Santa Caterina da Siena e i Sacerdoti

 I SACERDOTI AMMINISTRATORI DEL SOLE

 

Io, Dio, son fatto uomo e l’uomo Dio, per l’unione della mia natura divina nella vostra natura umana! Questa è la grandezza data a tutte le creature dotate di ragione; ma fra queste ho eletto i miei ministri per la vostra salvezza, affinché per mezzo loro vi fosse somministrato il Sangue dell’umile e Immacolato Agnello, l’Unigenito mio Figlio. A costoro ho dato di amministrare il Sole,… il Corpo del Figlio mio! Questo Corpo è un Sole, perché è una cosa sola con me, che sono il Sole vero. (Dialogo 110)

Essi sono i miei unti, perché gli ho dato di ministrare me a voi. Questa dignità non ha l’angelo, l’ho data agli uomini: a quelli che Io ho eletto per miei ministri e che ho posto come angeli (113).

In ogni anima richiedo purità e carità… Ma molto maggiormente Io richiedo purità nei miei ministri e amore verso di me e del prossimo loro, ministrando il Corpo e il Sangue dell’unigenito mio Figliuolo con fuoco di caritá e fame della salute delle anime… E come essi vogliono la nettezza del calice dove si fa questo Sacrificio, cosí io richiedo loro la purità e la nettezza del cuore, dell’anima e della mente loro (113).

 

I SACRAMENTI VALGONO ANCHE SE I MINISTRI NON FOSSERO SANTI

 

(Sappiate però che),”nessun loro difetto toglie la perfezione al Sangue né ad alcun sacramento, perché giá ti dissi che questo Sole non si lorda per nessuna immondizia, e non perde la sua luce per tenebre di peccato mortale che fosse in colui che lo ministra o in colui che lo riceve. Infatti, la sua colpa non può apportare nessuna lesione ai sacramenti della santa Chiesa, né può diminuire la loro virtú; ma piuttosto diminuisce la grazia, e cresce la colpa in colui che lo amministra e in colui che lo riceve indegnamente (115).

 

I FEDELI IN CASO DI INDEGNITÀ DEI SACERDOTI

 

Se tu mi chiedessi… perché non voglio che nemmeno a causa di loro eventuali difetti diminuisca la riverenza verso i miei Ministri, ti risponderò dicendoti: perché ogni atto di rispetto verso di loro non è fatto a loro ma a Me, in virtù del Sangue che io ho dato loro da somministrare… Dovete riverirli e dovete ricorrere a loro non per loro stessi, ma in forza del potere che Io ho dato loro, se volete ricevere i santi Sacramenti della Chiesa; se, infatti, pur potendoli ricevere, voi non li voleste, vivreste e morreste in stato di dannazione… (116).

Nessuno può dire a mò di scusa: «Io non offendo la santa Chiesa né mi ribello, ma colpisco i difetti dei cattivi pastori…». Costui mente sul suo capo e, come accecato dall’amor proprio,… finge di non vedere per far tacere il pungolo della propria coscienza. Se ascoltasse la propria coscienza vedrebbe di star perseguitando il Sangue offerto e non i suoi ministri difettosi… (116).


Dai "Dialoghi"

 

Via lucis

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

PREGHIAMO


Gesù risorto, ti chiediamo che i tuoi Sacerdoti ti seguano con fede ogni giorno, e  ovunque, portino la luce della tua risurrezione.

Effondi su di essi, o Padre, il tuo Spirito di luce, perché nel mondo risplenda il mistero della Pasqua del tuo Figlio, che è inizio del vero destino dell’uomo.

Effondi su di loro lo Spirito del Risorto e mandali ovunque come testimoni luminosi della risurrezione di Gesù, tuo Figlio, Signore per i secoli dei secoli.

Amen.

 

PRIMA STAZIONE: GESÙ RISORGE DA MORTE

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

L'angelo disse alle donne:

"Non abbiate paura, voi! Non è qui. È risorto, come aveva detto". (Mt 28,5-6)

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

 

SECONDA STAZIONE: I DISCEPOLI TROVANO IL SEPOLCRO VUOTO

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

(Gv 20,8)

 

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.


