerdotali e verginali, che sappiano andare incontro al sacerdote con coraggio, prudenza e rettitudine d'intenzione, per essere collaboratrici del suo ministero.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Settima stazione: Gesù cade la seconda volta


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Per i sacerdoti vittime dell'imprudenza, della propria debolezza o delle insidie del mondo. Ti prego, rendili pronti ad accorgersi dei rischi che corrono, determinati nel dare gli strappi necessari per fuggirli, costanti nel dono di sé.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Ottava stazione: Gesù incontra le donne di Gerusalemme


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Dalle pie donne Gesù esige la contrizione più perfetta, quale condizione per poter comprendere e piangere la sua Passione e così unirsi al suo sacrificio. A maggior ragione richiede tutto dai suoi sacerdoti, che celebrano ogni giorno l'Eucaristia. Ti prego, Signore, perché tu dia al sacerdote la fede, lo spirito di umiltà, il cuore contrito e il fervore  necessario per una devota celebrazione della Messa.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Nona stazione: Gesù cade la terza volta


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Signore, ti prego intensamente per i sacerdoti che sono nel peccato, chiusi in se stessi, che non si lasciano aiutare da nessuno  e che rischiano di perdersi. Rialzali subito e sana le loro ferite. Ti prego ancora per i sacerdoti agonizzanti: che nessuno muoia separato da te.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Decima stazione: Gesù è spogliato


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Ti prego, Gesù, che ogni sacerdote sappia spogliarsi dell'uomo vecchio e rivestirsi dell'uomo nuovo nella giustizia e nella santità vera. Le umiliazioni lo rendano sempre più disponibile a fare la tua santissima volontà.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Undicesima stazione: Gesù è inchiodato sulla croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Ti prego, Gesù, che il sacerdote, unito alla croce della tua volontà, accetti per te il martirio silenzioso del dovere quotidiano fatto bene e con amore. Unendosi a te, che sulla croce preghi il Padre, trovi nella preghiera la gioia e la forza per il dono totale di sé.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Dodicesima stazione: Gesù muore in croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Perché il sacerdote sia con te e come te 'sacerdote e vittima', anche quando ciò significa dolorosa e intima crocifissione. Ti prego soprattutto per i sacerdoti dei paesi in cui c'è la persecuzione: dona ad essi la forza di affrontare il martirio.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Tredicesima stazione: Gesù e deposto dalla croce


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Ti prego, o Gesù, che tutti i sacerdoti vivano e muoiano tra le braccia materne di Maria. Nel momento della prova non cerchino tanto il sostegno e il conforto degli uomini, ma si rivolgano a Lei, con vera e filiale devozione.

Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Quattordicesima stazione: Gesù è posto nel sepolcro


Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

Che tutti i sacerdoti vivano ogni giorno in quell'atteggiamento di umiltà, di raccoglimento e di preghiera  che li aiuti a custodire gelosamente l'amicizia di Cristo, in modo da renderne partecipi anche gli altri fratelli. Solo così potranno vivere sin da ora la vita nuova dei risorti.


Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

 

PREGHIERA FINALE

 

II Tuo sepolcro è troppo freddo, Gesù, e non è Tuo! Vieni nel mio cuore; è Tuo e Ti ama. lo so, Gesù che Tu sei seme di Risurrezione. Resta con me, fino all'ora in cui potrò vederTì nel gaudio del Cielo, dove Tu sei sempre il Risorto e anch'io sarò con Te. Amen

IL ROSARIO

PER LE VOCAZIONI

O Dio vieni a salvarmi,….


Gloria


Credo


Atto di dolore


Giaculatorie da ripetere ad ogni mistero:
•Oh Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua Misericordia.


•Gesù Maria Vi amo, salvate le anime, santificate i sacerdoti, otteneteci numerose e sante vocazioni.


•Oh Signore manda santi sacerdoti e ferventi religiosi alla Tua Chiesa.

•Vieni Spirito Santo, vieni per mezzo della potente intercessione del Cuore immacolato di Maria, Tua Sposa amatissima.


Invocazione alla Vergine Maria

Vergine Maria, Madre della Chiesa e delle Vocazioni, guarda quanto è grande la messe!
Intercedi presso il Padre perché infonda fame di santità in tutto il popolo di Dio e conceda abbondanti vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa.
Vergine Maria, Madre dell’Eterno Sacerdote, intercedi presso tuo Figlio Gesù perché susciti in molti giovani il desiderio di farsi sacerdoti per il bene delle anime.
Infondi in tutti coloro che chiami a questo Ministero un desiderio ardente di santità e di apostolato. Che i tuoi sacerdoti, o Maria, siano angeli di purezza, caritatevoli nelle opere, efficaci nella parola e amanti della povertà.
Vergine Maria, Madre dei consacrati, come nel Cenacolo per gli Apostoli, ottieni per l’ordine sacerdotale una rinnovata Pentecoste, che accenda di fede, santità e fervore i tuoi Ministri, ne moltiplichi il numero e renda fruttuosa la loro missione.
Affidiamo a Te, Madre nostra premurosa, queste umili preghiere, perché presentandole al Padre Celeste, attraverso tuo Figlio Gesù, possano essere ascoltate ed esaudite.


Misteri Gaudiosi

I – L’annunciazione dell’angelo a Maria


Dal vangelo secondo Luca

Allora Maria disse all’angelo: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.
Preghiamo per tutti i giovani della nostra diocesi che avvertono la chiamata di consacrarsi a Dio nella vita sacerdotale, perché siano generosi e solleciti come Maria nel dire il loro sì al Signore.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte) Gloria


II – La visita di Maria alla cugina Elisabetta


Dal vangelo secondo Luca
Elisabetta fu piena di Spirito santo ed esclamò a gran voce: “benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!...”. Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore”.
Preghiamo Maria per tutti i missionari affinché la loro testimonianza di vita e di parola susciti non solo conversioni ma anche vocazioni di speciale consacrazione a Dio per continuare l’annuncio del Vangelo nel mondo. Preghiamo inoltre affinché Maria infonda anche in noi e nei nostri giovani il suo stesso desiderio di portare Gesù a tutti e tutti a Gesù.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte) Gloria


III – La nascita di Gesù a Betlemme


Dal vangelo secondo Luca
L’angelo disse ai pastori: “non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”.
Preghiamo per le famiglie della nostra diocesi, perché accolgano il dono della vita e aiutino i figli a riconoscere, accogliere e seguire Gesù che è via, verità e vita.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte) Gloria


IV – La presentazione di Gesù al Tempio


Dal vangelo secondo Luca
Quando venne il tempo della purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore.
Preghiamo per tutti i sacerdoti della nostra diocesi, perché la loro vita interamente offerta a Dio e al prossimo sia, per le comunità loro affidate, testimonianza autentica di amore, gioia e segno di speranza.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte) Gloria