 

 TERZA STAZIONE: IL RISORTO SI MANIFESTA ALLA MADDALENA

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! (Gv 20,16).

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

 

QUARTA STAZIONE: IL RISORTO SULLA STRADA DI EMMAUS

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

 Egli disse loro: "Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!

Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". (Lc 24,25-26)

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

 

QUINTA STAZIONE: IL RISORTO SI MANIFESTA ALLO SPEZZARE DEL PANE

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione,

lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.

(Lc 24,30-31)

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

 

SESTA STAZIONE: IL RISORTO SI MOSTRA VIVO AI DISCEPOLI

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!. Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate! Un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho".  (Lc 24,36.39)

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

 

SETTIMA STAZIONE: IL RISORTO DÀ IL POTERE DI RIMETTERE I PECCATI

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi".

(Gv 20,21-23)

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

 

OTTAVA STAZIONE: IL RISORTO CONFERMA LA FEDE DI TOMMASO

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

Gesù disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato. Non essere più incredulo, ma credente!".

(Gv 20,27)

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

  

 NONA STAZIONE: IL RISORTO SI INCONTRA CON I SUOI AL LAGO DI TIBERIADE

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

Gesù disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete".

La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. (Gv 21, 6).

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

 

DECIMA STAZIONE: IL RISORTO CONFERISCE IL PRIMATO A PIETRO

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

Pietro disse a Gesù: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecorelle". (Gv 21, 17)

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

 

 

UNDICESIMA STAZIONE: IL RISORTO AFFIDA AI DISCEPOLI LA MISSIONE UNIVERSALE

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.

Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

(Mt 28, 19-20)

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

 

DODICESIMA STAZIONE: IL RISORTO SALE AL CIELO

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

Due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo".  (At 1, 10-11)

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

  

TREDICESIMA STAZIONE: CON MARIA IN ATTESA DELLO SPIRITO

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

Vivevano assidui e concordi nella preghiera insieme a Maria, la madre di Gesù. (At 1,14).

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

 

QUATTORDICESIMA STAZIONE: IL RISORTO MANDA AI DISCEPOLI LO SPIRITO PROMESSO

 

Ti adoriamo, Cristo risorto, e ti benediciamo.

Perché con la tua risurrezione hai rinnovato la vita del mondo.

 

Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. (At 2, 3-4)

 

Ripeti 10 volte: Gesù è veramente risorto da morte! A lui la gloria per sempre. Alleluia.

 

Per il Papa:


Padre nostro, Ave Maria, Gloria

 

PREGHIERA FINALE

 

Gesù risorto, raggiungi tutti noi. Illumina le nostre menti e i nostri cuori.

Rendi forti e instancabili i nostri corpi.

Santo Spirito, fa' di ciascuno di noi un figlio di Dio, per sempre.

Padre, illumina il cuore e la mente di tanti giovani e attirali a te. Riscalda il cuore di ogni tuo Sacerdote perché annunci Gesù Risorto con la testimonianza della sua vita e si faccia compagno di vita di ciascuno di coloro che incontra sul suo cammino.

Amen.

 

Amore di Dio,

amore del prossimo

Stasera all'adorazione ho veduto finalmente la grandezza dell'amore del prossimo come comandamento nuovo di Gesù. L'ho sempre saputo ma stasera ho veduto. Dio si è fatto uomo, nell'uomo ti incontri con Cristo, amando il Cristo in ogni uomo, tu veramente ami Dio e devi amare Dio.


Don Divo Barsotti

PARTECIPARE ALLA MESSA

È LO STESSO

CHE ESSERE PRESENTI SUL CALVARIO

"Chi assiste alla Messa, solleva la croce dal suolo del Calvario per piantarla al centro del proprio cuore."

La Messa, di conseguenza, non è un’altra immolazione, ma una nuova presentazione dell’eterna vittima e la sua applicazione a noi. Partecipare alla Messa è lo stesso che essere presenti sul Calvario. Ma con alcune differenze. Sulla croce, Nostro Signore ha offerto sé stesso per tutta l’umanità; nella Messa noi applichiamo quella morte a noi stessi e uniamo il nostro sacrificio al suo.

Lo svantaggio di non aver vissuto all’epoca di Cristo è azzerato dalla Messa. Sulla croce, Egli ha potenzialmente redento tutta l’umanità; nella Messa noi rendiamo attuale quella Redenzione. Il Calvario è legato a un dato momento nel tempo e a una specifica collina nello spazio. La Messa temporalizza e spazializza quell’eterno atto di amore. Il sacrificio del Calvario è stato offerto in modo cruento mediante la separazione del suo corpo dal suo sangue.

Nella Messa, questa morte è presentata misticamente e sacramentalmente in modo incruento, mediante la consacrazione separata del pane e del vino. I due elementi non sono consacrati insieme, con parole del tipo: «Questo è il mio corpo e il mio sangue»; piuttosto, secondo le parole di Nostro Signore: «Questo è il mio corpo», si dice sul pane; poi, «Questo è il mio sangue», si dice sul vino. La consacrazione separata è una sorta di spada mistica che divide il corpo dal sangue, nel modo in cui il Signore è morto sul Calvario.

Supponiamo che ci sia un’eterna stazione radiofonica che trasmetta onde eterne di saggezza e illuminazione. Le persone che vivono in differenti epoche potrebbero sintonizzarsi a quella sapienza, assimilarla e applicarla a sé stessi. L’eterno atto di amore di Cristo è qualcosa con cui possiamo sintonizzarci nelle successive epoche storiche mediante la Messa. La Messa, di conseguenza, trae la sua realtà e la sua efficacia dal Calvario e non ha senso al di fuori di esso. Chi assiste alla Messa, solleva la croce dal suolo del Calvario per piantarla al centro del proprio cuore.

(Fulton J. Sheen

Preghiamo per le vocazioni sacerdotali e religiose

Il Corpo e il Sangue di Cristo sono dati a noi affinché noi stessi veniamo trasformati a nostra volta. Noi stessi dobbiamo diventare Corpo di Cristo, consanguinei di Lui. Tutti mangiamo l'unico pane, ma questo significa che tra di noi diventiamo una cosa sola.

L'adorazione diventa unione. Dio non è più soltanto di fronte a noi, come il Totalmente Altro. È dentro di noi, e noi siamo in Lui. La sua dinamica ci penetra e da noi vuole propagarsi agli altri e estendersi a tutto il mondo, perché il suo amore diventi realmente la misura dominante del mondo.

Io trovo un'allusione molto bella a questo nuovo passo che l'Ultima Cena ci ha donato nella differente accezione che la parola "adorazione" ha in greco e in latino. La parola greca suona proskynesis. Essa significa il gesto della sottomissione, il riconoscimento di Dio come nostra vera misura, la cui norma accettiamo di seguire. Significa che libertà non vuol dire godersi la vita, ritenersi assolutamente autonomi, ma orientarsi secondo la misura della verità e del bene, per diventare in tal modo noi stessi veri e buoni. Questo gesto è necessario, anche se la nostra brama di libertà in un primo momento resiste a questa prospettiva. Il farla completamente nostra sarà possibile soltanto nel secondo passo che l'Ultima Cena ci dischiude.

La parola latina per adorazione è ad-oratio - contatto bocca a bocca, bacio, abbraccio e quindi in fondo amore. La sottomissione diventa unione, perché colui al quale ci sottomettiamo è Amore. Così sottomissione acquista un senso, perché non ci impone cose estranee, ma ci libera in funzione della più intima verità del nostro essere.

 

Papa Benedetto XVI

“Conto alla rovescia” è un’espressione che si ripete per annunciare l’imminente arrivo di qualcosa di meraviglioso e di fortemente atteso, o per manifestare al contrario la paura nell’imminenza d’un avvenimento spaventoso.