V – Il ritrovamento di Gesù nel Tempio

Dal vangelo secondo Luca
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Al vederlo restarono stupiti e Sua madre Gli disse: “Figlio, perché hai fatto così? Ecco Tuo padre e io, angosciati, Ti cercavamo”. Ed Egli rispose: “perché Mi cercava-¬‐
te? Non sapevate che Io devo occuparmi delle cose del Padre Mio?”
Preghiamo Maria perché i genitori e gli educatori aiutino i nostri giovani a rispondere in pienezza alla loro vocazione senza ostacolare le loro scelte insegnando loro che solo nel compiere la volontà del Padre potranno essere pienamente felici.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte) Gloria


Salve Regina


Litanie

Santa Maria prega per noi
Santa Madre di Dio “
Santa Vergine delle Vergini “
Madre di Cristo “
Madre del Creatore “
Madre del Salvatore “
Madre della speranza “
Madre di Misericordia “
Madre della Grazia divina “
Madre della Chiesa “
Madre di tutti gli uomini “
Madre dei Battezzati “
Madre dei giovani “
Tempio dello Spirito Santo “
Dimora tutta consacrata a Dio “
Aiuto dei cristiani “
Rifugio dei peccatori “
Vergine fedele “
Argilla che si lascia modellare dallo Spirito “
Modello di donazione a Dio “
Ideale di santità “
Donna sempre attenta alla voce dello Spirito “
Donna del sì pronto e generoso “
Modello di ascolto della voce del Signore “
Donna del dono senza riserve “
Modello a chi è in ricerca della sua vocazione “
Guida a chiunque sceglie la via del Vangelo “
Aiuto a chi non trova il coraggio di decidere “
Madre di tutti sacerdoti e sostegno del loro ministero “
Madre di tutti i consacrati a Dio e sostegno della loro fedeltà “
Madre di tutti i missionari e sostegno del loro annuncio “
Madre di chi segue Dio nel Matrimonio e sostegno della sua fedeltà “
Madre di tutti i diaconi e sostegno del loro quotidiano servizio “
Madre di chi abbraccia la vita contemplativa e sostegno della sua preghiera 
Madre di chi si impegna nel volontariato e sostegno della sua carità “
Madre di tutte le vocazioni “

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo Perdonaci o Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo Ascoltaci o Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo Abbi pietà di noi

Prega per noi Santa Madre di Dio affinchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo.


Preghiamo


O Dio che hai scelto Maria per diventare la Madre del Tuo Figlio Gesù e, in Lei, ci hai fatto comprendere la grandezza del Tuo amore per noi, fa che impariamo da Lei a fidarci di Te sia nei giorni bui che in quelli luminosi della nostra vita.
Riempi con il Tuo Spirito tutti i giovani perché possano riconoscere la Tua voce fra mille voci nel mondo e dispongano il loro cuore ad accogliere ed attuare il disegno d’amore che hai su ciascuno di loro. Rendili coraggiosi nelle scelte della vita e capaci di camminare nella gioia del servizio verso di Te e i fratelli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen


Preghiera secondo le intenzioni del Papa (Pater,Ave,Gloria)


Preghiera per le vocazioni ( San Gaetano Catanoso )


O Gesù, Sacerdote Santo. Ti domandiamo, con tutto l’ardore dell’animo nostro, di accrescere di giorno in giorno il numero degli aspiranti al sacerdozio, e di formarli secondo i disegni del Tuo Cuore amatissimo, affinché lavorino efficacemente, a far del mondo un solo ovile sotto un solo Pastore.
O Gesù, donaci Sacerdoti santi. O Gesù, che nessuno si perda di coloro, che Tu Ti sei prescelti e consacrati! Siano santi, o Signore, tutti i Sacerdoti, perché santo sei Tu! Fa che tutti i Tuoi ministri siano la luce del mondo e il sale della terra. Amen


Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria


O Cuore Immacolato di Maria, colmo di bontà, mostra il Tuo amore verso di noi; la fiamma del tuo Cuore, o Maria, scenda su tutti gli uomini.
Noi Ti amiamo immensamente., imprimi nei nostri cuori il vero amore così che abbiamo un desiderio continuo verso di Te.
O Maria, di soave ed umile di cuore, ricordati di noi quando siamo nel peccato.
Tu sai che tutti gli uomini peccano. Donaci, per mezzo del tuo Cuore Immacolato e materno Cuore, di essere guariti da ogni malattia spirituale.
Fa’ che sempre possiamo guardare la bontà del tuo Cuore materno e che ci convertiamo per mezzo della fiamma del Tuo Cuore. Amen.

MERCOLEDI' DELLE CENERI

Oggi, segnati dall’austero simbolo delle Ceneri, entriamo nel Tempo di Quaresima, iniziando un itinerario spirituale che ci prepara a celebrare degnamente i misteri pasquali. La cenere benedetta imposta sul nostro capo è un segno che ci ricorda la nostra condizione di creature, ci invita alla penitenza e ad intensificare l’impegno di conversione per seguire sempre di più il Signore.

 

La Quaresima è un cammino, è accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e risurrezione; ci ricorda che la vita cristiana è una “via” da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire. Gesù, infatti, ci dice: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23). Ci dice, cioè, che per giungere con Lui alla luce e alla gioia della risurrezione, alla vittoria della vita, dell’amore, del bene, anche noi dobbiamo prendere la croce di ogni giorno, come ci esorta una bella pagina dell’Imitazione di Cristo: “Prendi, dunque, la tua croce e segui Gesù; così entrerai nella vita eterna. Ti ha preceduto lui stesso, portando la sua croce (Gv 19,17) ed è morto per te, affinché anche tu portassi la tua croce e desiderassi di essere anche tu crocifisso. Infatti, se sarai morto con lui, con lui e come lui vivrai. Se gli sarai stato compagno nella sofferenza, gli sarai compagno anche nella gloria” (L. 2, c. 12, n. 2).


PAPA BENEDETTO XVI

Festa del

volto santo di Gesù

Signore Gesù, crocifisso e risorto, immagine della gloria del Padre, Volto Santo che ci guardi e ci scruti, misericordioso e mite, per chiamarci alla conversione e invitarci alla pienezza dell'amore, noi ti adoriamo e ti benediciamo.

 

Nel tuo Volto luminoso, apprendiamo come si è amati e come si ama; dove si trova la libertà e la riconciliazione; come si diviene costruttori della pace che da te si irradia e a te conduce.

 

Nel tuo Volto glorificato impariamo a vincere ogni forma di egoismo, a sperare contro ogni speranza, a scegliere le opere della vita contro le azioni della morte.

 

Donaci la grazia di porre te al centro della nostra vita; di restare fedeli, tra i rischi e i mutamenti del mondo, alla nostra vocazione cristiana; di annunciare alle genti la potenza della Croce e la Parola che salva; di essere vigili e operosi, attenti ai più piccoli dei fratelli; di cogliere i segni della vera liberazione, che in te ha avuto inizio e in te avrà compimento. Signore, concedi alla tua Chiesa di sostare, come la Vergine Madre, presso la tua Croce gloriosa e presso le croci di tutti gli uomini per recare ad essi consolazione, speranza e conforto.

 

Lo Spirito che ci hai donato porti a maturazione la tua opera di salvezza, perché tutte le creature, liberate dai vincoli della morte, contemplino nella gloria del Padre il tuo Volto Santo, che splende luminoso nei secoli dei secoli. AMEN


Giovanni Paolo II

Il sacerdote,

maestro di fede.

"Il sacerdote non insegna le sue idee, filosofia che lui stesso ha inventato, che ha scoperto o che gli piace; il sacerdote non parla di sé, non parla per sé, per attirare ammiratori, forse, o creare un partito tutto suo; non dice la sua cosa propria, le sue invenzioni ma, nel medley di tutte le filosofie, il sacerdote insegna nel nome di Cristo presente, propone la verità che è Cristo stesso, la sua parola e il suo modo di vivere e di andare avanti. Ciò che Cristo ha detto di sé vale per il sacerdote: "Il mio insegnamento non è mio" (Jn 7: 16); Cristo, cioè, non si propone ma, come Figlio è la voce, la Parola del Padre. Anche il sacerdote deve sempre parlare e agire in questo modo: "Il mio insegnamento non è mio, non diffondo le mie idee o ciò che mi piace, ma sono portavoce e cuore di Cristo e faccio presente questo, insegnamento condiviso che ha creato la Chiesa universale e crea la vita eterna".

- Papa Benedetto XVI, Udienza Generale, "Munus docendi", 10 aprile 2010.

Preghiera

a Maria Santissima

per i sacerdoti

Maria, stella della nuova evangelizzazione, che fin dall’inizio hai sorretto e rincuorato gli apostoli e i loro collaboratori nella diffusione del Vangelo, accresci nei sacerdoti all’alba del terzo millennio, la consapevolezza di essere i primi responsabili della nuova evangelizzazione.


Maria, prima evangelizzata e prima evangelizzatrice, che con incomparabile fede, speranza e carità hai risposto all’annuncio dell’angelo, intercedi per coloro che sono configurati a tuo Figlio, Cristo Sacerdote, affinché rispondano anch’essi con lo stesso spirito alla urgente chiamata che il Santo Padre, in nome di Dio, rivolge loro.


Maria, maestra di fede vissuta, che hai accolto la Parola divina con piena disponibilità, insegna ai Sacerdoti a familiarizzare, mediante l’orazione, con quella Parola e a mettersi al suo servizio, con umiltà e ardore, in modo tale che essa continui a esercitare tutta la sua forza salvifica nel terzo millennio della redenzione.


Maria, piena di grazia e Madre della grazia, abbi cura dei tuoi figli sacerdoti che, come te, sono chiamati ad essere collaboratori dello Spirito santo. Insegna loro nell’anniversario della nascita del tuo Figlio ad essere fedeli dispensatori dei misteri di Dio: perché, con il tuo aiuto, essi aprano a tante anime il cammino della Riconciliazione e facciano dell’eucarestia la fonte e il culmine della propria vita e di quella dei fedeli loro affidati.


Maria, Stella all’alba del terzo millennio, continua a guidare i sacerdoti di Gesù Cristo, affinché, seguendo l’esempio del tuo amore verso Dio e verso il prossimo, sappiano essere autentici pastori e sappiano guidare i passi di tutti verso tuo Figlio, la luce vera che illumina ogni uomo. Che i sacerdoti e, per mezzo di loro, tutto il popolo di Dio, ascoltino l’affettuoso e pressante invito che rivolgi loro alla soglia del nuovo millennio della storia della salvezza: “Fate ciò che Lui vi dice”.

NOSTRA GLORIA

E'

LA CROCE DI CRISTO.

San Giovanni XXIII poco prima di morire, disse: «Il segreto del mio sacerdozio sta nel crocifisso!».


«Ogni sforzo per staccare il prete dalla croce è un attentato contro la sua missione» ( don Primo Mazzolari).


Preghiamo per i Sacerdoti che non comprendono il valore della Croce e non annunciano che «Cristo crocifisso è scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani, ma per chi crede è potenza, sapienza di Dio!» (1Cor 1,23-24).

ROSARIO EUCARISTICO PER LA SANTIFICAZIONE DI TUTTI I SACERDOTI

 

(Si recita con la classica corona del Rosario)

 

+ Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

 

Gloria al Padre

Credo

 

PRIMO MISTERO EUCARISTICO


Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per ricordarci la sua passione e morte. Preghiamo per tutti i sacerdoti che, con la celebrazione della santa Messa, ci permettono di comunicare alla passione e alla morte del Signore.

 

Sui grani grandi: Padre nostro

 

Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:

Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.

 

Gloria al Padre

 

SECONDO MISTERO EUCARISTICO


Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per rimanere con noi tutto il tempo della nostra vita. Preghiamo per tutti i Sacerdoti che adorano con devozione il Santissimo Sacramento e promuovono l’adorazione perpetua nelle loro parrocchie.

 

Sui grani grandi: Padre nostro

 

Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:

Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.

 

Gloria al Padre

 

TERZO MISTERO EUCARISTICO


Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per perpetuare il suo Sacrificio sugli altari per noi, sino alla fine del mondo. Preghiamo per tutti i Sacerdoti perché la loro vita sia un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio per la salvezza dei fratelli.

 

Sui grani grandi: Padre nostro

 

Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:

Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.

 

Gloria al Padre

 

QUARTO MISTERO EUCARISTICO


Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per farsi cibo e bevanda dell’anima nostra. Preghiamo per tutti i Sacerdoti perché non abbiano mai a mangiare indegnamente il Corpo del Signore e insegnino ai fedeli a ricevere l’Eucaristia soltanto se sono in grazia di Dio.

 

Sui grani grandi: Padre nostro

 

Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:

Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.

 

Gloria al Padre

 

QUINTO MISTERO EUCARISTICO


Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per visitarci nel momento della nostra morte e per portarci in Paradiso. Preghiamo per tutti i Sacerdoti che assistono i moribondi e li accompagnano incontro al Signore.

 

Sui grani grandi: Padre nostro

 

Sui grani piccoli dell'ave Maria si recita per 10 volte:

Sia lodato e ringraziato ogni momento, Gesù nel Santissimo Sacramento.

 

Gloria al Padre

 

Salve Regina


 LITANIE


Signore, pietà

Signore, pietà.

 

Cristo, pietà

Cristo pietà.

 

Signore, pietà

Signore, pietà.

 

Cristo, ascoltaci

Cristo, ascoltaci.

 

Cristo, esaudiscici

Cristo, esaudiscici.

 

Padre del cielo, che sei Dio

abbi pietà di noi.

 

Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio

abbi pietà di noi.

 

Spirito Santo, che sei Dio

abbi pietà di noi.