Proprio oggi, vigilia della finale di calcio fra Italia e Spagna, i vari programmi del telegiornale che annunciano questo  avvenimento sportivo, iniziano con la frase: “conto alla rovescia”.

A dire il vero, m’accorgo che questo pensiero occupa di gioiosa attesa anche me. Questo sentir ripetere “conto alla rovescia” si riflette talmente sui vari momenti della mia giornata, da arrischiare di dominare la mente e il cuore.

L’appassionante attesa della tanto affascinante finale di calcio della nazionale, è spalmata sui vari momenti della giornata e arriva ad addolcire le amarezze, iniettando comprensione nei contrasti e perseveranza nelle asperità.

Cos’è mai la speranza di qualcosa di bello e di grande!

Dimmi cosa speri, cosa stai attendendo, e ti dirò con che animo vivi.

Certo non si può vivere senza speranza. Ma beato chi ha davanti a sé un avvenimento gioioso e pienamente appagante. Se speri nella foglia, a settembre sei deluso; se speri nella radice, la gioiosa attesa ti riempie in tutte le stagioni.


Pensa che i cristiani sono tali perché già possiedono ciò che attendono: sono affascinati dall’attesa sbalorditiva d’un Dio che verrà con tale certezza da essere già presente nell’Eucarestia e nel loro amore reciproco.


Padre Andrea Panont O.C.D.

GESÙ BUON PASTORE

E IL SACERDOTE

Riflessione aprile 2024

La liturgia della quarta domenica dopo Pasqua celebra la figura del Buon Pastore; ma chi è il Buon Pastore? Egli stesso ce lo spiega.


Nel Vangelo di san Giovanni, infatti, leggiamo:

«In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.


Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.


Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”». (Gv 10, 11-18)


Nella visita alla Parrocchia romana di San Giovanni Evangelista a Spinaceto, del 6 maggio 1979, san Giovanni Paolo II tratteggiò la figura del Buon Pastore con chiarezza convincente:


«1.Che cosa significa essere il Buon Pastore?


 – il pastore conosce le sue pecore e le pecore conoscono lui: come è bello e consolante sapere che Gesù ci conosce uno per uno, che non siamo degli anonimi per lui, che il nostro nome (quel nome che è concordato dall’amore dei genitori e degli amici) lui lo conosce! Non siamo “massa”, “moltitudine”, per Gesù! Siamo “persone” singole con un valore eterno, sia come creature sia come persone redente! lui ci conosce! lui mi conosce, e mi ama e ha dato se stesso per me! (Gal 2,20);


– il pastore nutre le sue pecore e le conduce a pascoli freschi e abbondanti: Gesù è venuto per portare la vita alle anime, e darla in misura sovrabbondante. E la vita delle anime consiste essenzialmente in tre supreme realtà: la verità, la grazia, la gloria. Gesù è la verità, perché è il Verbo incarnato, è la “pietra angolare”, come diceva San Pietro ai capi del popolo e agli anziani, sulla quale solamente è possibile costruire l’edificio familiare, sociale, politico: “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo, nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (At 4,11-12). Gesù ci dà la “grazia”, ossia la vita divina per mezzo del Battesimo e degli altri Sacramenti. Mediante la “grazia”, diventiamo partecipi della stessa natura trinitaria di Dio! Mistero immenso, ma di indicibile gioia e consolazione!


Gesù, infine, ci darà la gloria del paradiso, gloria totale ed eterna, dove saremo amati e ameremo, partecipi della stessa felicità di Dio che è Infinito anche nella gioia! “Ciò che saremo non è stato ancora rivelato – commenta San Giovanni –. Sappiamo però che, quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1Gv 3,3);


– il pastore difende le sue pecore; non è come il mercenario che quando arriva il lupo fugge, perché non gli importa nulla delle pecore. Purtroppo sappiamo bene che nel mondo ci sono sempre i mercenari che seminano l’odio, la malizia, il dubbio, il turbamento delle idee e dei sensi. Gesù invece, con la luce della sua parola divina e con la forza della sua presenza sacramentale ed ecclesiale, forma la nostra mente, fortifica la volontà, purifica i sentimenti e così difende e salva da tante dolorose e drammatiche esperienze;


– il pastore offre perfino la vita per le pecore: Gesù ha realizzato il progetto dell’amore divino mediante la sua morte in croce! Egli si è offerto in croce per redimere l’uomo, ogni singolo uomo, creato dall’amore per l’eternità dell’Amore;


– il pastore infine sente il desiderio di ampliare il suo gregge: Gesù afferma chiaramente la sua ansia universale: “E ho altre pecore che non sono di questo ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo ovile e un solo pastore” (Gv 10,16). Gesù vuole che tutti gli uomini lo conoscano, lo amino, lo seguano.

 

2. Gesù ha voluto nella Chiesa il sacerdote come “Buon Pastore”.

 

La parrocchia è la comunità cristiana, illuminata dall’esempio del Buon Pastore, attorno al proprio parroco e ai sacerdoti collaboratori.


Nella parrocchia il sacerdote continua la missione e il compito di Gesù; e perciò deve “pascere il gregge”, deve insegnare, istruire, dare la grazia, difendere le anime dall’errore e dal male, consolare, aiutare, convertire e soprattutto amare.


Perciò, con tutta l’ansia del mio cuore di Pastore della Chiesa universale vi dico: amate i vostri sacerdoti! Stimateli, ascoltateli, seguiteli! Pregate ogni giorno per loro. Non lasciateli soli né all’altare né nella vita quotidiana!


E non cessate mai di pregare per le vocazioni sacerdotali e per la perseveranza nell’impegno della consacrazione al Signore e alle anime. Ma soprattutto create nelle vostre famiglie un’atmosfera adatta allo sbocciare delle vocazioni. E voi genitori siate generosi nel corrispondere ai disegni di Dio sui vostri figli».


Riascoltiamo l’invito di questo grande Papa e Santo dei nostri tempi E preghiamo con grande fiducia. Il Signore non lascerà inascoltata la nostra preghiera.

LA CROCE DI CRISTO,

NOSTRA SALVEZZA

     O dono preziosissimo della croce! Quale splendore appare alla vista! Tutta bellezza e tutta magnificenza. Albero meraviglioso all’occhio e al gusto e non immagine parziale di bene e di male come quello dell’Eden.

     È un albero che dona la vita, non la morte, illumina e non ottenebra, apre l’adito al paradiso, non espelle da esso.

     Su quel legno sale Cristo, come un re sul carro trionfale. Sconfigge il diavolo padrone della morte e libera il genere umano dalla schiavitù del tiranno.

     Su quel legno sale il Signore, come un valoroso combattente. Viene ferito in battaglia alle mani, ai piedi e al divino costato. Ma con quel sangue guarisce le nostre lividure, cioè la nostra natura ferita dal serpente velenoso.

     Prima venimmo uccisi dal legno ora invece per il legno recuperiamo la vita. Prima fummo ingannati dal legno, ora invece con il legno scacciamo l’astuto serpente. Nuovi e straordinari mutamenti! Al posto della morte ci viene data la vita, invece della corruzione l’immortalità, invece del disonore la gloria.

     Perciò non senza ragione esclama il santo Apostolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo» (Gal 6, 14).

 

Dai «Discorsi» di san Teodoro Studita, abate

CORONCINA SACERDOTALE

(si recita su una normale corona del rosario)

PREGHIERA INIZIALE


Gesù, dona alla Tua Chiesa tanti sacerdoti Santi; te li chiedo per le tue sacratissime piaghe e per le fiamme di infinito amore che racchiude il Tuo cuore adorabile. Usa misericordia a tutti quei sacerdoti che, con i loro peccati o con la loro indifferenza nei tuoi riguardi, lo hanno ferito o continuano a ferirlo. Richiamali tutti a Te che per essi hai versato il Tuo sangue fino all’ultima goccia. E infine ti chiedo di rendere sempre più santi tutti i Sacerdoti che vivono per Te e che sono luce per i loro fratelli. Amen.