 

Santa Trinità, unico Dio

abbi pietà di noi.

 

Santissima Eucaristia

noi ti adoriamo.

 

Dono ineffabile del Padre

noi ti adoriamo.

 

Segno dell'amore supremo del Figlio

noi ti adoriamo.

 

Prodigio di carità dello Spirito Santo

noi ti adoriamo.

 

Frutto benedetto della Vergine

noi ti adoriamo.

 

Sacramento del Corpo e del Sangue di Gesù

noi ti adoriamo.

 

Sacramento che perpetua il sacrificio della croce

noi ti adoriamo.

 

Sacramento della nuova ed eterna Alleanza

noi ti adoriamo.

 

Memoriale della morte e risurrezione del Signore

noi ti adoriamo.

 

Memoriale della nostra salvezza

noi ti adoriamo.

 

Sacrificio di lode e di ringraziamento

noi ti adoriamo.

 

Sacrificio d'espiazione e di conciliazione

noi ti adoriamo.

 

Dimora di Dio con gli uomini

noi ti adoriamo.

 

Banchetto di nozze dell'Agnello

noi ti adoriamo.

 

Pane vivo disceso dal cielo

noi ti adoriamo.

 

Manna piena di dolcezza

noi ti adoriamo.

 

Vero Agnello pasquale

noi ti adoriamo.

 

Viatico della Chiesa pellegrina nel mondo

noi ti adoriamo.

 

Rimedio della nostra quotidiana fatica

noi ti adoriamo.

 

Farmaco di immortalità

noi ti adoriamo.

 

Mistero della fede

noi ti adoriamo.

 

Sostegno della speranza

noi ti adoriamo.

 

Vincolo della carità Segno di unità e di pace

noi ti adoriamo.

 

Sorgente di gioia purissima

noi ti adoriamo.

 

Sacramento che germina i vergini

noi ti adoriamo.

 

Sacramento che dà forza e vigore

noi ti adoriamo.

 

Pregustazione del banchetto celeste

noi ti adoriamo.

 

Pegno della nostra risurrezione

noi ti adoriamo.

 

Pegno della gloria futura

noi ti adoriamo.

 

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo

perdonaci Signore.

 

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo

ascoltaci Signore.

 

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo

abbi pietà di noi.

 

Hai dato loro il pane disceso dal cielo.

Che porta in sé ogni dolcezza.

 

PREGHIAMO


Signore Gesù Cristo, che nel mirabile Sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della Tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della Redenzione, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

 

Amen.

 

1 Pater, 1 Ave e 1 Gloria per il Papa

 

Le foglie, cosa dicono

Guardavamo alla televisione il Papa in visita a Cuba. Uno di noi ha esclamato: “Dove va il Papa, c'è sempre il vento. Lo si nota dal turbinio delle foglie sulla strada che il S. Padre sta percorrendo”. Un altro ha commentato: “Questo Papa gira molto perché è in balìa del soffio dello Spirito Santo”. E io mi ritrovo a fantasticare sulle foglie e su tutto ciò che esse possono raccontare.


Le tenui foglioline che colorano di verde gli alberi a marzo, dicono a tutti che la primavera ha acceso e fatto esplodere la vita. E’ proprio una resurrezione; una pasqua. Il verde della foglia è vita; la sua vibrazione un canto. Le foglie che in autunno vedo abbondanti sulla strada, mi dicono anzitutto la generosità dell'albero che ha donato tutto: fiori a primavera, frutti in estate; in autunno tutte le foglie; tutte proprio tutte, fino all'ultima; d'inverno, la sua legna per riscaldarci e per l'utilità dell'uomo.

La foglia che cade danzando leggera, mi invita a invecchiare con gioia, nella consapevolezza che, staccandosi dal ramo, si va a finire nei pressi della radice che ci segnala la profondità delle origini e la solidità della roccia su cui è fondata la vita.

Attraversando un bosco in autunno, quel turbinio di foglie staccate dal vento, non ti pare che sia un segno di festa al tuo passaggio? Non sono quelli i coriandoli di Dio? E quel tappeto variopinto di foglie, frusciante e canoro sotto i tuoi piedi non l'ha forse steso chi, nella sua fantasia da innamorato, ti voleva ancora una volta segnalare quanto sei importante per Lui? E voleva anche dirti che, come Lui ti tratta da figlio, così tu tratterai da fratello chi ti vive accanto.

D'inverno, camminando sulla neve, ho notato un particolare molto significativo: una foglia gialla, secca, ritenuta già morta, caduta sulla gelida neve, ha avuto ancora la generosità di sprigionare l'ultima sua caloria attorno a sé, tanto da sciogliere quel pò di neve su cui è arrivata. Mi richiama alla mente le parole di Giovanni della Croce: “Se dove cadi trovi solo il freddo della neve, sprigiona senza esitazione tutto il tuo calore, anche se ti sembra poco, e attorno a te donerai tepore e scioglierai la neve”.

Si dice, che la foglia cade; ma è più vero che, finito il suo servizio sul ramo, si stacca per correre a ringraziare chi le ha dato la vita: si adagia sulla radice per proteggerla, riscaldarla e ripararla dal gelo invernale. La foglia ama la radice tanto che decomponendosi, sciogliendosi, si fa concime, nuovo alimento dell'albero che, anche grazie a lei, frutterà nella nuova primavera, nuovi fiori, nuove foglie e nuovi frutti.


Questo annullarsi per amore è adorazione.


E che dire di quella foglia che solitaria è stata sollevata in alto, in alto dal vento, quasi rapita dal cielo a formare la nota più alta d'un coro. Su quel rigo, oltre le nubi, si snoda un concerto formato da altre foglie che assieme a lei e in momenti diversi, si sono concesse a quel soffio. Preziosa e rara disponibilità! Disponibili al vento, concordi fra loro: è l'armonia. Obbedienti alle vibrazioni e ai gorgheggi del vento, le foglie vestite dalla fantasia dell'iride, si rincorrono a diverse altezze e con graziosi volteggi. Allora quel soffio, dando vita alle foglie e liberandole ai suoi cenni, dà visibilità alla vita del cielo; è il divino compositore e direttore d'orchestra che non solo fa danzare e cantare le foglie, ma, in cosmica armonia, muove il sol e l'altre stelle.

Preghiamo per i Sacerdoti perseguitati in Nicaragua e soprattutto per il Vescovo monsignor

Rolando José Álvarez Lagos,

condannato a 26 anni di prigione

per non aver voluto abbandonare il suo popolo.

LA DIGNITA' SACERDOTALE

(Gesù al cuore del Sacerdote)

Figlio, il sacerdote mi appartiene, tutte le creature mi appartengono, tutti gli uomini mi appartengono, ma il sacerdote mi appartiene in modo diverso e particolare.

Tu, figlio mio:

- mi appartieni per Creazione,

- mi appartieni per Redenzione,

- mi appartieni per Vocazione,

- mi appartieni per Riconquista.