Sui grani grandi si dice:Cuore di Gesù, attira a te il cuore di tutti i sacerdoti, perché siano santi e santificatori.”


Sui grani piccoli si ripete per dieci volte:  “Gesù, Sacerdote e Vittima, custodisci nel Tuo cuore tutti i tuoi eletti”.


Tra una decina e l’altra si recita il gloria al Padre.


Alla fine si recita la Salve Regina......

 

 

PREGHIERA FINALE

 

Eterno  Padre io ti offro Gesù Sacerdote, Vittima adorabile, riparatrice e propiziatrice, perché Tu degni di uno sguardo di misericordia tutti coloro che sono stati chiamati o che saranno chiamati a vivere soltanto per la Tua gloria e per il bene dei fratelli. Maria, mamma del Sommo Sacerdote, Gesù, li custodisca sotto il Suo manto. Amen

Guardando dall'alto

Era proprio un momento della mia vita in cui parlavo, affermavo, definivo persone e cose con sicurezza. Di fronte a chiunque mostrasse non solo il parere contrario, ma anche a chi, di fronte alle mie sicurezze, osasse storcere minimamente il naso, non esitavo a replicare e imporre la mia parola infallibile, indiscutibile: “ho visto io”.

Proprio in quel periodo, spero ormai lontano, l’amico più caro, ma non meno bersagliato e osteggiato dalle mie certezze, mi ha fatto pervenire come regalo un libro a dir poco sensazionale, dal titolo: “365 giorni per la terra”.

Il fotografo Bertrand, servendosi di voli con l’elicottero, ha fotografato quanto più poteva dall’alto del velivolo. Dall’alto la maggior o minore importanza delle cose era evidenziata dal rapporto e dall’armonia delle singole realtà tra loro.

La fisionomia di montagne, paesi e città, monumenti grandiosi e minuti era una continua scoperta, una meraviglia nuova, tutt’altra da quella studiata sui libri e fotografata da terra.

Andrea, soprannominato “ho visto io”, si è ritirato in buon ordine. Se dall’alto d’un elicottero, la terra offre meraviglie mozzafiato, panoramiche mai immaginate e fonte continua di stupore…!!!

Ammutolito dallo sguardo del Cielo, chiedo al Creatore, “che cosa sarà mai l’uomo che Tu così tanto magnifichi?”.


Padre Andrea Panont (O.C.D)

LA PREGHIERA RENDE INVULNERABILI

"L'unico modo per passare la giornata nella pace e nella santità,  senza peccato, è  quello di pregare con fervore e sincerità fin da quando ti alzi al mattino. Questa preghiera introdurrà Cristo nel tuo cuore, assieme al Padre e allo Spirito Santo, e così renderà salda la tua anima contro ogni assalto del male. Dovrai però continuare a proteggere accuratamente il tuo cuore."

 

( S. Giovanni di Cronstadt, La mia vita in Cristo)

 

Preghiamo per i Sacerdoti perché siano uomini di preghiera e così diventeranno invulnerabili agli assalti del male.

Solennità dell'Annuncizione

del Signore

Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio,

umile ed alta più che creatura,

termine fisso d'eterno consiglio.

 

Tu sei colei che l´umana natura

nobilitasti, sì che il suo fattore,

non disdegnò di farsi tua fattura.

 

Nel ventre tuo si raccese l´amore,

per lo cui foco nell'eterna pace,

così è germinato questo fiore.

 

Qui sei a noi meridiana face,

di caritate e giuso intra i mortali

sei di speranza fontana vivace.

 

Donna, sei tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre,

sua disianza vuol volar senz´ali.

 

La tua benignità non pur soccorre

a chi dimanda, ma molte fiate

liberamente al dimandar precorre.

 

In te misericordia, in te pietade,

in te magnificenza, in te s´aduna,

quantunque in creatura è di bontade.

 

PREGHIERA A CRISTO RISORTO

PER I SACERDOTI

O Gesù, con la tua risurrezione hai trionfato sul peccato e sulla morte,

e ti sei rivestito di gloria e di luce immortale, ma sei rimasto con noi per sempre nella vita quotidiana. Possiamo pertanto incontrarti e riconoscerti in ogni avvenimento del giorno. Concedi ai tuoi Sacerdoti di avere la vista acuta dell’apostolo Giovanni che ti riconosce sulla riva del lago di Tiberiade, anche se non è ancora giorno, e l’entusiasmo di Pietro che si butta in acqua per raggiungerti il prima possibile. Opera in loro, o Signore, il divino cambiamento che tu operi nelle anime che ti amano: fa’ che il loro spirito, trasformato mirabilmente dall’unione con te, risplenda di luce, canti di gioia, si slanci verso il bene.

Tu, che con la tua vittoria hai dischiuso agli uomini orizzonti infiniti

di amore e di grazia, suscita in essi l’ansia di diffondere

con la parola e con l’esempio il tuo messaggio di salvezza;

dona loro lo zelo e l’ardore di lavorare per l’avvento del tuo regno.

Fa’ che siano saziati della tua bellezza e della tua luce

e bramimo di congiungerci a te per sempre. Amen.

 

Ottantasettesimo anniversario della morte della Beata

Madre Maria Teresa Casini, Fondatrice delle suore Oblate del Sacro cuore di Gesù

MEMORIA e GRATITUDINE   

      

Ci sono delle persone che lasciano dietro di sé un solco di luce; anche quando non ci sono  più, è possibile rilevare gli effetti del loro passaggio. Una di queste è stata la nostra carissima madre Teresa con quella espressione che a distanza di 87anni è ancora viva nel nostro cuore di figlie: «Sono tanto tranquilla, sento Dio vicino a me» ha ripetuto con dolcezza all'alba del 3 aprile 1937 mentre il suo cuore cessava di battere.

Il suo ricordo, in questo momento, vuole essere per ognuna di noi un invito a camminare, ad andare avanti senza paure, senza  tentennamenti, senza stanchezza, perché il sentiero è già stato tracciato dal suo passo di pellegrina, dal suo entusiasmo, dalla sua carica esplosiva di dono per Colui che l'ha chiamata sin dall'eternità a servirlo nei suoi, nei nostri fratelli sacerdoti. Oggi siamo qui non tanto a fare memoria della sua dipartita da noi, ma a celebrare il sacrificio di Cristo, a unire anche il nostro per essere una sola ostia di amore, che continua a immolarsi nella Chiesa per la santità sacerdotale.

Il ricordo di te Madre, in questa celebrazione suscita in ognuna di noi il bisogno di dirti grazie. Grazie per il dono della tua presenza nella Chiesa e nel nostro Istituto. Grazie per quello che sei stata e sei ancora per ognuna di noi. Grazie per essere stata quel chicco di frumento, che ha saputo morire in un sì continuo alla volontà di Dio. Grazie Madre. Che il tuo sì ci aiuti ad essere docili all’azione dello Spirito Santo. Che il tuo sì ci sia di stimolo nell'impegno e nel cammino della santità.

Ricordando la tua offerta, oggi, vogliamo farla nostra: "Ho abbandonato l'anima mia, il mio corpo, la mia vita, tutta la mia esistenza al mio Signore, nulla bramando né il patire, né il gioire, ma solo Lui, la Sua volontà"


Suor Maria Rosetta De Simone, Oblata del Sacro cuore di Gesù

  

ALLA VITTIMA PASQUALE:

GESU'

 

Alla vittima pasquale

si innalzi il sacrificio di lode,

 l'Agnello ha redento il gregge,

Cristo l'innocente ha riconciliato

i peccatori col Padre.

 Morte e Vita si sono affrontate

in un duello straordinario:

il Signore della vita era morto, ora, regna vivo.

«Raccontaci, Maria,

che hai visto sulla via?».

«La tomba del Cristo vivente,

la gloria del risorto;

e gli angeli suoi testimoni,

il sudario e le vesti;

Cristo mia speranza è risorto

e precede i suoi in Galilea».

Sì, siamo certi che Cristo è veramente risorto.

Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi.

Amen. Alleluia