Così è veramente.

Dunque sei mia proprietà e, come mia proprietà, tu realizzi il fine della Creazione, il fine della Redenzione, il fine della tua Vocazione solo in un modo: adeguandoti scrupolosamente alla mia volontà.

Per questo ti ho chiamato: non tu hai scelto Me, ma Io ho scelto te. Ti ho scelto per fare di te un mio ministro, cioè per fare di te un altro Me stesso. Non è un modo di dire, ma è una grande realtà: Sacerdos alter Christus.

Solo i santi hanno avuto la giusta visione della grandezza sacerdotale. Molti miei ministri sono ben lontani dal vivere questa realtà divina: non hanno la luminosa visione del Mistero di cui sono parte.

I miei ministri dovrebbero essere responsabilmente coscienti della loro dignità sacerdotale adeguando ad essa, giorno e notte, ogni aspirazione, ogni energia, ogni fatica e ogni sofferenza.

Così hanno fatto i santi sacerdoti; e tutti i sacerdoti debbono essere santi !

Per questo li ho prescelti per santificarsi e poi santificare, per donarsi a Me interamente, perché sono miei, perché mi appartengono per tanti titoli e perché Io possa donarli, senza riserve, ai fratelli.

Ma che fanno tanti miei ministri? Curano i loro interessi (molte volte mascherati, ma sempre loro interessi), non i miei che sono quelli delle anime. Sono assetati e affamati di cose mondane.

Ho detto che curano i loro interessi: meglio definirli pseudo-interessi; il loro vero interesse deve essere uno solo: " Dio ". La gloria di Dio, la salvezza delle anime; tutto il resto non vale.

Per forza vagano disorientati nella nebbia e nell'oscurità, da non riconoscere più se stessi. Non sanno più chi sono, non sanno dove vanno; per forza non fanno breccia nelle anime!

No, non si salvano anime sulle spiagge, dove impera Satana, gareggiando con i figli delle tenebre nell'immodestia, nell'impurità, nel male. Non si salvano anime leggendo ogni sorta di libri, avvelenando, inquinando spirito e anima. Non si salvano anime ripudiando la fede. Si sono materializzati.

Spaventosa inversione

Quanto sono lontani questi miei ministri dal Centro propulsore della grazia che è il mio Cuore misericordioso.

Quanto ho sofferto per Giuda, restio all'amore mio; quanto ho sofferto per Giuda, e più che per il tradimento compiuto nei miei riguardi, per lo sfacelo della sua anima.

Quanta sofferenza per molti miei sacerdoti che tradiscono il divino mandato, imputridendo se stessi e tante anime.

Figlio mio, un sacerdote né si salva da solo né si perde da solo. Operando per la salvezza di un sacerdote, si opera per la salvezza di tante altre anime.

Quale tremenda spaventosa inversione di una stupenda realtà divina:

- da Alter Christus, a lupo rapace che sbrama il gregge;

- da Angelo di luce, ad angelo delle tenebre; 

- da Ministro ambasciatore di Dio, a traditore del fine della Creazione, della Redenzione, della sua Vocazione.

" Non vi chiamo servi, ma amici ".

Da amico di Dio a collaboratore di Satana nello strappare al mio Cuore misericordioso le anime.

Non è questo il più grande male che un uomo un mio ministro può compiere ?

Perché si arriva a tanto?

Figlio mio, man mano che ci si allontana dalla sorgente della luce, ci si inoltra nell'ombra prima, nella oscurità poi; man mano che ci si allontana dalla sorgente del calore (amore) penetra nell'anima il freddo e poi il gelo, l'insensibilità ad ogni mio richiamo.

Bisogna unirsi a Me, figlio, sempre più intimamente e profondamente, come la Mamma mia fu ed è unita a Me nell'offerta.

Perciò non ti devi stupire per quello che con insistenza ti chiedo. Un atto di fede, un atto di speranza, un atto di amore e dì abbandono mi ripaga delle offese, ingiurie e sacrilegi che in continuazione si compiono. 

Io voglio attrarre a Me le anime, che amo, con la violenza e la potenza infinita del mio amore.

Io voglio vincolare ed innalzare a Me queste anime: ecco perché chiedo a loro di donarsi a Me interamente nell'attuazione della mia volontà, sull'esempio della Mamma mia e Mamma vostra.

Voglio che queste anime siano protese verso di Me, giorno e notte, in una unione che deve trasformarsi in comunione perfetta.

Questo avviene quando l'amore per Me è vero, grande, bruciante. Allora, il tendere verso di Me con atti di fede e di speranza, di confidenza e di offerta diventerà come una seconda natura, un bisogno, una necessità essenziale, come per l'amante tendere verso l'oggetto amato. Allora, come non si può vivere senza respiro, così non si potrà vivere senza di Me.


Figlio, questo Io domando: non dimenticarti che Io sono l'Amore, l'Amore eterno, increato che da sempre sono piegato su di voi.

Ho diritto di essere da voi amato, perché sono l'Amore, perché per amore vi ho creati, per amore vi ho redenti, per amore vi ho prescelti e per amore vi ho riconquistati.


Don Dolindo Ruotolo

 

 

11 FEBBRAIO 1858- 11 FEBBRAIO 2023

PREGHIERA A MARIA PER I SACERDOTI MALATI

O Vergine Maria, 165 anni fa a Lourdes, apparendo a Bernadette Soubirous hai voluto   mostrare a tutti il volto di un Dio che ama e che si prende cura di ciascuno di noi e specialmente delle persone che soffrono nel corpo e nell’anima.

Noi oggi vogliamo affidare al tuo cuore materno tutti gli ammalati del mondo ma in modo particolare i sacerdoti malati: dona loro la grazia di unire le proprie sofferenze alla Croce di Cristo per la redenzione del mondo e la loro serena accettazione della sofferenza doni coraggio a quanti si disperano perché si ritengono puniti  da Dio e di peso a quanti li assistono. Dona o Madre, a tutti gli infermi di giungere proprio attraverso l’esperienza del dolore di scoprire il volto di Colui che li ama da tutta l’eternità. Amen

 

 

L’ADORAZIONE EUCARISTICA

È LA VERA FONTE DI GUARIGIONE

"I fratelli sacerdoti, al pari di Maria e Giuseppe, hanno ogni giorno Gesù tra le loro mani... siano sale della terra, facciano risplendere dinanzi agli uomini le loro buone opere affinché questi Glorifichino Dio, muoiano a tutto ciò che non è Gesù, poiché "se il chicco di grano non muore resta solo; se viceversa muore produce molto frutto".

Ricordino i fratelli sacerdoti che si fa bene agli altri nella misura di ciò che si ha dentro di sé, quanto a spirito interiore ed a Virtù.

Il prete è un Ostensorio, suo compito è di mostrare Gesù. Egli deve sparire e lasciare che si veda solo Gesù..."

(San Charles de Foucauld)

 

La lucciola

Spesso nella vita ci si guarda e ci si giudica con i nostri occhi; ci si misura col nostro metro. E allora il giudizio che esce su noi stessi e sugli altri è un giudizio che ha un punto di vista limitato e sbagliato. Si capisce allora quanto è necessaria la raccomandazione di Gesù: “non giudicate; non giudicatevi”. E’ un invito a guardarsi con gli occhi di Dio che in ognuno vede un disegno meraviglioso del suo amore. Disegno grandioso, irripetibile.

Ci ha fatti in dono gli uni per gli altri. Ognuno è dotato di doni particolari che vanno messi a disposizione degli altri. Ognuno poi vivendo in comunione è arricchito del dono di tutti gli altri. A conferma di questo, ti offro la favola della lucciola.

Disse una lucciola al sole: - Sei bello e splendente, dappertutto penetri e dove arrivi porti la vita, la gioia; i neri fantasmi della notte metti in fuga ed apri i cuori a una nuova speranza. Com'è diversa la mia vita dalla tua! Tu eterno e sempre nuovo, io consumo la mia breve vita spegnendomi in una notte. Il sole taceva e sempre più sfolgorante inondava con i suoi raggi benefici la terra. Il cinguettio d'un uccello salutò quel levarsi maestoso e penetrò l'aria di dolcezza. Anche a lui la lucciola confidò la sua pena:

- Chi ti ascolta dimentica i suoi pensieri e tutta la natura trova in te voce e note per cantare alla vita. Perché non ho il tuo canto per dire anch'io la mia gioia o il mio dolore?

Il prato era una fioritura di candidi gigli e la loro semplice bellezza toccò profondamente la lucciola: - Il più piccolo fiore, per quanto modesto, attira gli sguardi di tutti e attorno ad esso si affaccendano gli insetti. Se c'è un bimbo poi, schiude occhi incantati su quella preda appena colta: anche se per poco, lì è tutta la sua felicità. - Come vorrei essere quel fiore, cambiare la mia natura con la sua! - Oppure il vento, sì il vento che va dove vuole e dove passa è tutto un fremito di vita tra le foglie del bosco!

Come una voce sottile sembrò che dalla natura venisse una risposta: - Piccola lucciola, forse non lo sai: il sole sorge per te. Anche se tu fossi l'unica creatura vivente su questa terra, non rimpiangerebbe di spargere i suoi tesori solo per te. - E quell'uccello: ascolta il suo canto, rallegrati con lui! Riveste di armonia il tuo silenzio. Quel fiore è per te, non desiderare di essere come lui, accetta quel che ti dà: nutrimento e riposo. A sera il sole tramonterà dietro quella collina e non lo vedrai più; il vento cesserà, i nidi si addormenteranno con pigolii sommessi. Col primo fresco, i fiori serreranno i petali delicati; e mentre tutto si vestirà d'ombra, la natura attenta, silenziosa, farà da scenario alle tue danze luminose. Traccerai disegni di luce e di te palpiterà la chiara sera estiva. Dio ci ha creati complementari. Ognuno in dono all'altro.Nel disegno di Dio, non importa fare cose diverse, perché tutte realizzano l'unica volontà di Dio che le armonizza.

CORONCINA AL PREZIOSISSIMO SANGUE PER I SACERDOTI

O Dio, vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto..
Gloria al Padre...


1. Gesù versò Sangue nella circoncisione(Lc 2, 21)


O Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, il primo Sangue che hai versato per la nostra salvezza riveli ai tuoi Sacerdoti il valore della vita e il dovere di viverla con fedeltà e coraggio, perché poi sappiano infondere nel cuore dei fedeli la stima della vita in tutte le sue fasi.


Ripeti 10 volte: “"Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".


2. Gesù versò Sangue nell'orto degli ulivi(Lc 22, 39ss)


O Figlio di Dio, il tuo sudore di Sangue nel Getsemani susciti nei tuoi Sacerdoti l'odio al peccato, l'unico vero male che ruba loro il tuo amore e rende triste la loro vita e infondi nei loro cuori un grande desiderio di santità.


Ripeti 10 volte: “"Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".


3. Gesù versò Sangue nella flagellazione(Gv 19,1)


O Maestro divino, il Sangue della flagellazione sproni i tuoi Sacerdoti ad amare la purezza, perché possano vivere nell'intimità della tua amicizia e intessere legami di amicizia vera e sincera con chiunque li avvicini.


Ripeti 10 volte: “"Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".


4. Gesù versò Sangue nella coronazione di spine (Gv 19, 2-5)


O Re dell'universo, il Sangue della coronazione di spine distrugga l’egoismo e l’orgoglio nel cuore dei tuoi Sacerdoti, perché possano servire in umiltà i fratelli bisognosi e crescere nel tuo amore.


Ripeti 10 volte: “"Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".


5. Gesù versò Sangue sulla via del Calvario(Gv 19, 18)


O Salvatore del mondo, il Sangue versato sulla via dei Calvario illumini il cammino dei Sacerdoti e li aiuti a portare la croce con te, per completare in se stessi la tua passione per la redenzione di tutti gli uomini.


Ripeti 10 volte: “"Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".


6. Gesù versò Sangue nella crocifissione (Lc 23, 33-34)


O Agnello di Dio, immolato per noi, insegna ai tuoi Sacerdoti il perdono delle offese e l'amore ai nemici. E tu, Madre del Signore e nostra, rivela ad essi la potenza e le ricchezze del Sangue prezioso di Gesù versato per loro e per tutti.


Ripeti 10 volte: “"Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".


7. Gesù versò Sangue nella lanciata al Cuore (Gv 19, 31 ss)


O Cuore adorabile, trafitto per noi, accogli le preghiere dei Sacerdoti per il popolo, le attese dei poveri, le lacrime dei sofferenti, le speranze dei popoli, perché tutta l'umanità si riunisca nel tuo regno di amore, di giustizia e di pace.


Ripeti 10 volte: “"Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra tutti i sacerdoti per illuminarli, purificarli, guarirli e fortificarli e sopra il demonio per abbatterlo".


Alla fine:


Signore Gesù Cristo, che ci hai redenti con il
tuo Sangue prezioso, noi ti adoriamo!
Il Sangue, che hai versato per la nostra redenzione,
ci purifichi dal peccato e ci salvi
dalle insidie del maligno. Amen

Dove sei,

amore del mio cuore?

Il Santo Curato diceva: “Non è il peccatore che ritorna a Dio per domandargli perdono, ma è Dio stesso che corre dietro al peccatore e lo fa tornare a Lui... Questo buon Salvatore è così colmo d’amore che ci cerca dappertutto”. Tutti noi sacerdoti dovremmo sentire che ci riguardano personalmente quelle parole che egli metteva in bocca a Cristo: “Incaricherò i miei ministri di annunciare ai peccatori che sono sempre pronto a riceverli, che la mia misericordia è infinita”. Dal Santo Curato d’Ars noi sacerdoti possiamo imparare non solo un’inesauribile fiducia nel sacramento della Penitenza che ci spinga a rimetterlo al centro delle nostre preoccupazioni pastorali, ma anche il metodo del “dialogo di salvezza” che in esso si deve svolgere. Il Curato d’Ars aveva una maniera diversa di atteggiarsi con i vari penitenti. Chi veniva al suo confessionale attratto da un intimo e umile bisogno del perdono di Dio, trovava in lui l’incoraggiamento ad immergersi nel “torrente della divina misericordia” che trascina via tutto nel suo impeto. E se qualcuno era afflitto al pensiero della propria debolezza e incostanza, timoroso di future ricadute, il Curato gli rivelava il segreto di Dio con un’espressione di toccante bellezza: “Il buon Dio sa tutto. Prima ancora che voi vi confessiate, sa già che peccherete ancora e tuttavia vi perdona. Come è grande l’amore del nostro Dio che si spinge fino a dimenticare volontariamente l’avvenire, pur di perdonarci!”. (dalla lettera di papa Benedetto XVI per l'Anno Sacerdotale)


Dunque le persone che stanno a cuore a Gesù sono “i perduti”, coloro che, per qualsiasi ragione, si trovano in una condizione di “morte” spirituale ma lo sono in modo particolare i Sacerdoti che si sono allontanati da Lui perdendo la Sua amicizia e la propria identità, la propria appartenenza, la propria sicurezza. Essi che sarebbero dovuti essere pastori del gregge loro affidato, sono invece diventati pecore perdute conficcando nel Suo amorosissimo Cuore una spina che gli dà un dolore ineguagliabile.


Signore, ti preghiamo:  dona loro il tuo Santo Spirito perché li guarisca dalla loro infedeltà e doni loro a forza e il coraggio per tornare a te con cuore contrito e umiliato. Amen

 

SIGNORE, DONACI

SACERDOTI COSI'

«Cento lenti esposte innanzi al sole, ne raccolgono l’immagine reale e ne diffondono la luce ed il calore, fino ad infiammare, quando sono a foco. Sono veramente distinte l’una dall’altra, hanno un proprio diametro ed un proprio spessore, riflettono il calore e la luce più o meno intensamente a seconda della loro posizione innanzi al sole, ma sono tutte fonti splendenti di luce e di calore, per l’unico sole che sta nel cielo. Così sono i Sacerdoti: anime immerse nei raggi del Sacerdote Eterno, Gesù, di cui raccolgono l’immagine viva e reale, diffondendone la potenza redentrice e santificante».

SACERDOTI ANZIANI:

RICCHEZZA PER

I SACERDOTI GIOVANI

Tutti gli uomini invecchiano, anche i preti. Eppure, qualcuno ha detto che il sacerdote rimane sempre giovane. Non invecchia il prete che sa tenersi unito a Gesù, l’uomo-Dio eternamente giovane; che lo invoca sull’Altare e dalla sedia a rotelle. Non invecchia il prete che sente di essere parte viva del corpo della Chiesa, sposa di Cristo.

 

Il Signore sceglie i discepoli innanzitutto perché stiano con lui, e poi, solamente dopo, per mandarli ad annunciare il vangelo. Stare con lui, dunque, per conoscerlo, innamorarsene, lasciarsi amare e riamarlo.

 

Nasce, perciò, tra il prete e il Signore che, senza merito, lo ha chiamato alla sua sequela, un rapporto unico, un’intimità particolare, difficile da raccontare.

 

Il prete sa di non avere niente da dare agli uomini se Gesù, giorno per giorno, non gli riempie lo zaino.

 

Un verbo gli rimbomba in cuore e non gli dà tregua: amare. Solo chi ama vuole il vero bene dell’altro. Il prete è un uomo serenamente dilaniato tra l’amore a Cristo e l’amore al prossimo.

 

Prega, celebra la Messa, studia le Scritture, indaga la vita dei santi per meglio sentire il calore della Sua presenza e imparare a servirlo meglio. Corre in aiuto al prossimo.

 

Qualche ingenuo crede che debba essere imparziale, equidistante, senza passioni. Niente di più sbagliato.

 

Il prete è uno che prende posizione, si schiera, si deve schierare, ma sempre dalla parte del più debole, del più povero; di quegli “scarti” che questo mondo opulente e ingiusto prima produce e poi abbandona. È tra loro che si sente a suo agio, è tra loro che trova Colui per il quale la sua anima si strugge.

 

Conosce la meta da raggiungere ma ignora per quale strada il Signore lo vorrà condurre.

 

Di lui si fida, a lui si affida, questo gli basta. In genere, alla sera della vita, lo senti dire che mai avrebbe immaginato di fare quello che ha fatto. Lentamente lo ha capito. “ La tua Parola è lampada ai miei passi”, una lampada che illumina la strada solo se ti metti in cammino; se rimani fermo resti al buio e rischi di gelare. Ma, allora, pregare Dio o correre in aiuto dei fratelli? Contemplare il Mistero che ti avvolge o lacerarti le mani e il cuore per trarre in salvo il forestiero, il povero, il bambino non ancora nato che rischia di finire nella fogna? Vestire chi è ignudo o correre a celebrare Messa?

 

Anche se, a prima vista, queste azioni sembrano così diverse, in fondo sono la stessa cosa. Dio nessuno lo ha mai visto, Gesù ce lo ha rivelato. E ha voluto rimanere con noi nella sua parola, nei sacramenti e nei fratelli. E noi abbiamo la certezza di trovarlo nell’ Eucarestia, nei vangeli, nella preghiera e nel servire gli uomini.

 

Perciò, anche quando le mie gambe non reggeranno più il mio peso, quando le mie mani tremolanti non riusciranno più ad alzare il Calice, quando non saprò più parlare ai giovani e ai bambini, io sono certo di poter contribuire ancora al bene della società, della Chiesa, che ho amato e amo, dei miei confratelli sparsi per il mondo.

 

Papa Francesco, ai sacerdoti anziani riunti al santuario di Caravaggio, ha detto:« I giovani preti hanno bisogno di voi, della vostra saggezza e della vostra solidarietà spirituale per essere secondo il cuore di Cristo e come li pensa la Chiesa».

 

Ha poi donato loro un crocifisso.

 

Ancora una volta la comunione sacerdotale si rivela l’arma vincente, tanto che Gesù ne fece oggetto di preghiera al Padre: «Che siano una cosa sola».

 

È sempre commovente il momento in cui un anziano prete ti mostra le foto sbiadite della sua Prima Messa. Com’era giovane, com’era entusiasta, com’era bello. Proprio come sei tu oggi, caro prete novello. Insieme, dovete stare insieme, rimanere uniti. E mentre tu, giovane prete, corri per le vie del mondo per portare l’annuncio del vangelo, lui, il vecchio prete in carrozzina, prega per te. Chi di voi due abbia più meriti davanti a Dio non lo so e nemmeno m’ interessa. So solo che è bellissimo vedere due preti, “diversamente giovani”, innamorati dello stesso Cristo, a servizio della stessa Chiesa, consumarsi per il vero bene dell’umanità.

 

Padre Maurizio Patriciello.

Due febbraio: Presentazione al Tempio del Signore

e festa

della vita consacrata.


(Dall'Omelia del santo Padre Benedetto XVI Sabato, 2 febbraio 2013)

Vi invito in primo luogo ad alimentare una fede in grado di illuminare la vostra vocazione. Vi esorto per questo a fare memoria, come in un pellegrinaggio interiore, del «primo amore» con cui il Signore Gesù Cristo ha riscaldato il vostro cuore, non per nostalgia, ma per alimentare quella fiamma. E per questo occorre stare con Lui, nel silenzio dell’adorazione; e così risvegliare la volontà e la gioia di condividerne la vita, le scelte, l’obbedienza di fede, la beatitudine dei poveri, la radicalità dell’amore. A partire sempre nuovamente da questo incontro d’amore voi lasciate ogni cosa per stare con Lui e mettervi come Lui al servizio di Dio e dei fratelli (cfr Esort. ap. Vita consecrata, 1).

 

In secondo luogo vi invito a una fede che sappia riconoscere la sapienza della debolezza. Nelle gioie e nelle afflizioni del tempo presente, quando la durezza e il peso della croce si fanno sentire, non dubitate che la kenosi di Cristo è già vittoria pasquale. Proprio nel limite e nella debolezza umana siamo chiamati a vivere la conformazione a Cristo, in una tensione totalizzante che anticipa, nella misura possibile nel tempo, la perfezione escatologica (ibid., 16). Nelle società dell’efficienza e del successo, la vostra vita segnata dalla «minorità» e dalla debolezza dei piccoli, dall’empatia con coloro che non hanno voce, diventa un evangelico segno di contraddizione.

 

Infine, vi invito a rinnovare la fede che vi fa essere pellegrini verso il futuro. Per sua natura la vita consacrata è pellegrinaggio dello spirito, alla ricerca di un Volto che talora si manifesta e talora si vela: «Faciem tuam, Domine, requiram» (Sal 26,8). Questo sia l’anelito costante del vostro cuore, il criterio fondamentale che orienta il vostro cammino, sia nei piccoli passi quotidiani che nelle decisioni più importanti. Non unitevi ai profeti di sventura che proclamano la fine o il non senso della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Gesù Cristo e indossate le armi della luce – come esorta san Paolo (cfr Rm 13,11-14) – restando svegli e vigilanti. San Cromazio di Aquileia scriveva: «Allontani da noi il Signore tale pericolo affinché mai ci lasciamo appesantire dal sonno dell’infedeltà; ma ci conceda la sua grazia e la sua misericordia, perché possiamo vegliare sempre nella fedeltà a Lui. Infatti la nostra fedeltà può vegliare in Cristo» (Sermone 32, 4).

 

Cari fratelli e sorelle, la gioia della vita consacrata passa necessariamente attraverso la partecipazione alla Croce di Cristo. Così è stato per Maria Santissima. La sua è la sofferenza del cuore che forma un tutt’uno col Cuore del Figlio di Dio, trafitto per amore. Da quella ferita sgorga la luce di Dio, e anche dalle sofferenze, dai sacrifici, dal dono di se stessi che i consacrati vivono per amore di Dio e degli altri si irradia la stessa luce, che evangelizza le genti. In questa Festa, auguro in modo particolare a voi consacrati che la vostra vita abbia sempre il sapore della parresia evangelica, affinché in voi la Buona Novella sia vissuta, testimoniata, annunciata e risplenda come Parola di verità (cfr Lett. ap. Porta fidei, 6). Amen.

 

Riflessione di febbraio 2023

IL SACERDOTE E LOURDES

Anche i Sacerdoti si ammalano. È un dato di fatto. E quando la malattia bussa alla porta, soprattutto se prolungata, rompe gli equilibri meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e giunge a volte addirittura a far disperare del senso e del valore della vita.

I Sacerdoti non sono immuni da questa dolorosa esperienza. Alcuni di essi, colpiti dalla malattia, si recano a Lourdes.

Lourdes è il luogo dove la sofferenza cerca un sollievo, il luogo in cui Dio scende e tocca ed entra nelle piaghe dell’umanità segnata dall’infermità, il luogo dell’incontro tra l’umanità sofferente con il Dio sofferente, ma anche se legata a filo doppio con la sofferenza umana, Lourdes può diventare il luogo della riscoperta della gioia: la Gioia vera, quella che nasce dallo scoprirsi amati e perdonati! Perdonati, perché amati!

Ad ogni malato, ma in modo particolare al Sacerdote, Lourdes insegna l’arte difficile della pazienza e la certezza che la sua sofferenza, accolta e offerta, è partecipazione reale e personale alla Passione di Cristo per la salvezza del mondo. Ogni persona che si incontra in questo luogo vive a suo modo la malattia, ma sempre in un contesto cristiano. Dunque, ogni incontro è occasione per il Sacerdote di approfondire la propria fede come cristiano, la propria vocazione come Sacerdote e come malato riscopre la gioia di farsi umile e di lasciarsi servire. Una lezione di vita.

«Lourdes è un luogo di luce, perché è un luogo di comunione, di speranza e di conversione. Vi sono combattimenti che l’uomo non può sostenere da solo, senza l’aiuto della grazia divina. Quando la parola non sa più trovare espressioni adeguate, s’afferma il bisogno di una presenza amorevole: cerchiamo allora la vicinanza non soltanto di coloro che condividono il nostro stesso sangue o che ci sono legati con i vincoli dell’amicizia, ma la vicinanza anche di coloro che ci sono intimi per il legame della fede. Chi potrebbe esserci più intimo di Cristo e della sua santa Madre, l’Immacolata? Più di chiunque altro, essi sono capaci di comprenderci e di cogliere la durezza del combattimento ingaggiato contro il male e la sofferenza. La Lettera agli Ebrei afferma, a proposito di Cristo, che egli non è incapace di “compatire le nostre debolezze, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa” (Eb 4,15). Vorrei dire, umilmente, a coloro che soffrono e a coloro che lottano e sono tentati di voltare le spalle alla vita: volgetevi a Maria! Nel sorriso della Vergine si trova misteriosamente nascosta la forza per proseguire il combattimento contro la malattia e in favore della vita. Presso di lei si trova ugualmente la grazia di accettare senza paura né amarezza il congedo da questo mondo, nell’ora voluta da Dio». (Benedetto XVI, Omelia nella Santa Messa con i malati a Lourdes, 15 settembre 2008)

Santa Maria, Madre di Dio, sii vicino a tutti i sacerdoti malati perché non si scoraggino, ma sappiano unire la loro sofferenza a quella del Crocifisso per la salvezza del mondo. Amen.